Ripartiamo dal finale

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Si è chiusa una stagione, se ne sta aprendo un’altra. Speriamo ricca di emozioni come quella appena passata, ma con esiti diversi. È infatti ancora viva sulla pelle la tremenda delusione delle due finali giocate e perdute, rispettivamente contro Inter e West Ham. Finali che la Fiorentina ha disputato a testa alta, avrebbe meritato di non perdere (almeno nei novanta minuti regolamentari) e per le quali, ad ogni modo, merita un plauso. Giocatori e allenatore hanno dato tutto quel che potevano, tutto quel che avevano, al netto dei limiti individuali e delle imperfezioni di rosa che sottolineiamo da oltre dieci mesi. Si può recriminare per qualche errore di troppo – anche piuttosto grosso, si veda il posizionamento della linea difensiva in Conference League -, ma fa parte del gioco. Fa male, ma fa parte del gioco. La nota positiva è che dopo diversi anni Firenze e la Fiorentina sono tornati a giocarsi un trofeo. Dopo decenni, addirittura due in una stagione. La Viola è tornata finalmente competitiva.

È da qui, dalla ritrovata competitività, che dobbiamo, adesso, ripartire. Lasciata alle spalle l’inevitabile amarezza, dobbiamo fare della stagione passata l’anno zero: la tifoseria e la storia del club meritano di stare a certi livelli, di giocarsi dei trofei con una frequenza ben diversa da quella che gli anni duemila ci hanno abituati. Anche, e questo è un altro punto da cui ripartire, grazie a Vincenzo Italiano. Per molti il vero top della squadra. Un allenatore giovane e ambizioso, che ha sbagliato più di qualcosa ma che è la vera garanzia per i tifosi: se è rimasto, nonostante non mancassero le alternative, evidentemente è perché ha avuto ampie rassicurazioni sul rafforzamento del gruppo, sulle ambizioni di breve, medio e lungo periodo. Almeno questo è il pensiero del sottoscritto, oltre che l’augurio un po’ di tutti.

Il rafforzamento della squadra, appunto. E qui si arriva al tanto sofferto e sognato mercato. Mai come quest’anno la città ha bisogno di un segnale forte e chiaro. Rocco Commisso e i suoi uomini di fiducia dovranno essere capaci (e volenterosi) di investire con tempestività e su profili giusti: puntellare la difesa, alzare il livello in porta, aumentare la qualità del centrocampo (e rimpiazzare i muscoli di Amrabat, semmai) e prendere una decisione sull’attacco. È proprio quest’ultimo l’aspetto che più preoccupa. È stata sotto gli occhi di tutti la difficoltà dei viola nel segnare, nel concretizzare le occasioni create. E quando l’attacco si è (un po’) sbloccato, con Cabral soprattutto, si è vista la differenza. I ragionamenti sul centravanti sono (al pari di quelle sul portiere, sul leader difensivo e sul faro del centrocampo) il fulcro intorno al quale si faranno le fortune, o le sfortune, della Fiorentina del prossimo anno. Senza voler approfondire, in questa sede, quale sia la nostra idea sul duo Cabral-Jovic, ci auguriamo possa essere presa in modo saggio e tempestivo una decisione che dia finalmente ai fiorentini un grande attaccante. Una certezza, in ruolo fondamentale.

Un’estate di passione, quindi, come spesso si vivono in riva all’Arno. Mesi infuocati in cui ci sarà da scrivere il prossimo futuro della Fiorentina. Un futuro che ci auguriamo ci riporti in Europa. Da protagonisti. E, magari, vincenti.

Giacomo Cialdi – Direttore Alé Fiorentina

(Foto in copertina di LiveMedia/Luca Amedeo Bizzarri)

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