In questo numero di Alé Fiorentina, per la rubrica “Tutto lo Stadio”, siamo andati in Maremma per conoscere meglio il Viola Club I ragazzacci della Maremma. Per l’occasione, abbiamo intervistato il Presidente, Luca Fanciulli.
Quando è nato il vostro Viola Club e come vi è venuta l’idea?
«Questo particolare viola club nasce ad Agosto del 2020 da una mia idea con l’aiuto del mio amico Giampiero Bettini, futuro vicepresidente. Noi viviamo in una zona, la Maremma, dove ci sono già una decina di viola club all’attivo ed era impensabile crearne uno nuovo ma l’idea di farlo è venuta perché diverse persone, per motivi personali, non si affiliavano a quelli esistenti e, unita alla voglia di creare un’associazione che potesse dare una piccola mano nel sociale, abbiamo creato I Ragazzacci della Maremma. Abbiamo dato questo nome usando la parola ragazzacci come vezzeggiativo simpatico perché l’età media dei soci è avanzata associata alla parola Maremma perché siamo sparsi in diversi paesi del territorio».
Quanti soci avete al momento? C’è qualcuno, tra voi, particolarmente tifoso?
«Chiaramente non possiamo essere in tanti, ogni anno siamo sulla cinquantina di tifosi viola tesserati, più qualche altro a cui non interessa il calcio ma si associa per la parte sociale. In particolare siamo io e il vicepresidente che siamo più sfegatati ed andiamo spesso allo stadio, anche a vedere le grandissime ragazze viola. Ci tengo a ringraziare di cuore i nostri soci perché, in queste condizioni, si tesserano per la passione che hanno per la Fiorentina a prescindere da tutto il resto».
Dove avete la sede?
«La sede fisica è a Manciano (GR) ma in realtà, essendo un gruppo sparso anche oltre il nostro territorio (abbiamo soci in Liguria, nel Lazio ma anche in Inghilterra), è impensabile riuscire a riunirci e quindi lo facciamo telematicamente».
Quando è nata la tua passione per la Fiorentina? Qual è stata la prima partita che hai visto?
«La mia passione per la Fiorentina non è nata, è sempre stata nel dna della mia famiglia. Di partite ne ho viste talmente tante, a Firenze, a Perugia nella sfortunata coppa Uefa, in serie C e in serie B, di trasferte poche, qualcuna a Roma ma la prima, se non ricordo male, dovrebbe essere stata un Fiorentina – Atalanta del 1988, in curva ferrovia, con tanto di sassaiola da parte dei tifosi bergamaschi. Pareggiammo 1-1 con rete di Borgonovo».
Vi riunite per vedere la Fiorentina?
«Essendo sparsi e tanti in età avanzata, è praticamente impossibile poterci riunire. E pensate che non abbiamo neanche potuto fare l’inaugurazione perché siamo nati all’inizio dell’emergenza Covid e in tanti la paura era molta. Ma questo non è un problema perché non siamo molto social. Abbiamo la nostra pagina Facebook, un semplice sito (www.iragazzaccidellamaremma.blogspot.com) e non ci piace particolarmente farci notare. Seguiamo il nostro basso profilo».
Com’è tifare Fiorentina, nel quotidiano, nella vostra zona? Com’è la composizione del tifo da voi?
«La bassa Toscana è piena di gobbi e a ruota interisti e milanisti. Ma noi siamo comunque messi bene. Penso che se tutti quelli che tifano viola nei nostri paesi si affiliassero, saremmo veramente un’orda ma purtroppo a tanti basta guardare la partita comodamente in tv. E non possiamo dargli torto dato che ci partono diversi soldi (tra benzina, autostrada, mangiare e bere) ogniqualvolta si viene a Firenze».
Avete qualche iniziativa per i prossimi mesi?
«Al momento non posso dire quali iniziative future ci saranno, posso però dire che, non essendo un’associazione a scopo di lucro, devolviamo tutta la rimanenza di cassa a La Casa di Gioia APS, che si occupa di tutela dell’ambiente e degli animali. E, quando possibile, ci adoperiamo anche per la spesa solidale in qualche specifico periodo dell’anno».
Veniamo all’attualità: che giudizio ti sei fatto sulla Fiorentina di quest’anno? Cosa ti sta piacendo e cosa invece no?
«Io vedo sempre il bicchiere mezzo vuoto. Per quanto riguarda la prima squadra, abbiamo fatto un 2023 da record ma quelle due finali perse penso che mi rimarranno sul gozzo per tanto tempo. E soprattutto non sono mai stato un fan dell’allenatore, pur riconoscendogli diversi meriti. Ad inizio stagione ero convinto che la rosa fosse un tantino superiore all’anno precedente ma vedendo la non resa di qualche giocatore e l’involuzione di qualche altro, mi cospargo il capo di cenere in attesa di un colpo nel mercato invernale che tanto non arriverà mai. La squadra femminile finalmente ha una guida tecnica all’altezza, un bel gioco piacevole ed è ritornata nelle zone che le competono. Forse manca anche li un bomber anche se abbiamo diverse soluzioni con cui fare gol. Sulla primavera invece c’è da dire che il post Aquilani è stato un trauma, dato anche dal cambio generazionale, però nelle ultime giornate i ragazzi si stanno riprendendo. Anche li potevamo vincere di più ma abbiamo perso sia la finale scudetto che quella di coppa Italia. Nel complesso diciamo che è stato un 2023 di gioie e dolori duri da digerire».
È l’anno giusto per sognare in grande?
«No, non è l’anno giusto per sognare in grande. Non abbiamo la rosa per competere con le altre grandi. Fino ad ora, oltre la bravura di qualche giocatore e dell’allenatore, abbiamo avuto molta fortuna unita ai problemi delle altre squadre e mettiamoci anche la società non rafforzerà ma aggiusterà qualcosina. Si potrebbe fare qualcosa di più in conference, anche se ci sono squadre più forti rispetto la passata stagione».
Un saluto ai tifosi viola che ci leggono?
«Faccio un caro saluto a tutti i tifosi viola, con l’augurio che i più giovani riescano a vedere alzare un trofeo».