Tutto lo Stadio – Viola Club Antognoni Roccatederighi

Condividi sui social

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su linkedin

Nel borgo medievale di Roccatederighi, nella frazione del comune di Roccastrada in provincia di Grosseto, vive e tifa un nutrito gruppo di tifosi viola che, nel 1987, si è costituito Viola Club. La rubrica “Tutto lo Stadio” è andata quindi a conoscere il Viola Club Antognoni Roccatederighi attraverso le parole della presidente e fondatrice, Manuela Tompetrini.

Manuela, quando è nato il Viola Club Antognoni Roccatederighi?

«Il nostro Viola Club è nato nel luglio del 1987. Ricordo che erano tanti anni che in paese parlavano di fondare un Club, poi, vedendo che nessuno metteva in pratica tale proposito, un giorno andai al Centro Coordinamento e lì Rigoletto Fantappié mi spiegò cosa dovevo fare: un mese dopo il Club era nato. Lo intitolammo ad Antognoni, la nostra bandiera. Dopo una settimana “Antonio” fu ceduto al Losanna… Potete immaginare come ci rimanemmo. Il giorno del suo debutto, io e il mio babbo partimmo con il treno insieme a tanti altri tifosi e andammo a Losanna. Fuori dallo stadio, Giancarlo mi promise che al ritorno in Italia sarebbe venuto al mio paese e fu di parola: nel 1994 venne a inaugurare il nuovo stadio del nostro paesino, intitolato a Mario Cecchi Gori».

Quanti soci avete al momento?

«Adesso siamo 55 soci, con 8 abbonati in Curva Fiesole e uno in Maratona».

Quando è nata la tua passione per la Fiorentina?

«È nata in modo un po’ curioso… Dove abitavo da piccola c’erano soprattutto maschi e nell’impossibilità di far giocare loro con le bambole, mi adattavo io a giocare a pallone… e mi divertivo un sacco! Tra di loro c’era qualche bambino che tifava per la Fiorentina e mi faceva vedere le figurine Panini dei calciatori viola. Fu amore a prima vista con la figurina di Antognoni, e da lì è partito tutto. Crescendo, poi, babbo ha cominciato a portarmi allo stadio e lì si è rafforzato questo amore infinito per la Fiorentina».

Qual è stata la prima partita che hai visto dal vivo?

«Il mio esordio allo stadio è stato nell’81, Fiorentina-Juve, il giorno dell’esordio di Picchio De Sisti».

Cosa significa tifare Fiorentina in provincia di Grosseto?

«Significa essere ancora più orgogliosi di tifare per la Viola, in mezzo a tanti “strisciati” che, con i loro sfottò, non perdono occasione di vantarsi delle loro vittorie».

Con quale frequenza venite al Franchi?

«In campionato siamo sempre presenti e quando possiamo anche in Coppa».

Vi riunite per vedere la Fiorentina?

«I primi tempi, con l’avvento delle Pay tv, ci riunivamo nella sede del Club; adesso non più, quasi tutti hanno l’abbonamento a Dazn o Sky».

Ci sono aneddoti che ti va di raccontarci? Cene, incontri con calciatori, trasferte “particolari”?

«Ricordo con emozione, nell’anno della C2, la cena del nostro Club con ospiti il capitano Angelo di Livio e Michelangelo Minieri. Poi ricordo con grande emozione una trasferta in particolare: la vittoria all’ultimo secondo a Torino contro la Juve, il 2 marzo 2008, con la mitraglia, sotto di noi, di Osvaldo. Dalla felicità non sentii neanche il dolore di “volare” per tanti gradini. (ride, ndr) Poi ricordo con paura la trasferta a Pisa l’anno in cui, all’ultima giornata di campionato, li battemmo e li spedimmo in Serie B, qualificandoci per la Coppa Uefa. Nel tornare verso la stazione, dalle finestre delle case ci tiravano di tutto: vasi di fiori, bottiglie… Ricordo che giurai di non rimettere più piede in quella città».

Iniziative passate particolarmente interessanti?

«Per tanti anni il fiore all’occhiello del nostro Club è stata la squadra femminile di calcetto che ha partecipato a campionati Uisp e Figc, di cui ero capitano».

Avete qualche iniziativa per i prossimi mesi?

«Stiamo organizzando per il prossimo mese la trasferta a Roma per la finale di Coppa Italia. Miglior iniziativa non può esserci!».

Veniamo all’attualità: che sensazioni hai sulla Fiorentina in questo momento?

«Ho la sensazione bellissima di poter alzare al cielo una coppa e poterla dedicare a Davide… Speriamo che ci dia una mano da lassù».

Dovendo scegliere, punteresti sulla vittoria della Coppa Italia o della Conference?

«Sarebbe un sogno poterle vincere entrambe, ma dovendo scegliere punterei sulla vittoria della Coppa Italia».

Cosa significherebbe tornare a vincere dopo tanti anni?

«Sarebbe un premio alla nostra fede, un ritornare “tra le grandi” dopo anni bui».

Un saluto, e un consiglio, a tutti i tifosi viola che ci leggono?

«Un abbraccio a tutti i tifosi viola: non mollate mai… la Viola si ama, non si discute!».

Intervista di Giacomo Cialdi

 

Leggi altri articoli
Torna su