Questo articolo è stato pubblicato nel Luglio 1967 poco dopo la cessione del mitico Uccellino alla “danarosa” Milano. Nel titolo si parla di un addio che invece è stato un arrivederci: Kurt è ancora oggi a Firenze e il 19 Novembre compirà 89 anni.
Ti facciamo tanti auguri Kurt: ti vogliamo bene da sempre!!
Non è facile trovare le parole adatte in circostanze simili, e tu caro Hamrin non me ne vorrai se nel leggere queste righe, forse troverai qualche parola non troppo precisa e qualche pensiero espresso male: Quando nell’animo si accavallano sentimenti diversi, l’emozione ti gioca dei brutti scherzi.
Dopo nove anni in viola, necessità di cose hanno fatto sì che tu passassi ad altra società. Se da un punto di vista affettivo anche tu sicuramente ci avrai sofferto, da un altro punto di vista, quello economico, può quasi certamente rappresentare per te un vantaggio. Nella vita di oggi purtroppo questo passa sempre al di sopra dei sentimenti: è triste, ma è così.
Io però sono rimasto ancorato alla vecchia concezione della vita: sono rimasto un romantico matusa. E’ per questo che la notizia del tuo trasferimento mi ha turbato anche se, analizzando freddamente la situazione, non mi ha sorpreso.
Lasci la gentil Firenze dal suo cielo azzurro per la danarosa Milano dalla nebbia opprimente e soffocante come una cappa di piombo.
Anche lassù troverai sicuramente degli amici (lo sport crea facilmente le amicizie); non so però se riuscirai a trovare tanti amici come qui a Firenze tua seconda patria. Giampiero parla ormai il fiorentino vero: non gli riuscirà facile imparare il longobardo o il meneghino che dir si voglia. Tua moglie, lo so perché l’ho potuto constatare di persona, ha troppe doti in comune con le nostre donne: semplicità, comunicativa, sorriso aperto e sincero. Una donna alla mano, come si dice da noi. Se uno non sa che è svedese la prende senz’altro per una fiorentina puro-sangue; anche per lei non sarà facile ambientarsi in una città dalla mentalità così diversa dalla nostra.
Troppe cose ha voluto dire per te Firenze e la Fiorentina: altrettanto sei stato tu per la Fiorentina e per Firenze. Chiamato a sostituire nel cuore dei tifosi il grande Julinho, per nove anni l’hai fatto rimanere nel ricordo ma non nel desiderio. Sei stato sempre un giocatore esemplare, anche se qualche volta, specialmente qualche anno fa, i tifosi ti rimproveravano di badare troppo alle gambe: non sempre si arriva a distinguere e a dare il giusto valore all’intelligenza preferendo a questa l’irruenza (che 99 volte su 100 denota la mancanza della prima).
Per nove anni hai resistito sulla breccia: non è poco conoscendo la volubilità del pubblico fiorentino. Quando si hanno le tue qualità l’ammirazione si impone alla volubilità e subentra l’affetto. Ed a Firenze ti abbiamo voluto bene.
Per questo la tua cessione ha destato rammarico e stupore nei tifosi fiorentini: in fondo nonostante tutto quello che siam soliti dir di loro, sono dei grandi sentimentali e dei bonaccioni.
Qualche mese fa, in occasione della consegna di una medaglia d’oro a te destinata, chiudevo il mio discorso con queste parole: “I tifosi fiorentini non dimenticheranno tanto facilmente il biondo svedese ormai fiorentinizzato venuto dalle rive del MORR a quelle dell’Arno, dalla vetusta Riddarhus o casa dei Cavalieri di Stoccolma all’ombra delle mura merlate del Palazzo della Signoria, dal campo tante volte nevoso dell’AIK a quello verde-smeraldo del nostro Comunale. Il suo nome rimarrà scritto a lettere d’oro nell’albo delle grandi ali viola: insieme a quello di Gringa, di Prendato, di Menti, di Degano, di Julinho. Ma ancor più rimarrà scritto nel nostro ricordo e nel nostro cuore di autentici sportivi e di veri appassionati viola”.
Con maggiore convinzione di allora ed anche con maggiore nostalgia oggi te lo ripeto. Ma forse più che un addio è questo soltanto un arrivederci.
Lorenzo Magini
Tratto da Alé Fiorentina n. 11 del Luglio 1967