Storia dell’A.C. Fiorentina

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di LORENZO MAGINI – 25° puntata

tratto dall’originale stampato nel n° 7 Anno III di Alé Fiorentina del Marzo 1968

Un magiaro e un tedesco

Perché il calcio italiano avesse potuto opporre una reazione di fondo, una reazione seria e positiva, alla sventura di Superga – scrive Antonio Ghirelli sulla “Storia del Calcio Italiano” -, sarebbe occorso che – di fronte al disastro – esso si fosse collocato in una posizione di coscienza e di umiltà; che avesse preso le mosse da quella catastrofe per cambiare direzione in maniera radicale”. Invece, anziché uniformarsi a quel modello di saggezza amministrativa e tecnica della quale la grande squadra scomparsa era stata la dimostrazione più concreta, i dirigenti italiani, non esclusi quelli del nuovo Torino, anziché ripercorrere una strada senza dubbio lunga e difficile, ma che a lungo andare avrebbe dato sicuramente i suoi frutti, preferirono rivolgersi al mercato straniero con ancora maggiore consistenza di quanto avvenuto finora. Si rendeva così più evidente quel vuoto pauroso che già la guerra aveva creato nelle leve del calcio italiano, e si gettavano le basi di quel fallimento tecnico-organizzativo-amministrativo, che tutt’oggi persiste.

Col mese di luglio era entrato in vigore il famoso art. 46 delle Nuove Carte Federali, per mezzo del quale si consentiva alle società il tesseramento di tre stranieri. A voler questo erano state principalmente le società del nord, più danarose ed abituate ad imporre il loro punto di vista. Saranno ancora le stesse, durante questo campionato, a sollecitare il tesseramento di un quarto straniero! L’insipienza dei dirigenti rasentava il grottesco.

La Fiorentina, fino a questo momento, di stranieri ne aveva fatto a meno. Ora però si fa sotto anch’essa; cerca di “allinearsi” con le più quotate società del Nord. Entra in trattative con la speranza del calcio francese Bonifaci (18 anni). Niente da fare per le assurde pretese del giocatore, più di natura federale che finanziaria (alla fine del contratto infatti pretendeva il cartellino gratuito e quindi piena libertà). Si sonda il terreno per Stellar Nilsson, ala destra della nazionale svedese (richiesta 25 milioni scesi poi a 18), mentre viene offerto l’ungherese Nagy, cresciuto nelle file del Vasas di Budapest, ma da due anni militante della società francese “Sport rèunis” di Colmar, anch’esso ala destra. Dopo due provini, uno effettuato a Pontedera, l’altro a Modena, è l’ungherese il prescelto; forse il fatto di costar meno (12 milioni) influì sulla decisione dei dirigenti viola. Anche la Fiorentina aveva così il suo straniero.

Il migliore acquisto doveva però rivelarsi un semisconosciuto giocatore della serie B: per tanti anni (dieci campionati interi come giocatore, diversi altri come allenatore) costituirà uno dei punti di forza della squadra viola e una delle sue bandiere più significative.

Proveniente dal Pisa, entrava infatti a far parte della squadra viola il lombardo Chiappella. Ingaggiato come mezz’ala, troverà, per geniale intuito di Ferrero, il suo naturale posto come mediano laterale a cominciare proprio da questo campionato. Altri acquisti di quest’anno: l’ala sinistra Dalla Torre dal Genova, l’ala destra Giusti dalla Lucchese, la mezz’ala destra Beltrandi dall’Imolese e l’ala sinistra Basile dal Grosseto. Ceduti: Furiassi alla Lazio, Marchetti e Avanzolini alla Lucchese, Zoppellari al Pisa.

Con questi quadri pertanto la Fiorentina si apprestava a disputare il campionato 1949-50: portieri – Costagliola, Grandi, Grazzini; terzini – Eliani, Cervato, Battisti, Martini, Bruni; mediani – Acconcia, Magli, Rosetta, Meucci, Torrini, Viciani, Canali; attaccanti – Pandolfini, Chiappella, Galassi, Sperotto, Giusti, Nagy, Beltrandi, Biagioli, Mancini, Basile.

Le bizze di Rosetta

Per la sua prima partita precampionato la Fiorentina era invitata a Fiuggi per inaugurare il nuovo stadio. L’avversaria era stata messa insieme con giocatori facenti parte di diverse società minori del Basso Lazio. La mattina stabilita per il trasferimento in pullman verso la città termale, titolari e riserve si ritrovano allo stadio. Manca Rosetta. Si dubita di un contrattempo: regolarmente infatti il novarese aveva definito l’ingaggio coi dirigenti e aveva firmato il contratto. Rosetta invece ha preso il treno, diretto a Novara. Cos’era successo? Il taciturno centromediano aveva cambiato parere e la sera precedente aveva fatto ulteriori richieste di ordine finanziario ai dirigenti, che giustamente l’avevano respinte. Ma non era questa, forse, la vera ragione. Contemporaneamente infatti rimbalzava sulle colonne dei giornali la notizia che fra il giocatore e il Milan, alla disperata ricerca di un terzino, fosse intercorso un tacito accordo, e che l’ulteriore richiesta fatta da Rosetta ai dirigenti viola altro non fosse che un mascheramento delle reali intenzioni del novarese. Qualora fosse accaduto, sarebbe stato il secondo Rosetta del calcio italiano a creare un clamoroso scandalo. Nella quiete di Novara, ragionando a mente fredda, Rosetta capiva di ver sbagliato. Puntualmente la settimana dopo rientrava nei ranghi e si metteva a completa disposizione di Ferrero.

Il campionato dominato dagli stranieri.

Juventus, Milan, Inter: questi i tre nomi che tutti quanti indicavano. Una lotta in famiglia fra le grandi del nord, con la speranza che qualcuna si inserisse fra loro a ravvivare il campionato. Più che una lotta fra italiani, questo campionato si presentava come una lotta fra stranieri di nazionalità diverse. J. Hanse, Praest, Martino nella Juventus; Wilkers, Nyers I, Basso nell’Inter; Gren, Nordhal, Liedholm nel Milan. Saranno questi i nomi che polarizzeranno l’interesse di questo campionato. Tutti comunque degli autentici fuoriclasse, tutti, ancor più, degli autentici professionisti. La lezione di stile, di costume, di serietà che essi lasceranno, non sarà più ripetuta da coloro che in seguito li hanno seguiti (fatte le debite eccezioni di Schiaffino, di Julhino e di qualche altro): una lezione che i nostri giovani calciatori di oggi farebbero bene a ricordare, meditare ed imitare se vorranno davvero entrare nel numero dei giocatori “di classe”. Stile, onestà, serietà professionale: questa per noi è “la classe”.

Italo Acconcia – Sarà l’ultimo anno in viola del bruno abruzzese. A metà campionato il suo ruolo sarà preso da Chiappella. (Archivio Foto Locchi)

Proprio contro la Juventus la Fiorentina era chiamata a sostenere il suo primo incontro di campionato a Torino. Sconfitta senza attenuanti. Un cinque a due: indiscutibile dimostrazione di una supremazia chiaramente espressa attraverso un gioco scintillante, illuminato dalla superba prestazione di J. Hansen, che metteva a segno ben trereti. In quella prima giornata di campionato, dei 34 gol segnati, ben 13 portavano la firma di giocatori stranieri; ben 25, su cento attaccanti schierati dalle 20 squadre in lizza, non parlavano la nostra lingua!

Dopo la Juve, la “grande Juve” “la squadra materasso” di quest’anno: il Venezia. Cinque volte il povero Gigi Griffanti doveva chinarsi a raccogliere il pallone in rete; giocando in maglia viola, mai, sul prato del Comunale, ne aveva presi tanti. Difficile si presentava invece la trasferta di Trieste. Le previsioni non erano errate: solo all’89’ infatti, con una splendida rovesciata, Galassi riusciva a battere Vitti e a pareggiare così la rete di Zorzin.

Fiorentina-Roma costituì per Galassi il suo show personale. Nella rabberciatissima difesa giallorossa, il perugino passò come e quando volle segnando quattro gol all’esterrefatto e impotente Albani.

Dai tempi di Petrone – scriveva Pegolotti sulla Nazione – la Fiorentina non aveva avuto più un uomo-cannone simile”. Il gol della Roma, è bene farlo rilevare, era segnato da Bacci. Si era comprato per 12 milioni Nagy, che ancora non aveva giocato, e si era rifiutato Bacci, il peretolino, per poche centinaia di migliaia di lire. Quattro anni dopo però, la Fiorentina (more solito) l’acquisterà per una barca di milioni.

Debutta l’ungherese

Ferrero decideva il debutto di Nagy a Bari. Un debutto senza infamia e senza lode in una partita piuttosto scorbutica, che la Fiorentina, rimasta in dieci per l’espulsione di Magli, pescato dall’arbitro Poggipollini nell’atto di rifilare un calcio di ritorsione all’ala destra barese, concludeva sconfitta col minimo scarto. Una sconfitta comunque accettabile, date le circostanze, e che non incideva sul morale della squadra pronta ad affrontare la domenica successiva la grande Inter sul terreno del Comunale.

Tra le quindici e le diciassette di ieri – scriveva Pegolotti – ogni ‘tifoso’ viola è cresciuto di un chilo. La Fiorentina volava via come una palla di schioppo, era un piacere vederla. E poiché i gongolanti erano almeno 40.000 tra i 45.000 spettatori, le tribune e le gradinate hanno corso il rischio di crollare per l’improvviso aumento di peso… L’Internazionale che non può essere davvero classificata una squadra ‘materasso’ come il Venezia, ha fatto su per giù la figura di quella. Il punteggio non rivela abbastanza tutta la superiorità dei gigliati, superiorità schiacciante in ogni senso”.

Pandolfini e Lrenzi, due toscani completamente diversi e pur tanto bravi, posano per i fotografi prima della partita Fiorentina-Inter (4-2) del 16 ottobre 1949. (Archio Foto Locchi)

Eppure scorrendo la formazione neroazzurra scesa in campo a Firenze, di nomi illustri ne troviamo! Franzosi, Fattori, Giovannini, Achilli (che Pegolotti definiva “questo fico secco dalle gambe di merlo”), Armano, Lorenzi, Amadei, Campatelli, Nyers I! Mancava è vero Wilkes, l’imprevedibile, funambolico ed inarrestabile Wilkes; questo però non giustificava la prova opaca e sconclusionata della “squadra da scudetto”. Chi veramente furoreggiava in questa partita era l’ungherese Nagy. Fosse la presenza in campo del più illustre e famoso connazionale Nyers, fosse l’orgoglio di poter finalmente dimostrare al pubblico fiorentino che le critiche piovutegli addosso dopo il suo acquisto erano premature e ingiuste, fatto sta che l’ungherese in viola sfoderava una partita veramente magistrale e contribuiva con due reti bellissime al successo della sua squadra. Entusiasmo alle stelle tra i tifosi e maggior considerazione sulla stampa specializzata per questa Fiorentina.

La sconfitta di Como però gettava molta acqua sul fuoco dell’entusiasmo e delle illusioni. Il solito aspetto bifronte della Fiorentina tornava a manifestarsi: grande in casa; impacciata, inconcludente e priva di mordente in trasferta. La vittoria tra le mura amiche contro il Bologna riconfermava la regola; quella in trasferta con la Lucchese, la domenica successiva, la sfatava. Questa partita costituiva per la squadra e per i tifosi la possibilità di cancellare il quattro a zero umiliante del campionato scorso. E mentre i giocatori l’affrontavano con determinazione i tifosi da parte loro rispondevano con una mobilitazione generale. La rivincita fu perentoria. “La Fiorentina è apparsa la padrona quasi incontrastata del campo – è il solito Pegolotti che scrive -. Anche i ciechi se ne sono accorti. Perduto ogni ritegno, le falangi degli spettatori viola (che rappresentavano circa la metà della folla contenuta nello stadio) erano in piedi negli ultimi minuti di gioco a gridare ‘quattro, quattr’. Volevano il quarto gol per rendere la famosa ‘pariglia’”.

Dopo il magiaro, il tedesco

Il giovedì antecedente alla partita di Lucca, allo Stadio Comunale provava per la Fiorentina un giocatore tedesco, che poco tempo prima era stato incluso nella rosa dei candidati a rivestire la maglia del “resto del mondo” contro l’Inghilterra: Ludwig Janda. Proveniva dalle file del “Muenchen 1860” di Monaco di Baviera e prima di provare a Firenze aveva provato per il Padova. Ottima la prova, ma troppo alte (20 milioni) le richieste per i dirigenti patavini. A Firenze l’arrivo e la prova di Janda suscitava l’ennesimo scontro tra la Società Sportiva e l’Anonima: la prima favorevole all’ingaggio, la seconda contraria. La polemica interna sfociava in alcune prese di posizione sulla stampa cittadina. L’Anonima alla fine si decideva per il sì, non senza prima aver messo in guardia i soci della Sportiva delle difficoltà inerenti il tesseramento del tedesco. La Germania infatti era fuori dalla F.I.F.A. e avrebbe dovuto subire ancora un anno di sospensione prima di essere riammessa in seno all’organizzazione mondiale calcistica. Passeranno infatti quasi due mesi, prima che il giocatore possa avere il nulla osta.

Anche a Firenze dunque, la mania dello straniero ad ogni costo aveva preso decisamente il sopravvento. L’esterofilia aveva ormai contagiato tutti: dirigenti, pubblico e stampa. Proprio in quei giorni se ne aveva una conferma. A Salsomaggiore si riuniva il Congresso delle Leghe. Ne approfittavano diverse società per chiedere l’autorizzazione a tesserare un quarto straniero. A questo punto però i giocatori italiani minacciano uno sciopero ad oltranza. Il Congresso, vista la mala parata, decide di rimandare alla prossima sessione ogni decisione in merito, confermando la validità dell’art. 46 delle Carte Federali: tre soli gli stranieri tesserabili. Il buonsenso, anche se motivato da interessi particolari, questa volta prevaleva.

Continuando nell’alternare successi interni a sconfitte esterne, la Fiorentina dopo avere battuto chiaramente il Padova al Comunale, perdeva le due successive partite esterne col Genoa e col Milan.

La partita internazionale che si disputava a Londra il 30 novembre interrompeva il campionato. Con una formazione messa insieme con elementi del Milan (uno), del Torino (due), della Juventus (cinque, tra cui l’argentino Martino) e dell’Inter (tre), gli azzurri resistevano per 75’ alla pressione inglese. I bianchi riuscivano ad avere ragione dell’accanita difesa azzurra solo nell’ultimo quarto d’ora, lasciando però intravedere quel lento e fatale declino che si manifesterà in pieno otto mesi più tardi ai campionati del Mondo di Rio de Janiero (cui prenderanno parte per la prima volta nella loro storia). Subita infatti la più cocente delle sconfitte da parte degli Stati Uniti, saranno battuti anche dalla Spagna senza riuscire a passare neppure gli ottavi di finale (come noi, del resto).

La ripresa del campionato offriva alla Fiorentina due partite interne. Due vittorie ne erano il risultato; striminzito il primo contro l’Atalanta, più sostanzioso il secondo contro il Novara. Cosa rara nella storia di qualsiasi campionato italiano e non, si aveva in questa partita la concessione di due calci di rigore in un minuto; ed ambedue, cosa ancor più rara, a favore dei viola. A decretarli: l’arbitro Bernardi; a realizzarli: Sergio Cervato. A Roma con la Lazio e a Torino col Torino, la Fiorentina sembrava aver trovato l’equilibrio tra partite interne ed esterne. Riusciva infatti a conquistare due pareggi; quello sul Torino, se non fosse intervenuto un calcio di rigore proprio allo scadere della partita, sarebbe stato addirittura una vittoria.

Debutta Janda

Il 23 dicembre arriva il nulla osta per il tedesco. Il giorno di S. Stefano, ospite il Palermo, lo stadio si affollava per vedere all’opera il nuovo straniero di cui tutti dicevano mirabilia. Anche se l’esordio non fu fortunato per il risultato (prima squadra del campionato a portarsi via un punto dal Comunale era proprio il Palermo), il tedesco metteva in mostra una chiara visione di gioco, una padronanza assoluta della palla e un tiro al volo veramente formidabile. Tre suoi tiri sfioravano come bolidi i pali della rete difesa da Masci. Cervato poi sbagliava il suo primo calcio di rigore.

Avvicinandosi il 31 dicembre, ultimo giorno per i tesseramenti, si ritornò a parlare con insistenza del terzo straniero per la Fiorentina. Si fecero i nomi di Seebach e Frandsen, due danesi che si erano messi in mostra alle Olimpiadi di Londra. L’ultimo dell’anno giungeva senza che nulla si concludesse; per buona sorte della Fiorentina gli stranieri restavano solo due.

A Genova contro la Sampdoria, si registrava il primo gol di Janda e la prima partita come laterale di Chiappella. Se il primo può essere ricordato solo per la cronaca, il secondo ha invece un’importanza fondamentale. Il sestetto, su cui si impernierà la squadra dello scudetto viola, cominciava a delinearsi. Cervato, che si stava affermando come uno dei più dotati terzini del campionato, Rosetta e Chiappella cominciano a formare quella cerniera difensiva che tante squadre ci invidieranno e che per invidia battezzeranno come il “blocco dei brocchi”.

Col pareggio conseguito a Genova, la Fiorentina era alla sua seta partita consecutiva senza sconfitte; la serie continuerà fino a dodici; il tredici le porterà sfortuna: cadrà a Milano contro l’Inter. Con la vittoria interna sulla Pro Patria si chiudeva il girone d’andata. Janda si vedeva complimentato dall’allenatore dei bustocchi, per il meraviglioso gol messo a segno con queste parole: “Avevo sempre creduto che questi gol li sapessi fare solo io”; l’allenatore dei tigrotti era Meazza.

Un rigore … da infarto

15 gennaio 1950 – Fiorentina-Juventus – Parola nel suo do di petto: la rovesciata volante. (Archivio Foto Locchi)

Pubblico pagante 47.257 – presente 55.000; incassom 30.500.000 Un’ora prima della partita è cessata la vendita dei biglietti”.

E’ questo il biglietto da visita della grande Juventus al Comunale: l’ancora “grande “ signora del calcio itliano (“vecchia” lo diventerà in seguito). Per di più è la capolista che comincia a perdere qualche colpo, e sente da vicino l’ansimare del diavolo rossonero che cerca di raggiungerla. Si trova di fronte una squadra che non conosce sconfitta da otto domeniche e che in tutto il girone d’andata sul proprio campo ha ceduto un solo punto, gettando via l’occasione di un calcio di rigore (col Palermo). Anche lei usufruisce di questa grazia e si porta via un punto. Sarà Cervato a graziarla, quel Cervato di cui il giorno dopo scriveva Pozzo “ …sta, sviluppando, nei suoi scatti e nei suoi interventi, tendenze che ricordano il povero Maroso per la loro semplicità e per il loro nitore”. A quattro minuti dalla fine scende Janda palla al piede entra in area di rigore affiancato a Manente. Sta per scoccare il tiro: Manente lo butta giù senza tanti complimenti.. Bernardi non ha dubbi: fischio e indice puntato sul dischetto del rigore. Il rigorista designato è Janda. Ma quello ancora intronato non se la sente. Ferrero indica Cervato. Pubblico in piedi e silenzio di tomba. Rincorsa e pam … fuori!

15 gennaio 1950 – Fiorentina-Juventus 0-0 – 41′ del secondo tempo. Il grido dell’immensa folla rimane strozzato in gola: Cervato ha sbagliato il rigore. (Archivio Foto Locchi)

L’urlo strozzato in gola della folla, la disperazione di Cervato, i salti di gioia dei bianconeri: un caleidoscopio di sensazioni e di emozioni indescrivibile; questo è il più bel gioco del mondo!

Per niente demoralizzata dal mezzo insuccesso, la Fiorentina va a vincere a Venezia, piega in casa la Triestina, pareggia a Roma con la Roma, liquida autorevolmente il Bari a Firenze. Salgono a 12 le partite consecutive senza sconfitta.

A Milano però, contro l’Inter, la Fiorentina deve abbassar bandiera. Priva di Lorenzi, ma questa volta con Wilkes in campo, la squadra nerazzurra si impone autorevolmente sui gigliati. A conferma che dopo una serie positiva al primo insuccesso ne fa seguito immediatamente un altro, la Fiorentina perde la domenica successiva anche l’inviolabilità del Comunale. A vincervi è il Como da dieci giornate incapace di vincere una partita; a siglare il gol della vittoria comasca il centravanti Meroni zio del povero Gigi Meroni recentemente scomparso in così tragica maniera. La serie negativa continua a Bologna, s’interrompe con la vittoria interna sulla Lucchese, prosegue a Padova, dove si registra un punteggio piuttosto insolito per una partita in trasferta (4 a 3). Si giunge così alla partita interna contro l’altra grande, il Milan, che sul campo del Comunale chiedeva strada libera per l’inseguimento alla Juventus. Dove la Juventus era riuscita (non per suo merito) a pareggiare, il Milan invece passa. Senza entusiasmare, è vero, ma dimostrando una quadratura e una capacità di adattamento al gioco dell’avversario, degne di una squadra di rango.

Partiti all’attacco, i rossoneri andavano in vantaggio con Nordhal su perfetta triangolazione Gren-Nordhal-Burini-Nordhal al 21’ del primo tempo. Subivano, sia pure con orgasmo, la controffensiva viola dal 21’ al 75’, e una volta raggiunti ritornavano all’attacco nell’ultimo quarto d’ora segnando altre due reti. “E’ stata la più strana delle partite – scriveva Pegolotti. Tutto sommato il Milan ha visto un bel mondo. Un po’ (anzi molto) per sfortuna, un po’ per vizio tattico, la grande offensiva fiorentina si è risolta in un pugno di mosche. Ed alla fine, passata la bufera che li aveva palesemente sconvolti, i rossoneri sono tornati alla ribalta vibrando i colpi decisivi”. La sconfitta lasciava l segno. Altre due sconfitte si venivano ad aggiungere a questa: a Bergamo e a Novara. La possibilità di un terzo posto naufragava definitivamente. Rimaneva quella per il quarto. Anche questo però veniva compromesso col pareggio interno con la Lazio, diretta antagonista della squadra viola per la quarta poltrona. A nulla valevano le vittorie successive col Torino a Firenze, col Palermo in terra siciliana e con la Sampdoria ancora a Firenze, perché nella decisiva ultima partita di campionato, contro la Pro Patria a Busto Arsizio, la Fiorentina veniva nettamente battuta concludendo così il suo campionato al quinto posto.

Era questo, dopo il terzo posto del 34-35 e il quarto del 40-41, il miglior piazzamento ottenuto nella seri A dalla compagine viola. “Il campionato della Fiorentina – scriveva Goggioli – è stato, forse, un piccolo capolavoro di preparazione tecnica e atletica, il cui merito, com’è ovvio, va aggiudicato per la maggior parte a Ferrero, che ha saputo manovrare l’”undici viola” senza mai farlo arenare sulle secche di una crisi”.

La Juventus vinceva il suo ottavo scudetto, seguita da Milan e Inter. Uno strascico penoso si aveva per la retrocessione. Sotto inchiesta veniva posta la Roma per una serie di partite, e per un arbitraggio addirittura scandaloso verificatosi in occasione della partita Roma-Novara, autore il fiorentino Pera. La Lega ordinava la ripetizione della partita; la C.A.F. invece la omologava, suscitando l’impressione di imposizioni politiche, subite in favore della squadra della capitale. Nel campionato prossimo neppure queste però riusciranno a salvare la Roma dalla serie B!

Date – Formazioni – Arbitri – Marcatori – Classifica finale

TORINO, 11 settembre 1949 – JUVENTUS – FIORENTINA 5 – 2 (2–0)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Acconcia, Rosetta, Magli, Giusti, Chiappella, Galassi, Pandolfini, Dalla Torre.

JUVENTUS: Viola, Bertuccelli, Manente, Mari, Parola, Piccinini, Muccinelli, Martino, Boniperti, J. Hansen, Praest.

ARBITRO: Marchetti di Milano.

GOALS: Boniperti (J.), Martino (J.), Dalla Torre (F.), Hansen 3 (J.), Giusti rigore (F.).

FIRENZE, 18 settembre 1949 – FIORENTINA – VENEZIA 5 – 0 (2-0)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Acconcia, Rosetta, Magli, Giusti, Chiappella, Galassi, Pandolfini, Dalla Torre.

VENEZIA: Griffanti, Ferron, Pischianz, Castigliani, Lucchi, Ottogalli, Vaccari, Massagrande, Bercarich, Nicolich, Degano.

ARBITRO: Lo Cascio di Palermo.

GOALS: Dalla Torre (F.), Pandolfini 2 (F.), Galassi 2 (F.).

TRIESTE, 25 settembre 1949 – TRIESTINA – FIORENTINA 1 – 1 (0-0)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Meucci, Rosetta, Magli, Giusti, Sperotto, Galassi, Pandolfini, Dalla Torre.

TRIESTINA: Vitti, Zorzin, Blason, Grosso, Sessa, Giannini, Rossetti, Trevisan, Ispiro, Petagna, Begni.

ARBITRO: Canavesio di Torino.

GOALS: Zorzin (T.), Galassi (F.).

FIRENZE, 2 ottobre 1949 – FIORENTINA – ROMA 4 – 1 (3-0

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Acconcia, Rosetta, Magli, Giusti, Chiappella, Galassi, Pandolfini, Dalla Torre.

ROMA: Albani, Maestrelli, ferri, Valle, Gambini, Venturi, Tontodonati, Spartano, Zecca, Bacci, Lucchesi.

ARBITRO: Carpani di Milano.

GOALS: Galassi 4 (F.), Bacci (R.).

BARI, 9 ottobre 1949 – BARI – FIORENTINA 1 – 0 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Acconcia, Rosetta, Magli, Nagy, Sperotto, Galassi, Pandolfini, Dalla Torre.

BARI: Visco, Pietrasanta, Stellin, Sassatin, Carlini, Isetto, Bonini, Sentimenti V, Stradella, Voros, Fabian.

ARBITRO: Poggipollini di Ferrara.

GOAL: Voros (B.).

FIRENZE, 16 ottobre 1949 – FIORENTINA – INTER 4 – 2 (2-1)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Acconcia, Rosetta, Magli, Nagy, Sperotto, Galassi, Pandolfini, Dalla Torre.

INTER: Franzosi, Guaita, Pian, Fattori, Giovannini, Achilli, Armano, Lorenzi, Amadei, Campatelli, Nyers.

ARBITRO: Bellè di Venezia.

GOALS: Nyers (I.), Galssi (F.), Pandolfini (F.), Nagy 2 (F.), Amadei (I.).

COMO. 20 ottobre 1949 – COMO – FIORENTINA 4 – 1 (2-1)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Acconcia, Rosetta, Magli, Nagy, Sperotto, Galassi, Pandolfini, Dalla Torre.

COMO: Cardani, Travia, Pedroni, Maronati, Bosco, Pinardi, Migliorini, Badiali, Grandi, Stua, Dossi.

ARBITRO: Dattilo di Roma.

GOALS: Ghiandi 2 (C.), Badiali (C.), Galassi (F.), Migliorini (C.).

FIRENZE, 24 ottobre 1949 – FIORENTINA – BOLOGNA 3 – 0 (2-0)

FIORENTINA: Costagliola, Meucci, Cervato, Torrini, Rosetta, Magli, Nagy, Sperotto, Galassi, Pandolfini, Dalla Torre.

BOLOGNA: Vanz, Giovannini, Ballacci, Bernicchi, Mezzadri, Marchi, Mike, Cervellati, Tacconi, Gritti, Taiti.

ARBITRO: Bertolio di Torino.

GOALS: Dalla Torre (F.), Nagy (F.), Galassi (F.).

LUCCA, 30 OTTOBRE 1949 – FIORENTINA – LUCCHESE 3 – 1 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Meucci, Rosetta, Magli, Nagy, Chiappella, Galassi, Pandolfini, Dalla Torre.

LUCCHESE: Geatti, Caprili, Padaluzzi, Rossellini, Ferrario, Scarpato, Cattaneo, Valcareggi, Mazza, Lenci, Onorato.

ARBITRO: Carpani di Milano.

GOALS: Giusti 2 (1 su rigore) (F.), Mazza (L.), Nagy (F.).

FIRENZE, 6 novembre 1949 – FIORENTINA – PADOVA 3 – 0 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Meucci, Rosetta, Magli, Nagy, Chiappella, Galassi, Pandolfini, Giusti.

PADOVA: Romano, Sforzin, Zanon, Celio, Quadri, Matè, Vitali, Curti, Checchetti, Novello, Prunecchi.

ARBITRO: Gamba di Napoli.

GOALS: Galassi (F.), Nagy (F.), Giusti su rigore (F.).

GENOVA, 13 novembre 1949 – GENOA – FIORENTINA 2 – 0 (2-0)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Meucci, Rosetta, Magli, Nagy, Chiappella, Galassi, Pandolfini, Giusti.

GENOA: Gualazzi, Pellicari, Becattini, Tortarolo, Cattani, Bergamo, Boyè, Alarcon, Aballay, Formentin, Dante.

ARBITRO: Bellè di Venezia.

GOALS: Alarcon (G.), Boyè (G.).

MILANO, 20 novembre 1949 – MILAN – FIORENTINA 4 – 1 (2-1)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Meucci, Rosetta, Magli, Nagy, Chiappella, Galassi, Pandolfini, Sperotto.

MILAN: Bardelli, Belloni, Foglia, Annovazzi, Tognon, De Grandi, Santagostino, Gren, Nordhal, Burini, Candiani.

ARBITRO: Gemini di Roma.

GOALS: Santagostino (M.), Pandolfini (F.), Nordhal 2 (M.), Burini (M.).

FIRENZE, 4 dicembre 1949 – FIORENTINA – ATALANTA 2 – 1 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Meucci, Rosetta, Magli, Nagy, Chiappella, Galassi, Pandolfini, Giusti.

ATALANTA: Casari, Dal Monte, Gariboldi, Malinverni, Saccavino, Angelieri, Busnelli, K. Hansen, Cervoli, Soerensen, Caprile.

ARBITRO: Bertolio di Torino.

GOALS: Pandolfini 2 (F.), Soerensen (A.).

FIRENZE, 8 dicembre 1949 – FIORENTINA – NOVARA 5 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Meucci, Rosetta, Magli, Nagy, Sperotto, Galassi, Pandolfini, Beltrandi.

NOVARA: Corghi, Della Frera, De Togni, Grisanti, Galimberti, Oppezzo, Ploeger, Pombia, Oddone, Renica, Spadavecchia.

ARBITRO: Bernardi di Bologna.

GOALS: Pandlfini 2 (F.), Cervato 2 su rigore (F.), Galassi (F.).

ROMA, 11 dicembre 1949 – LAZIO – FIORENTINA 1 – 1 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Meucci, Rosetta, Magli, Nagy, Sperotto, Galassi, Pandolfini, Giusti.

LAZIO: Sentimenti IV, Antonazzi, Furiassi, Alzani, Remondini, Montanari, Puccinelli, Magrini, Hofling, Sentimenti III, Nyers II.

ARBITRO: Gamba di Napoli.

GOALS: Remondini (L.), Galassi (F.).

TORINO, 19 dicembre 1949 – TORINO – FIORENTINA 2 – 2 (0-0)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Meucci, Rosetta, Magli, Giusti, Pandolfini, Galassi, Sperotto, Dalla Torre.

TORINO: Moro, Bersia, Tubaro, Picchi, Nay, Gremese, Gambino, Santos, Bengtsson, Giammarinaro, Carapellese.

ARBITRO: Agnolin di Bassano del Grappa.

GOALS: Dalla Torre (F.), Cervato autogol (T.), Galassi (F.), Santos rigore (T.).

FIRENZE, 26 dicembre 1949 – FIORENTINA – PALERMO 0 – 0

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Meucci, Rosetta, Magli, Sperotto, Janda, Galassi, Pandolfini, Dalla Torre.

PALERMO: Masci, Giaroli, Boldi, Gimona, Santamaria, Lodi, Di Maso, Galli, Vycpaleck, Fuin, De Santis.

ARBITRO: Carpani di Milano.

GENOVA, 1 gennaio 1950 – SAMPDORIA – FIORENTINA 1 – 1 (0-1)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Chiappella, Rosetta, Acconcia, Nagy, Pandolfini, Janda, Sperotto, Dalla Torre.

SAMPDORIA: Bonetti, Gratton, Arrighini, Coscia, Ballico, Mannocci, Lucentini, Bassetto, Baldini, Gei, Sabbatella.

ARBITRO: Matucci di Seregno.

GOALS: Janda (F.), Sabbatella (S.).

FIRENZE, 8 gennaio 1950 – FIORENTINA – PRO PATRIA 4 – 1 (0-0)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Chiappella, Rosetta, Acconcia, Galassi, Pandolfini, Janda, Sperotto, Dalla Torre.

PRO PATRIA: Uboldi, Azimonti, Viney, Borra, Fossati, Pozzi, Toros, Guarneri, Pernigo, Barsanti, Turbeky.

ARBITRO: Boffardi di Genova.

GOALS: Janda 2 (1 su rigore) (F.), Galassi (F.), Sperotto (F.), Pozzi (P.).

FIRENZE, 15 gennaio 1950 – FIORENTINA – JUVENTUS 0 – 0

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Nagy, Janda, Galassi, Sperotto, Pandolfini.

JUVENTUS: Viola, Bertuccelli, Manente, Mari, Parola, Piccinini, Boniperti, Martino, Vivolo, J. Hansen, Praest.

ARBITRO: Bernardi di Bologna.

VENEZIA, 22 gennaio 1950 – FIORENTINA – VENEZIA 2 – 1 (0-1)

FIORENTINA: Grandi, Eliani, Giusti, Chiappella, Rosetta, Acconcia, Galassi, Pandolfini, Janda, Sperotto, Dalla Torre.

VENEZIA: Fioravanti, Ferron, Sandron, Presca, Lucchi, Leducq, Nordio, Nicolich, Bercarich, Scanselli, Degano.

ARBITRO: Silvano di Torino.

GOALS: Galassi (F.), Della Torre (F.), Degano (V.).

FIRENZE, 29 gennaio 1950 – FIORENTINA – TRIESTINA 2 –1 (2-0)

FIORENTINA: Grandi, Eliani, Magli, Chiappella, Rosetta, Acconcia, Galassi, Pandolfini, Janda, Sperotto, Dalla Torre.

TRIESTINA: Nuciari, Sessa, Zorzin, Giannini, Grosso, Begni, Rossetti, Trevisan, Pison, Ispiro, Boscolo.

ARBITRO: Savio di Torino.

GOALS: Dalla Torre (F.), Pandolfini (F.), Pison (T.).

ROMA, 5 febbraio 1950 – ROMA – FIORENTINA 1 – 1 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Acconcia, Rosetta, Magli, Pandolfini, Chiappella, Galassi, Sperotto, Dalla Torre.

ROMA: Risorti, Andreoli, Maestrelli, Spartano, Tre Re, Venturi, Lucchesi, Zecca, Tontodonati, Bacci, Pesaola.

ARBITRO: Agnolin di Bassano del Grappa.

GOALS: Spartano (R.), Dalla Torre (F.).

FIRENZE, 12 febbraio 1950 – FIORENTINA – BARI 3 – 0 (2-0)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Sperotto, Janda, Galassi, Pandolfini, Dalla Torre.

BARI: Pipan, Sentimenti V, Stellin, Canonico, carlini, Zoppellari, Bonini, Sarosi III, Stradella, Cassani, fabian.

ARBITRO: Pieri di Trieste.

GOLAS: Dalla Torre (F.), Galassi 2 (F.).

MILANO, 19 febbraio 1950 – INTER – FIORENTINA 4 – 2 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Chiappella, Rosetta, Meucci, Sperotto Janda, Galassi, Pandolfini, Giusti.

INTER: Soldan, Giovannini, Miglioli, Fattori, Basso, Achilli, Armano, Wilkes, Amadei, Campattili, Nyers I.

ARBITRO: Gamba di Napoli.

GOALS: Amadei (I;9, Nyers (I.), Wilkes (I.), Giusti rigore (F.), Galassi (F.), Armano (I.).

FIRENZE, 23 febbraio 1950 – COMO – FIORENTINA 1 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Chiappella, Rosetta, Acconcia, Nagy, Janda, Galassi, Pandolfini, Sperotto.

COMO: Cardani, Lovagnini, Pedroni, Maronati, Bosco, Pinardi, Migliorini, Rabitti, Meroni, Stua, Valli.

ARBITRO: Scotto di Savona.

GOAL: Meroni (C.).

BOLOGNA, 26 febbraio 1950 – BOLOGNA – FIORENTINA 2 – 1 (2-1)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Chiappella, Canali, Torrin, Giusti, Pandolfini, Galassi, Sperotto, Janda.

BOLOGNA: Boccardi, Giovannini, Ballacci, Marchi, Mezzadri, Jensen, Tacconi, Bernicchi, Cervellati, Cappello, Mattucci.

ARBITRO: Bertolio di Torino.

GOALS: Janda (F.), Cervellati (B.), Cappello (B.).

FIRENZE, 2 marzo 1950 – FIORENTINA – LUCCHESE 2 – 0 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Janda, Pandolfini, Galassi, Sperotto, Dalla Torre.

LUCCHESE: Zoppi, Toppan, Padaluzzi, Avanzolini, Ferrario, Scarpato, Cattaneo, Valcareggi, Kincses, Mazza, Onorato.

ARBITRO: Bernardi di Bologna.

GOALS: Janda (F.), Sperotto (F.).

PADOVA, 19 marzo 1950 – FIORENTINA – PADOVA 4 – 3 (3-2)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Janda, Pandolfini, Galassi, Sperotto, Dalla Torre.

PADOVA: Luisetto, Sforzin, Fuchs, Matè, Quadri, Zanon, Vitali, Curti, Novello, Celio, Prunecchi.

ARBITRO: Gamba di Napoli.

GOALS: Vitali (P.), Janda (F.), Prunecchi (P.), Sperotto (F.), Dalla Torre (F.), Novello (P.), Galassi rigore (F.).

FIRENZE, 26 marzo 1950 – FIORENTINA – GENOA 1 – 1 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Janda, Pandolfini, Galassi, Sperotto, Dalla Torre.

GENOA: Gualazzi, Pellicari, Becattini, Castelli, Cattni, Fusari, Koenig, Formentin, Aballay, Alarcon, Magni.

ARBITRO: Longagnani di Modena.

GOALS: Koenig (G.), Janda 2 (F.), Galassi (F.).

FIRENZE, 10 aprile 1950– MILAN – FIORENTINA 3 – 1 (0-0)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Janda, Pandolfini, Galassi, Sperotto, Dalla Torre.

MILAN: Buffon, Belloni, Foglia, Annovazzi, Tognon, Bonomi, Santagostino, Gren, Nordhal, Burini.

ARBITRO: Galeati di Bologna.

GOALS: Nordhal (M.), Sperotto (F.), Liedholm (M.), Burini (M.).

BERGAMO, 16 aprile 1949 – ATALANTA – FIORENTINA 3 – 2 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Janda, Pandolfini, Galassi, Sperotto, Dalla Torre.

ATALANTA: Casari, Dal Monte, Gariboldi, Staccavino, Nordhal I, Angeleri, Randon K. Hansen, Cergoli, Soerensen, Caprile.

ARBITRO: Boffardi di Genova.

GOALS: Soerensen (A.), Pandolfini (F.), Caprile 2 (A.), Janda (F.).

NOVARA, 23 aprile 1950 – NOVARA – FIORENTINA 3 – 0 (3-0)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Chiappella, Magli, Acconcia, Janda, Pandolfini, Galassi, Sperotto, Dalla Torre.

NOVARA: Corghi, Della Frera, De Togni, Mainardi, Molina II, Oppezzo, Ploeger, Piola, Renica, Alberico, Ferraris II.

ARBITRO: Gamba di Napoli.

GOALS: Renica 2 (N.), Ploeger (N.).

FIRENZE, 1 maggio 1950 – FIORENTINA – LAZIO 2 – 2 (2-1)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Janda, Pandolfini, Galassi, Sperotto, Dalla Torre.

LAZIO: Sentimenti IV, Piacentini, Furiassi, Alzani, Antonazzi, Sentimenti III, Puccinelli, Magrini, Hofling, Flamini, Penzo.

ARBITRO: Silvano di Torino.

GOALS: Janda (F.), Penzo (L.), Pandolfini (F.), Sentimenti III (L.).

FIRENZE, 7 maggio 1950 – FIORENTINA – TORINO 4 – 1 (2-0)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Janda, Pandolfini, Galassi, Sperotto, Dalla Torre.

TORINO: Moro, Depetrini, Motto, Giraudo, Grava, Cremese, Giuliano, Frizzi, Bengtsson, Santos, Carapellese.

ARBITRO:

GOALS: Galassi (F.), Sperotto 2 (F.), Santos (T.), Pandolfini rigore (F.).

PALERMO, 14 maggio 1950 – FIORENTINA – PALERMO 1 – 0 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Janda, Pandolfini, Galassi, Sperotto, Dalla Torre.

PALERMO: Masci, Giaroli, Boldi, Fuin, Milani, Moretti, Marzani, Galli, Vyckpalek, Lodi, De Santis.

ARBITRO: Buratti di Milano.

GOAL: Galassi (F.).

FIRENZE, 21 maggio 1950 – FIORENTINA – SAMPDORIA 4 – 1 (2-1)

FIORENTINA: Costagliola, Eliani, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Pandolfini, Beltrandi, Galassi, Sperotto, Dalla Torre.

SAMPDORIA: Lusetti, La Penna, Arrighini, Bertani, Ballico, Coscia, Rebuzzi, Bassetto, Baldini, Gei, Pruzzo.

ARBITRO: Agnolin di Bassano del Grappa.

GOALS: Bassetto (S.), Galassi (F.), Pandolfini 2 rigori (F.), Sperotto (F.).

BUSTO ARSIZIO, 28 maggio 1950 – PRO PATRIA – FIORENTINA 3 – 0 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magli, Cervato, Chiappella, Rosetta, Acconcia, Pandolfini, Beltrandi, Galassi, Sperotto, Dalla Torre.

PRO PATRIA: Uboldi, Azimonti, Viney, Borra, Fossati, Martini, Guarneri, Turconi, Antoniotti, Barsanti, Toros.

ARBITRO: Savio di Torino.

GOALS: Toros, Guarneri, Antoniotti (P.P).

La Juventus è campione d’Italia. Bari e Venezia retrocedono in Serie B.

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