Prosegue, immancabile, la nostra rubrica alla scoperta del fantastico mondo dei Viola Club, e questo mese Alé Fiorentina vi porta “alla fine del mondo”. In occasione del numero di febbraio, abbiamo avuto il piacere di parlare con David Giacchetti, Presidente del Viola Club Santiago de Chile.
David, quando è nato il vostro Viola Club? Come vi è venuta l’idea?
«Il nostro Viola Club è nato nel pieno della pandemia, nel giugno del 2020 (qui era inverno). E’ partito dall’idea di un gruppo di amici italiani e cileni che avevano forti legami con la nostra meravigliosa città e con la squadra che la rappresenta. Il punto di incontro fra il Cile e la Fiorentina è stata la presenza del centrocampista cileno Erick Pulgar. Poi l’idea ha cominciato a prendere forza quando abbiamo saputo dall’Associazione Centro Coordinamento Viola Club che saremmo stati il primo Viola Club del Sudamerica. Un giro di telefonate, incontri in videochiamate, et voilà: il Viola Club Santiago de Chile ha preso vita il 18 giugno 2020».
Quanti soci avete al momento? Chi è il più tifoso tra di voi?
«Siamo 16 soci e condividiamo la stessa passione. Siamo alla fine tutti tifosi, aficionados, poi ovviamente ognuno vive il tifo a modo suo. Mi fa piacere menzionare però tre soci e tifosi speciali che ci supportano da Firenze, tifosissimi viola da una vita: Saverio Farabullini, Lorenzo Norfini e Valdo Ricca».
Quando è nata la tua passione per la Fiorentina? Qual è stata la prima partita che hai visto (dal vivo)?
«La mia passione per la Fiorentina nasce dalla prima elementare quando fra le canzoni che si cantavano a scuola era già presente l’inno della Fiorentina. La prima partita dal vivo è stata con mio padre nel lontano 1968, Fiorentina-Milan finita 0-0. Fu un’emozione incredibile che ancora oggi ricordo nitidamente».
Cosa significa tifare Fiorentina a Santiago del Chile?
«È alquanto complicato a causa degli orari di trasmissione delle partite. Qui il fuso orario varia dalle -4 alle -6 ore rispetto all’Italia, e questo limita il ritrovarsi perché coincide con gli orari di lavoro quando le partite sono infrasettimanali. Quando invece le partite sono alle 12:30 ore italiane, qui possono essere le 6:30 o le 8:30 del mattino e questo rende più difficile seguire in diretta la Viola».
Riuscite a venire a Firenze ogni tanto?
«Non è così semplice venire a Firenze, la distanza è impegnativa, ma qualche volta capita di venire e la presenza allo stadio per vedere la Fiorentina è immancabile. Anche se siamo “alla fine del mondo” è presente il nostro striscione allo Stadio Artemio Franchi con il nostro logo».
Vi riunite per vedere la Fiorentina? Se sì, dove?
«Ci riuniamo, specialmente la domenica quando la partita è serale in Italia. Qui facciamo un “asado”, praticamente una grigliata, che è il modo classico cileno di riunirsi fra amici per stare insieme e condividere le passioni all’aria aperta con un buon bicchiere di vino… che qui è squisito».
Ci sono curiosità che vuoi raccontarci?
«La cosa più interessante però è di aver coinvolto amici cileni che hanno condiviso insieme a noi la passione per la Fiorentina. La cosa più strana e allo stesso tempo divertente è che conoscono e ammirano tutti Gabriel Omar Batistuta, mitico campione della Fiorentina, mettendo da parte la storica “rivalità” calcistica fra il Cile e l’Argentina».
Avete qualche iniziativa per i prossimi mesi?
«L’obiettivo del nostro giovane e piccolo Viola Club è quello di trasmettere la passione per la Fiorentina e l’amore per Firenze, per questo organizziamo qualche serata dove rinnoviamo il profondo legame fra la città e la sua squadra. Sicuramente ci saranno altre iniziative per aumentare gli appassionati, anche se le prestazioni sul campo della squadra al momento non aiutano».
Ecco, le prestazioni appunto: che idea ti sei fatto della Fiorentina di quest’anno?
«Quest’anno vedo una Fiorentina spaesata, con poche idee e poco gioco di squadra. Sicuramente non hanno aiutato le cessioni di giocatori di peso, e mi riferisco a Chiesa e Vlahovic che non sono state seguite da acquisti adeguati. Tutti i giocatori mi sembrano sottotono e l’allenatore a mio avviso ha difficoltà a creare uno spirito di squadra che possa dare una spinta decisa. Speriamo che nel prosieguo del campionato le cose possano cambiare».
Hai fiducia invece sul percorso in Conference League?
«Il tifoso viola ha sempre fiducia, altrimenti non sarebbe un vero tifoso. Penso però che dobbiamo sistemare il problema in attacco per poter dire la nostra in Conference League. Le altre squadre sono in buona forma e con discreti giocatori».
Un saluto ai tanti tifosi viola che ci leggono?
«Saluto tutti i tifosi viola con un bell’“Hola!“, sottolineando come la passione e l’amore per la Fiorentina non abbia veramente confini. Vamos que se puede!».