Tutto lo Stadio – Viola Club Barcellona

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Alé Fiorentina questo mese vi porta in una delle città più affascinanti d’Europa, nonché patria di una delle squadre che ha dominato il calcio per diversi anni: Barcellona. All’ombra della Sagrada Familia, c’è un nutrito gruppo di tifosi viola che costituiscono il Viola Club Barcellona. Per raccontarvi come si tifa Fiorentina in Catalogna, abbiamo intervistato Alessandro Pieralli, segretario del Club.

Alessandro, quando è nato il vostro Viola Club e come vi è venuta l’idea?

«Ufficialmente, la data di costituzione è il 18 febbraio 2016. L’idea mi “ronzava” in testa già da un po’ di tempo, ma non avevo trovato l’occasione. Poi, dopo un incontro casuale, che raccontiamo un po’ nella nostra web www.barcellonaviola.com, con un altro super tifoso, il Prof. Francesco Luti, gli ho lanciato l’idea balzana ed abbiamo costituito il club dove lui fa il Presidente ed io il Segretario».

Quanti soci avete al momento? Chi è il più tifoso tra di voi?

«Al momento siamo attorno alle 40 unità, ripartite fra Barcellona e Firenze. La passione ce l’abbiamo tutti, soprattutto perché quando vivi all’estero è un fattore di identità; poi evidentemente c’è chi la esprime di più e chi di meno, chi partecipa di più alle vicende del club e chi meno. Voglio solo ringraziare tutti quelli che ci seguono, ciascuno a modo proprio».

Quando è nata la tua passione per la Fiorentina? Qual è stata la prima partita che hai visto?

«La mia passione viene da lontano, molto lontano. Me la trasmise mio padre. Mi ricordo la prima partita in Curva Fiesole, un Fiorentina-Torino del campionato 1979/80, io avevo 7 anni, e non vidi assolutamente nulla, anche perché ero all’epoca piuttosto mingherlino, ma mi ricordo ancora la grande emozione al gol del pareggio di Galbiati… un’emozione che letteralmente mi travolse!».

Cosa significa tifare Fiorentina a Barcellona?

«È un modo per tenere vive le proprie radici, per essere orgogliosi delle proprie origini e della propria città. È un qualcosa che ci unisce e ci identifica come fiorentini in una città straniera. Poi è chiaro, da un punto di vista strettamente calcistico, si vive molto di ricordi, soprattutto dinanzi al Barcellona, e non è affatto facile trasmettere la propria passione ai figli che ovviamente sono molto più attratti dai grandi campioni di oggi che vestono la maglia “blaugrana” che non dai racconti del passato. Però, va anche riconosciuto che se incontri un vero appassionato di calcio, anche se del Barcellona, normalmente se gli dici che tifi Fiorentina ti tratta con rispetto».

Riuscite a venire a Firenze ogni tanto?

«Io vengo per lavoro. Non troppo spesso quanto vorrei, ma ogni tanto sì, anche se difficilmente riesco a coincidere con le partite della Fiorentina».

Vi riunite per vedere la Fiorentina? Se sì, dove?

«Certamente! Fino a poco tempo fa avevamo il nostro “covo” nel Red Garter, il locale storico fiorentino che aprì le sue porte anche qui a Barcellona. Ora siamo un po’ raminghi in attesa che riapra il Red Garter o di poter trovare un altro posto».

Ci sono aneddoti che ti va di raccontarci? Cene, incontri con calciatori, trasferte “particolari”?

«Vi posso raccontare l’aneddoto della partita giocata al Bernabeu con il Real Madrid il 24 agosto 2017 per il trofeo Bernabeu. Per la cronaca partita persa 2-1. Giunti sulle gradinate sfoggiammo il nostro labaro, pur senza le aste che ci erano state precedentemente tolte dalla sicurezza, e con nostra grande sorpresa, nonostante fossimo solo due o tre, ci ritrovammo in poco tempo letteralmente circondati dal personale dello stadio che in modo alquanto deciso ci intimò di ritirare il labaro e ci chiese conto di cosa avessimo intenzione di fare. L’equivoco fu rapidamente chiarito: al posto del Duomo di Firenze, che appare stilizzato sullo sfondo del nostro simbolo, avevano visto una Casbah ed inteso la parola “Viola” come un incitamento alla violenza. In altre parole ci avevano scambiato per dei filo-terroristi islamici!». (ride, ndr)

Iniziative passate particolarmente interessanti? Avete qualche iniziativa per i prossimi mesi?

«Nel 2017 abbiamo collaborato con la Casa degli Italiani di Barcellona, nell’organizzazione da parte della Casa di una cena con Giancarlo Antognoni in ricordo dei 35 anni dalla partita Italia-Brasile, dei mondiali del 1982 che venne giocata qui a Barcellona allo stadio Sarria. Nel 2019, invece, abbiamo assistito all’impresa Track del 21 di un tifoso dell’Espanyol che in bicicletta ha percorso il tragitto da Coverciano fino allo stadio di Cornellà poco fuori Barcellona per ricordare i 10 anni dalla scomparsa di Dani Jarque. Il nostro club è stato presente sia all’inizio dell’impresa presso il Centro Tecnico Federale di Coverciano, che all’arrivo fuori dallo stadio di Cornellà. Per i prossimi mesi stiamo organizzando la trasferta a Braga per la partita di Conference League di febbraio».

Veniamo all’attualità: che Fiorentina hai visto in questa prima parte di stagione?

«Ho visto una squadra che ha pagato l’enorme dispendio di energie che richiede una competizione internazionale, nonché le difficoltà di preparare una partita in soli uno o due giorni, cambio a cui né la società, né l’allenatore, né i giocatori erano pronti. A questo, si è sommato il problema, ormai atavico, se si esclude il periodo di esplosione di Vlahovic, della mancanza di una punta vera, che certamente non ha aiutato, visto che, numeri alla mano, la Fiorentina è una delle squadre che produce più tiri in serie A, ma con pochissimi gol all’attivo».

In Conference League, invece, credi ci siano le potenzialità per arrivare in fondo o comunque molto avanti?

«La speranza c’è sempre, altrimenti non saremmo tifosi. Temo però che senza sistemare il problema dell’attacco, difficilmente si potrà arrivare in fondo perché ci sono squadre molto ben attrezzate anche in Conference».

Un saluto, e un consiglio, a tutti i tifosi viola che ci leggono?

«Il saluto è ¡Hasta pronto!. Il consiglio è quello di seguirci sui nostri social e di contattarci anche via email, se hanno in programma di venire a Barcellona, non solo per vedere con noi la partita, ma anche per avere qualche consiglio su luoghi o ristoranti da visitare. Ci piace pensare infatti che la nostra passione per la Viola possa costituire anche un ponte virtuale fra Firenze e Barcellona che vada oltre l’aspetto propriamente calcistico. Un saluto a tutti e sempre forza viola!».

Giacomo Cialdi – Direttore Alé Fiorentina

Contatti Viola Club Barcellona:

Fb: Violaclub Barcellona

IG: Violaclubbarcellona

Email: info@barcellonaviola.com

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