Tutto lo Stadio – Viola Club Ischia

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In occasione del 42° numero di Alé Fiorentina, per la rubrica “Tutto lo Stadio” abbiamo intervistato Davide Maestripieri, presidente del Viola Club Ischia.

Davide, quando è nato il vostro Viola Club e in quali circostanze?

«Il Viola Club Ischia è nato nel 2005 perché tifare è più bello insieme! Il Club nasce dall’incontro di due mondi: quello dei fiorentini che, come me, hanno scelto di vivere su questa splendida isola, e quello degli ischitani che, fin dai tempi dei grandi trionfi e dei campioni come Antognoni e Batistuta, si sono innamorati dei nostri colori. Il nostro Club rappresenta una piccola comunità unita dalla passione per il viola, un punto di riferimento per seguire insieme la squadra, condividere valori sportivi e far vivere lo spirito fiorentino anche lontano da Firenze».

Quanti soci avete al momento? C’è qualcuno, tra voi, particolarmente tifoso?

«Al momento il Club conta 18 soci tra i quali non posso non citare tre storici membri: Paolo Arrighi, Alessandro Palmisano e Tony Pilato, che non riescono mai a trattenere le loro emozioni: esultano e soffrono insieme alla squadra sempre!».

Quando è nata la tua passione per la Fiorentina? Qual è stata la prima partita che hai visto?

«La passione per la Fiorentina è stata ereditata da mio padre. Nonostante ci siamo trasferiti a Ischia negli anni ’60 (avevo appena due anni!) la Fiorentina ha sempre continuato a vivere con noi. Silvano, (mio padre) mi raccontava spesso le imprese dei Viola nel periodo in cui andava allo stadio e citava nomi di calciatori, tra i quali Griffanti, Julinho, Montuori, Virgili e Hamrin, tutti campioni della sua epoca. La passione forte è iniziata anche per me quando è arrivato Antognoni. La mia prima partita dal vivo al “Comunale” è stata nel 1976: Fiorentina-Inter, risultato 0-0. Ricordo ancora la formazione: Superchi, Galdiolo, Roggi, Pellegrini, Bertini, Rosi, Caso, Merlo, Bresciani, Antognoni, Desolati».

Avete una sede? Vi riunite per vedere la Fiorentina? Se sì, dove?

«La sede del nostro club è presso il villino di un nostro socio: Agostino Palmisano. Agostino è l’anima viola trapiantata a Ischia: un fiorentino doc che ha portato con sé sull’isola non solo la passione per la Fiorentina, ma anche il calore e l’ospitalità. Accogliere gli amici per vedere la partita è per lui un rito: porte aperte, sorriso sincero e tavola imbandita. Il profumo del castagnaccio appena fatto e un bicchiere di vinsanto non mancano mai. Agostino è così: un ponte tra Firenze e Ischia, tra tradizione e ospitalità e soprattutto un tifoso che vive la Viola con cuore, generosità e un castagnaccio che da solo basterebbe a far festa».

Ci sono aneddoti che ti va di raccontarci? Cene, incontri con calciatori, trasferte “particolari”?

«Il Viola Club Ischia nasce dalla passione autentica che ci unisce alla Fiorentina, una passione che non conosce distanze. Ogni anno organizziamo trasferte in Italia e all’estero. Tra le esperienze più intense ricordo le notti europee del Bayern di Monaco e del Tottenham quando la Fiorentina giocava in Champions e l’entusiasmo era alle stelle. Oltre al privilegio di aver incontrato figure importanti della nostra storia viola, come Prandelli e Montella (che a Ischia è di casa!) tra i ricordi più cari c’è anche la partecipazione al 70° compleanno di Claudio Desolati, celebrato lo scorso anno a Coverciano. Desolati è tra i miei idoli. Avevo 13 anni quando mi portarono al San Paolo (che oggi porta il nome di Maradona) per vedere quella partita che non dimenticherò mai. Il Napoli era avanti, lo stadio ribolliva, ma Desolati quel giorno era in stato di grazia: mise a segno una doppietta e ribaltò il risultato. Finì 1-2. Ma il momento migliore arrivò il giorno dopo a scuola. La maggior parte dei miei compagni era tifosa del Napoli… potete immaginare il gusto con cui li presi bonariamente in giro per quella rimonta. Per me, a 13 anni, è stato un trionfo personale, la partita che trasformò un giocatore in un idolo».

Veniamo all’attualità: cosa pensi della situazione della Fiorentina? Come se ne esce?

«La situazione attuale della Fiorentina è davvero delicata e complessa. Ci sono fattori sportivi, finanziari e strutturali che si sommano, rendendo la crisi piuttosto profonda. Per me non è senza via d’uscita! Bisogna ripartire da un progetto chiaro, dalla gestione dello stadio, recuperare la competitività in campo e rinsaldare il rapporto con i tifosi».

Potessi inviare un messaggio al Presidente Commisso, sul presente e il futuro (richieste,

sogni etc…), cosa gli diresti?

«A Rocco Commisso scriverei:

Caro Presidente,

la Fiorentina rappresenta molto più di una squadra di calcio.  E’ parte viva dell’identità di Firenze, la città in cui ha mostrato entusiasmo, disponibilità e un impegno economico importante, e questo è riconosciuto da molti tifosi. Oggi, però, la sensazione diffusa è che la Viola si trovi davanti ad un bivio. I risultati sportivi degli ultimi anni non sempre hanno rispecchiato le ambizioni della piazza, e c’è il desiderio di tornare a vedere una Fiorentina competitiva, con un progetto tecnico chiaro, continuità e una visione forte sia sul campo che fuori.

Le chiederei tre cose:

  1. Un progetto sportivo stabile e riconoscibile, che punti alla crescita nel tempo. Firenze non pretende miracoli, ma vuole coerenza, serietà e la sensazione di una squadra costruita con logica.
  2. Trasparenza e comunicazione verso i tifosi. La città risponde con amore quando si sente partecipe, spiegare le scelte, anche quelle difficili, può creare un rapporto più solido e leale.
  3. Investimenti mirati, non necessariamente enormi ma intelligenti. Valorizzare i giovani, trattenere i talenti e costruire una rosa equilibrata, capace di competere e di emozionare.

Presidente, Firenze ha fame di futuro. Con passione e progettualità la Fiorentina può tornare a essere una delle realtà più vive e rispettate del calcio italiano. La città è pronta. Lo è anche la società?

Con stima e speranza…  un tifoso Viola».

Un saluto, e un consiglio, a tutti i tifosi viola che ci leggono?

«Un saluto affettuoso a tutti i tifosi viola. So bene quanto questo momento sia difficile: la classifica fa male e a volte la delusione pesa più del previsto. Ma proprio adesso dobbiamo dimostrare ciò che siamo davvero: una tifoseria che non molla mai. Teniamo duro, restiamo uniti, perché sarà un anno complicato, sì, ma ne usciremo insieme, come sempre.

Ringrazio l’ACCVC per l’opportunità e per l’attenzione dedicata al nostro Club di Ischia: sentirsi parte di una famiglia così grande dà forza anche nei momenti più bui. E permettetemi di concludere con un pensiero speciale per due persone che per noi sono state molto più che semplici tifosi: Silvano Maestripieri, mio babbo, e Pietro Zerbi. Due compagni di avventure viola che ci hanno lasciato da poco ma che continueranno ad accompagnarci in ogni nostra emozione, in ogni nostro coro, in ogni nostra battaglia sportiva. A loro va il nostro abbraccio più grande.

Dall’isola d’Ischia: Forza Viola, sempre!».

Intervista di Giacomo Cialdi

 

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