Prosegue il viaggio della rubrica “Tutto lo Stadio” nel mondo dei Viola Club e, in occasione dell’uscita del 28° numero, Alé Fiorentina ha scambiato due chiacchiere con Marco Pasqualetti, presidente del Viola Club Cerbaia.
Marco, quando e in quale occasione nasce il vostro Viola Club?
«Il nostro Viola Club si chiama Cerbaia888 perché ci siamo iscritti all’ACCVC l’8 Agosto 2008 e da lì 888. In paese c’è un bel gruppetto di cinquantenni, all’epoca 35enni, abbonati da sempre, e abbiamo deciso di fondare il club. Mediamente siamo un centinaio di soci, il massimo è stato quasi 200, ai tempi della Champions…».
Dove avete la sede? Fate molte trasferte?
«La sede del club è al Circolo Arci, alla casa del popolo di Cerbaia, dove ci ritroviamo per vedere le partite sul maxischermo, quando non andiamo in trasferta. Di solito riusciamo ad organizzare 4 o 5 pullman a stagione e generalmente si va dai ragazzi ai nonni, alcune famiglie si presentano in tre generazioni, ad esempio i miei figli, io e mio babbo… Sui nostri pullman non manca mai, grazie all’appoggio della pizzeria del circolo, mangiare e bere… Una volta stavamo andando a Ferrara o a Novara, non ricordo, e sull’Appennino si guastò il pullman; allora nella piazzola di sosta, in attesa che arrivasse un altro pullman, abbiamo tirato fuori la pasta al ragù e la damigiana di vino e abbiamo fatto il nostro banchetto… Lo zoccolo duro c’è sempre, ma i numeri si fanno quando la squadra va bene e c’è entusiasmo».
C’è qualche cena o iniziativa della vita del vostro Viola Club che ti piace ricordare?
«Abbiamo fatto qualche cena con i giocatori Mareggini, Rigano’, Ivan… Una volta insieme al Viola Club Magico10 di Montespertoli ne abbiamo fatta una ufficiale e la società ci mandò Cyril Thereau e Tatiana Bonetti. Negli anni, con i nostri pochi ricavi, siamo riusciti a fare varie donazione ad associazioni, tipo “La fabbrica del sorriso”, oppure insieme alle altre realtà del paese ai terremotati di Amatrice e altre ancora. Siamo riusciti a comprare due giochi che sono stati installati nel giardino del paese…».
Quando hai iniziato a seguire la Viola?
«Personalmente ho iniziato a seguirla dopo lo scudetto rubato nell’81/82 e la prima partita che ho visto è stata il 6 marzo 1983, Fiorentina-Cesena 4-0. Da lì una quarantina di abbonamenti e più di 200 trasferte… Negli anni il calcio è cambiato tantissimo, con l’avvento delle tv ed è sempre più difficile stare a certi livelli. Il tifoso non può più sognare e ciò secondo me allontana o non fa avvicinare nuovi tifosi se non in certe realtà. Io personalmente sarei favorevole alla superlega modello NBA, così si levano di torno le superpotenze che si spartiscono tutti i soldi e che vincono ormai da anni sempre loro; dopo le tv non ci prenderebbero più in considerazione e se vuoi vedere la viola vai allo stadio.. Non ci sarebbero più quelli che frequentano perché va di moda ma solo innamorati veri della Fiorentina come me, come noi».
Parlando un po’ di attualità, come vedi la Fiorentina di quest’anno?
«Ben venga un allenatore giovane come Palladino, ma diamogli fiducia per un po’ di tempo, permettendogli di costruire qualcosa, perché in un paio d’anni o tre non è possibile. Un’ultima cosa che non mi va proprio giù è questa nuova moda di vendere a “loro”. Siamo invecchiati noi che eravamo in piazza Savonarola nel ’90…».
Potessi inviare un messaggio o un consiglio al Presidente Commisso?
«Non sono in grado di dare consigli al Presidente, l’unica cosa che mi sento di dire è che il calcio si fa con la gente che sa di calcio e non con manager presi da altri campi, solo perché sono persone di tua fiducia…».
Un saluto a chi ci legge?
«Forza viola sempre, la nostra non è una squadra, non è una magia, è la nostra pelle!».