Tutto lo Stadio – Viola Club Castellina in Chianti

Condividi sui social

In occasione del 37º numero di Alé Fiorentina, per la rubrica “Tutto lo Stadio” siamo andati a conoscere Roberto Caoduro, segretario del Viola Club Castellina in Chianti.

Roberto, quando è nato il vostro Viola Club e in quali circostanze? Quanti soci avete?

«Il nostro Viola Club è stato fondato nel 2002, quando la squadra è ripartita dalla C2. Quest’anno i tesserati sono 31. Due stagioni fa (quella delle due finali) abbiamo raggiunto i 40 ma diciamo che negli ultimi anni oscilliamo sempre tra i 30 e i 35. Nei primi anni (in particolare negli anni di Prandelli) avevamo numeri maggiori; il nostro massimo è stato 122 tesserati.

Dei tesserati attuali, siamo 8/9 ad avere l’abbonamento allo stadio. Qualche anno fa uno/due soci andavano spesso anche in trasferta, poi per mutate situazioni familiari e di lavoro hanno un po’ rallentato!».

Quando è nata la tua passione per la Fiorentina? Qual è stata la prima partita che hai visto?

«Sono nato nel 1979.  Ho cominciato a tifare a 6/7 anni, diciamo perché era la squadra di Serie A più vicina a me. La prima partita che ho visto allo stadio è stata nel 1991/92, Fiorentina-Cremonese 1-1 (Iacobelli, Malusci); il primo abbonamento l’ho fatto l’anno di Terim (2000/2001) e poi dall’anno della serie B (2003/04) ininterrottamente (Covid a parte!)».

Avete una sede? Vi riunite per vedere la Fiorentina? Se sì, dove?

«Non abbiamo una sede tutta nostra dove vedere le partite in esclusiva. Il bar principale di Castellina trasmette tutte le partite (in particolare quelle della Fiorentina) quindi di fatto chi vuole sa che lì si possono vedere. Molti soci hanno Sky/Dazn a casa, ma c’è un gruppetto di tifosi più o meno fisso che le partite le guarda tutte lì».

Ci sono aneddoti che ti va di raccontarci? Cene, incontri con calciatori, trasferte “particolari”?

«Di cene a Castellina con calciatori della Fiorentina (quando ancora li mandavano) ne ricordo una nell’anno della Serie B (vennero Salica, Vryzas e Savini).  Negli ultimi anni, sia per amicizia che per fare numeri “importanti”, abbiamo fatto un paio di cene insieme ai Viola Club di Staggia e di Siena: nel 2016 vennero Tomovic e Milic con Mencucci, l’anno successivo Chiesa con Antognoni.  La nostra trasferta più bella è stata quella di Basilea di due anni fa; nella nostra memoria resta anche quella all’Allianz Arena nel 2009.  Restando alle trasferte italiane, come non citare quella a Torino che valse la Champions, 0-1 Osvaldo in rovesciata».

Iniziative passate particolarmente interessanti? Avete in mente qualche iniziativa per i prossimi mesi?

«Di iniziative particolari mi viene in mente una cena di beneficenza per il terremoto in Emilia del 2012.  Qualche anno fa, quando il nostro tesoriere purtroppo è venuto a mancare prematuramente di Covid, come Viola Club abbiamo donato in sua memoria alla Misericordia di Castellina in Chianti un nuovo lettino da ambulatorio da mettere nella nuova sede».

Veniamo all’attualità: la Fiorentina è entrata in Conference: come valuti l’ennesima qualificazione in Conference? Che giudizi ti sei fatto su Palladino? Giusto confermarlo il prossimo anno?

«In un anno in cui in Conference va la 6^ in classifica non posso che valutare positivamente la qualificazione, fatta con il record di punti della gestione Commisso.  Di Palladino penso che ancora non abbia capito bene che Firenze non è Monza e che la gente preferisce perdere 0-1 in contropiede che fare 0-0 senza tirare in porta come contro Venezia e Parma in casa; va benissimo essere accorti contro le big, ma dovrebbe capire che invece in certe partite il gioco va imposto e per farlo dovrebbe prevedere movimenti senza palla e schemi d’attacco, e non solo giro palla tra difensore e terzino e poi pallonata lunga».

Cosa ti aspetti in vista della prossima stagione?

«Difficile dirlo senza sapere se Kean e De Gea restano o no. Se loro restano, presupponendo che Palladino abbia imparato qualcosa dai suoi errori, possiamo puntare all’Europa League o anche al 4° se qualche big toppa la stagione. Se Kean va via temo fortemente che si possa anche peggiorare, fermo restando che visto lo squilibrio dei diritti TV purtroppo la nostra dimensione è questa, dal 5°al 9° posto».

Potessi inviare un messaggio al Presidente Commisso, sul presente e il futuro (richieste, sogni etc…), cosa gli diresti?

«Lasci le decisioni tecniche all’area tecnica, senza giocare al presidente-padrone-D.S. (stile Anconetani / Zamparini): l’allungamento, apparentemente unilaterale, del contratto di Palladino senza consultare il D.S.e senza sapere ad esempio, visto che lui è a NY ,come è visto Palladino dallo spogliatoio è stata una mossa destabilizzante. Sul futuro? Cerchi in tutti i modi di portare la Fiorentina ad alzare un trofeo; se però capisce che non ha più voglia o modo di farlo, trovi un acquirente serio e venda la Fiorentina».

Un saluto, e un consiglio, a tutti i tifosi viola che ci leggono?

«Un consiglio che mi sento di dare ai tifosi e anche a molti giornalisti è di non fare troppo gli schizzinosi quando si vince 1-0 con un tiro in porta. E’ legittimo analizzare cosa non va anche quando si vince, ma noi a Firenze ci autoflagelliamo oltre il limite. Non credo che a Napoli si lamentino mentre sono in strada a festeggiare lo scudetto se da febbraio in poi hanno vinto un sacco di partite di misura e giocando malissimo… Un saluto a tutti i tifosi e FORZA VIOLA!».

Intervista di Giacomo Cialdi

 

Leggi altri articoli
Torna in alto