Tutto lo Stadio – Viola Club ScoglioNati Viola

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La nostra rubrica, “Tutto lo stadio”, non si ferma. Anche a campionato terminato, continua la ricerca di Viola Club sparsi per l’Italia e il mondo, cercando di fornire punti di riferimento utili e possibilità di collegamento tra tifosi. Nel numero di giugno, siamo andati a trovare gli attivissimi e simpaticissimi amici del Viola Club Scoglio-Nati Viola, che dalla splendida Isola d’Elba fanno sentire la loro voce e il loro appoggio alla squadra. Per l’occasione, abbiamo dunque scambiato due chiacchiere con Luigi Ricci, il segretario del Club.

Luigi, quando è nata la tua passione per la Fiorentina? In quale occasione?

«La mia passione è nata grazie a mio zio e alla prima partita vista/intravista, ero piccolo: Fiorentina-Juventus 1-1, con l’autogol all’ultimo di Ferrante. Le bandiere viola ed i colori mi colpirono, e lì non poteva che nascere l’amore per la Fiorentina».

Cosa ti è rimasto più impresso di quella partita?

«I ricordi sono di una curva (molto probabilmente Fiesole) dove le due tifoserie erano insieme. Io venni anche difeso da un tifoso juventino che minacciò un signore milanese che voleva passare per forza quando anche le scalette erano stracolme. Io ero schiacciato tra le ringhiere e mio padre e questo tifoso con un bandierone bianco/nero minacciò il milanese di andare via, causa avvenimenti poco piacevoli, visto che c’era un bimbo schiacciato. Però non diventai gobbo!».

Quando è nato invece il vostro Viola Club? In quali circostanze, cosa vi ha spinto a metterlo su? Quanti ne fanno parte ad oggi?

«Il club nasce nel 2011, ai tempi di Mihajlović, una Fiorentina non bellissima. Eravamo 6 amici sul divano di casa, e lì ci dicemmo: “Perché non provare a far rinascere il Viola Club all’Isola d’Elba?”. Il nome Scoglio-Nati Viola fu una mia idea per raggruppare sia il momento emozionale dell’epoca sia tutti coloro che sono nati sull’isola (chiamata da noi “scoglio”). Ad oggi speriamo di tornare, dopo la pandemia, a quei numeri che ci hanno visto arrivare a 389 soci… Ci deve dare una mano anche la Fiorentina!».

Cosa significa tifare Fiorentina risiedendo lontani da Firenze? Com’è il quotidiano di un tifoso Viola lì da voi?

«Tifare lontano da Firenze vuol dire scontarsi con i Club strisciati avversari e cercare di avere notizie da tutti i siti che parlano della Viola. Noi ci siamo costruiti nel tempo una certa notorietà e simpatia grazie alle nostre iniziative benefiche e alla nostra trasmissione che va in onda da sei anni su tutti i social, “La barba al palo”. Questo ci ha consentito di avere simpatie anche dagli altri Club».

Qual è stato il primo viaggio organizzato dal vostro Viola Club? Quanti partecipanti?

«La prima partita organizzata fu in occasione di Fiorentina-Lazio della stagione 2011/2012: eravamo un pullman pieno, prendemmo anche la pioggia ma era bello iniziare le nostre prime trasferte».

A proposito di trasferte, qual è stata quella che più ti/vi è rimasta impressa? E perché?

«Dico subito che per noi venire a Firenze è già una trasferta… Comunque sono due le trasferte rimaste impresse: quella della finale di Coppa Italia contro il Napoli e quella di Londra, la seconda volta, contro il Tottenham. La prima per i noti motivi, e anche perché avemmo con noi l’indimenticabile Chiara Baglioni che cercava di ragguagliarci su cosa stesse succedendo. La seconda perché era la prima trasferta estera e anche perché avemmo discussioni con dei giovani tifosi viola… e qui la chiudo. Una cosa curiosa, entrato nel vecchio stadio del Tottenham dissi: “Magari ci fosse uno stadio così a Firenze!”. Risposta di un nostro socio che vive a Londra: “Domani lo buttano giù!”». [ride, ndr]

Ci sono iniziative all’orizzonte?

«La nostra prossima iniziativa sarà il 24 settembre con la terza sfida tra i nostri rappresentanti del Club e le Glorie Viola. Tutto l’incasso sarà devoluto in beneficenza per l’acquisto di un ecografo portatile da donare all’Ospedale di Portoferraio. Speriamo di avere grandi ex viola, ci stiamo lavorando. Invito tutti i tifosi che vogliono partecipare all’evento, godersi l’Isola d’Elba settembrina, che è meravigliosa!, a contattarci entra il 15 agosto: siamo a disposizione per trovarvi anche soggiorni a prezzi moderati. VI ASPETTIAMO!».

Veniamo alla squadra e al campo. Come avete accolto la sorpresa del settimo posto e della qualificazione alla Conference League?

«Sicuramente benissimo e in maniera inaspettata, visti i presupposti di inizio stagione. C’è stato un grande lavoro del mister, ma a mio avviso anche della società. Naturalmente ora Pradè, Barone e Burdisso sono alla prova del nove: non devono perdere questa occasione per fare, sia in campionato che in Coppa, cose egregie. Aver perso quelle partite con le piccole ci ha fatto bubbolare, come tutti, se poi tieni presente che siamo tifosi viola… anche noi abbiamo all’interno Guelfi e Ghibellini».

Giunti a tre anni di gestione Commisso, cosa ti aspetti adesso dalla proprietà? E nella perenne polemica che imperversa all’interno della tifoseria, tu come ti posizioni?

«Dalla proprietà mi aspetto continuità di progettazione e sicuramente il miglioramento della squadra: non penso che uno come Rocco Commisso abbia voglia di fare brutte figure, anche davanti ad altri proprietari americani. Tre anni di Commisso e vogliamo avere tutto e subito? Lui naturalmente deve fare la propria parte, ma dev’essere anche aiutato dalla politica. Non solo a parole ma anche nei fatti, e questo non mi sembra avvenga. Per quanto riguarda la tifoseria tutta, dovrebbe aspettare i tempi giusti per criticare certe scelte. Criticare su voci, illazioni e certe volte sul nulla assoluto danneggia e basta. Vogliamo crescere? Facciamolo anche noi tifosi!».

Intervista di Giacomo Cialdi

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