di LORENZO MAGINI – 26° puntata
tratto dall’originale stampato nel n° 8 Anno III di Alé Fiorentina dell’Aprile 1968
Ancora quinti!
I rei di Rio.
“Per affezionato ricordo del foot-ball inglese, che morì a Rio il 2 luglio 1950. Con profondo rimpianto di un vasto circolo di stretti amici e conoscenti requiescat in pace. Il corpo sarà cremato e le ceneri riportate in Spagna”.
Queste parole, stampate in caratteri inglesi antichi si potevano leggere su uno dei più grossi giornali inglesi il 3 di luglio del 1950. Il giorno prima, la nazionale inglese, che per la prima volta aveva partecipato alla Coppa Rimet di Rio de Janeiro, dopo essere stata battuta nientemeno che dagli Stati Uniti, si vedeva definitivamente estromessa dal proseguimento del campionato mondiale dalla Spagna. L’ humour inglese prendeva il sopravvento sulla imprevista realtà di una debàcle sportiva.
Non altrettanto però succedeva da noi. Anche l’Italia subiva a Rio la medesima identica sorte. Presentatici col titolo di Campioni del mondo da difendere, venivamo estromessi dalla Coppa Rimet negli ottavi di finale come gli inglesi. Battuti nella partita iniziale dalla Svezia, a nulla era valsa la vittoria successiva sul Paraguay, in quanto la Svezia, pareggiando con la stessa nazionale paraguayana, si era automaticamente qualificata per il turno successivo. La notizia della morte del bandito Giuliano, avvenuta lo stesso 2 luglio, non suscitava tanta emozione negli italiani come la nostra eliminazione dai campionati del mondo. Immediatamente fu aperto un processo ai responsabili, cercando il capro espiatorio ora nell’uno ora nell’altro dei dirigenti. Fra questi poi, cominciava il palleggiamento delle responsabilità, accusandosi a vicenda e dando una dimostrazione piuttosto deprimente della assoluta mancanza di autocontrollo e di serena autocritica. Succede sempre così dopo una sconfitta. Il nostro guaio è uno solo: non riusciamo ad accettare le crude verità.
La Svezia dissanguata.
Le sconfitte infatti non ci hanno mai insegnato nulla. Abbiamo sempre dato la colpa di una sconfitta agli uomini e non ci siamo accorti che il baco era invece nella qualunquistica visione dei problemi, sorti nel nostro calcio dal passaggio della guerra.
Errore ancor più grosso poi, quello di voler cercare di risalire la corrente importando indiscriminatamente i giocatori delle nazionali che ci avevano battuto. Battuti dalla Svezia, si credette di ricostruire il calcio italiano facendo affluire quanti più svedesi possibile nelle file delle nostre squadre. Quando in seguito verremo battuti dalla Jugoslavia, faremo incetta di maghi slavi. Per fortuna nostra quando nel ’66 saremo battuti dalla Corea vigerà il blocco per gli stranieri; altrimenti anche qualche faccia gialla dell’oriente sarebbe venuta a completare il caleidoscopio di razze e di colori che ancora sussiste nel campionato italiano.
La Svezia viene addirittura dissanguata. A Gren, Gunnar Nordhal e Liedholm del Milan, al Bertil Nordhal dell’Atalanta, a Bengtsson e Hjalmarsson del Torino, vengono ad aggiungersi Mellberg, Tapper e Nillson per il Genoa, Knut Nordhal, Andersson e Sundqvist per la Roma, Rosen ancora per il Torino, Gaerd per la Sampdoria, Skoglund per l’Inter. Depauperato il mercato svedese si ricorre ancora a quello danese. E così ai due Hansen riuniti insieme nella Juve (l’atalantino Karl Age Hansen era infatti passato alla Juventus a sostituire Martino rientrato in Argentina), a Praest, a Soerensen, Ploeger e Jennsen, ecco aggiungersi un altro Jansen per l’Atalanta, Kollberg per la Lucchese, un altro Soerensen per l’Udinese, Bronee per il Palermo, Pillmark per il Bologna, Frandsen per la Sampdoria. Persino la B ha il suo danese: Petersen nelle file del Livorno. La Lazio ingaggia l’ala destra Unzaim, paraguaiana, mentre volge i suoi occhi verso il Bosforo per avere il turco Sukru, che se l’aggiudicherà invece il Palermo; la Pro Patria pesca nella terra dei tulipani ingaggiando l’olandese Lakemberg: anche Wilkes avrà così modo di scambiare due parole con un connazionale, Side Bel Abbes, ai tempi del suo fulgore, non aveva certo tante nazionalità rappresentate tra i suoi legionari!
Nonostante che la Fiorentina fosse rappresentata ai campionati mondiali da Ferrero, allenatore della nazionale, e da Magli e Pandolfini come giocatori, nessuno straniero, per il momento, viene ad aggiungersi ai due del campionato precedente. Non per un principio tecnico o nazionalistico (sarebbe stato troppo bello!), ma semplicemente perché in casa viola le cose non andavano troppo bene.
Anonima e Sportiva ai ferri corti.
Il quinto posto conseguito dalla Fiorentina nel campionato scorso, riaccendeva con maggiore intensità le polemiche in seno alla società, divisa, come sappiamo, in due tronconi: l’Anonima e la Sportiva. La Sportiva rimproverava all’Anonima l’eccessiva parsimonia nel potenziamento della squadra; questa, a sua volta, rimproverava alla Sportiva una non troppo realistica visione delle cose, cioè, in parole povere, di voler fare il passo più lungo della gamba.
Già in una assemblea, tenutasi poco prima della fine del campionato (22 aprile), diversi soci della Sportiva, capeggiati dal socio Caccialanza, chiedevano ad Antonini la liquidazione dell’Anonima e la riassunzione dei pieni poteri da parte della Sportiva. Antonini, pur promettendo una risoluzione definitiva della questione, la rimandava a tempi migliori … causa le finanze poco consistenti. Questa interdipendenza e insieme interferenza di una società sull’altra, non solo si rifletté sulla campagna acquisti per il prossimo campionato, ma ebbe altresì deleteri e nefasti effetti nel campionato stesso. Sebbene durante l’estate di nomi ne fossero stati fatti parecchi (Caprile, Skoglund, Blason), la Fiorentina si ritrovò alla chiusura dei trasferimenti coi seguenti giocatori acquistati: Vitali, ala destra del Padova, Venturi, terzino destro del Vicenza, Penzo riacquistato dalla Lazio e Bolognesi, una giovane ala di cui si diceva un gran bene, dal Cesena. Acconcia veniva ceduto all’Udinese e Giusti al Padova.
Fin dai primi giorni della preparazione si riscontrava nelle file dei giocatori un malumore diffuso. La questione dei reingaggi assunse aspetti preoccupanti. Fra i più intransigenti Eliani e Galassi. Come se ciò non bastasse nel primo contatto col pallone, Vitali si infortunava ad un ginocchio e doveva essere operato.
Il campionato, che sarebbe iniziato la domenica successiva sul campo del Napoli, non nasceva davvero sotto buona stella per la squadra viola.
La morte di Focosi.
La prima domenica di settembre si aveva la prova generale con una partita amichevole col Pisa. Sebbene si schierassero nelle file viola anche i recalcitranti Eliani e Galassi, la prova offerta fu davvero deludente. Un Galassi grasso come una sposa si faceva beccare ripetutamente dal pubblico, mentre tutto il complesso della squadra denunziava una carenza di preparazione paurosa. Fra gli spettatori di tribuna si faceva il confronto fra gli atleti in campo e quelli di un tempo. L’occasione, purtroppo, per questi amari commenti, era data dal luttuoso incidente che quella mattina aveva troncato la vita di Giuseppe Focosi. Ex libertiano, era stato uno dei primi undici giocatori che avevano difeso la maglia biancorossa della Fiorentina nel ’26, nel girone C della prima divisione, e che di nuovo aveva rivestito la stessa maglia bianco-rossa nel girone B della divisione Nazionale nel campionato 28-29, disputando rispettivamente 15 e 12 partite.
E lo stesso Pegolotti forse ritornava col pensiero a questa figura scomparsa, stilando quelle parole di fuoco che apparivano sulla Nazione del giorno successivo: “I cosiddetti eroi della palla rotonda sono diventati intrattabili, avidi quanto mai di milioni. Così stando le cose, i veri sportivi non possono che plaudire a quei dirigenti che sanno ancora resistere aa certe pretese che scendono alla bassezza di un ricatto”.
Inizio disastroso del campionato.
Eliani e Galassi rimanevano irremovibili nella posizione assunta e Ferrero si vedeva costretto a mandare in campo al Vomero di Napoli una formazione largamente rimaneggiata. La sconfitta che si profilava disastrosa a metà partita (3 a 0), fu contenuta nei giusti limiti per l’impegno e la determinazione dei giocatori nel secondo tempo; fino alla fine i napoletani dovettero sudare le proverbiali sette camicie e raccomandarsi più volte a S. Gennaro per non vedersi raggiungere dai viola. I commenti dei giornali fiorentini del lunedì bollavano a fuoco i due aventniani, che vista ormai traballante la loro posizione, il venerdì successivo si decidevano a trovare l’accordo coi dirigenti e a firmare il contratto. Nonostante questo però, Ferrero li escludeva ambedue dalla formazione scesa in campo la domenica successiva contro il Torino.
Soltanto a Como Ferrero ripresentava Galassi. Nonostante l’impegno del perugino la sua prova fu tutt’altro che positiva; il Como, unica squadra d serie A di questo campionato formata da undici italiani, riusciva a battere i viola con un gol del lungo Stua, ancora sulla breccia nonostante i suoi trent’anni passati.
Contro la Lucchese, che schierava tra i pali Moro, non mancarono le emozioni dei rigori. Ben tre ne decretava l’arbitro Bellè. Uno al 2’ del primo tempo che Pandolfini, per niente emozionato dall’avere di fronte il portiere pararigori, tramutava in gol sulla destra di Moro; una al 9’ sempre del primo tempo che Pellicari trasformava con una cannonata battendo Costagliola, e un terzo, al 44’ sempre del primo tempo, che Costagliola questa volta riusciva ad intuire bloccando in presa volante il tiro ancora di Pellicari. Debuttava in questa partita, al posto di Magli, Viciani. Magli infatti era stato squalificato per tre giornate per un fallo commesso a Como a un minuto dalla fine sull’ala destra Migliorini e per il quale era stato espulso dal bolognese Bernardi. La pesante squalifica suscitava un certo scalpore: neppure Parola l’anno precedente, per il calcio a freddo sferrato a Nordhal in Juventus-Milan, terminata per 7° 1 a favore dei rossoneri, aveva avuto una squalifica così severa! Lo scalpore si tramutava in aperto malumore la settimana seguente, quando veniva squalificato Pandolfini, che durante la partita di Genova, conclusasi con un pareggio, non era stato ammonito né tanto meno espulso. E la domenica successiva sarebbe scesa a Firenze la Juventus campione d’Italia!
La commissione d’appello riduceva però la squalifica a Magli, in tal modo completamente scontata. Ma i guai per Ferrero, tutto intento a preparare la squadra per il confronto coi campioni d’Italia non erano terminati. Durante l’allenamento del mercoledì infatti succedeva un episodio increscioso fra l’allenatore e Magli. Redarguito piuttosto duramente, ed a voce alta, di fronte a 8.000 spettatori, Magli replicava in maniera plateale all’allenatore. Ferrero, senza battere ciglio, gli indicava la strada degli spogliatoi provocando in Magli un accesso d’isterismo; a mala pena il buon Farabullini riusciva a calmare Magli e a condurlo negli spogliatoi. Il fatto veniva riportato con esagerata evidenza dalla stampa cittadina, che, contemporaneamente, dava notizia delle probabili dimissioni di Ferrero dopo la partita con la Juventus. Queste però venivano presentate come dovute ad aperti dissensi sorti in seno al consiglio direttivo della società e a manovre sotterranee, che si stavano tramando nell’ombra, per sostituire l’attuale allenatore.
In questa atmosfera pesante la squadra affrontava i campioni d’Italia. Pur battendosi con orgoglio e senza risparmio d’energie la vittoria rimaneva ai bianconeri. “Il risultato non corrisponde all’andamento del gioco – scriveva Pozzo il lunedì successivo. Fra la quantità prodotta dall’una squadra e la qualità sviluppata dall’altra, un esito pari sarebbe stato più logico. La Juventus è stata aiutata a sostenere la quantità dei viola dalle doti tecniche dei suoi elementi, ed è stata salvata dalla calma con cui ha saputo fronteggiare la tempesta. Calma che è conseguenza dell’esperienza, e che le ha permesso di attuare quella tattica temporeggiatrice per condurre in porto il risultato”.
Nonostante la sconfitta, le ventilate dimissioni di Ferrero non avevano luogo, e neppure la successiva secca sconfitta subita a Padova intaccava la posizione dell’allenatore. Contro l’Atalanta debuttava Vitali; era proprio l’ex patavino a siglare il gol della vittoria sugli orobici. La sconfitta contro la Lazio a Roma invece fu dovuta a Pandolfini che, chiamato a battere il calcio di rigore che avrebbe dato ai viola il pareggio, lo sciupava calciandolo a lato della porta difesa da Sentimenti IV.
Il caso Magnini.
In quei giorni frattanto cominciava ad allenarsi coi viola un certo Magnini, del quale si occupavano tutte le cronache sportive per un famoso caso a tre.
La Pistoiese, per la quale aveva giocato l’anno precedente, l’aveva ceduto al Bologna per la somma di tre milioni. Senonché Magnini, in calce al contratto di cessione, si era rifiutato di apporvi la firma. Vanamente il Bologna cercava con tutti i mezzi di costringere il giocatore a sottoscrivere l’impegno assunto dalla sua società d’origine. Questa, alla fine, si vedeva costretta a tacitare la società felsinea e a mettersi d’accordo con la Fiorentina per il passaggio dell’aitante terzino nelle file viola. La squadra frattanto, continuando nel suo campionato, batteva nettamente la Triestina in casa e conseguiva un prezioso pareggio a Genova con la Sampdoria. L’Inter però passava a Firenze con due gol talmente incredibili e bambineschi, che Pegolotti ironicamente: commentava la prestazione di Grandi “è inutile prendersela coi bambini”. Durante l’incontro si registrava un fatto insolito. Nyers, che a porta vuota era riuscito a sbagliare un gol fatto, si vedeva rifilare da Lorenzi uno scapaccione. Preso da chissà che cosa, l’ungherese si dirigeva di corsa verso gli spogliatoi per abbandonare il terreno; all’allenatore nerazzurro Olivieri ci volevano le proverbiali sette camicie per farlo ritornare al suo posto.
I due punti persi in casa con l’Inter, la Fiorentina andava a riprenderseli a Bologna contro i rossoblu, che la domenica precedente erano riusciti a battere il Milan del Gre-No-Li “La Fiorentina ha vinto, ha vinto convincendo tutti che non doveva e non poteva esserci una soluzione diversa. Ha meritato pienamente i due punti: anche un pareggio avrebbe fatto gridare all’ingiustizia … Addio squadrone che tremare il mondo fa …è inutile dar calci alle gambe, menar pugni e gomitate, è vano far le bizze … La Fiorentina è pazza, capricciosa, incostante, muta sembianze ad ogni partita, non si riconosce da una settimana all’altra. Ieri ha messo la grinta. E non beffava davvero, rendeva pan per focaccia”. Dal commento di Pegolotti si può ben capire quale lotta si svolse all’ex Littoriale. Basti dire che Dalla Torre, dopo aver subito una testata tra tempia e sopracciglio da parte di Giovannini, era riuscito in quelle condizioni a segnare il gol della vittoria viola, e in seguito, ancora una volta segnato dai difensori bolognesi, veniva ricoverato in ospedale con sospetta commozione cerebrale.
Nella settimana successiva alla vittoria di Bologna si aveva la cessione di Eliani alla Roma. Le bizze fatte all’inizio di campionato e qualche altra cosa, avevano convinto i dirigenti a disfarsene. D’altra parte l’inserimento di Venturi si era rivelato più che positivo e i suoi ventidue anni lo facevano preferire all’ormai anziano triestino
L’olandese … poco volante.
La sconfitta di Busto metteva in luce un’altra pecca dello schieramento viola: la mancanza di un centravanti. Galassi non riusciva in nessuna maniera a tornare il goleador della passata stagione. Il tifo cittadino e turbolenti soci, divisi in più correnti, reclamavano provvedimenti. Ecco allora Antonini e Ugolini partire per l’Olanda alla ricerca di un tulipano di valore. Si parlava di Abe Lenstra e di Andree Roosemburg. Contro questo viaggio e questa eventuale assunzione, come al solito, si dichiarava immediatamente contraria l’Anonima. Dopo la rinuncia alle offerte viola di Lenstra, la Fiorentina concludeva con Roosemburg, che giungeva a Firenze, preceduto dalla fama di sfondareti, il 19 dicembre. Sedici milioni il suo prezzo d’acquisto. Dopo Wilkes e Lakemberg, era questo il terzo olandese che veniva ad ingrossare le file della legione straniera del campionato italiano. Alto un metro e novanta, di corporatura ancor più massiccia di quella di Nordhal, dotato di un tiro formidabile, aveva il suo tallone d’Achille nella lentezza.
Purtuttavia, sebbene da parte dei tifosi venisse giudicato in maniere del tutto opposte (chi lo diceva un bidone, chi un fuoriclasse), Roosemburg fu per la squadra viola un elemento utile.
Il Natale i tifosi fiorentini lo passarono soddisfacentemente: il giorno avanti infatti la squadra viola era riuscita a battere il Palermo, sia pure con l’aiuto compiacente dell’arbitro Pieri, che concedeva con magnanimità un calcio di rigore trasformato da Dalla Torre.
Non altrettanto bene però passavano i tifosi l’ultimo dell’anno. Il Milan infatti dopo 57’ di caparbia ed ostinata difesa viola riusciva a piegare i gigliati con un gol di Gren. Sul banco degli accusati questa volta Ferrero, che alla ricerca di un risultato utile, aveva schierato a S. Siro i suoi uomini col più smaccato “mezzo sistema”; “Se spiaciuta ci è la tattica di gioco della Fiorentina, i singoli giocatori hanno ancora una volta radicato in noi il concetto che la Fiorentina è una delle migliori squadre del campionato”, commentava il resocontista della Nazione. Purtroppo la nuova tattica ideata da Viani nella Salernitana tre anni prima aveva messo le sue radici ben profonde nella mentalità dei nostri allenatori, che in tal modo cercavano di arginare la strapotenza offensiva delle grosse squadre, ricche di fuoriclasse stranieri.
Anche la Roma a sua volta, si schierava al Comunale di Firenze col vianema, presentando nel ruolo di terzo terzino (o di libero come lo si direbbe oggi) proprio Eliani. A dimostrazione però che anche la più strenua difesa un gol lo può sempre prendere, la Roma subiva la sconfitta con un gol di Sperotto.
Il girone di andata si concludeva con l’Udinese al Comunale. Ben sei azioni da gol venivano sprecate in maniera incredibile dai viola e l’Udinese se ne tornava ai propri lidi con un prezioso pareggio. “Non basta reclamare dal cielo un calcio di rigore – scriveva Pegolotti – per vincere una partita. No cari miei, no: i gol bisogna farseli da sé, bisogna guadagnarseli. Senza considerare che il gioco del calcio non è un istituto di beneficenza (o almeno non dovrebbe esserlo), e che l’arbitro diventa antipatico quando fa l’elemosiniere”.
Il girone di andata si concludeva con l’Inter in testa a 32 punti, seguita dal Milan a 31 e dalla Juventus a 30. Dietro di loro già si cominciava a delineare il vuoto: la quarta classificata infatti, il Como, era a 24 punti. La Fiorentina era nona con 18.
Il debutto di Magnini e quello di Roosemburg
Nella prima del girone di ritorno faceva il suo debutto in maglia viola Ardico Magnini. Un’altra pedina veniva così ad aggiungersi a quel famoso sestetto difensivo, sul quale graviterà la squadra dello scudetto: erano già quattro! Il Napoli usciva battuto dal Comunale tra una salve impressionante di fischi. I tifosi non perdonavano agli azzurri il gesto commesso da un loro giocatore, Astorri, che espulso per scorrettezze al 44’ del primo tempo, prima di uscire dal terreno di gioco sferrava un diretto alla mascella di Rosetta stendendolo al suolo.
Su un terreno “da caccia ai palmipedi”, debuttava a Torino Roosemburg, che seppure senza far gol, riusciva a mettersi in evidenza. Ancor di più si metteva in evidenza però nella partita col Como: i tre gol segnati da Pandolfini e Vitali (2) erano infatti frutto di precisi suggerimenti dell’olandese; ingaggiato come goleador, si dimostrava invece un ottimo distributore di gioco e un prezioso suggeritore di conclusioni. Questo suo continuo progredire era come il cacio sui maccheroni per gli “antoniniani”, che da più parti si erano sentiti attaccare per aver condotto a Firenze la classica bufala. Si era infatti alla vigilia dell’assemblea viola per la discussione del bilancio e per la rielezione del nuovo consiglio. Per la presidenza già si cominciava a fare il nome di Enrico Befani, del quale la Nazione riportava la fotografia nel resoconto della partita col Como, corredandola di una lunga didascalia.
Il sabato antecedente alla trasferta di Lucca si aveva la tanto attesa assemblea societaria, in cui si davano battaglia le due fazioni dei “camionisti” e degli “anticamionisti: i primi sostenitori di Antonini, i secondi sostenitori di un rinnovamento generale e promotori di diverse candidature. Un’assemblea non priva di colpi di scena, e che doveva esser rimandata alla settimana successiva, per non essersi accordati i soci sulle candidature al nuovo consiglio. La squadra sembrava non risentire delle beghe interne societarie; dopo aver vinto a Lucca, batteva anche il Genoa con una cannonata di Cervato, e si apprestava alla trasferta di Torino coi campioni d’Italia, forte della sua imbattibilità che durava da ben sette giornate. A turbare la preparazione veniva inaspettata, come un fulmine a ciel sereno, la squalifica di Cervato. Collegare questa squalifica con la partita successiva fu cosa semplice. Ed anche il Pegolotti, sempre misurato nei confronti delle autorità calcistiche, usciva sulla Nazione con questo commento: “Bisogna proprio dire pane al pane: il provvedimento preso dalla Lega ha tutta l’aria di una bella porcheria”. Da parte dei soci e dei tifosi, fra l’altro, partiva la proposta di far scendere in campo la formazione giovanile, che tanto bene si era comportata nell’ultimo Torneo di Viareggio. A rendere ancor più esasperati gli animi e a far gridare allo scandalo con più convinzione, appariva sulla stampa una lettera del genoa, firmata dai dirigenti e da tutti i giocatori che avevano preso parte alla partita di Firenze, nella quale si scagionava da ogni accusa il terzino viola.
Logicamente i dirigenti non davano ascolto a queste voci di ritorsione, anche se in cuor loro, forse tanto volentieri l’avrebbero fatto. La Fiorentina si presentava a Torino nella migliore formazione possibile, priva però di Costagliola, infortunato e sostituito da Grandi, e di Cervato, squalificato e sostituito da Magnini. Il risultato di 5 a 0 denotava però tutta una classe di differenza. Farlo capire ai tifosi non era cosa facile. Per buona fortuna si aveva la domenica successiva uno schiacciante successo sul Padova, e cosa ancor più gradita, il primo gol di Roosemburg, accolto, com’è facile immaginare, con un boato sugli spalti da far rincretinire. L’olandese si ripeteva a Bergamo, dove la Fiorentina conquistava una preziosa vittoria, e siglava pure l’unico gol dei viola contro la Lazio la domenica successiva. Rimasta imbattuta a Trieste, dove era Galassi a tornare alla segnatura, batteva anche la Sampdoria al Comunale con una doppietta dell’olandese e un gol di Vitali. In cinque partite consecutive, dopo la sconfitta di Torino, la Fiorentina aveva messo in carniere ben 9 punti! Perso l’incontro di Milano con l’Inter, tutta tesa a mantenere invariato il distacco dai cugini milanisti, passati a condurre la classifica a metà campionato, i viola tornavano alla vittoria nel successivo incontro interno col Bologna. In questa partita tornava a giocare l’ungherese Nagy, autore fra l’altro del primo dei due gol viola. Anche la Pro Patria veniva liquidata, sempre al Comunale, ed a questa vittoria faceva seguito quella esterna ottenuta a Novara.
A Palermo però la Fiorentina doveva abbassar bandiera; come non poteva opporsi al pareggio interno col Milan, contratto nel suo sforzo finale per la conquista dello scudetto. Contro una Roma che gettava nella lotta le ultime residue speranze di permanenza in serie A, la Fiorentina cedeva nettamente al Flaminio e concludeva il suo campionato a Udine con un meritato pareggio, segnando il suo primo gol con Magnini e pareggiando il successivo di Soerensen con Galassi.
Vinceva lo scudetto il Milan con un solo punto di vantaggio sull’Inter e sei sulla Juve; quarta, a 14 punti dalla capolista, terminava la Lazio; quinta, a 16 punti, la Fiorentina. Era questo il secondo quinto posto consecutivo della squadra viola. Particolare interessante: le prime tre squadre, Milan, Inter e Juventus, quelle cioè più imbottite di fuoriclasse stranieri, avevano segnato rispettivamente 107, 107 e 103 gol; la quarta, la Lazio, che delle restanti 17 squadre era quella che aveva segnato di più, soltanto 64. Una sola squadra però era riuscita a prender meno gol della Fiorentina (42): il Milan (39). Tutte le altre, compresa l’Inter e la Juventus, ne avevano incassati qualcuno di più. Sarà questa la caratteristica dei prossimi anni della squadra viola: l’ermeticità della difesa. Quando poi, insieme a questa, si riuscirà a impostare una linea d’attacco, lo scudetto verrà cucito sulle maglie viola!
Date – Formazioni – Arbitri – Marcatori – Classifica finale |
NAPOLI, 10 settembre 1950 – NAPOLI – FIORENTINA 3 – 2 (3–0)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Janda, Pandolfini, Sperotto, Beltrandi, Penzo.
NAPOLI: Casari, Vultaggio, Soldani, Todeschini, Remondini, Gramaglia, Krieziu, Formentin, Amadei, Bacchetti, Masoni.
ARBITRO: Bertolio di Torino.
GOLS: Bacchetti (N.), Krieziu (N.), Remondini rigore (N.), Penzo (F.), Janda (F.).
FIRENZE, 17 settembre 1950 – FIORENTINA – TORINO 3 – 3 (1-2)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Pandolfini, Beltrandi, Janda, Sperotto, Penzo.
TORINO: Buttarelli, Grava, Picchi, Rosen, Nay, Gremese, Motta, Frizzi, Ploeger, Santos, Carapellese.
ARBITRO: Camiolo.
GOALS: Frizzi (T.), Janda (F.), Santos 2 (T.), Beltrandi (F.), Penzo (F.).
COMO, 24 settembre 1950 – COMO – FIORENTINA 1 – 1 (0-0)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Janda, Pandolfini, Galassi, Beltrandi, Penzo.
COMO: Cardani, Travia, Pedroni, Bergamaschi, Bosco, Pinardi, Migliorini, Turconi, Meroni, Stua, Lipizer.
ARBITRO: Bernardi di Bologna.
GOAL: Stua (C.).
FIRENZE, 1 ottobre 1950 – FIORENTINA – LUCCHESE 3 – 1 (2-1
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Viciani, Galassi, Pandolfini, Janda, Sperotto, Penzo.
LUCCHESE: Moro, Pellicari, Caprili, Avanzolini, Tubaro, Mori, Cattaneo, Mazza, Kincses, Kollberg, De Santis.
ARBITRO: Bellè di Venezia.
GOALS: Pandolfini 2 (1 su rigore) (F.), Pellicari rigore (L.), Penzo (F.).
GENOVA, 8 ottobre 1950 – GENOA – FIORENTINA 1 – 1 (0-0)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Viciani, Janda, Pandolfini, Galassi, Sperotto, Penzo.
GENOA: Gualazzi, Formica, Magni, Castelli, Cattani, Tortarolo, Corradini, Tapper, Baldini, Mellberg, Nilsson.
ARBITRO: Mrchetti di Milano.
GOLAS: Mellberg (G.), Galassi (F.).
FIRENZE, 15 ottobre 1950 – JUVENTUS – FIORENTINA 2 – 1 (1-1)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Cervato, Viciani, Rosetta, Magli, Penzo, Chiappella, Galassi, Sperotto, Janda.
JUVENTUS: Viola, Bertuccelli, Manente, Mari, Parola, Bizzotto, Boniperti, K. Hansen, Vivolo, J. Hansen, Praest.
ARBITRO: Pieri di Trieste.
GOALS: J. Hansen 2 (J.), Galassi (F.).
PADOVA. 22 ottobre 1950 – PADOVA – FIORENTINA 3 – 0 (0-0)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Janda, Pandolfini, Galassi, Sperotto, Penzo.
PADOVA: Romano, Sforzin, Fuchs, Matè, Quadri, Ganzer, Novello, Curti, Martegani, Celio I, Prunecchi.
ARBITRO: Buratti di Milano.
GOALS: Celio I (P.), Prunecchi 2 (P.).
FIRENZE, 29 ottobre 1950 – FIORENTINA – ATALANTA 1 – 0 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magli, Cervato, Chiappella, Venturi, Viciani, Vitali, Pandolfini, Galassi, Sperotto, Penzo.
ATALANTA: Cattaneo, Dal Monte, Gariboldi, Malinverni, Nordhal, B. Angeleri, Mariani, Scaramuzzi, Checchetti, Cergoli, Goldaniga.
ARBITRO: Tassini di Verona.
GOAL: Vitali (F.).
ROMA, 5 novembre 1950 – LAZIO – FIORENTINA 2 – 1 (0-0)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Janda, Sperotto, Dalla Torre.
LAZIO: Sentimenti IV, Montanari, Furiassi, Alzani, Malacarne, Sentimenti III, Puccinelli, Flamini, Hofling, Cecconi, Unzaim.
ARBITRO: Liverani di Torino.
GOALS: Puccinelli (L.), Hofling (L.), Janda (F.).
FIRENZE, 12 novembre 1950 – FIORENTINA – TRIESTINA 3 – 1 (1-1)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Janda, Sperotto, Dalla Torre.
TRIESTINA: Nuciari, Sessa, Zorzin, Gianni, Grosso, Ciccarelli, Boscolo, Petagna, Petrozzi, Ispiro, De Vito.
ARBITRO: Righi di Milano.
GOALS: Ispiro (T.), Dalla Torre (F.), Vitali (F.), Sperotto (F.).
GENOVA, 19 novembre 1950 – SAMPDORIA – FIORENTINA 0 – 0
FIORENTINA: Grandi, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Janda, Sperotto, Dalla Torre.
SAMPDORIA: Lusetti, Gratton, Arrighini, Gaerd, Ballico, Bertani, Lucentini, Parodi, Gei, Lorenzo, Sabbatella.
ARBITRO: Savio di Trieste.
FIRENZE, 26 novembre 1950 – INTER – FIORENTINA 2 – 1 (1-0)
FIORENTINA: Grandi, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Galassi, Janda, Dalla Torre.
INTER: Soldan, Blason, Padaluzzi, Miglioli, Giovannini, Achilli, Armano, Wilkes, Lorenzi, Skoglund, Nyers.
ARBITRO: Orlandini di Roma.
GOALS: Wilkes (I.), Vitali (F.), Nyers (I.).
BOLOGNA, 3 dicembre 1950 – FIORENTINA – BOLOGNA 1 – 0 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Galassi, Sperotto, Dalla Torre.
BOLOGNA: Vanz, Giovannini, Brandimarte, Pilmark, Mezzadri, Ballacci, Tacconi, Garcia, Cappello, Bernicchi, Matteucci.
ARBITRO: Silvano di Torini.
GOAL: Dalla Torre (F.).
BUSTO ARSIZIO, 10 dicembre 1950 – PRO PATRIA – FIORENTINA 2 – 1 (2-0)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Galassi, Sperotto, Beltrandi.
PRO PATRIA: Uboldi, Azimonti, Donati, Toros, Borra, Martini, Rebuzzi, Lakemberg, Antoniotti, Guarnieri, Turbeky.
ARBITRO: Longagnani di Modena.
GOALS: Antoniotti (P.), Rebuzzi (P.), Sperotto (F.).
FIRENZE, 17 dicembre 1950 – FIORENTINA – NOVARA 2 – 1 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Sperotto, Janda, Dalla Torre.
NOVARA: Corghi, Della Frera, De Togni, Baira, Molina II, Oppezzo, Renica, Mainardi, Piola, Alberico, Pesaola.
ARBITRO: Rigato di Mestre.
GOALS: Dalla Torre (F.), Sperotto (F.), Alberico (N.).
FIRENZE, 24 dicembre 1950 – FIORENTINA – PALERMO 1 – 0 (0-0)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Sperotto, Janda, Dalla Torre.
PALERMO: Pendibene, Gimona, Giaroli, Lodi, Santamaria, Fuin, Di Maso, Vycpalek, Bronee, Sukru, Vicovaro.
ARBITRO: Pieri di Trieste.
GOAL: Dalla Torre rigore (F.).
MILANO, 31 dicembre 1950 – MILAN – FIORENTINA 1 – 0 (0-0)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Sperotto, Janda, Dalla Torre.
Milan: Buffon, Silvestri, Foglia, Annovazzi, Tognon, Bonomi, Burini, Gren, Nordhal G., De Grandi, Renosto.
ARBITRO: Longagnani di Modena.
GOAL: Gren (M.).
FIRENZE, 7 gennaio 1951 – FIORENTINA – ROMA 1 – 0 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Galassi, Sperotto, Dalla Torre.
ROMA: Tessari, Nordhal K., Eliani, Andersson, Cardarelli, Venturi A., Lucchesi, Spartano, Bacci, Maestrelli, Merlin.
ARBITRO: Agnolin di Bassano del Grappa.
GOAL: Sperotto (F.).
FIRENZE, 14 gennaio 1951 – FIORENTINA – UDINESE 1 – 1 (0-0)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Janda, Sperotto, Bolognesi..
UDINESE: Brandolin, Vicich, Farina, Bergamasco, Toppan, Acconcia, Roffi, Perissinotto, Darin, Forlani, Rinaldi.
ARBITRO: Bertolio di Torino.
GOALS: Sperotto (F.), Forlani (U.).
FIRENZE, 21 gennaio 1951 – FIORENTINA – NAPOLI 2 – 0 (1-0)
FIORENTINA: Grandi, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Galassi, Beltrandi, Janda.
NAPOLI: Casari, Del Frate, Soldani, Todeschini, Remondini, Gramaglia, Astorri, Formentin, Amadei, Granata, Krieziu.
ARBITRO: Longagnani di Modena.
GOALS: Galassi (F.), Cervato (F.).
TORINO, 28 gennaio 1951 – TORINO – FIORENTINA 1 – 1 (0-0)
FIORENTINA: Grandi, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Roosemburg, Janda, Dalla Torre.
TORINO: Buttarelli, Grava, Picchi, Giraudo, Nay, Gremese, Frizzi, Rosen, Ploeger, Giammarinaro, Onorato.
ARBITRO: Camiolo di Milano.
GOALS: Onorato (T.), Pandolfini (F.).
FIRENZE, 4 febbraio 1951 – FIORENTINA – COMO 3 –0 (2-0)
FIORENTINA: Grandi, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Roosemburg, Beltrandi, Dalla Torre.
COMO: Bielli, Bonardi, Gatti, Bergamaschi, Pedroni, Pinardi, Meroni, Turconi, Ghiandi, Rabitti, Migliorini.
ARBITRO: Gamba di Napoli.
GOALS: Pandolfini (F.), Vitali 2 (F.).
LUCCA, 11 febbraio 1951 – FIORENTINA – LUCCHESE 2 – 0 (2-0)
FIORENTINA: Grandi, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Roosemburg, Beltrandi, Dalla Torre.
LUCCHESE: Moro, Bortoletto, Caprilli, Mori, Tubaro, Scarpato, Cattaneo, Mazza, Giorgi, Kollberg, Mike.
ARBITRO: Liverani di Torino.
GOALS: Vitali (F.), Cervato (F.).
FIRENZE, 18 febbraio 1951 – FIORENTINA – GENOA 1 – 0 (0-0)
FIORENTINA: Grandi, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Roosemburg, Beltrandi, Penzo.
GENOA: Bonetti, Formica, Becattini, Castelli, Cattani, Melandri, Corradini, Mellberg, De Prati, Invernizzi, Nilsson.
ARBITRO: Marchetti di Milano.
GOAL: Cervato (F.).
TORINO, 25 febbraio 1951 – JUVENTUS – FIORENTINA 5 – 0 (2-0)
FIORENTINA: Grandi, Venturi, Magnini, Chiappella, Rosetta, Magli, Galassi, Pandolfini, Roosemburg, Beltrandi, Vitali.
JUVENTUS: Viola, Bertuccelli, Manente, Mari, Parola, Piccinini, Muccinelli, K. Hansen, Boniperti, Vivolo, Praest.
ARBITRO: Orlandini di Roma.
GOALS: Praest 2 (J.), K. Hansen 2 (J.), Vivolo (J.).
FIRENZE, 4 marzo 1951 – FIORENTINA – PADOVA 4 – 1 (1-1)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Roosemburg, Sperotto, Dalla Torre.
PADOVA: Romano, Sforzin, Fuchs, Ganzer, Quadri, Zanon, Matè, Costa, Martegani, Novello, Prunecchi.
ARBITRO: Righi di Milano.
GOALS: Roosemburg (F.), Martegani (P.), Cervato (F.), Pandolfini (F.), Vitali (F.).
BERGAMO, 11 marzo 1951 – FIORENTINA – ATALANTA 2 – 0 (0-0)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Roosemburg, Janda, Dalla Torre.
ATALANTA: Albani, Dal Monte, Gariboldi, Malinverni, Nordhal B., Angeleri, Mariani, S.J. Hansen, Checchetti, L. Soerensen, Caprile.
ARBITRO: Pieri di Trieste.
GOALS: Vitali (F.), Roosemburg (F.).
FIRENZE, 19 marzo 1951 – FIORENTINA – LAZIO 1 – 0 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Roosemburg, Janda, Dalla Torre.
LAZIO: Sentimenti IV, Antonazzi, Furiassi, Alzani, Sentimenti V, Sentimenti III, Arce, Flamini, Hofling, Cecconi, Puccinelli.
ARBITRO: Camiolo di Milano.
GOAL: Roosemburg (F.).
TRIESTE, 25 marzo 1951 – TRIESTINA – FIORENTINA 1 – 1 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Janda, Rosetta, Magli, Vitali, Pandolfini, Galassi, Roosemburg, Dalla Torre.
TRIESTINA: Nuciari, Redolfi, Zorzin, Ciccarelli, Grosso, Sessa, Dorigo, Petagna, Benegas, Ispiro, Boscolo.
ARBITRO: Savio di Torino.
GOALS: Benegas (T.), Galassi (F.).
FIRENZE, 1 aprile 1951 – FIORENTINA – SAMPDORIA 3 – 0 (2-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Vitali, Janda, Roosemburg, Pandolfini, Dalla Torre.
SAMPDORIA: Reverchon, Gratton, Arrighini, Gaerd, Bertani, Coscia, Parodi, Bassetto, Lorenzo, Gei, Lucentini.
ARBITRO: Pieri di Trieste.
GOALS: Roosemburg 2 (F.), Dalla Torre (F.).
MILANO, 15 aprile 1951– INTER – FIORENTINA 2 – 0 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magli, Magnini, Chiappella, Cervato, Janda, Vitali, Pandolfini, Galassi, Sperotto, Dalla Torre.
INTER: Franzosi, Giacomazzi, Padulazzi, Pozzi, Giovannini, Achilli, Armano, Wilkes, Lorenzi, Skoglund, Nyers.
ARBITRO: Orlandini di Roma.
GOALS: Lorenzi (I.), Armano (I.).
FIRENZE, 22 aprile 1951 – FIORENTINA – BOLOGNA 2 – 1 (2-1)
FIORENTINA: Costagliola, Magli, Magnini, Chiappella, Cervato, Janda, Nagy, Pandolfini, Roosemburg Sperotto, Vitali.
BOLOGNA: Vanz, Giovannini, Ballacci, Pilmark, Mezzadri, Jensen, Cervellati, Garcia, Cappello, Gritti, Matteucci.
ARBITRO: Marchetti di Milano.
GOALS: Nagy (F.), Gritti (B.), Pandolfini rigore (F.).
FIRENZE, 29 aprile 1951 – FIORENTINA – PRO PATRIA 3 – 0 (2-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magli, Magnini, Chiappella, Cervato, Viciani, Nagy, Janda, Roosemburg Sperotto, Vitali.
PRO PATRIA: Uboldi, Azimonti, Donati, Martini, Viney, Toros, Barsanti, Fossati, Antoniotti, Guarnieri, Turbeky.
ARBITRO: Liverani di Torino.
GOALS: Roosemburg 2 (F.), Vitali (F.).
NOVARA, 13 maggio 1951 – FIORENTINA – NOVARA 1 – 0 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magli, Magnini, Chiappella, Cervato, Venturi, Galassi, Pandolfini, Roosemburg Sperotto, Janda.
NOVARA: Russova, Della Frera, De Togni, Baira, Molina II, Oppezzo, Renica, Alberico, Piola, Arangelovich, Pesaola.
ARBITRO: Dattilo di Roma.
GOAL: Pandolfini (F.).
PALERMO, 20 maggio 1951 – PALERMO – FIORENTINA 1 – 0 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Magli, Magnini, Chiappella, Cervato, Venturi, Galassi, Pandolfini, Roosemburg, Janda, Vitali.
PALERMO: Pendibene, Giaroli, Santamaria, Boldi, Fuin, Gimona, Di Maso, Bronee, Vycpalek, Alfier, Sukru.
ARBITRO: Ciccardi di Lecco.
GOAL: Bronee (P.).
FIRENZE, 27 maggio 1951 – FIORENTINA – MILAN 1 – 0 (1-0)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi, Magnini, Chiappella, Cervato, Magli, Galassi, Janda, Roosemburg, Sperotto, Pandolfini..
MILAN: Buffon, Silvestri, Bonomi, Annovazzi, Tognon, De Grandi, Burini, Gren, Nordhal G., Liedholm, Renosto.
ARBITRO: Longagnani di Modena.
GOALS: Galassi (F.), Gren (M.).
ROMA, 10 giugno 1951 – ROMA – FIORENTINA 3 – 0 (2-0)
FIORENTINA: Costagliola, Venturi R., Magnini, Chiappella, Cervato, Magli, Galassi, Pandolfini, Roosemburg, Janda, Dalla Torre.
ROMA: Tessari, Eliani, Andersson, Nordhal K., Venturi A., Sundqvist, Spartano, Zecca, Merlin, Tre Re.
ARBITRO: Galeati di Bologna.
GOALS: Zecca (R.), Tre Re 2 (R.).
UDINE, 17 giugno 1951 – UDINESE – FIORENTINA 2 – 2 (2-1)
FIORENTINA: Grandi, Magnini, Cervato, Viciani, Venturi, Magli, Galassi, Pandolfini, Roosemburg, Beltrandi, Bolognesi.
UDINESE: Angelini, Vicich, Farina, Acconcia, Feruglio, Snaidero, Roffi, Perissinotto, Darin, E. Soerensen, Rinaldi.
ARBITRO: Buratti di Milano.
GOALS: Perissinotto (U.), Magnini (F.), Soerensen (U.), Galassi (F.).
Il Milan è campione d’Italia. Roma e Genoa retrocedono in Serie B