Tutto lo Stadio – Viola Club Malta

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Prosegue la nostra rubrica “Tutto lo Stadio”, nata dal desiderio di aiutare i nostri soci, e tutti i tifosi viola, ad entrare in contatto con le varie realtà del tifo, anche e soprattutto quelle lontane da Firenze, raccontando la storia e gli umori dei tifosi che, da ogni parte del mondo, seguono e tifano la Fiorentina, per fornirvi così un punto di vista più ampio e interessante sulla nostra tifoseria, nonché un eventuale appoggio viola in caso di viaggio.
Con l’arrivo della bella stagione, quest’oggi ci siamo spostati in un paradiso Mediterraneo per una lunga chiacchierata con Alexander Damato, presidente onorario, segretario internazionale e co-fondatore del Viola Club Malta.

Ciao Alex, vorrei chiederti anzitutto come si diventa tifosi della Fiorentina a Malta.

 «La mia storia è particolare, e mi lega a Firenze fin dall’infanzia. Mia mamma è stata una fiorentina e tifosa della prima ora, conobbe mio padre negli anni ’30 quando lui era uno studente di medicina a Firenze. Si ritrovarono dopo la guerra, grazie ad un frate maltese del convento di San Marco, suo conoscente, e si sono sposati. Nasco così per metà fiorentino e fin da subito votato alla fede viola grazie a mia madre. Pensate che non avevo neanche dieci anni quando ho visto la mia prima partita allo stadio: un’amichevole Fiorentina-Real Madrid del 1959, dove abbiamo vinto 2-1. Era la Fiorentina di Montuori, quella che poco prima aveva vinto il campionto e che aveva disputato, per prima tra le squadre italiane, la finale di Coppa dei Campioni, proprio contro il Real Madrid… Una squadra fantastica! Così, quando poi sono cresciuto a Malta, ho portato con me Firenze e la Fiorentina, ed ancora oggi sono un fiero maltese-fiorentino».

 

E il Viola Club? Com’è nato?

 «Il Club è nato grazie all’idea di alcuni tifosi viola già presenti a Malta sul finire degli anni ’60: Carmelo Micallef, Joseph Calleja e Joseph M. Saliba. Carmelo seppe che a Firenze l’allora presidente Nello Baglini aveva da circa due anni fondato la prima Associazione di Viola Club, e così mi chiamò per aiutarli a creare un Viola Club a Malta… avevo circa 17 anni.
Pubblicammo sui giornali locali un annuncio in cui pubblicizzavamo questa nostra idea, nella speranza di trovare 22 soci, il numero minimo, all’epoca, per costituire un Viola Club. Risposero circa 30 maltesi a quell’annuncio, alcuni tutt’oggi molto attivi per il nostro Club nonostante l’età, e riuscimmo così ad associarci per la prima volta nel 1968».

 

Immagino che in un posto come Malta, senza un grande campionato, ci siano molti tifosi di squadre straniere. Com’è il rapporto con loro?

 «È vero, sono presenti tifosi di tutti i maggiori campionati europei, ma la maggior parte di questi tifano per squadre inglesi o italiane. Siamo su una piccola isola, quindi ci conosciamo, chi più chi meno. Ci sono anche molte amicizie che durano da anni anche fuori dall’aspetto sportivo. Per esempio, siamo recentemente stati ad una cena invitati dal fanclub del Liverpool F.C. con la partecipazione anche di ex giocatori che avevano vinto la Coppa dei Campioni; ed anche loro sono venuti alla nostra serata. Questa è un’usanza molto comune tra fan club di diverse squadre, anche rivali, qui a Malta. Non sono mancati anche degli attriti però, specialmente durante la finale dell’Europeo…[ride, ndr] ma siamo sempre rimasti in buoni rapporti con tutti, perché comunque rimaniamo maltesi, oltre che tifosi delle nostre squadre».

 

E il rapporto con la Fiorentina? Ricordo un ritiro invernale da voi nel 2019…

«Sì, tutto nacque un anno prima durante il 50° anniversario della fondazione del Club. Grazie all’allora Vice-Presidente Gino Salica, siamo riusciti ad avere qui con noi in visita una delegazione di giocatori e dirigenti della Fiorentina, insieme ad ACCVC, per assistere ad una partita di beneficenza tra le Glorie Viola ed ex calciatori maltesi (vinta dalle Glorie Viola 5-2). In quell’occasione l’Ingegner Salica visitò il centro tecnico maltese e da lì decise di portare la Fiorentina per un breve ritiro durante la pausa invernale del campionato successivo.  All’arrivo della squadra, oltre mezzanotte, ci precipitammo all’aeroporto ad accoglierli con moltissimi nostri soci (ma c’erano anche tanti altri non tifosi, molto curiosi di vedere la Fiorentina).
Durante il ritiro si giocò un torneo contro le due principali società calcistiche maltesi, patrocinato dal Ministero del Turismo maltese, vinto dalla Fiorentina. Il prossimo anno sarà il 55° compleanno del Club, magari potremmo provare ad avervi tutti nuovamente ospiti a Malta».

 

 

Dove avete la vostra sede? E avete degli eventi in programma?

 «Non c’e una sede vera e propria perché siamo ancora troppo pochi. Al momento siamo 112, un buon numero se commisurato ad altri Viola Club, ma ancora pochi rispetto ad altri grandi fanclub di tifosi maltesi. Usiamo come base e ritrovo il negozio di un nostro socio, Dominic Anastasi, che nel tempo è diventato una specie di “Bar Marisa” maltese, seppur non sia un bar. Per le partite invece solitamente organizziamo serate in locali per riunirci tutti insieme. Una volta al mese, poi, facciamo una cena sociale e cerchiamo di farla la sera di una partita importante così da poter riunire quanti più soci possibile.
Abbiamo un premio, ogni anno, per il nostro socio più partecipe alle nostre iniziative. Per ogni partecipazione, che si tratti di una votazione oppure una cena o evento, vengono assegnati dei punti. Il socio che a fine anno ha ricevuto il maggior numero di punti vincerà un soggiorno a Firenze in hotel con posto allo stadio per una partita dell’anno successivo pagato dal VC Malta.

Un tempo premiavamo anche i migliori giocatori dell’anno, scelti dai nostri soci. Negli anni ’90 era più semplice, riuscivamo a consegnare il premio personalmente anche a giocatori come Rui Costa e Batistuta. Oggi è più difficile ma ci stiamo provando: se poi i vincitori decidono anche di trasferirsi in squadre poco simpatiche, diventa impossibile [ride, ndr]. Per quest’anno in testa abbiamo Torreira, vedremo se almeno a lui riusciremo a consegnare il premio».

Siete sicuramente uno dei Club più attivi, seppur molto lontani, come avete affrontato il Covid?

«E’ stata dura, come per tutti. Per quanto possibile ci siamo sentiti in videochiamata anche per commentare insieme le partite. Siamo riusciti a tornare allo stadio solo quest’anno contro Empoli e Sampdoria, poi nuovamente contro Juventus ed Hellas Verona. Per il futuro, incrociamo le dita.

Speriamo di tornare presto anche in trasferta, solitamente quelle più semplici per noi sono le trasferte in Sicilia, ma purtroppo da qualche anno Catania e Palermo non sono più in serie A.».

A proposito della partita di Coppa Italia, un commento?

«Una vera rabbia! Ma la strada è giusta, il miglioramento rispetto allo scorso anno è netto e dobbiamo portare pazienza, remando tutti dalla stessa parte.
Sicuramente i giochi non sono fatti: per quanto sia una impresa difficile, questa Juve è battibile… il Villareal ce l’ha dimostrato. Possiamo farcela!».


Un saluto a Firenze ed un commento per gli altri tifosi che ci leggono?

«Cari fiorentini, voi siete abituati al bello, alla perfezione, io lo so bene, Firenze è la città più bella del mondo! Dobbiamo però avere più pazienza, sforzandoci di essere meno critici e negativi. Serve più moderazione nei nostri giudizi, senza esaltare o affossare eccessivamente dopo una singola partita. La mia prima Fiorentina, quella che nel ’59 ha vinto l’amichevole col Real Madrid e che ha vinto il campionato nel ’56, è stata costruita fin da primi anni ’50 con l’arrivo di Bernardini in panchina. Lo stesso successe nel ’69 quando il secondo scudetto è arrivato dopo anni di buoni risultati iniziati nel ’63. Anche se probabilmente quella volta è stato merito mio, visto che ho vissuto a Firenze per l’intero anno…[ride, ndr] Oggi la Primavera è forte, la prima squadra è molto migliorata: il futuro è potenzialmente positivo, crediamoci!
Un saluto a tutti i tifosi viola, all’Associazione e alla Fiorentina, sperando di potervi presto avere nuovamente a Malta.

 

 

Contatti:
https://www.facebook.com/VCMalta/

 

Intervista di Francesco Cerreti

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