Tutto lo Stadio – Viola Club Lussemburgo

Condividi sui social

Il viaggio della rubrica “Tutto lo Stadio”, nata dal desiderio di aiutare i nostri soci, e tutti i tifosi viola, ad entrare in contatto con le varie realtà del tifo, anche e soprattutto quelle lontane da Firenze, oggi ci porta nel cuore dell’Europa, nel piccolo stato di Lussemburgo. Quest’oggi parleremo con Michele Morandi, presidente e fondatore del Viola Club Lussemburgo, che guida un folle gruppo di appassionati sostenitori viola in clamorosi viaggi verso Firenze per assistere alle partite.

Ciao Michele, è un piacere trovarti così spesso a Firenze nonostante la distanza…
«Ciao a tutti, è un piacere anche per me. Sì, siamo distanti oltre 900 km ma cerchiamo di esserci il più spesso possibile: siamo spesso a Firenze, ma anche fuori, soprattutto quando la Viola gioca al nord e il nostro viaggio si accorcia un po’. A maggior ragione adesso, per la fine del campionato, è importante esserci».

Quando hai pensato di creare il Club a Lussemburgo?
«La comunità italiana a Lussemburgo è molto grande… Già prima di creare il Club, con alcuni amici fiorentini che vivono qui avevamo cominciato a radunarci per vedere le partite. Eravamo pochi inizialmente, ma poi con il passaparola siamo riusciti a trovare altri tifosi viola. Il nostro Viola Club è stato fondato ufficialmente il 4 febbraio 2016, volevamo aumentare il nostro livello venendo più spesso allo stadio, ma ci serviva un appoggio stabile a Firenze per i biglietti e come punto di ritrovo, così abbiamo contattato l’ACCVC ed è iniziata la nostra avventura. Oggi abbiamo superato i 30 soci, che per gli standard lussemburghesi sono un numero importante. La cosa più bella è avere italiani ma anche qualche locale che col tempo si è appassionato: ci seguono e tramite noi hanno conosciuto l’universo viola».

Vedo che il vostro Club ha una dedica particolare…
«Sì, Enrico Carletti. E’ stato uno dei primissimi soci e parte del nostro gruppo fin dal principio, da sempre un punto di riferimento per noi. Era un elbano trasferitosi in Lussemburgo, accanitissimo tifoso, verace, come non ce ne sono quasi più. Purtroppo è recentemente scomparso, ora al club c’è suo figlio. Dato che è stato da sempre un nostro punto di riferimento abbiamo ritenuto doveroso fare questa dedica».

Ci sono molti Club in giro per l’Europa, avete rapporti con gli altri Viola Club lontano da Firenze?
«In effetti sì: da qualche anno noi di Lussemburgo, insieme ad altre realtà del tifo viola in Europa come Londra, Parigi, Bruxelles, Barcellona e tanti altri, abbiamo creato un network che aiuti tutti i tifosi esteri a tenersi in contatto tra di loro e con la “madre patria”. Il gruppo Europa Viola è nato soprattutto per aiutare i gruppi più piccoli e dispersi, che non riescono a costituirsi come vero e proprio Club affiliato ed hanno quindi bisogno di un aiuto maggiore per non rischiare di perdersi, specialmente durante annate non esaltanti. Grazie ad Europa viola riusciamo quindi a tenerci tutti in contatto e non perderci di vista, garantendo a tutti i gruppi un appoggio alle Associazioni principali e a Firenze in generale».

Solitamente dove vi trovate e che genere di eventi organizzate?
«Andiamo sempre in un ristorante per vedere le partite, è una specie di sede non ufficiale per noi. Abbiamo in particolare una tradizione che è il “fantaviola”, ovvero il nostro fantacalcio interno al Viola Club nel quale è assolutamente vietato avere in squadra giocatori dell’innominabile. Qualcuno ha dovuto ricostruire l’attacco questo gennaio…».[ride, ndr]

Prima di salutarci, ci dai una valutazione della stagione?
«Per noi il risultato sportivo deve sempre essere l’obiettivo, per cui non ci facciamo toccare dalle polemiche riguardanti il mercato o altro finché riusciremo a raggiungere degli obiettivi.
Dobbiamo remare tutti in un’unica direzione perché abbiamo un’occasione incredibile proprio sotto il nostro naso. Abbiamo una società solida, un allenatore emergente che ha creato un’unione d’intenti mai vista prima nello spogliatoio, neanche ai tempi della Champions di Prandelli o del “rigore per il Milan” di Montella. Se evitiamo di farci del male da soli potremmo levarci delle soddisfazioni nei prossimi anni, ma serve veramente l’aiuto di tutti, anche di noi tifosi che siamo sempre molto determinanti, sia nel bene che nel male».

 

Intervista di Francesco Cerreti

 

Leggi altri articoli
Torna in alto