Tutto lo Stadio – Viola Club Milano Brianza

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Prosegue il viaggio di “Tutto lo Stadio“, la rubrica di Alé Fiorentina che ogni mese dà voce ai Viola Club sparsi per l’Italia e il mondo. In questo numero, siamo andati in Lombardia per parlare con Achille Garbo e conoscere così il Milano Brianza Viola Club.

Achille, ci racconti com’è nato il vostro Viola Club?

«Il nostro Club è nato nel 2021. L’idea è partita da me dopo che sono rientrato in Italia per lavoro, dal Lussemburgo, e dato avevo fatto parte del Viola Club Lussemburgo ho deciso di creare il VC Brianza, essendo io di Monza. Tramite i social e il passaparola sono venuto poi a conoscenza dell’esistenza di un gruppo di tifosi che si incontrava in un bar alle porte di Milano: da lì è nato il Milano Brianza Viola Club».

Quanti soci contate? Che tifosi siete? Qualcuno è più tifoso di altri tra voi?

«Al momento contiamo 90 iscritti, ma abbiamo le affiliazioni aperte per tutto il mese di settembre e contiamo di superare le 100 iscrizioni. Chi è più tifoso? Bella domanda, non saprei… Abbiamo mio padre, il più longevo del gruppo, che è del ’51 e ha visto vincere lo scudetto, oppure Paride, il vice presidente, che è abbonato in Fiesole e sempre presente allo stadio. Ma siamo tutti tifosi super sfegatati!».

Come sei diventato tifoso viola? Ricordi la tua prima partita dal vivo?

«Come dice sempre mio padre, sono nato tifoso fiorentino: non avevo altra scelta, potevo tifare solo Fiorentina. In famiglia, nonostante le origini non toscane, tifiamo tutti per la Viola proprio grazie alla passione di mio papà. La prima partita allo stadio fu un Fiorentina-Sampdoria nella stagione 1996/97, se non sbaglio: Batistuta contro Montella, 1-1 sotto una pioggia torrenziale. Forse qualcuno voleva mandarmi un messaggio». (ride, ndr)

Com’è tifare Fiorentina in Lombardia?

«Tifare Fiorentina non è mai semplice, e farlo lontano da Firenze penso sia ancora più difficile.

Siamo sempre gli esclusi, diciamo così, i differenti, ma proprio per questo cresce in noi un orgoglio e una passione viscerale che ci differenzia da tutti gli altri. Indossiamo la maglia viola, il colore più bello che c’è, con orgoglio in mezzo a troppi colori sbiaditi. Sulle nostre magliette del Club portiamo la scritta “scighera viola”: in molti allo stadio ci chiedono il significato, che in dialetto milanese vuol dire “Nebbia Viola”».

Venite spesso nel capoluogo toscano?

«Come Club organizziamo trasferte e tendenzialmente per raggiungere Firenze ci aggreghiamo a “Firenze nel nord”, un Club più grande che, grazie al suo presidente Marco Baratti, organizza sempre per ogni partita un pullman per raggiungere ogni stadio».

Vi ritrovate per vedere le partite? Se sì, dove?

«Ci troviamo per ogni partita, abbiamo la fortuna di avere il bar L’Arpa di Sesto San Giovanni, a Milano, che ci ospita per ogni impegno, dalla Coppa Italia al campionato passando per la Conference League. I proprietari, tifosi del Napoli, ormai si sono fatti travolgere dalla nostra passione e ci supportano e aiutano nella crescita del Club».

C’è un aneddoto che ti va di ricordare?

«Un nostro grande orgoglio come Club è stato quello di aver organizzato lo scorso anno la presentazione del libro “Un altro calcio” insieme a Borja Valero e Benedetto Ferrara, e ci prefiggiamo ogni anno l’obiettivo di organizzare altre iniziative a scopo culturale-letterario inerente al mondo Fiorentina. Per il prossimo novembre abbiamo già in programma un evento di cui però non posso, per scaramanzia, anticipare nulla».

Come vedi la nuova stagione? Che Fiorentina ti sembra?

«Ogni anno sono sempre fiducioso. Penso abbiamo un’ottima squadra che ancora si potrà migliorare negli ultimi giorni del mercato, e soprattutto abbiamo un ottimo tecnico: il nostro valore aggiunto, la nostra garanzia. Con la possibile partenza di Amrabat forse servirà un centrocampista importante, e mi piacerebbe Dominguez del Bologna: secondo me perfetto per noi. Mi aspetto una stagione ricca di soddisfazioni… È arrivato il momento di alzare un trofeo al cielo: le delusioni di Roma e Praga sono troppo grandi. Ci Meritiamo una gioia!».

Hai un consiglio per i tifosi viola che ci seguono?

«Un consiglio? Quello di mantenere sempre la calma, di evitare la troppa euforia e i facili isterismi. Sarà una lunga stagione. Dobbiamo imparare ad aspettare i giovani, farli crescere e permettere loro di sbagliare. Solo stando uniti, tifosi e squadra e società, potremmo crescere e toglierci grandi soddisfazioni».

Intervista di Giacomo Cialdi

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