Tutto lo Stadio – Viola Club Asti

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In questo nuovo numero di Alé Fiorentina, il 25°, la rubrica “Tutto lo Stadio” ha avuto il piacere di approfondire la conoscenza del Viola Club Asti, intervistandone il presidente, Giovanni Franco Torello.

Giovanni, in che circostanze e quando nasce il Viola Club Asti?

«Il 25 febbraio del 1999 muore mia madre ed io che allora, dopo la separazione da mia moglie, abitavo con lei ebbi un momento critico… Decisi così di “sparire” per qualche giorno da tutti i radar, figli e nuova compagna. Me ne andai a Firenze con l’intento di recuperare serenità e costituire il Viola Club che desideravo fondare da tempo. Mi recai all’A.C.C.V.C. Il 23 aprile dello stesso anni e lì compilai il modulo di costituzione… ma avevo bisogno del consenso di Giancarlo Antognoni, perché volevo intitolare il Club a lui. Il giorno dopo andai quindi a Coverciano, dove la Fiorentina si allenava, riuscii a parlargli: gli rammentai un episodio che era avvenuto tra noi, nel 1972, ad Asti e lui lo ricordò con simpatia; entrammo immediatamente in sintonia e accettò l’intitolazione del Club che si è chiamato, appunto, “Viola club Magico 10 G. C. Antognoni” di Asti. In pratica il Club ha giusti giusti 25 anni di vita!».

Qual è l’episodio in questione avvenuto ad Asti?

«L’episodio era un incontro settimanale di allenamento dell’Asti Macobi, dove lui giocava… Ero in porta di una squadra di recupero da Nizza M., e lui mi ha tirato una pallonata pazzesca che ho parato, ma con l’avambraccio che è diventato subito viola…. Lui si è preoccupato ma io gli ho detto, sapendo che era già in pratica un giocatore della Fiorentina, che avrei voluto che il braccio restasse viola proprio per la fede, e per lui che sarebbe diventato giocatore Viola».

Quanti soci avete attualmente?

«Al momento i soci sono 55. Siamo arrivati ad avere 88 soci, che poi abbiamo perso perché o non mi rimborsavano la quota o erano di fuori (specialmente Firenze) ed era difficile consegnare le tessere e il gadget e recuperare il costo. Sulla pagina Facebook del Club siamo 496».

Da dove viene la tua passione per la Fiorentina? Ricordi le prime partite viste dal vivo?

«La mia passione è nata quando da piccolo abitavo ad Alessandria, per un Alessandria-Fiorentina (con i viola vincenti). Poco dopo sono tornato ad abitare a Nizza Monferrato in 1° elementare e tra i compagni è arrivata la classica domanda “a quale squadra tieni?”… Tutti rispondevano naturalmente Juventus, io, riconoscendomi un “bastian contrario” e ricordando l’unica partita vista e che la Viola aveva appena vinto lo scudetto, risposi chiaramente “Fiorentina”, innescando ilarità tra i miei compagni che poi, pian piano, mi hanno accettato e rispettato! Dopo la partita di Alessandria, c’è stata Fiorentina-Barcellona, ritorno di UEFA… quella che all’andata l’arbitro aveva fischiato la fine quando Robbiati andava solo soletto a tirare al portiere spagnolo (uno dei tanti furti subìti). Durante la partita ero dietro all’allenatore Robson che nel 2° tempo è rientrato con l’impermeabile perché nel primo lo abbiamo sommerso di bottigliette d’acqua piene facendogli una bella doccia».

Vi ritrovate per vedere le partite?

«Non abbiamo un luogo comune per vedere le partite, ognuno a casa sua. A volte ne vedo una da mio figlio che abita a Nizza Monferrato ed è tifoso Viola, mentre l’altro figlio, il primo, è juventino: prima, penso per farmi piacere, tifava anche lui Fiorentina ma nel 1994 l’ho portato a vedere Juventus-Fiorentina e la partita era quella famosa dove si vinceva 0-2 nel primo tempo, ma era l’anno di Lippi e delle inchieste che tutti noi conosciamo, e nella ripresa Vialli e Del Piero ribaltarono l’incontro 3-2… e lì mio figlio è diventato gobbo!».

Ci sono aneddoti, incontri o iniziative che ti va di raccontare?

«Aneddoti ne avrei tanti e incontri con giocatori ne ho fatti moltissimi, ma ritengo che gli incontri più importanti li abbia fatti e ne farò con Giancarlo Antognoni col quale, dal giorno della costituzione del Club, non ci siamo mai persi di vista o ci sono telefonate ricorrenti. Tre incontri sono avvenuti ad Asti: partita dimostrativa nel 2008 in occasione del Giro in tutte le province della Coppa del mondo vinta nel 2006; nel 2019 cena e lui era testimonial per rassegna figurine Panini; nel 2020 presentazione del suo libro la sera prima dell’incontro con la Juve dove lui, ancora dirigente viola, si è preso 15.000 € di multa per aver insultato l’arbitro. Poi una volta l’anno facciamo con lui un pranzo a Firenze, tra amici tifosi. Di iniziative ne ho prese e stavo per fare una convention dei Viola Club ad Asti con tante adesioni, compresi Viola Club New York e Katmandu, ma poi ho scoperto che era più facile fare arrivare gli alieni che fare la suddetta convention quindi ho rinunciato… Ho provato a parlare col sindaco di Asti, mio amico, per dare la cittadinanza onoraria a Giancarlo, ma anche lì mi sono trovato in un labirinto di burocrazie varie e ostacoli, così ho rinunciato purtroppo».

Veniamo all’attualità e al campo. Sensazioni per il finale di stagione?

«Devo dirti che sono sempre stato un inguaribile ottimista, e oggi hanno detto che con una combinazione particolare c’è la possibilità che l’Italia porti 10 squadre in Europa…. e allora, visto che il campionato non può dire più nulla, ho la speranza che si possa tornare almeno in Conference, salvo vincerla… il che sarebbe finalmente una soddisfazione».

Potessi far arrivare un messaggio a Rocco Commisso, cosa diresti al Presidente?

«A Commisso chiederei che dia pieni poteri a Pradè & Co. per il mercato. Visto che le squadre più forti vincono con debiti a sei cifre e la Viola ha i conti in regola, e sappiamo che Commisso soldi ne ha, che spenda un po’ una volta tanto e ci dia una squadra competitiva al massimo».

E ai tanti tifosi che ci leggono, invece, cosa vuoi dire?

«Ai tifosi voglio dire che la Fiorentina si ama a prescindere! Quando eravamo in C2, ero anche più giovane, ma l’ho seguita moltissimo e mai l’ho criticata. Faccio parole con molti tifosi perché io applico il pensiero di don Bosco: vedo sempre il bicchiere mezzo pieno, mentre la maggioranza crede in quello mezzo vuoto. Non so se arriveranno soddisfazioni date da trofei o campionati ma noi sappiamo che quello che si fa, lo si fa onestamente e vincere con aiuti o in contrasto al fair play sia finanziario che di gioco non fa parte del DNA del vero tifoso viola. E dico col cuore Forza Viola Sempre!».

Intervista di Giacomo Cialdi

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