di LORENZO MAGINI – 27° puntata
tratto dall’originale stampato nel n° 9-10 Anno III di Alé Fiorentina del Maggio-Giugno 1968
Inizia l’operazione scudetto:
Franchi e Befani
E’ questo il campionato in cui la società si dà un assetto definitivo. Risolta una volta per sempre la dualità societaria con la liquidazione dell’Anonima da parte della Sportiva, si affaccia alla ribalta un uomo nuovo, giovane, dotato di una spiccata personalità: Enrico Befani. La sua candidatura a presidente della società viola, già oggetto di feroci discussioni durante il campionato scorso in occasione delle assemblee della Sportiva, troverà finalmente l’approvazione quasi unanime dei soci viola proprio durante questo campionato; la crisi dirigenziale che coinvolgerà sia il presidente Antonini che l’allenatore Ferrero, porterà definitivamente alla ribalta il nome dell’industriale pratese.
Ma non si può passare sotto silenzio un altro personaggio, che proprio all’inizio di questo campionato viene alla ribalta della società viola: Artemio Franchi. Nell’estate del 1951 lasciava la carica di direttore sportivo della società, per assumere quella di consulente sportivo della Ferrari, il maestro Ugolini. Diversi nomi vennero fatti per la sua sostituzione; fra questi anche quello di Renzo Magli, che invece, nel corso del campionato, prenderà il posto di Ferrero. La scelta cadde su Artemio Franchi. Venuto dalla classe arbitrale, iniziava alle dipendenze della Fiorentina quella carriera dirigenziale che poi culminerà nella presidenza della F.I.G.C.
Via il tedesco e l’ungherese, dentro lo svedese e il turco.
Difficile, e non senza contrasti tra consiglio direttivo e allenatore, si svolse la campagna acquisti per il futuro campionato. Ferrero, che già si era legato al dito il mancato acquisto di Wilkes, offerto da Cappelli alla Fiorentina alla fine del campionato 49-50, si vedeva respinta quest’anno l’ulteriore offerta di Cappelli per il danese Bronée che il Palermo voleva cedere. Di fronte a queste insipienze, dava carta bianca ai dirigenti di comprare quello che volevano: Sostenitore convinto dei vivai italiani, Ferrero non aveva mai fatto mistero del suo pensiero circa l’ingaggio degli stranieri: o la classe eccelsa e adatti al campionato italiano, oppure nulla.
Avendo ceduto Janda al Novara, la Fiorentina si trovava con due posti liberi per gli stranieri: venivano occupati da uno svedese e da un turco (!). Dan Ekner, lo svedese, proveniva dalle dell’”Olimpique” di Marsiglia. Cresciuto nella squadra “Camerad” di Goteborg, trasferito per ragioni di lavoro a Londra, aveva disputato alcune partite (cinque) nelle file della squadra inglese del Portsmouth e quindi successivamente aveva abbracciato il professionismo passando a difendere i colori della squadra marsigliese. Lefter Andonyodis, di nazionalità turca ma di origini ellenica, era stato condotto in Italia alla ricerca di un ingaggio dall’allenatore della nazionale militare greca Gostos Zogas, venuto da noi per frequentare un corso di specializzazione per allenatori. Mezzo miliardo … di dracme (circa 20 milioni), il prezzo del turco; qualcosa di più per lo svedese. Ambedue provavano per la Fiorentina il 23 luglio e il consiglio ne decretava l’acquisto.
Altri movimenti della campagna acquisti si avevano con la cessione di Sperotto al Padova e di Biagioli al Piombino neopromosso in serie B: squadra quest’ultima che, guidata da Fioravante Baldi, doveva costituire la rivelazione della serie Be doveva far sudare le proverbiali sette camicie alla Roma, guidata da Viani, per ottenere il suo ritorno in serie A; un ritorno, quello della Roma, sul quale si ironizzerà a lungo per il fatto che diversi incontri vinti dai giallorossi in questo campionato si concluderanno col risultato di 1 a 0, ottenuto su calcio di rigore! Biagioli si metterà definitivamente in luce e troverà durante questo campionato il più ambito riconoscimento, chiamato, unico rappresentante della serie B, a rivestire la maglia azzurra di cadetto, sia pure soltanto per un tempo, nella partita Italia B – Turchia al Vomero di Napoli. A Nagy veniva concessa la lista gratuita; Grandi veniva ceduto al Bari, mentre dalla Roma si otteneva il prestito per un anno del portiere Tessari.
Inizio disastroso.
Alla Favorita di Palermo l’inizio del campionato: Con due rigori decretati dall’arbitro Gemini, uno per fallo di mani di Cervato, che visto battuto Costagliola tentava il tutto per tutto per respingere la palla destinata in rete, e l’altro per fallo di ritorsione di Magli su Vickpalek, che fra l’altro costava al giocatore viola anche l’espulsione, la Fiorentina se ne tornava a casa battuta senza discussioni. Realizzatore dei due gol, Bronée: un giocatore che Ferrero si mangiava con gli occhi e che a qualche dirigente faceva dire il “mea culpa”. Priva sempre di Vitali (anche quest’anno l’ala destra si era infortunata nel primo contato sulla palla), priva di Magli squalificato, impossibilitata a far scendere in campo il turco, del quale ancora non era giunto il nulla osta, la Fiorentina non poteva andare oltre il pareggio neppure nella partita casalinga col Novara, nelle cui file insieme all’”ex” Janda giocava ancora l’intramontabile Piola. A conseguire il pareggio sul terreno dei tigrotti a Busto Arsizio era lo svedese Ekner che metteva così a segno il suo primo gol in campionato. A Busto debuttava in viola anche il turco; un debutto onesto: senza scintillìi di classe ma anche senza errori. Focoso e scattante, dalla serpentina facile, che ricordava sia pur vagamente quella di Carapellese, era tutto l’opposto di Ekner, compassato, dalla falcata lunga e dall’ampia visione di gioco. Fermo come un pachiderma invece Roosemburg; evanescente e confusionario Galassi, che stava ricalcando il campionato scialbo e declinante dello scorso anno.
Con un gol di Muccinelli e uno di Boniperti passava ancora una vittoriosa al Comunale la Juventus. Lo spettacolo nello spettacolo in questa partita era costituito da Praest, il quale, proprio in occasione del primo gol di Muccinelli, mandava in visibilio il pubblico con una serie di finte e controfinte in piena velocità che inginocchiavano addirittura il povero Venturi, e che, dopo aver resistito a diverse cariche e prese di maglia da parte di Chiappella, depositava sui piedi dello smarcatissimo Mucci a cinque passi da Costagliola il pallone da sospingere in rete. “Qualcuno ritiene – scriveva Pozzo a proposito di questa azione – che il danese sia stato favorito dal caso e dalle circostanze: può anche darsi, ma la sua è stata una prodezza di quelle che non si dimenticano facilmente, appunto perché non sono di facile realizzazione”. E a proposito della prima linea viola Pozzo così si esprimeva: “Il problema di ricavare una prima linea dagli uomini che sono a disposizione, si presenta come arduo … il problema è così serio che torna logico che una soluzione non possa essere stata offerta al pubblico nella seconda occasione in cui i tre stranieri, che sono parte integrante del settore, hanno potuto scendere in campo assieme”.
La questione tecnica prospettata da Pozzo provocava durante la settimanale dimissioni di Ferrero. Le dimissioni venivano respinte, ma nel frattempo si entrava in contatto con Carver, che licenziato dalla Juventus era passato, per amicizia verso il Conte Vittorio Marzotto, ad allenare la squadra di Valdagno. Ferrero rimaneva al suo posto in attesa di venti. Senonchè tutto il cancan suscitato dalle sue dimissioni si dissolveva con la superba vittoria conseguita dalla squadra a Bologna. Roba da sbalordire, da trasecolare: tre a zero! E Ferrero issato sulle spalle dei giocatori alla fine della partita. “Ci era stato detto – commentava Pegolotti – che i giocatori non lo volevano più. E’ un bel modo di farlo andar via, allora. Non ci si capisce più nulla. Ovvero si capisce che, dopo Bologna, Ferrero non penserà più ad abbandonare il suo posto”. Cattivo profeta, questa volta Pegolotti!
A gelare l’entusiasmo suscitato dalla partita di Bologna eccoti il pareggio interno con l’Udinese. “La Fiorentina – è ancora Pegolotti – è la più bizzosa, la più incoerente delle compagini calcistiche. E’ destino che si tradisca sempre o quasi. Una ne fa e una ne pensa … Giocar male, passi. Esagerare nel giocar male, non passa … Venticinquemila spettatori c’erano anche ieri allo Stadio. Smoccolavano, fischiavano, ma c’erano pur con quella tramontana cane”.
Il pareggio conseguito a Lucca non suscitava davvero rosee speranze. Anzi! La Sampdoria, a riprova di questo, passava vittoriosa al Comunale la domenica dopo con un gol di Gotti; gol che l’eterno giramondo Moro (quest’anno a difesa della rete dei blucerchiati) pensava a difendere strenuamente fino alla fine. Dopo otto partite la Fiorentina aveva in classifica solo sei punti. C’era poco da stare allegri con tre retrocessioni in vista!
Il problema dell’allenatore cominciava a venir discusso vivacemente anche dai tifosi. “Una volta, quando la Fiorentina andava bene, ci hanno insegnato che il merito era di Ferrero più che dei giocatori. E noi, ora che le cose vanno a rotta di collo, siamo autorizzati a pensare che, come ebbe gli applausi, debba avere anche le critiche. Se era lui prima, è lui anche oggi: non c’è da discutere”. Senonchè a render perplessi gli animi, giungeva la vittoria esterna sul Como. Tutto lasciava credere che, come già dopo la partita col Bologna anche questa volta la questione Ferrero fosse rimandata. Nella settimana successiva invece, Ferrero veniva chiamato in causa da una intervista rilasciata dal presidente Antonini, nella quale si affermava che tutti gli acquisti fatti durante gli ultimi anni erano stati voluti e richiesti da lui. Di fronte a questa presa di posizione a Ferrero non restava che vuotare il sacco. E lo faceva a sua volta concedendo un’intervista al giornalista Goggioli, nella quale, dopo aver respinto le accuse del presidente, rilasciava di suo pugno un elenco di giocatori dei quali aveva caldeggiato l’acquisto e uno di quelli acquistati senza la sua approvazione. Dei primi solo Magnini, Beltrandi e Dalla Torre erano passati nelle file viola! A questo punto qualsiasi conciliazione tra società e allenatore era definitivamente da escludersi. Per questo la società inviava in missione ufficiosa a Valdagno l’allora giovanissimo dirigente della R. N. Florentia Franco Ignesti, per riprendere le trattative con Carver. Sebbene quest’ultimo avesse ormai sottoscritto il contratto col “Marzotto”, il Conte Marzotto si dichiarava disposto a sollevarlo dall’impegno assunto e a lasciarlo libero. Le richieste fatte da Carver furono però giudicate esorbitanti dalla società, e Ferrero rimaneva così ancora al suo posto. Nel frattempo, lì11 novembre, si aveva a Firenze la rivincita della Coppa del Mondo di Rio de Janieiro tra la nazionale italiana e quella svedese. Sebbene nelle file svedesi mancassero ben otto giocatori della formazione schierata in campo il 25 giugno del ’50 a San Paulo del Brasile (tutti otto ormai militanti in squadre italiane: l’ultimo a lasciare la Svezia era stato proprio in quei giorni, Jeppson) la nazionale italiana otteneva il pareggio con un calcio di rigore inventato dall’arbitro inglese Ling. “Meno se ne parla, meglio è” – scriveva Pozzo nel suo commento; e non si riferiva solo al rigore ma anche all’orripilante partita che ancora una volta dimostrava come i nostri selezionatori avessero perso addirittura il ben dell’intelletto, inviando in campo una formazione, che dirla cervellotica era il minimo che si potesse dire. Anche i cadetti, opposti nello stesso giorno alle lucertole verdi egiziane al cairo, venivano sconfitti: addirittura per 3 a 0.
Renzo Magli nuovo allenatore.
La parentesi internazionale portava a soluzione il caso Ferrero. Fallite le trattative con Sperone, a sostituire il sergente di ferro veniva chiamato Renzo Magli. E’ stato sempre destino di quest’uomo, così bravo, così serio, così lontano da ogni mena che purtroppo imperversa nel mondo del calcio, dover levare le castagne dal fuoco per dirigenti insipienti e raddrizzare situazioni ormai compromesse per la squadra viola. Era già successo nel campionato 46-47 quando era stato esonerato Ara; come ricompensa, una volta salvata la baracca, aveva dovuto cedere il posto all’ungherese Senkey. Succederà anche questa volta; una volta raggiunto lo scopo, sebbene riconfermato per il campionato prossimo, dovrà lasciare il posto a Bernardini e tornare nell’ombra.
Sempre senza una polemica, senza un rancore, con la signorilità che sempre l’ha contraddistinto. Un uomo al quale tutti gli sportivi viola devono tanta riconoscenza e tanta gratitudine! Sebbene la vittoria conquistata sul Padova facesse bene sperare nel cambio di guardia, per Magli si presentavano problemi ben ardui da risolvere. Primo fra tutti l’amalgama della prima linea. Questo problema appariva in tutta la sua gravità si nella partita esterna di Legnano, dove la Fiorentina, unica fra tutte le squadre scese sul campo dei lilla, riusciva a perdere, sia, ed ancor più, nella partita interna con l’Atalanta, conclusasi con un gol di Jeppson da poco entrato a far parte delle file nerazzurre.
Per fortuna la successiva partita con l’Inter all’Arena di Milano il 23 dicembre, veniva sospesa al 15’ della ripresa per nebbia, mentre le squadre si trovavano sull’1 a 1.
L’elezione di Befani
Un cambio della guardia nel frattempo si effettuava anche nella società. Nell’assemblea straordinaria tenutasi la settimana successiva alla partita col Padova, il Consiglio Antonini veniva chiaramente battuto nella votazione di fiducia con 250 voti contrari, 162 favorevoli e 4 astenuti. Il 23 dicembre si aveva, nella sede di Via de’ Saponai, l’elezione del nuovo consiglio direttivo della società. Con 361 su 378 veniva chiamato a far parte del consiglio direttivo Enrico Befani, l’industriale pratese che per un decennio guiderà con mano sicura e felice le sorti del sodalizio viola raggiungendo il traguardo luminoso del primo scudetto. Insieme a lui entravano a far parte del nuovo consiglio Emilio Kraft, Emilio Pallavicino, Giorgio Murray, Mario Piziolo, Antonio Boni, Bruno Zavagli.
L’assestamento raggiunto dalla società sembrò dare nuova fiducia e sicurezza agli atleti. Le due partite interne con la Triestina e il Torino, conclusesi con due vittorie, sembravano confermare questa impressione. Ma nelle due partite successive esterne si tornava nuovamente alla sconfitta. Oltre alla mancanza d’amalgama, la squadra sembrava denotare piuttosto una mancanza di carattere. Non era così. Il girone di andata si concludeva con la partita interna col Milan e col recupero della partita esterna con l’Inter. Come trasformata da una bacchetta magica la squadra sembra prendere un nuovo volto. Quella col Milan veniva commentata da Pegolotti con queste parole: “Una grande partita, una di quelle partite da mettersi in cornice e tenersi lì, in un quadretto da fare vedere agli ospiti come un cimelio orgoglioso … La Fiorentina ieri ha vinto, convinto, entusiasmato … il Milan ha avuto il cattivo gioco perchè la Fiorentina ha giocato magistralmente”. E che qualcosa era veramente cambiato, la squadra lo dimostrava il giovedì successivo nel recupero con l’Inter, disputato in un turbinio di neve senza ben cinque titolari, tutti colpiti da influenza: Rosetta, Chiappella, Vitali, Pandolfini e Galassi. Al fischio di chiusura dell’arbitro Piemonte, i tifosi interisti davano un sospiro di sollievo. “Meno male che non sono venuti al completo!”, commentava la folla uscendo dall’Arena. Chi si metteva in luce in modo del tutto particolare era Magnini, che imbavagliava Nyers anticipandolo su ogni palla e non concedendogli neppure una volta di sfoderare il suo pericolosissimo tiro in porta.
Fino a questo momento l’unico dato positivo offerto dalla squadra era stata l’ermeticità della difesa, che con soli 17 gol subiti era la meno perforata del campionato (al pari di quella juventina), e nella quale venivano prepotentemente affermandosi Magnini, Cervato, Chiappella e Rosetta, anche se quest’ultimo sistematicamente veniva ignorato dalle varie commissioni tecniche azzurre, che in quei tempi si succedevano l’una all’altra di pari passo con le spaventose magre della nostra nazionale.
Un girone di ritorno positivo.
Magli sembrava aver trovato l’equilibrio necessario. Nel girone di ritorno in fatti la squadra subirà solo cinque sconfitte, tutte esterne: Novara, Juventus, Atalanta, Torino, Milan; passerà vittoriosa sui campi di Udine, Ferrara e Trieste, imbattuta su quelli di Genova e Padova, e conseguirà la favoloso vittoria interna con l’Inter per 5 a 0; contro i 18 punti realizzati nel girone di andata ne realizzerà 25.
Vinta la prima partita col Palermo disputata davanti a 30.000 spettatori (solo con la Juventus alla quarta giornata di campionato se ne erano registrati tanti!), a Novara la Fiorentina poco mancava che non venisse battuta con un clamoroso cappotto. A mezzora dalla fine stava infatti perdendo per 4 a 0. Uno spirito di reazione addirittura sbalorditivo permetteva ai viola di battere per tre volte il portiere novarese bombardandolo da ogni posizione. Al fischio di chiusura dell’arbitro Agnolin, ben venti uomini si davano battaglia nell’area novarese! In questa partita Piola segnava due gol e raggiungeva quota 299; il suo trecentesimo gol in serie A lo metterà a segno la domenica successiva contro il Bologna.
Contro la Pro Patria al Comunale, la squadra vinceva nettamente, e approfittando della parentesi azzurra (conclusasi con un nuovo smacco per la nostra nazionale, sconfitta a Bruxelles da Belgio per 2 a 0), affilava le armi per trasferta sul campo juventino. Nulla però potevano i viola contro i biancazzurri lanciati verso la conquista dello scudetto. Muccinelli e Praest facevano addirittura impazzire Magnini e Cervato, mentre J. Hansen, che con 29 gol vincerà la classifica dei cannonieri, si rivelava ancora una volta grandissimo fuoriclasse siglando due splendidi gol.
Da questa sconfitta però la Fiorentina trovava lo slancio per una serie di partite utili consecutive sia esterne che interne. Decisamente assestata nei reparti, batteva infatti il Bologna a Firenze, l’Udinese a Udine, la Lucchese a Firenze; pareggiava gli incontri esterni di Genova (con la Sampdoria) e di Padova, e proseguiva con le vittorie interne sul Como e sul Legnano, che proprio in quei giorni faceva parlare di sé tutte le cronache sportive e no dei giornali italiani, per la famosa aggressione perpetrata da alcuni suoi tifosi all’arbitro Tassini di Verona mentre usciva da un ristorante in Via Napo Torriani a Milano la sera stessa della partita Legnano-Alessandria.
La serie positiva dei viola si interrompeva a Bergamo il 27 aprile con un gol fantasma di Jeppson. Se la vittoria interna sulla Spal faceva passare in secondo ordine le discussioni suscitate da quel gol, quella eclatante con l’Inter portava a sette cieli l’entusiasmo dei tifosi che si vedevano in tal modo ripagati di tante delusioni patite durante il campionato. Un successo così netto, mai contro i nerazzurri era stato finora conseguito dai viola; mai più si ripeterà. “Una compagine viola in stato di grazia, come raramente la si è potuta vedere, ha dominato gli orgogliosi campioni nerazzurri, battuti nettamente sulla velocità, sull’anticipo, sulla logica e l’eleganza delle azioni. E’ stata una partita stupenda … Troppi cinque gol? Neanche per sogno. Se Ekner avesse avuto il piede centrato, i gol avrebbero potuto essere anche otto, anche nove. E non ci sarebbe stato nulla di dire …”. Anche Pegolotti era rimasto contagiato dall’entusiasmo … Onestà però ci impone di dire, che l’Inter aveva giocato in 10 uomini dal 40? Del primo tempo per un infortunio subito da Lorenzi, che veniva ricoverato in ospedale presso il Prof. Scaglietti.
Dopo la partita con l’Inter, Firenze ospitava al Comunale la nazionale inglese. A guidare la prima linea, Beretta, allora commissario unico, chiamava addirittura il trentottenne Piola! Ancora una volta però non riuscivamo a battere gli inglesi, che andati in vantaggio al 4’ del primo tempo, si vedevano raggiunti dagli azzurri al 13’ della ripresa con un gol di Amadei servito da Pandolfini. Proprio il viola fu la nota più lieta di quest’incontro. Lucido e sbrigativo quanto mai, preciso nei rilanci e nell’interdizione; un motorino instancabile, senza perdere un colpo, senza sprecare una palla … Senza dubbio la più bella partita in azzurro di “caviglione”.
Vittoriosa anche a Trieste, la Fiorentina veniva sconfitta a Torino dai granata. Il quarto posto, cui tendeva la compagine viola, era deciso dai due incontri interni a seguire contro il Napoli e contro la Lazio. Raggranellati i tre punti indispensabili, anche se sconfitta nell’ultima giornata a Milano dai rossoneri, la Fiorentina raggiungeva per la seconda volta nella sua storia il quarto posto, sia pure n virtù del quoziente reti, migliore di quello della Lazio finita a pari punti. Preceduta da Juventus, Milan e Inter, la Fiorentina si andava definitivamente inserendo fra le grandi del calcio nazionale. Ancora un poco e ne sarà la dominatrice!
Date – Formazioni – Arbitri – Marcatori – Classifica finale |
PALERMO, 9 settembre 1951 – PALERMO – FIORENTINA 2 – 0 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Venturi, Rosetta, Magli, Chiappella, Pandolfini, Roosemburg, Ekner, Bolognesi.
PALERMO: Bertocchi, Foglia, Boldi, Bulent, Santamaria, De Grandi, Di Maso, Vycpalek, Micheloni, Broneè, Vicovaro.
ARBITRO: Gemini di Roma.
GOALS: Broneè 2 rigori (P.).
FIRENZE, 16 settembre 1951 – FIORENTINA – NOVARA 1 – 1 (1-1)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Venturi, Viciani, Galassi, Pandolfini, Roosemburg, Ekner, Bolognesi.
NOVARA: Corghi, Mainardi, De Togni, Rosen, Molina, Baira, Renica, Alberico, Piola, Janda, Pesaola.
ARBITRO: Matucci di Seregno.
GOALS: Renica (N.), Galassi (F.).
BUSTO ARSIZIO, 23 settembre 1951 – PRO PATRIA – FIORENTINA 1 – 1 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Magnini, Chiappella, Rosetta, Viciani, Galassi, Pandolfini, Roosemburg, Ekner, Lefter.
PRO PATRIA: Uboldi, Travia, Toros, Settembrini, Fossati, Martini, La Rosa, Santos, Hofling, Barsanti, Turbeky.
ARBITRO: Agnolin di Bassano del Grappa.
GOALS: Santos (P.), Ekner (F.).
FIRENZE, 30 settembre 1951 – JUVENTUS – FIORENTINA 2 – 0 (0-0)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Lefter, Pandolfini, Roosemburg, Ekner, Beltrandi.
JUVENTUS: Viola, Bertuccelli, Manente, Mari, Parola, Piccinini, Muccinelli, K. Hansen, Boniperti, J. Hansen, Praest.
ARBITRO: Orlandini di Roma.
GOALS: Muccinelli (J.), Boniperti (J.).
BOLOGNA, 7 ottobre 1951 – FIORENTINA – BOLOGNA 3 – 0 (2-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Viciani, Galassi, Ekner, Roosemburg, Pandolfini, Lefter.
BOLOGNA: Boccardi, Giovannini, Brandimarte, Pilmark, Mezzadri, Jensen, Cervellati, Pomati, Cappello, Bernicchi, Tacconi.
ARBITRO: Agnolin di Bassano del Grappa.
GOALS: Ekner 2 (F.), Roosemburg (F.).
FIRENZE, 14 ottobre 1951 – FIORENTINA – UDINESE 3 – 3 (1–2)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Viciani, Galassi, Ekner, Roosemburg, Pandolfini, Lefter.
UDINESE: Brandolin, Vicich, Travagnini, Moro, Fenuglio, Snidero, Castaldo, Mariani, Bacci, E. Soerensen, Bares.
ARBITRO: Canavesio di Torino.
GOLAS: Soerensen (U.), Bares 2 (U.), Cervato (F.), Galassi (F.), Ekner (F.).
LUCCA, 21 ottobre 1951 – LUCCHESE – FIORENTINA 0 – 0
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Ekner, Roosemburg, Pandolfini, Lefter.
LUCCHESE: De Fazio, Simeoli, Caprili, Avanzolini, Greco, Degl’Innocenti, Lucchesi, Maestrelli, Tontodonati, Taiti, Nuoto.
ARBITRO: Valsecchi di Milano.
FIRENZE, 28 ottobre 1951 – SAMPDORIA – FIORENTINA 1 – 0 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Roosemburg, Galassi, Pandolfini, Lefter.
SAMPDORIA: Moro, Gratton, Ballico, Oppezzo, Fommei, Bergamo, Lucentini, Bassetto, Farina, Gei, Gotti.
ARBITRO: Pieri di Trieste.
GOAL: Gotti (S.).
COMO, 4 novembre 1951 – FIORENTINA – COMO 2 – 0 (2-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Ekner, Galassi, Pandolfini, Lefter.
COMO: Cardani, Gatti, Pedroni, Pinardi, Quadri, Bergamaschi, Cattaneo, Cipolla, Giovetti, Rabitti, Dossi.
ARBITRO: Liverani di Livorno.
GOALS: Vitali (F.), Pandolfini (F.).
FIRENZE, 18 novembre 1951 – FIORENTINA – PADOVA 3 – 1 (2-1)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Basile, Pandolfini, Galassi, Ekner, Lefter.
PADOVA: Pnizzolo, Matè, Scagnellato, Ganzer, Sessa, Zanon, Giusti, Sperotto, Martegani, Novello, Prunecchi.
ARBITRO: Righi di Milano.
GOALS: Galassi 2 (F.), Ekner (F.), Prunecchi (P.).
LEGNANO, 2 dicembre 1951 – LEGNANO – FIORENTINA 1 – 0 (0-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Roosemburg, Ekner, Galassi, Pandolfini, Lefter.
LEGNANO: Angelini, Cuscela, Pian, Lupi, Tubaro, Revere, Filippini, Ejdefiall, Trevisan, Palmer, Mozzambani.
ARBITRO: Bernardi di Bologna.
GOAL: Trevisan (L.).
FIRENZE, 9 dicembre 1951 – ATALANTA – FIORENTINA 1 – 0 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Roosemburg, Ekner, Lefter.
ATALANTA: Albani, Rota, Gariboldi, S. J. Hansen, Cadè, Angeleri, Santagostino, Cerboli, Jeppson, L. Serensen, Goldaniga.
ARBITRO: Agnolin di Bassano del Grappa.
GOAL: Jeppson (A.).
FIRENZE, 16 dicembre 1951 – FIORENTINA – SPAL 0 – 0
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Viciani, Basile, Beltrandi, Galassi, Ekner, Pandolfini.
SPAL: Bugatti, Lucchi, Carlini, Oernvold, Macchi, Nesti, Marzani, Colombi, Bullent, Bennike, Fontanesi I.
ARBITRO: Bellè di Venezia.
FIRENZE, 30 dicembre 1951 – FIORENTINA – TRIESTINA 2 – 1 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Viciani, Vitali, Pandolfini, Roosemburg, Ekner, Lefter.
TRIESTINA: Nuciari, Belloni, Zorzin, Giannini, Mariuzza, Begni, Boscolo, Petagna, Benegas, Petrozzi, De Vito.
ARBITRO: Matucci di Seregno.
GOALS: Pandolfini (F.), Petrozzi (T.), Vitali (F.).
FIRENZE, 6 gennaio 1952 – FIORENTINA – TORINO 1 – 0 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Roosemburg, Ekner, Dalla Torre.
TORINO: Romano, Grava, Farina, Pozzi, Nay, Cortellezzi, Amalfi, Pratesi, Florio, Hjalmarsson, Motta.
ARBITRO: Righi di Milano.
GOAL: Pandolfini (F.).
NAPOLI, 13 gennaio 1952 – NAPOLI – FIORENTINA 2 – 1 (2-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Roosemburg, Ekner, Dalla Torre.
NAPOLI: Casali, Delfrate, Viney, Castelli, Gramaglia, Todeschini, Krieziu, Granata, Astorri, Amadei, Masoni.
ARBITRO: De Leo di Mestre.
GOALS: Astorri (N.), Amadei (N.), Pandolfini (F.).
ROMA, 20 gennaio 1952 – LAZIO – FIORENTINA 1 – 0 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Roosemburg, Ekner, Dalla Torre.
LAZIO: Sentimenti IV, Antoniazzi, Furiassi, Alzani, Sentimenti V, Fuin, Sentimenti III, Larsen, Antoniotti, Lofgren, Sukru.
ARBITRO: Silvano di Torino.
GOAL: Sukru (L.).
FIRENZE, 27 gennaio 1952 – FIORENTINA – MILAN 1 – 0 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Roosemburg, Ekner, Trevisani.
MILAN: Buffon, Silvestri, Grosso, Annovazzi, Tognon, Bonomi, Burini, Gren, Nordhal III, Liedholm, Frignani.
ARBITRO: Orlandini di Roma.
GOAL: Ekner (F.).
MILANO, 31 gennaio 1952 – INTER – FIORENTINA 0 – 0
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Viciani, Venturi, Magli, Vitali, Trevisani, Beltrandi, Roosemburg, Ekner, Lefter.
INTER: Ghezzi, Giacomazzi, Padulazzi, Fattori, Giovannini, Neri, Armano, Wilkes, Lorenzi, Skoglund, Nyers.
ARBITRO: Piemonte di Monfalcone.
FIRENZE, 3 febbraio 1952 – FIORENTINA – PALERMO 2 – 1 (0-1)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Beltrandi, Venturi, Magli, Vitali, Pandolfini, Roosemburg, Ekner, Lefter.
PALERMO: Bertocchi, Giarola, Foglia, Martini, Santamaria, De Grandi, Di Maso, Vycpalek, Micheloni, Broneè, Vicovaro.
ARBITRO: Liverani di Torino.
GOALS: Broneè (P.), Vitali (F.), Ekner (F.).
NOVARA, 10 febbraio 1952 – NOVARA – FIORENTINA 4 – 3 (3-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Venturi, Magli, Vitali, Pandolfini, Roosemburg, Ekner, Lefter.
NOVARA: Corghi, Della Frera, De Togni, Freccia, Rava, Baira, Renica, Alberico, Piola, Janda, Pesaola.
ARBITRO: Agnolin di Bassano del Grappa.
GOALS: Janda (N.), Piola 2 (N.), Renica (N.), Roosemburg 2 (F.), Lefter (F.).
FIRENZE, 17 febbraio 1952 – FIORENTINA – PRO PATRIA 3 –0 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Beltrandi, Pandolfini, Ekner, Lefter.
PRO PATRIA: Uboldi, Travia, Donati, Orzan, Fossati, Martini, Hofling, Santos, La Rosa, Guarnieri, Mannucci.
ARBITRO: Piemonte di Monfalcone.
GOALS: Pandolfini (F.), Beltrandi 2 (F.).
TORINO, 2 marzo 1952 – JUVENTUS – FIORENTINA 4 – 0 (2-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Roosemburg, Ekner, Lefter.
JUVENTUS: Viola, Corradi, Manente, Mari, Ferrario, Piccinini, Muccinelli, K. Hansen, Boniperti, J. Hansen, Praest.
ARBITRO: Pieri di Trieste.
GOALS: Boniperti (J.), Muccinelli (J.), J. Hansen 2 (J.).
FIRENZE, 9 marzo 1952 – FIORENTINA – BOLOGNA 1 – 0 (0-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Venturi, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Roosemburg, Ekner, Lefter.
BOLOGNA: Vanz, Giovannini, Ballacci, Pilmark, Mezzadri, Jensen, Cervellati, Garcia, Cappello, Gritti, Campatelli.
ARBITRO: Liverani di Livorno.
GOAL: Lefter (F.).
UDINE, 16 marzo 1952 – FIORENTINA – UDINESE 3 – 0 (2-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Venturi, Viciani, Rosetta, Magli, Trevisani, Chiappella, Roosemburg, Beltrandi, Lefter.
UDINESE: Brandolin, Vicich, Toso, Moro, Travigini, Bimbi, Mariani, Spartano, Bacci, E. Soerensen, Rinaldi.
ARBITRO: Valsecchi di Milano.
GOALS: Chiappella (F.), Beltrandi (F.), Roosemburg (F.).
FIRENZE, 23 marzo 1952 – FIORENTINA – LUCCHESE 1 – 0 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Trevisani, Pandolfini, Roosemburg, Ekner, Lefter.
LUCCHESE: De Fazio, Maestrelli, Degl’Innocenti, Colberg, Greco, Scarpato, Lucchesi, Parodi, Frandsen, Tontodonati, Nuoto.
ARBITRO: Marchetti di Milano.
GOAL: Pandolfini (F.).
GENOVA, 30 marzo 1952 – SAMPDORIA – FIORENTINA 1 – 1 (0-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Venturi, Viciani, Rosetta, Magli, Trevisani, Chiappella, Roosemburg, Pandolfini, Lefter.
SAMPDORIA: Moro, Ballico, Podestà, Oppezzo, Fommei, Bergamo, Lucentini, Coscia, Gei, Gotti, Sabbatella.
ARBITRO: Piemonte di Monfalcone.
GOALS: Sabbatella (S.), Roosemburg rigore (F.).
FIRENZE, 6 aprile 1952 – FIORENTINA – COMO 5 – 0 (3-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Venturi, Chiappella, Rosetta, Viciani, Vitali, Beltrandi, Roosemburg, Pandolfini, Lefter.
COMO: Visintin, Boniardi, Pedroni, Bergamaschi, Quadri, Pinardi, Cattaneo, Turconi, Baldini, Giovetti, Dossi.
ARBITRO: Agnolin di Bassano del Grappa.
GOALS: Pandolfini (F.), Vitali 2 (F.), Lefter (F.), Roosemburg (F.).
PADOVA, 13 aprile 1952 – PADOVA – FIORENTINA 1 – 1 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Venturi, Chiappella, Rosetta, Viciani, Vitali, Beltrandi, Roosemburg, Pandolfini, Lefter.
PADOVA: Romano, Lazzarini, Sscagnellato, Ganzer, Fuchs, Zanon, Giusti, Andersen, Meroni, Sperotto, Prunecchi.
ARBITRO: Valsecchi di Milano.
GOALS: Meroni (P.), Roosemburg (F.).
FIRENZE, 20 aprile 1952 – FIORENTINA – LEGNANO 1 – 0 (0-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Venturi, Chiappella, Rosetta, Viciani, Vitali, Beltrandi, Roosemburg, Pandolfini, Lefter.
LEGNANO: Gandolfi, Asti, Pian, Lupi, Tubaro, Revere, Filippini, Mazza, E. Bertoni, Palmer, Mozzambani.
ARBITRO: Jonni di Macerata.
GOAL: Rosetta (F.).
BERGAMO, 27 aprile 1952 – ATALANTA – FIORENTINA 1 – 0 (0-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Venturi, Chiappella, Rosetta, Viciani, Vitali, Beltrandi, Roosemburg, Pandolfini, Lefter.
ATALANTA: Albani, Rota, Gariboldi, S. J. Hansen, Cadè, Angeleri, Brugola, Santagostino, Jeppson, L. Soerensen, Cergoli.
ARBITRO: Piemonte di Monfalcone.
GOAL: Jeppson (A.).
FERRARA, 4 maggio 1952 – FIORENTINA – SPAL 2 – 1 (2-1)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Venturi, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Beltrandi, Pandolfini, Ekner, Lefter.
SPAL: Bugatti, Lucchi, Carlini, Oernvold, Macchi, Nesti, Quaresima, Colombi, Bulrent, Bennike, Fontanesi.
ARBITRO: Bernardi di Bologna.
GOALS: Ekner (F.), Quaresima (S.), Beltrandi (F.).
FIRENZE, 11 maggio 1952 – FIORENTINA – INTER 5 – 0 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Venturi, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Roosemburg, Ekner, Lefter.
INTER: Puciloni, Blason, Padulazzi, Fattori, Giovannini, Neri, Armano, Wilkes, Lorenzi, Skoglund, Nyers.
ARBITRO: Silvano di Torino.
GOALS: Pandolfini (F.), Roosemburg 2 (F.), Lefter (F.), Vitali (F.).
TRIESTE, 22 maggio 1952– FIORENTINA – TRIESTINA 3 – 2 (2-1)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Beltrandi, Roosemburg, Ekner, Lefter.
TRIESTINA: Nuliari, Belloni, Redolfi, Petagna, Mariuzza, Giannini, Boscolo, Curti, Ispiro, Ciccarelli, De Vito.
ARBITRO: Valsecchi di Milano.
GOALS: Roosemburg (F.), Ispiro (T.), Beltrandi (F.), Curti (T.), Ekner (F.).
TORINO, 1 giugno 1952 – TORINO – FIORENTINA 2 – 0 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Roosemburg, Ekner, Lefter.
TORINO: Romano, Grava, Farina, Giuliano, Nay, Pozzi, Vicariotto, Hjalmarsson, Florio, Gianmarinaro, Carapellese.
ARBITRO: De Leo di Mestre
GOALS: Hjalmarsson rigore (T.), Carapellese (T.).
FIRENZE, 8 giugno 1952 – FIORENTINA – NAPOLI 2 – 1 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Cervato, Viciani, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Roosemburg, Ekner, Lefter.
NAPOLI: Casari, Delfrati, Comaschi, Castelli, Granata, Gramaglia, Mike, Formentin, Astorri, Amadei, Krieziu.
ARBITRO: Canavesio di Torino.
GOALS: Ekner (F.), Formentin (N.), Roosemburg rigore (F.).
FIRENZE, 15 giugno 1952 – FIORENTINA – LAZIO 0 – 0
FIORENTINA: Tessari, Venturi, Cervato, Viciani, Rosetta, Chiappella, Vitali, Pandolfini, Roosemburg, Ekner, Lefter.
LAZIO: Sentimenti IV, Montanari, Furiassi, Alzani, Sentimenti V, Fuin, Puccinelli, Sentimenti III, Antoniotti, Lofgren, Sukru.
ARBITRO: Righi di Milano.
MILANO, 22 giugno 1952 – MILAN – FIORENTINA 3 – 1 (2-0)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Viciani, Basile, Beltrandi, Roosemburg, Ekner, Bolognesi.
MILAN: Buffon, Silvestri, Zagatti, Annovazzi, Tognon, Menegotti, Burini, Gren, Nordhal, Liedholm, Frignani.
ARBITRO: Corallo di Lecce.
GOALS; Burini 2 (uno su rigore) (M.), Nordhal (M.), Beltrandi (F.).
La Juventus è campione d’Italia. Lucchese (dopo lo spareggio con la Triestina), Padova e Legnano retrocedono in Serie B.