Continua il viaggio della rubrica “Tutto lo Stadio” e, in occasione del nuovo numero di Alé Fiorentina, abbiamo avuto il piacere di conoscere Paolo Terradura, presidente dell’Etrusco Viola Club Chiusi.
Paolo, quando e in quale occasione nasce il vostro Viola Club? Quanti soci avete?
«Il Viola Club è nato nel gennaio 1981. Ci trovavamo al bar, tra amici, come purtroppo oggi accade sempre più di rado, e ci venne l’idea: ma perché non ci proviamo?! Nei giorni successivi quindi prendemmo tutte le informazioni del caso e, attraverso l’ACCVC, vide la luce il nostro Club. Anni fa eravamo intorno ai 120 soci, adesso circa la metà».
Da dove viene la tua passione per la Fiorentina? Ricordi la tua prima partita dal vivo?
«La mia passione per la Fiorentina viene abbastanza da lontano, intorno ai dieci anni cominciai ad avere il cuore viola. La mia prima partita dal vivo la ricordo bene: a Roma, finale di Coppa Italia Milan-Fiorentina, vincemmo 3-2».
C’è qualche evento organizzato dal vostro Viola Club che ti è rimasto particolarmente impresso o che vuoi raccontarci?
«In passato era più semplice organizzare eventi e avere come ospiti giocatori della Fiorentina. La prima cenna di spicco fu con l’immenso Antognoni, nel settembre 1984: venne a trovarci e passammo insieme un bellissimo pomeriggio. Poi abbiamo avuto Carobbi e Pin, Roberto Baggio e Niccolò Pontello. Ranieri Pontello, all’epoca presidente, con Orlandini. L’evento più bello e indimenticabile è stato senz’altro quando vennero a trovarci Mario Cecchi Gori e la sua signora: due persone stupende, gradevoli e umili, che ci hanno fatto sentire come loro amici: una serata straordinaria, con barzellette e aneddoti… ».
Avete in programma qualche iniziativa nelle prossime settimane?
«Come detto poco fa, oggi è tutto molto più difficile. Negli anni ’80 e ’90 organizzavamo tante trasferte con i pullman, poi ognuno ha cominciato ad andare con i propri mezzi… Quando eravamo in Serie C, ad esempio, abbiamo seguito molto di più la squadra anche in trasferta».
Potessi dire qualcosa al Presidente Commisso, cosa gli diresti?
«Gli direi: siamo con te Presidente! Una volta detto questo, però, vorrei che dire a Rocco che mi piacerebbe non parlasse sempre di conti e di bilancio, i tifosi vorrebbero una squadra per tornare a sognare qualcosa di bello. Vorremmo che ci fosse programmazione su investimenti, giocatori e allenatore. Invece si sentono chiacchiere, tante chiacchiere e poi alla fine arrivano giocatori che servono oggettivamente poco. Commisso ha speso in questi anni, ma i soldi sono stati spesi male. Occorrono almeno tre giocatori di livello per arrivare a certi traguardi. Poi vorrei chiedere al Presidente di ripristinare le visite dei giocatori ai Viola Club: dire sempre di no ai Club, specie quelli più lontani da Firenze, fa sì che si perda contatto con la squadra, che si crei un allontanamento anche emotivo. A lungo andare si perde l’entusiasmo, ricevendo sempre e solo no da parte della società. Credo serva sostegno ai Viola Club, soprattutto quelli più lontani: un giocatore o un dirigente, ogni tanto, basterebbe questo a ridare un po’ di entusiasmo. Invece non siamo tanto considerati dalla società viola, e questo mi dispiace molto… ».