Tutto lo Stadio – Gruppo Roma

Condividi sui social

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su linkedin

Per la rubrica “Tutto lo Stadio”, siamo andati a seguire la partita Fiorentina-Sivasspor con gli amici del Gruppo Roma, storico Club della capitale che dagli anni ’90 tiene viva la passione viola all’ombra del Colosseo. Per l’occasione abbiamo scambiato due chiacchiere con Valerio, attuale presidente, e con Massimo, fondatore ed ex presidente.

Ciao Valerio, grazie per l’ospitalità prima di tutto…
«Prego, è sempre un piacere ospitare tifosi viola qui nel nostro covo di Montesacro».

Come è nato questo Club?
«Siamo nati grazie a quel signore che sta lì in disparte e fa finta di nulla (ride, ndr). Massimo ha fondato il Club nel 1990, e fin da subito c’è stato un grande afflusso di tifosi, fuori da ogni aspettativa. Complici anche gli anni d’oro di Bati e Rui, c’era molto interesse intorno alla Fiorentina, che era di diritto una grande del calcio italiano… Tempi lontani che speriamo possano tornare in futuro». (sospira, ndr)

Quindi, nonostante la co-presenza di due realtà importanti come Lazio e Roma, avete avuto un buon seguito fin da subito?
«Certamente! Vedi, Roma è una metropoli e ci sono veramente tantissime persone diverse. È sorprendente scoprire quanti viola, anche non necessariamente legati a Firenze, si trovino a giro per la capitale anche solo per caso. A volte capita, come oggi, di ospitare un fiorentino di passaggio, oppure altri viola dal mondo. Siamo un gruppo numeroso, uno di quelli che si fa notare anche nel quartiere. Quando la sede era in fondo alla via, all’interno di un pub, era sempre pieno di gente, per le partite europee addirittura non c’era spazio dentro e alcuni la dovevano vedere da fuori, seduti sui motorini. Eravamo talmente tanti da poter anche organizzare trasferte per venire tutti insieme al Franchi o anche in atri stadi. Era davvero stupendo!».

Dalla parlata però sembrate tutti romani doc.
«Certo, siamo tutti romani, nati e cresciuti qui con le famiglie qui. Alcuni di noi hanno alcuni legami, altri no. Io ad esempio sono diventato viola da bambino, per contrapposizione a mio fratello giallorosso nell’anima. Il comandante invece è fiorentino per parte di padre, trasferito a Firenze dopo la fuga».

Comandante?
«È il nostro membro più prezioso, classe 1931. Lo chiamiamo comandante perché oltre ad essere il decano del gruppo, è un ex comandante di vascello della marina militare italiana. Ogni volta che arriva al Club ha sempre qualcosa da raccontarci sulle sue avventure in mezzo al mare. Lui è legato a Firenze perché suo padre era fiorentino. Sua mamma invece era fiumana, è perciò nato in Istria ed è quindi molto legato alla sua terra d’origine. È scappato con la sua famiglia sul finire della guerra, e come tanti altri esuli italiani si sono rifugiati a Firenze. Lui ancora oggi si sente molto più istriano che fiorentino ma, nonostante questo, è sempre il primo a prendere posto ad ogni partita».


Cosa è successo poi?
«Il Covid. Il vecchio pub lo avevamo già lasciato da tempo ma la gente ancora era presente, mancavano le coppe purtroppo (sospira, ndr) e con la pandemia abbiamo subito una mazzata: si è perso il legame che teneva tutti uniti e di punto in bianco ci siamo ritrovati pochissimi a vedere le partite. Ripartire è molto difficile».

Capisco, speriamo che con questo breve articolo possiamo darvi un po’ di visibilità per aiutarvi.
«Lo speriamo anche noi, avevamo fatto un grande lavoro per trovare tanti tifosi più o meno probabili in giro per Roma. Siamo anche attivi su Instagram se volete contattarci…».

Un messaggio ai tifosi viola…
«Dobbiamo essere più presenti, lo stadio va riempito sempre e comunque, non svuotato. Solo così poi le proteste potranno avere veramente peso. Qui a Roma noi sentiamo tantissimo la rivalità con i giallorossi (molto più che con i laziali), loro sono sempre 50/60 mila, anche quando sono usciti con la cremonese. Un tempo c’era molta più presenza, non dobbiamo scordarci chi siamo».

Intervista di Francesco Cerreti

Leggi altri articoli
Torna su