In questo numero di Alé Fiorentina, per la rubrica “Tutto lo Stadio”, siamo andati in Emilia-Romagna, più precisamente in provincia di Modena, per conoscere un appassionato gruppo di tifosi viola: il Viola Club Fiumalbo. Per l’occasione, abbiamo intervistato Rico Borri e Bruno Margheri, rispettivamente Presidente e Presidente onorario del Club.
Quando, e con quali motivazioni, ha preso vita il Viola Club Fiumalbo?
«È nato nel 1997, per controbilanciare le ridondanti tifoserie milanista, interista e… juventina. Con l’amico Marcello Ciulli, a lungo nostro Presidente, stabilimmo la sede nel Jolly Bar di Fiumalbo, tuttora punto di ritrovo per qualsiasi evento che ci riguardi. Proprio l’estate scorsa abbiamo colto l’occasione di offrire un semplice aperitivo allo staff della Primavera in ritiro».
Quanti iscritti contate? Potete descriverci i vostri soci?
«Per ora gli iscritti sono 97, ma siamo in crescita. C’è chi ci segue senza intervenire e chi invece dispensa opinioni a gogo esternando a ruota libera, talvolta in lunghi contraddittori, il proprio punto di vista. Abbiamo chiesto a una cara socia di amministrare una chat: Viola Club Fiumalbo, ovviamente. Inizialmente dedicata ai soli soci, poi estesa a qualunque tifoso ne volesse far parte. Sta funzionando. E’ diventata presto vivace e partecipata. A questo proposito, chi ne volesse far parte può inviare nome, cognome e numero di telefono, anche per Whatsapp, al 347-4161378 e lo inseriamo, senza alcun impegno a farsi socio. Se poi volesse associarsi, sarebbe il benvenuto: sono ancora 12 euro/anno. Pochi euro in più per l’extra gadget che, con fatica, riusciamo a procurare: una bordolese che riempio di Chianti dei Colli Fiorentini. Più siamo meglio è».
Quando nasce la vostra fede viola?
«Quando abbiamo vinto il 1° scudetto. (risponde subito Bruno, ndr) Io invece da piccolo, pur non avendo calcato i campi di calcio veri con i tacchetti, ma giocando negli spazi a disposizione. I grossi sassi erano i pali della porta la linea di centrocampo una linea nella terra tracciata con la punta o il tacco della scarpa( con buona pace delle mamme). Quasi sempre si tornava a casa con ginocchia o gomiti abrasi, sudati marci in ogni stagione. Il trionfo dell’antitetanica e dell’acqua ossigenata e magari una pacca sulla testa. Ricordo un Fiorentina-Celtic, la mia prima notturna. Ero con mio padre (amico di Orzan) in tribuna. mi trovai davanti Cavallo Pazzo, schierato prima del fischio d’inizio. Mi pareva di poterlo toccare. E Picchio.. Mamma mia!! Poi la delusione dopo il secondo, ma non ultimo!, scudetto. Mi feci prendere dall’amarezza per come giravano le cose nel calcio e anche gli eccessi delle tifoserie avversarie mi contrariarono. Peccato, ho perso il più e il meglio. Lasciai lo stadio, era il 1971 e avevo solo 13 anni. Pensa che sono rientrato al Franchi con Prandelli! Era il 2005 e fu un insieme di coincidenze fortunate che mi portò in tasca l’abbonamento in MAC fila 18 posto 13, per 15 anni. E ogni tanto un po’ di ossigeno me lo andavo a prendere in Fiesole nelle dispute europee. Mi è capitato purtroppo di concedermi le trasferte a Monaco: digerii wurstel e birra, ma NON Ovrebo. Che tristezza!».
Riuscite spesso a venire a Firenze? Vi riunite per vedere le gare?
«Dipende dalle partite. Quelle in notturna comportano difficoltà nel ritorno, specialmente in inverno. Questo ovviamente riguarda i soci di Fiumalbo e dintorni. Ne abbiamo tanti anche nel fiorentino. Sì, qualche volta ci riuniamo, presso qualche bar o a casa di amici. Rigorosamente seduti allo stesso posto».
C’è un aneddoto che vi è rimasto impresso nella mente?
«Un incontro con Bati-Rui Costa presso l’albergo Bellavista all’Abetone. Di quell’occasione ricordo in particolare che Marcello andò a servirli come ristoratore e confidò loro la sua fede viola. Come in campo si dimostrarono di un'”altra categoria”. Fu per noi un vero piacere, ci sentimmo privilegiati. Tornammo a casa come fossimo due aliscafi».
Avete qualche iniziativa all’orizzonte?
«Dopo il sofferto letargo sociale 2020-2022 la volontà è quella di trovarsi insieme per una cena o, meglio, per un pranzo di sabato due volte l’anno: una a Firenze e l’altra a Fiumalbo. Sono andato a trovare la Primavera in ritiro a Fiumalbo e ho consegnato il “nostro” vino e un calendario di acquerelli raffiguranti Firenze ad Alberto Aquilani. Ci andammo con la mia Fiat 1500 cabrio del 1965, io e Massimo Cervelli, nota penna di culto Viola… io lo chiamo “Violapedia”: se gli avessi chiesto cosa avesse mangiato Brizzi il giorno prima della partita son sicuro che mi avrebbe risposto. (ride, ndr) Siamo in attesa di organizzarci per la visita al Viola Park, non tanto a piccoli gruppi ma, possibilmente, almeno una decina per volta. Purtroppo o per fortuna sono molto impegnato nel lavoro e le potenziali iniziative rimangono in stand by, ma siamo un gruppo che si riconosce e lo sviluppo di qualcosa di più avvolgente lo prevedo. Senza affanno».
Senza affanno, come la Fiorentina in questo avvio di stagione. Che idea vi siete fatti sulla squadra di Italiano? Quale giocatore vi piace di più?
«Mi riservo, com’è mia abitudine, di tirare le somme a dicembre, prima di Natale. Comunque se il nostro bruco non diventerà una farfalla posso dire che è diventato almeno una bella crisalide… Si fa per dire. Sono globalmente contento di come stanno andando le cose. Certo vigilo sulle lacune viste dai più e giudico, senza sconti, ma non sarò io a colmarle, e nemmeno gran parte dei tifosi “competenti”. Consideriamo punti fermi Nico Gonzalez e Jack Bonaventura, ma non trascuriamo individualità quali Parisi, Beltran, Lopez e Arthur… e, perché no, anche Nzolà… ma riesca a dimostrarlo! Comunque i nostro incoraggiamento va a tutta la rosa: nessuno escluso!».
Un saluto, e un consiglio, ai tanti tifosi che ci leggono?
«Quanto stiamo per dire potrà apparire poco originale, ma ci crediamo: i tifosi viola sono veramente una grandissima famiglia, una famiglia anche disordinata e morbidamente (non sempre) litigiosa. Siamo a Firenze, la città che ha esiliato ì su’ Dante ed emarginato Machiavelli… e i martiri al rogo! Non tutta la storia ci sa rendere fieri. Ma siamo qui, pronti a esultare e abbracciare il tifoso accanto, quand’anche sconosciuto, nel momento in cui I NOSTRI gonfiano la rete dell’avversario. Non moderate i toni ma trattenetevi nel recinto dell’educazione e del rispetto, sempre. Tiriamo fuori il meglio: dagli altri e da noi stessi. E sempre forza Viola!».
Intervista di Giacomo Cialdi