Storia dell’A.C. Fiorentina

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di LORENZO MAGINI – 21° puntata

tratto dall’originale stampato nel n° 3 Anno III di Alé Fiorentina del Novembre 1967

Il calcio italiano dopo la guerra

Dopo vent’anni dalla loro ultima assemblea democratica, le società di calcio si riunivano a Firenze il 14 e 15 maggio del 1946, per discutere e tentare di risolvere i tanti problemi che la guerra aveva gettato sul tappeto. Le vecchie strutture fasciste vennero sostituite da un Consiglio Federale cui spettavano la nomina del Commissario Tecnico della Nazionale e la nomina della Commissione Tecnica con funzioni di soprintendenza del patrimonio tecnico nazionale.

A presiedere il Consiglio Federale venne eletto Ottorino Barassi affiancato da due vice presidenti eletti nelle persone di Mauro e di Novo, ai quali si aggiungeva un segretario, scelto nella persona di Valentini. La scelta di Barassi e Mauro non fu davvero felice: troppe erano state le collusioni col passato dei due personaggi. Specialmente di Mauro, il quale già nel primo congresso tenuto al Lussemburgo dalla F.I.F.A., aveva dovuto, per il suo passato fascista, rinunciare alla carica della vicepresidenza della Federazione Mondiale, per consentire all’Italia di rientrare in seno all’organizzazione, dalla quale venivano escluse invece Germania e Giappone. Nell’assemblea di Firenze furono anche stabiliti i quadri delle squadre partecipanti al campionato italiano 1946-47. Abolita la divisione tra nord e sud si ritornò al girone unico della serie A, mentre si stabiliva in tre gironi la serie B, e si completavano i quadri con gli innumerevoli gironi a carattere regionale per la serie C. Venti erano le squadre partecipanti alla serie A, 64 quelle della B, 256 quelle della C: 340 squadre! Era il boom del calcio.

Eppure la guerra aveva impedito l’affluire nei quadri del calcio italiano delle leve di almeno quattro-cinque stagioni! Ma “la sfrenata voglia dei circensi – come giustamente scriveva allora Gianni Brera – succeduta ai tremori della guerra, ha creato situazioni paradossali nel calcio italiano. Tutti i centri di qualche migliaio di anime vogliono e vorrebbero lo squadrone. Magari gli manca la fognatura, ma i circensi chi li potrebbe negare ai poveri elettori? E il tale imbroglione che ha fatto i soldi con la borsa nera, ha forse un mezzo migliore per rendersi popolare e inserirsi nella buona società borghese del natio borgo? Ancora, quel tale compromesso politicante cosa gli importa di sacrificare qualche svanzica per rimettersi in circolo? Nasce così la società di calcio sballata sul piano economico, non meno di quelle compagnie teatrali che si improvvisano per la foia di un mecenate”.

Per ovviare alla mancanza di giocatori di una certa classe, le società maggiori si trovarono d’accordo nell’assemblea di Firenze per l’autorizzazione al tesseramento di due giocatori provenienti da Federazione straniera. Privi com’erano di esperienza e concretezza i dirigenti si misero alla ricerca di uomini nuovi con criteri talvolta ottusi e pellegrini che non deve meravigliarci se tra quella legione straniera giunta in Italia alla ricerca del paese del bengodi, numerosi furono i bidoni, classiche bufale e brenne ronzinanti delle quali mai si era in grado di accertare l’età precisa.

Il rinsanguamento delle file calcistiche con l’immissione delle nuove leve italiane veniva in tal modo reso inoperante; amaramente questo nodo sarebbe venuto al pettine tre anni dopo quando la tragedia di Superga avrebbe distrutto l’ossatura della nostra squadra nazionale.

I ventenni purtroppo sono ormai un ricorso periodico nella nostra storia. Nel 1926 la non mai troppo deprecata Carta di Viareggio aveva consegnato lo sport calcistico nelle mani del fascismo; nel 1946 la democrazia societaria del calcio, con un empirismo qualunquistico tipicamente all’italiana, gettava le basi di un fallimento tecnico che doveva condurci alle varie eliminazioni quadriennali dalla Coppa del Mondo, aprendo contemporaneamente la strada a quel fallimento finanziario (13 miliardi e mezzo!) per cui nel 1966 si sarebbe dovuto ricorrere alla trasformazione delle Società Sportive in Società per Azioni per evitare la bancarotta!

Lungimiranza, costanza, umiltà e pazienza: virtù purtroppo sconosciute nel mondo del calcio italiano (e non soltanto in quello!).

Comincia la sequela dei presidenti.

Il ritorno alla normalità aveva creato nella Fiorentina una gravissima situazione organizzativa. Uomini come Ridolfi non si sostituivano facilmente. Paganelli dopo la costituzione della nuova società si dimetteva dalla presidenza, anche perché ben più gravi mansioni politiche nel frattempo gli erano state affidate. Nuovo presidente veniva eletto Igino Cassi, l’industriale vinicolo, che animato dalle migliori intenzioni si accinse a formare i quadri della squadra per il prossimo campionato. L’unico capitale che aveva la Fiorentina era il suo organico di atleti. Per mettere insieme una squadra rinnovata ed efficiente fu necessario ricorrere alle vendite dei pezzi più richiesti. Griffanti veniva ceduto al Venezia per avere in cambio quell’Eberle, che supposto un campione doveva poi rivelarsi come una delle più clamorose delusioni.

Menti tornava al Torino a ricomporre il quintetto delle meraviglie; lo sostituiva nel ruolo il vicentino Marchetti che certamente non lo valeva. Altri nuovi acquisti erano Lamberti, proveniente anch’esso dal Venezia, Semoli dal Siena, Badiali dalla Sampdoria, Bortoletto dal Vicenza. A questi si aggiungevano i ritorni alla società viola di quei giocatori che l’anno precedente avevano ottenuto dalla federazione il permesso di potersi schierare nelle file delle società sportive in cui avevano la residenza: Furiassi, Chiodi, Bollano, Gregorin e Suppi. A sostituire Bigogno passato al Milan, veniva ingaggiato come allenatore Guido Ara che già era stato alle dipendenze della società viola dal 34 al 37 e che più di ogni altro aveva saputo portare la Fiorentina vicinissima alla conquista dello scudetto (campionato 34-35). Con questi effettivi Ara si preparava al campionato: Eberle, Romoli, portieri; Eliani, Furiassi, Piccardi, terzini; Lamberti, Avanzolini, Magli, Rallo, Chiodi, mediani; Marchetti, Gritti, Gei, Badiali, Suppi, Bollano, Gregorin, Della Rosa, Bortoletto, attaccanti.

L’allenatore Ara.

Prime delusioni.

L’inizio del campionato non fu davvero brillante. Pareggiata la prima partita interna con l’Internazionale (che aveva riassunto il suo vecchio nome prefascista), sconfitta a Genova dalla Sampdoria col minimo scarto di gol (segnato dall’ex Baldini), pareggiato a fatica l’incontro di campanile col Livorno allo Stadio comunale, Ara correva ai ripari togliendo di squadra Eberle al quale in verità dovevano accollarsi gli insuccessi finora subiti.

La formazione del Campionato 1946-47.

Ne prendeva il posto l’anziano Romoli, l’ex portiere delle Signe che sfortunatamente faceva il suo debutto in maglia viola proprio a Torino con la Juventus, nelle cui file già militavano i due boemi Vicksalek e Korostolev. Fu una sconfitta per 3 a 1 nonostante che i viola fossero andati in vantaggio per primi con Gritti. Più amara fu però la sconfitta subita successivamente a Firenze dal Modena: anche in questa occasione nonostante il vantaggio iniziale (segnava Bollano a 15 secondi dall’inizio), i viola non riuscivano ad opporsi alla rimonta dei canarini, forti in difesa con Remondini, Braglia, Malinverni e Neri e pericolosi all’attacco con Zecca Brighenti I e Del Medico. Dopo cinque partite disputate la Fiorentina era in coda alla classifica con soli due punti! La vittoria sulla Triestina rialzava un po’ il morale della squadra che però a Venezia subiva ancora una secca sconfitta. A risollevare gli animi dei tifosi giunsero quanto mai opportune le vittorie interne con l’Alessandria e col Vicenza: quest’ultima piuttosto consistente nel punteggio. Ma a Brescia, nelle cui file militavano due ex viola (Perazzolo e Penzo), la sconfitta, sebbene limitata nel punteggio, tornò puntuale. Dopo dieci partite disputate la situazione non era davvero delle più rosee: 8 punti in classifica; 15 gol segnati e 17 subiti. Sebbene l’attacco facesse più che dignitosamente il suo dovere era la difesa che incassava troppe reti. Era proprio l’impegno dell’attacco e il suo continuo segnare (solo in tre partite era rimasto all’asciutto: Sampdoria, Venezia e Brescia) che lasciavano sempre aperta la porta alla speranza di un futuro migliore. Questa speranza prendeva maggior consistenza con le due vittorie interne a seguire contro l’Atalanta, anch’essa già in possesso dei due stranieri (Kincses e Olajkar), e contro la Lazio: incontro questo che metteva in luce il centrattacco Gregorin autore di due delle quattro reti messe a segno. Anche nella partita di Torino Gregorin metteva a segno le due reti viola contro i granata campioni d’Italia; purtroppo però Mazzola e compagni ne mettevano a segno 6, mentre Magli completava il clamoroso punteggio passivo con una autorete che fin dai primi minuti di gioco apriva la via al successo granata. Ancora sotto lo shock di questo diluvio di reti la Fiorentina chiudeva l’anno 1946 a Roma contro i giallorossi subendovi l’ennesima sconfitta.

L’anno nuovo si apriva con la vittoria sul Napoli. Fuoco di paglia. Le sconfitte ripresero il loro corso immediatamente: col Milan in casa, a Genova, a Bari, a Milano con l’Inter, a Livorno, a Modena; a romper il monotono susseguirsi si erano avuti solo il pareggio interno col Bologna e le due vittorie sulla Sampdoria e sulla Juventus al Comunale.

Il portiere Eberle.

La situazione precipitava. L’incubo della retrocessione aleggiava pauroso su dirigenti, giocatori e soprattutto sui tifosi che ad un certo momento scoraggiati e delusi cominciarono ad abbandonare la propria squadra. Anche nei quadri dirigenziali della società si andava creando una situazione quanto mai precaria. Privi di capitali, con incassi che ogni domenica s andavano sempre più rarefacendosi, condurre avanti la società diventava un problema sempre più arduo e insolubile.

Una certa reazione nei giocatori si notava nella partita di Trieste finita in un pareggio: la Triestina però dobbiamo tener conto era ormai in serie B!

Milioni, milioni, milioni ….

Il 30 marzo, per la prima volta, al campionato di calcio si abbinava un concorso pronostici. Ne aveva ottenuto la gestione una società privata (S.I.S.A.L.), forse perché il governo non aveva afferrato l’importanza della faccenda. Anche negli anni passati si era tentato di introdurre un concorso pronostici. Una proposta del genere infatti era stata avanzata fin dal 1932 sotto la presidenza federale di Arpinati, che considerandola cagionevole, e non a torto, alla moralità dello sport l’aveva respinta recisamente. Il concorso si svolse inizialmente su dodici partite, con pagamento dei premi ai vincitori con dodici punti; la quota iniziale fu di 30 lire. Dopo i tredici concorsi del 1946 e tutti quelli relativi alle partite del campionato 1946-47, la gestione del concorso pronostici passò direttamente al C.O.N.I. ed assunse il nome di Totocalcio. Da più parti si gridò allo scandalo. “Occorre riconoscere tuttavia – scrive Antonio Ghirelli nella sua Storia del Calcio Italiano edita da Einaudi – che l’influenza negativa di un tale turbinio di miliardi va riferita piuttosto al pubblico che non agli sportivi militanti.

L’esperienza ha dimostrato che non è possibile influire delittuosamente sul risultato delle tredici partite comprese nella “scheda”, per cui in nessun modo gli atleti vengono in contatto col denaro delle scommesse. E’ vero, purtroppo, che il vizio del gioco d’azzardo ha contribuito ad avvicinare al foot-ball un pubblico impreparato e insincero e a diffondere la concezione dello sport come fonte di guadagni iperbolici. E’ vero, altresì, che l’autosufficienza conseguita dal C.O.N.I. in materia finanziaria ha sollevato lo Stato da troppi obblighi di natura etica e materiale, sottovalutandosi in tal modo il contenuto sociale, igienico, pedagogico che è pure inerente alla pratica sportiva di una nazione civile”. Infatti se da una parte le possibilità del Totocalcio hanno permesso al C.O.N.I. di fare elargire dallo Stato alla F.I.G.C. i miliardi necessari al salvamento dalla bancarotta, non si può negare che la trasformazione delle società sportive in Società per azioni, imposta dalla F.I.G.C. a salvaguardia dei mutui concessi, ha tolto allo sport qualsiasi contenuto etico, pedagogico e sociale.

A titolo di curiosità la prima schedina della Sisal fu la seguente (tra parentesi i risultati): Lazio-Livorno (1), Milan-Atalanta (X), Fiorentina-Venezia (X), Torino-Inter (1), Brescia-Roma (1), Triestina-Napoli (1), Genoa-Sampdoria (2), Modena-Bologna (1), Vicenza- Alessandria (1), Bari-Juventus (2), Lucchese-Padova (annullata), Terni-Salerno (X9, Como-Vercelli (1).

Quello stesso giorno la Fiorentina incontrava allo Stadio Comunale il Venezia. Il “Palio dei poveri” intitolava il suo servizio Beppe Pegolotti sulla Nazione Italiana, che dopo le ben note vicende del sequestro era tornata ad uscire quattro giorni prima. “Il “palio dei poveri” si è svolto alla buona, tra un piovasco e un raggio di sole. Poveri si è, e poveri si rimane: viola e neroverdi cominciano oggi un’altra settimana fatta d’ansia e di incertezze, affiancati nei quartieri bassi della classifica. Dice, l’esigente: “La partita ha offerto poco per non dire nulla”. Non è vero: ha offerto quel che poteva offrire, date le premesse … Ognuno dà ciò che ha. Anche il valzer della povera gente è fatto di niente”. E a proposito dell’arbitro: “L’arbitro è stato divertente: si è vestito della classica giacchetta nera di alpagas, poi lo si è visto in camicia bianca, infine in un impermeabile rosa. Forse lo ha fatto per distrarre la gente annoiata. Ha fischiato molto, anche per svegliare chi dormiva. Lodevoli intenzioni. E’ già qualche cosa”. L’arbitro era Bertolio. Ne riparleremo in seguito.

Il portiere Romoli.

Ad Alessandria a 12’ minuti dal termine la Fiorentina vedeva svanire il sogno della sua prima vittoria esterna. Per fermare Lustha lanciato a rete Furiassi ricorreva ad un abbraccio non troppo … fraterno. Rava, incaricato del tiro dagli undici metri, faceva secco Romoli e la Fiorentina doveva accontentarsi del pareggio, che tutto considerato, data la critica situazione della squadra, era un brodino davvero ristoratore. Quel pareggio infatti le permetteva di distanziare, sia pure di un solo punto l Venezia, che a sua volta precedeva in classifica Brescia e Triestina, e di affiancarsi a Lazio e Inter (!) con 22 punti. Tenendo conto che appena al di sopra di queste squadre si trovavano la Roma con 23, l’Alessandria con 24, Livorno e Genoa con 25, l’Atalanta con 26, le partite che ancora rimanevano da disputare rivestivano un aspetto davvero drammatico per i viola: Per questo a Vicenza si lottò allo spasimo per tentare di rimanere imbattuti: e se l’arbitro Silvano non ci avesse messo lo zampino fischiando un fuorigioco inesistente sul gol messo a segno da Gritti al 6’ della ripresa la Fiorentina avrebbe portato a casa un punto sacrosantemente guadagnato. Neppure “Mitraglia”, un partigiano di S. Giovanni Valdarno, che già per la partita con l’Alessandria era fuggito dall’ospedale di Torino ove era ricoverato per recarsi al seguito dei viola, e nuovamente fuggito dallo stesso ospedale si era recato a Vicenza al seguito della squadra, era riuscito a portar loro fortuna.

La partita della domenica successiva col Brescia rivestiva per i viola un’importanza capitale. A renderla più facile del previsto una volta tanto ci pensava l’arbitro Zelocchi; prima infatti negava ai bresciani un rigore per mano di Piccardi in area grande come una casa (e si era sull’1 a 1), poi, per non correre rischi, convalidava il terzo gol dei viola non rilevando il nettissimo fuorigioco di Bollano. Rara avis … specialmente di quei tempi! La domenica successiva, 27 aprile, i fiorentini si rifacevano la bocca per la partita internazionale Italia-Svizzera. I giocatori azzurri scesi in campo appartenevano tutti a formazioni torinesi e il Torino veniva promosso in maglia azzurra per 9 undicesimi: solo il portiere (Sentimenti IV) e il centromediano (Parola) appartenevano ai cugini bianconeri. Nei confronti della partita del 22 ottobre 1933 a Budapest era questa volta il Torino invece della Juventus a dare alla nazionale 9 giocatori; per la prima volta però si aveva in nazionale il debutto dell’intera linea d’attacco di una squadra di club. Su quel terreno che gli aveva dato la notorietà, Meo Menti metteva a segno una tripletta memorabile mandando in visibilio i 60.000 fiorentini presenti, che mai come in quell’anno l’avrebbero voluto ancora in maglia viola.

A Bergamo, benché in dieci per un infortunio a Piccardi, solo un calcio di rigore decretato con magnanimità dall’arbitro Agnolin negava alla Fiorentina la vittoria. Quel punto comunque serviva a tenere a due punti di distanza il Venezia, che contro il Milan a Sant’Elena non riusciva neppure lui ad andare oltre il pareggio. Mentre gli azzurri si preparavano alla successiva partita con l’Ungheria a Torino, in un incontro disputato a Montecatini fra anziani e goliardi, cadeva fulminato da sincope il “leone di Highbury”: Attilio Ferraris, che con Bernardini, ancora sulla breccia nelle file dell’Alba, era stato senz’altro il prodotto più significativo del calcio romano. Come già precedentemente Calligaris, anche Ferraris IV moriva su un campo di gioco: sulla breccia come nei romanzi eroici, come il famoso “campione” di Wallace Beery. Dopo la partita con l’Ungheria a Torino, nella quale si ripeteva a distanza di 16 anni l’identica soluzione dell’incontro del 13 dicembre 1931 (3 a 2), e con il gol della vittoria azzurra segnato al 44’ del secondo tempo ad opera di Loik come già aveva fatto Cesarini nel 1931, la ripresa del campionato vedeva la Fiorentina sul campo della Lazio. “Notte fonda” e “buio pesto” definiva quella partita sulla Nazione del lunedì il nostro Pegolotti. Rimasti in nove, per la Fiorentina fu davvero notte fonda, resa ancor più fonda dall’arbitro Gamba che ripetendo l’errore dell’anno precedente fatto dal collega Carpani negava ai viola un gol ricacciato fuori dalla rete da Giubilo.

Bandiera a mezz’asta.

Contro il Torino ormai lanciato verso la conquista dello scudetto per i viola non ci fu nulla da fare al Comunale. Nonostante un premio partita di 100.000 mila lire a testa promesso ai giocatori viola per il semplice pareggio, quattro gol, uno più bello dell’altro finirono nella rete di Eberle. 44 minuti era durata la resistenza dei viola, poi una volta passato in vantaggio il Torino con la rete di Ferraris, la ripresa fu tutto un monologo dei granata. Lo scoraggiamento dei tifosi era inequivocabilmente espresso dal gesto di uno di loro, che salito su una delle aste che sorreggono le bandiere tutto intorno alle gradinate di maratona, ne abbassava una viola mettendola a mezz’asta. “Situazione difficile – commentava Pozzo – quella della Fiorentina. Per evitare la caduta in B che la simpatia per l’ambiente indurrebbe quasi a definire “calamità”, la squadra che fruisce del più bel terreno di gioco di tutta Italia, è ridotta quasi a vivere delle disgrazie altrui, e sperare che ad altri vada peggio che a essa. Non vale recriminare. Quand’è così, vi è una sola cosa da fare: fondersi in un blocco solo, sfruttare al meglio i mezzi tecnici che si posseggono, rimboccarsi le maniche lottare da uomini. Da uomini di sport e di carattere. Per poter prendere le mosse verso un avvenire migliore. Il che è nei voti: non fosse che per la riconoscenza di colore azzurro”.

Per fortuna della Fiorentina le squadre che la seguivano in classifica non sapevano approfittare della situazione, cosicché anche il seguente pareggio interno con la Roma permetteva ai viola di sperare ancora nella salvezza.

Lotta disperata

Rimboccandosi davvero le maniche e lottando con una generosità senza fine, con un finale di campionato senza sconfitte i viola riuscivano a rimanere in A. Imbattuti a Napoli, e a Milano, pareggiando nella drammatica partita interna col Genoa di cui diremo sotto e vincendo col Bari sempre a Firenze, conquistando infine il punto della salvezza proprio nell’ultima partita di campionato giocata a Bologna il 6 luglio.

Calci all’arbitro e spari … in aria

La partita col Genoa poco mancò non segnasse la definitiva condanna dei viola. Quel signor Bertolio di cui sopra diceva Pegolotti, dopo aver diretto quasi tutta la partita in maniera più o meno passabile, espellendo fra l’altro anche un giocatore per parte (Rallo e Verdeal), a due minuti dal termine della partita annullava alla Fiorentina il gol della vittoria. “Ci fu un traversone da destra – è Pegolotti che scrive – e la palla colpì la traversa rimbalzando verso il limite dell’area di rigore. Piccardi ancora contrariato dal fatto di avere la responsabilità del pareggio di Chizzo, era là in agguato. Prese davvero la palla al balzo, facendo tesoro dell’occasione di riabilitarsi che gli si presentava. Partì dal suo piede una stangata bassa che tagliò la selva di gambe in ridda davanti alla porta e finì in rete. Era la vittoria, era l’allontanarsi della condanna alla retrocessione. Ma l’arbitro non convalidò il punto. Il suo fischietto aveva trillato proprio mentre il pallone compiva la rapida traiettoria. Perché? Nessuno aveva udito il fischio e nessuno riusciva a capire. Un fuorigioco, aveva rilevato il direttore di gara. Ci fosse o non ci fosse (la mischia era fitta ed è difficile giudicare) bisogna tener conto che il pallone era stato rimesso in gioco dal palo: non esiste fuorigioco in tal caso”. Nonostante tutto la partita finì regolarmente. Non appena però l’arbitro dette il segnale di chiusura, una trentina di persone, che negli ultimi minuti si erano fatte scivolare giù dalle reti di protezione, si lanciarono all’inseguimento del direttore di gara mentre si avviava, protetto dai dirigenti della Fiorentina e da alcuni giocatori, verso l’imbocco del sottopassaggio. Un calcio lo raggiunse mentre imboccava il sottopassaggio. L’incidente, sembrava esaurirsi. Senonché, presi dall’ira, i tifosi più accesi cercarono di sfogarsi sui giocatori del Genoa che ancora non avevano raggiunto il sottopassaggio. Il portiere Cardani fu tempestato di pugni; Bonistalli, inseguito da una folla inferocita attraverso gran parte del campo, fu sottoposta a una gragnuola di calci e di pugni finché Piccardi, dopo essere riuscito a farsi largo fra quegli energumeni menando botte da orbi, non riusciva a prendere il malcapitato giocatore e a ricondurlo sotto la sua protezione negli spogliatoi. Non potendosela rifare con altri, questi tifosi si rivolsero allora contro carabinieri e celere che nel frattempo avevano messo mano agli sfollagente; alcuni spari in aria echeggiarono per lo stadio.

Squallida giornata, compendio di un altrettanto squallido campionato!

(Foto dall’album di Aldo Polidori)

Date – Formazioni – Arbitri – Marcatori – Classifica finale

FIRENZE, 22 settembre 1946 – FIORENTINA – INTER 3 – 3 (0–0)

FIORENTINA: Eberle, Eliani, Piccardi, Lamberti, Avanzolini, Chiodi, Marchetti, Badiali, Gregorin,, Gritti, Bollano.

INTER: Franzosi, Marchi, Passalacqua, Cominelli, Milani, Campatelli, Azzarini, Muci, Caccia, Achilli, Celani.

ARBITRO: Gleati di Bologna.

GOALS: Azzarini (I.), Caccia (I.), Gritti (F.), Badiali (F.), Muci (I.), Marchetti (F.).

GENOVA, 29 settembre 1946 – SAMPDORIA – FIORENTINA 1 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Eberle, Eliani, Furiassi, Lamberti, Avanzolini, Gei, Marchetti, Badiali, Gregorin,, Gritti, Bollano.

SAMPDORIA: Lusetti, Pischianz, Zorzi, Bovoli, Fattori, Gramaglia, Fabbri, Bassetto, baldini, Fiorini, Frugali.

ARBITRO: Dattilo di Roma.

GOAL: Baldini (S.).

FIRENZE, 6 ottobre 1946 – FIORENTINA – LIVORNO 2 – 2 (1-1)

FIORENTINA: Eberle, Eliani, Furiassi, Lamberti, Avanzolini, Rallo, Marchetti, Badiali, Bollano, Gritti, Suppi.

LIVORNO: Merlo, Soldani, Lovagnini, Mannocci, Capaccioli, Stua, Degano, Taccola, Racchis, Picchi, Grassi.

ARBITRO: Camiolo di Milano.

GOALS: Raccis (L.), Suppi (F.), Badiali (F.), Picchi (L.).

TORINO, 13 ottobre 1946 – JUVENTUS – FIORENTINA 3 – 1 (0-1)

FIORENTINA: Romoli, Eliani, Furiassi, Lamberti, Avanzolini, Rallo, Marchetti, Badiali, Bollano, Gritti, Suppi.

JUVENTUS: Sentimenti IV, Foni, Varglien II, Depetrini, Parola, Locatelli, Sentimenti III, Vickpalek, Piola, Candiani, Korostolev.

ARBITRO: Zilli di Reggio Emilia.

GOALS: Gritti (F.), Sentimenti III (J.), Candiani 2 (J.) 1 su rigore.

FIRENZE, 20 ottobre 1946 – MODENA – FIORENTINA 2 – 1 (1-1)

FIORENTINA: Romoli, Eliani, Furiassi, Lamberti, Avanzolini, Rallo, Marchetti, Badiali, Bollano, Gritti, Suppi.

MODENA: Corghi, Remondini, Braglia, Malinverni, Neri, Stefanini, Romani, Brighenti, Zecca, Cassani, Del Medico.

ARBITRO: Bertolio di Torino.

GOALS: Bollano (F.), Remondini (M.), Del Medico (M.).

FIRENZE, 27 ottobre 1946 – FIORENTINA – TRIESTINA 2 – 1 (2-0)

FIORENTINA: Romoli, Eliani, Furiassi, Rallo, Avanzolini, Chiodi, Bollano, Bortoletto, Gei, Gritti, Suppi.

TRIESTINA: Striuli, Antonini, Gratton, Codnig, Zorzin, Radio, Zanolla, Mlacher, Rossetti, Bergamasco, Milli.

ARBITRO: Dellarole di Vercelli.

GOALS: Gei (F.), Gritti (F.), Milli (T.).

VENEZIA, 3 novembre 1946 – VENEZIA – FIORENTINA 3 – 0 (1-0)

FIORENTINA: Romoli, Eliani, Furiassi, Rallo, Avanzolini, Chiodi, Bollano, Bortoletto, Gei, Gritti, Suppi.

VENEZIA: Benussi, Bellesini, Di Gennaro, Sgobbi, Puppo, Trentin, Dante, Novello, Pernigo, Corbelli, Ottino.

ARBITRO: Silvano di Torino.

GOALS: Ottino 2 (V.), Pernigo (V.).

FIRENZE, 9 novembre 1946– FIORENTINA – ALESSANDRIA 2 – 0 (2-0)

FIORENTINA: Romoli, Eliani, Furiassi, Chiodi, Avanzolini, Rallo, Bollano, Bortoletto, Gei, Gritti, Suppi.

ALESSANDRIA: Bodoira, Borgogno, Pietrasanta, Bertoni II, Rava, Tortarolo, Rosso, Bassi, Albertelli, Coscia, Lustha.

ARBITRO: Vannini di Bologna.

GOALS: Gei 2 (F.).

FIRENZE, 17 novembre 1946 – FIORENTINA – VICENZA 4 – 1 (3-0)

FIORENTINA: Romoli, Eliani, Piccardi, Chiodi, Avanzolini, Rallo, Marchetti, Bortoletto, Gregorin, Gei, Bollano.

VICENZA: Romano, Parena, Foscarini, Grosso, Santagiuliana, Sandroni, Cadei, Conti II, Quaresima, Carraro, Rebuzzi.

ARBITRO: Codeluppi di Lodi.

GOALS: Marchetti (F.), Piccardi (F.), Chiodi (F.), Carrara autogol (F.), Rebuzzi (V.).

BRESCIA, 25 novembre 1946 – BRESCIA – FIORENTINA 1 – 0 (1-0)

FIORENTINA: Romoli, Eliani, Piccardi, Chiodi, Avanzolini, Semoli, Marchetti, Bortoletto, Gregorin, Gei, Suppi.

BRESCIA: Sacchetti, Messora, Paolini, Perazzolo, Merzoni, Albini, Defilippis, Bertoni I, Penzo, Bulgarelli, Rebuzzi.

ARBITRO: Bellé di Venezia.

GOAL: Bertoni I (B.).

FIRENZE, 8 dicembre 1946 – FIORENTINA – ATALANTA 1 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Romoli, Eliani, Piccardi, Chiodi, Avanzolini, Rallo, Bollano, Badiali, Gregorin, Bortoletto, Suppi.

ATALANTA: Casari, Gallo, Citterio, Tabanelli, Mari, Schiavi, Kincses, Olajkar, Cergoli, Todeschini, Dazzi.

ARBITRO: Scotto di Savona.

GOAL: Gregorin (F.).

FIRENZE, 15 dicembre 1946 – FIORENTINA – LAZIO 4 – 1 (3-0)

FIORENTINA: Romoli, Eliani, Piccardi, Chiodi, Avanzolini, Magli, Marchetti, Bortoletto, Gregorin, Gei, Suppi.

LAZIO: Giubilo, Cassano, Carton, Brunetti, Sessa, Gualtieri, Puccinelli, Magrini, Koenig, Ispiro, De Andreis.

ARBITRO: Silvano di Torino.

GOALS: Gregorin 2 (F.), Chiodi (F.), Magrini (L.), Bortoletto (F.).

TORINO, 22 dicembre 1946 – TORINO – FIORENTINA 7 – 2 (4-1)

FIORENTINA: Romoli, Eliani, Piccardi, Lamberti, Avanzolini, Magli, Marchetti, Bortoletto, Gregorin, Gei, Suppi.

TORINO: Piani, Ballarin, Maroso, Castigliano, Rigamonti, Grezar, Ossola, Loik, Gabetto, Mazzola, Ferraris II.

ARBITRO: Galeati di Bologna.

GOALS: Magli (autogol), Mazzola (T.), Gregorin 2 (F.) Ossola 2 (T.), Gabetto (T.), Loik (T.).

ROMA, 29 dicembre 1946 – ROMA – FIORENTINA 2 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Romoli, Eliani, Piccardi, Chiodi, Avanzolini, Magli, Marchetti, Bortoletto, Gregorin, Gei, Suppi.

ROMA: Risorti, Brunella, Andreoli, Jacobini, Salar, Schiavetti, Krieziu, Renica, Amadei, Di Paola, Ferrari.

ARBITRO: Bertolio di Torino.

GOALS: Amadei (R.), Ferrari (R.).

FIRENZE, 5 gennaio 1947 – FIORENTINA- NAPOLI 1 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Romoli, Eliani, Piccardi, Chiodi, Avanzolini, Magli, Bollano, Bortoletto, Gei, Badiali, Suppi.

NAPOLI: Sentimenti II, Pretto, Berra, Di Costanzo, Andreolo, Rosi, Busani, Ganelli, Di Benedetti, Verrina, Barbieri.

ARBITRO: Bonivento.

GOAL: Badiali (F.).

FIRENZE, 12 gennaio 1947 – MILAN – FIORENTINA 2 – 0 (1-0)

FIORENTINA: Romoli, Eliani, Piccardi, Chiodi, Avanzolini, Magli, Bollano, Bortoletto, Gregorin, Gei, Suppi.

MILAN: Busani, Clocchiatti, Battaia, Bonomi, Foglia, Tognon, Antonini, Annovazzi, Puricelli, Tosolini, Carapellese.

ARBITRO: Gamba di Napoli.

GOALS: Carapellese (M.), Annovazzi (M.), Puricelli (M.).

GENOVA, 19 gennaio 1947 – GENOA -FIORENTINA 5 – 0 (3-0)

FIORENTINA: Romoli, Eliani, Piccardi, Lamberti, Avanzolini, Magli, Marchetti, Bortoletto, Gregorin, Della Rosa, Suppi.

GENOA: Cardani, Cappellini, Becattini, Cattani, Sardelli, Bergamo, Vitali, Trevisan, Bonistalli, Verdeal, Della Torre.

ARBITRO: Fois.

GOALS: Verdeal 4 (G.), Trevisan (G.).

BARI, 26 gennaio 1947 – BARI – FIORENTINA 1 – 0 (1-0)

FIORENTINA: Romoli, Eliani, Piccardi, Lamberti, Avanzolini, Magli, Bollano, Bortoletto, Gregorin, Della Rosa, Suppi.

BARI: Costagliola, Fusco, Giammarco, Carlini, Capocasale, Orlando, Cavone, Maestrelli, Tontodonati, Tavellin, Fabbri II.

ARBITRO: Gamba di Napoli.

GOAL: Tavellin (B.).

FIRENZE, 2 febbraio 1947 – FIORENTINA – BOLOGNA 0 – 0

FIORENTINA: Romoli, Eliani, Piccardi, Lamberti, Avanzolini, Magli, Bollano, Bortoletto, Gei, Della Rosa, Suppi.

BOLOGNA: Vanz, Spadoni, Ricci, Marchi, Sarosi, Marches, Bonaretti, Valcareggi, Cappello, Arcari, Taiti.

ARBITRO: Dellarole di Vercelli.

MILANO, 16 febbraio 1947 – INTER – FIORENTINA 4 – 0 (2-0)

FIORENTINA: Romoli, Eliani, Piccardi, Lamberti, Avanzolini, Magli, Bollano, Bortoletto, Badiali, Gei, Suppi.

INTER: Franzosi, Marchi, Passalacqua, Caminelli, Milani, Achilli, Neri, Muci, Meazza, Campetelli, Zapirain.

ARBITRO: Maurelli di Roma.

GOALS: Zapirain 3 (I.), Neri (I.).

FIRENZE, 23 febbraio 1947 – FIORENTINA – SAMPDORIA 2 – 1 (0-1)

FIORENTINA: Romoli, Eliani, Piccardi, Chiodi, Avanzolini, Magli, Bollano, Della Rosa, Badiali, Gei, Suppi.

SAMPDORIA: Bonetti, Piacentini, Zorzi, Fattori, Bertani, Gramaglia, Fabbri II, Fiorini, Bassetto, Barsanti, Baldini.

ARBITRO: Bellè di Venezia.

GOALS: Fiorini (S.), Suppi (F.), Badiali (F.).

LIVORNO, 2 marzo 1947 – LIVORNO – FIORENTINA 2 –1 (1-0)

FIORENTINA: Romoli, Eliani, Piccardi, Chiodi, Avanzolini, Magli, Bollano, Semoli, Badiali, Gei, Suppi.

LIVORNO: Merlo, Soldani, Braccini, Mannocci, Capaccioli, Picchi, Piana, Stua, Taccola, Raccis, Degano.

ARBITRO: Dattilo di Roma.

GOALS: Taccola (L.), Piana (L.), Suppi (F.).

FIRENZE, 9 marzo 1947 – FIORENTINA – JUVENTUS 2 – 1 (1-1)

FIORENTINA: Romoli, Furiassi, Piccardi, Chiodi, Avanzolini, Magli, Suppi, Bollano, Badiali, Gei, Eliani.

JUVENTUS: Sentimenti IV, Magni, Varglien II, Parola, Bosco, Locatelli, Sentimenti III, Pola, Astorri, Candiani, Korostolev.

ARBITRO: Vannini di Bologna.

GOALS: Korostolev (J.), Suppi (F.), Badiali (F.).

MODENA, 16 marzo 1947 – MODENA – FIORENTINA 3 – 0 (2-0)

FIORENTINA: Romoli, Furiassi, Piccardi, Chiodi, Avanzolini, Magli, Suppi, Bollano, Badiali, Gei, Eliani.

MODENA: Corghi, Remondini, Braglia, Malinverni, Neri, Stefanini, Romani, Brighenti, Zecca, Cassani, Del Medico.

ARBITRO: Orlandini di Roma.

GOALS: Zecca (M.), Brighenti (M.), Del Medico (M.).

TRIESTE, 23 marzo 1947 – TRIESTINA- FIORENTINA 1 – 1 (0-0)

FIORENTINA: Eberle, Furiassi, Piccardi, Lamberti, Avanzolini, Magli, Suppi, Bollano, Badiali, Grittii, Eliani.

TRIESTINA: Striuli, Gratton, Blason, Antonini, Radio, Presca, Bernard, Mlacher, Rossetti, Milli, Zanolla.

ARBITRO: Zelocchi di Modena.

GOALS: Mlacher (T.), Bollano rig. (F.).

FIRENZE, 30 marzo 1947 – FIORENTINA – VENEZIA 1 – 1 (0-0)

FIORENTINA: Romoli, Furiassi, Piccardi, Lamberti, Avanzolini, Magli, Bollano, Bortoletto, Badiali, Gritti, Suppi.

VENEZIA: Griffanti, Tortora, Di Gennaro, Trentin, Puppo, Bellesini, Renost, Sgobbi, Pernigo, Dante, Ottino.

ARBITRO: Bertolio di Torino.

GOALS: Suppi (F.), Dante (V.).

ALESSANDRIA, 6 aprile 1947 – ALESSANDRIA – FIORENTINA 1 – 1 (0-1)

FIORENTINA: Romoli, Furiassi, Piccardi, Lamberti, Avanzolini, Magli, Bollano, Della Rosa, Badiali, Gritti, Suppi.

ALESSANDRIA: Bodoira, Pietrasanta, Rava, Arezzi, Bertoni II, Tortarolo, Armani, Pietruzzo, Lustha, Coscia, Rosso.

ARBITRO: Galeati di Bologna.

GOALS: Della Rosa (F.), Rava rig. (A.).

VICENZA, 13 aprile 1947 – VICENZA – FIORENTINA 1 – 0 (1-0)

FIORENTINA: Romoli, Furiassi, Piccardi, Lamberti, Avanzolini, Magli, Bollano, Della Rosa, Badiali, Gritti, Suppi.

VICENZA: Romagno, Parena, Foscarini, Campana, Gross, Sandroni, Quaresima, Conti II, Sperotto, Carraro, Rebuzzi.

ARBITRO: Silvano di Torino.

GOAL: Conti II (V.).

FIRENZE, 20 aprile 1947 – FIORENTINA – BRESCIA 3 – 1 (1-1)

FIORENTINA: Romoli, Furiassi, Piccardi, Lamberti, Avanzolini, Magli, Eliani, Bollano, Badiali, Gritti, Suppi.

BRESCIA: Sacchetti, Messora, Spaggiari, Cadario, Gallea, Perazzolo, Rebuzzi II, Defilippis, Bertoni III, Bertoni I, Paolini.

ARBITRO: Zelocchi di Modena.

GOALS: Badiali (F.), Bertoni (B.), Eliani (F.), Bollano (F.).

BERGAMO, 4 maggio 1947 – ATALANTA – FIORENTINA 1 – 1 (1-1)

FIORENTINA: Eberle, Furiassi, Piccardi, Lamberti, Avanzolini, Magli, Eliani, Bollano, Badiali, Gritti, Suppi.

ATALANTA: Casari, Manente, Citterio, Meucci, Todeschini, Mari, Cergoli, Meroni, Kincses, Tabanelli, Salvi.

ARBITRO: Agnolin di Bassano del Grappa.

GOALS: Bollano (F.), Kincses rig. (A.).

ROMA, 18 maggio 1947 – LAZIO – FIORENTINA 3 – 0 (1-0)

FIORENTINA: Romoli, Furiassi, Piccardi, Eliani, Avanzolini, Magli, Marchetti, Bollano, Gregorin, Gritti, Suppi.

LAZIO: Giubilo, Cassano, Antonazzi, Alzano, Gualtieri, Ferri, Puccinelli, Magrini, Koenig, Flamini, Lombardini.

ARBITRO: Gamba di Napoli.

GOALS: Flamini 2 (L.), Lombardini (L.).

FIRENZE, 25 maggio 1947 – TORINO – FIORENTINA 4 – 0 (1-0)

FIORENTINA: Eberle, Furiassi, Piccardi, Lamberti, Avanzolini, Magli, Eliani, Bollano, Badiali, Gritti, Suppi.

TORINO: Bcigalupo, Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Ossola, Loik, Gabetto, Mazzola, Ferraris II.

ARBITRO: Zelocchi di Modena.

GOALS: Ferraris II (T.), Mazzola (T.), Castigliano (T.), Loik (T.).

FIRENZE, 1 giugno 1947 – FIORENTINA – ROMA 3 – 3 (1-1)

FIORENTINA: Romoli, Eliani, Piccardi, Lamberti, Avanzolini, Rallo, Marchetti, Gritti, Badiali, Gei, Bollano.

ROMA: Risorti, Brunella, Andreoli, Contin, Salar, Matteini, Losi, Di Paola, Amadei, Schiavetti, Krieziu.

ARBITRO: Canavesio di Torino.

GOALS: Gritti 2 (F.), Losi 2 (R.), Marchetti (F.), Amadei (R.).

NAPOLI, 8 giugno 1947 – NAPOLI – FIORENTINA 1 – 1 (1-1)

FIORENTINA: Eberle, Eliani, Piccardi, Lamberti, Avanzolini, Rallo, Marchetti, Gritti, Badiali, Gei, Bollano.

NAPOLI: Chellini, Pretto, Berra, Rosi, Andreolo, Pastore, Busani, Di Costanzo, Di Benedetti, Verrina, Barbieri.

ARBITRO: Bertolio di Torino.

GOALS: Verrina rig. (N.), Badiali (F.).

MILANO, 15 giugno 1947 – MILAN – FIORENTINA 2 – 2 (1-1)

FIORENTINA: Eberle, Eliani, Piccardi, Semoli, Avanzolini, Rallo, Marchetti, Gritti, Badiali, Gei, Bollano.

MILAN: Rossetti, Cerri, Toppan, Bonomi, Foglia, Tognon, Antonini, Annovazzi, Puricelli, Tosolini, Carapellese.

ARBITRO: Zambotto di Padova.

GOALS: Avanzolini autogol (M.), Bollano (F.), Carapellese (M.), Toppan autogol (F.).

FIRENZE, 22 giugno 1947 – FIORENTINA – GENOA 2 – 2 (1-1)

FIORENTINA: Eberle, Eliani, Piccardi, Semoli, Avanzolini, Rallo, Marchetti, Gritti, Badiali, Gei, Bollano.

GENOA: Cardani, Cappellini, Becattini, Ortega, Sardelli, Bergamo, Cattani, Chizzo, Bonistalli, Verdeal, Della Torre.

ARBITRO: Bertolio di Torino.

GOALS: Della Torre (G.), Gei (F.), Rallo (F.), Chizzo (G.).

FIRENZE, 29 giugno 1947 – FIORENTINA – BARI 2 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Eberle, Eliani, Piccardi, Rallo, Avanzolini, Magli, Marchetti, Badiali, Gei, Gritti, Bollano.

BARI: Costagliola, Pellicari, Giammarco, Maestrelli, Capocasale, Carlini, Cavone, Cavellin, Tontodonati, Orlando, Spadavecchia.

ARBITRO: Scotto di Savona.

GOALS: Magli (F.), Badiali (F.).

BOLOGNA, 6 luglio 1947 – BOLOGNA – FIORENTINA 1 – 0 (0-1)

FIORENTINA: Eberle, Eliani, Piccardi, Semoli, Avanzolini, Magli, Marchetti, Bollano, Badiali, Gritti, Suppi.

BOLOGNA: Vasirani, Giovannini, Spadoni, Bernicchi, Marchi, Ballacci, Biavati, Arcari, Cappello, Bonaretti, Taiti.

ARBITRO: Gemini di Roma.

GOALS: Bdiali (F.), Cappello (B.).

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