Storia dell’A.C. Fiorentina

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di LORENZO MAGINI – 11°puntata

tratto dall’originale stampato nel n° 1 Anno II di Alé Fiorentina del Settembre 1966

Annata indimenticabile

Durante il periodo di preparazione degli azzurri, la Fiorentina ospitava sul proprio terreno il Manchester di Londra che da pochi giorni aveva conquistato per la seconda volta consecutiva la Coppa d’Inghilterra. Il 13 maggio, alla presenza di una strabocchevole folla compresi tutti i 22 azzurri selezionati per i campionati del mondo, la squadra viola formata da Baggiani, Gazzari, Magli, Morselli (turchi), Bigogno, Neri (Morselli), Prendato, Nehadoma, Viani, Scagliotti e Biagini pareggiava per 3 a 3 con la squadra inglese scesa in campo nella formazione seguente: Swift, Dale, Barkas, Cann, Cowan, Bray, Toseland, Percival, Marchall, Heale, Wright; autori dei gol: Viani all’11’ e al 35’, Percival al 42’, Marchall al 15’ della ripresa, Scagliotti al 31’ aiutandosi chiaramente con una mano su passaggio di Prendato (e senza che gli inglesi si lasciassero andare a recriminazione alcuna contro l’arbitro!), Barkas al 37’. Bellissima partita, agonisticamente e stilisticamente attraente, nella quale l’atleta che più fece spicco fu il gigante Swift che gli italiani ricorderanno ancora 13 anni dopo scendere in campo col suo maglione giallo allo Stadio Comunale di Torino a difesa della rete dei bianchi inglesi vittoriosi sull’Italia per 4 a 0. Questo giovane portiere “un anno prima, quando il Manchester, aveva vinto per la prima volta la coppa, non aveva mai toccato una palla. Assistette dalla tribuna alla finale di Wembley, si entusiasmò, si presentò ai dirigenti, chiese occasione, tempo e possibilità di giocare. A dodici mesi di distanza, egli, difendendo la rete, aiutò il Manchester a riportare per la seconda volta il trofeo opponendosi ai violenti attacchi sferrati dal Playmouth. “Questo è talento di giovani” commentava Vittorio Pozzo. E Centauro così continuava: “Giocatore di grande coraggio e di ottima classe. Fa certi tuffi a pesce che sono un prodigio. Segue la palla con occhio vigile e pare voglia invitarla a finire nelle sue mani capaci e poderose: sembrano tenaglie volanti, di dimensioni ciclopiche per il modo e la facilità con cui si spostano nell’agguantar palloni diretti in tutte le direzioni e in tutte le posizioni”. Vedendo giocare gli inglesi gli azzurri certamente si rallegravano pensando che ai campionati prossimi che sarebbero iniziati il 27 maggio non fosse presente l’Inghilterra chiusa come al solito nel suo olimpico isolazionismo calcistico.

Campioni del mondo

Attraverso le vittorie sugli Stati Uniti a Roma, le due drammatiche partite contro la Spagna a Firenze, la vittoria sull’Austria a Milano e la finalissima con la Cecoslovacchia a Roma gli azzurri conquistavano il loro primo titolo mondiale trovando sul loro cammino tre portieri di classe immensa: Zamora, Platzer, Planicka. Fu senza dubbio quello il campionato mondiale dei portieri rimasti leggendari nella storia del calcio. A commento della vittoria azzurra Pozzo, che in gran parte ne era stato l’artefice guidando i suoi ragazzi al successo, così scriveva: “Il successo premia la serietà e la fermezza morale, lo spirito di abnegazione, la ferma volontà di un plotoncino di uomini che per degnamente difendere i colori italiani non ha esitato a segregarsi per quaranta giorni, a privarsi di tutto, a piegarsi ad ogni disciplina. Nessuna squadra nazionale mai ha fatto quello che nel periodo della preparazione hanno fatto i nostri azzurri. E’ una cosa sacrosantamente giusta che la vittoria abbia premiato le loro fatiche. Si dica quel che si vuole: nessuna cosa supera al mondo la soddisfazione del dovere compiuto con coscienza, con fede con caparbia, anche se necessario, con studio, con prudenza, con successo. E’ una soddisfazione profonda, intima, che compensa di tutto”. Quanta amarezza nel rileggere queste righe dopo 32 anni e dopo Londra!

Via col vento!

Archiviati i campionati del mondo l’interesse sportivo tornava ad accentrarsi sul campionato che quest’anno sarebbe stato a solie 16 squadre. Ad allenare la Fiorentina Ridolfi chiamava un tipico rappresentante della vecchia guardia vercellese: quell’Ara che con Milano Leone e Rampini era stato la spina dorsale della gloriosa “Pro” degli anni anteguerra e senza dubbio uno dei rappresentanti più autorevoli di quella scuola che riassumeva la sua “estetica”, come ben dice Ghirelli nella Storia del Calcio italiano, nel motto: il calcio non è sport da signorine.

Se n’era andato Ballanti, passato al Pisa ed era venuto da Padova il genovese moretti, colui che tanti anni più tardi nel lontano Mozambico doveva scoprire la perla del Benfica, Eusebio.

L’intelaiatura della squadra era rimasta quella dell’anno precedente: solo qualche giovane era stato prelevato dalle squadre toscane più vicine e tra questi Piccini dal Prato e Querci dalla Pistoiese. Altri acquisti erano stati Cerboncini, Dugini e Negro. Ara iniziava la preparazione al campionato avendo a sua disposizione questi uomini: Amoretti, Baggianti, Biagini, Bigogno, Dugini, Gringa, Magli, Mannelli, Morselli, Negro, Nehadoma, Neri, i due Pizziolo, Piccin, Prendato, Ricci, Scagliotti, Viani, Querci, Duimovich. Le partite precampionato iniziavano a Genova contro il Genoa (vittoria dei viola per 4 a 1), proseguivano a Firenze in notturna (già da allora si cominciava a capire l’utilità ai fini dello spettacolo di tali partite anche se l’impianto era quasi primordiale e impediva a diversi la visibilità in quanto disposto davanti agli spettatori e non dietro come adesso) con la Pistoiese e con la Pro Vercelli ambedue conclusesi con la vittoria dei viola; a questa faceva seguito quella col Sampierdarena persa clamorosamente per 4 a 2 e infine si concludevano con la vittoria sui bianchi dell’Austria di Vienna per 3 a 1.

La formazione della prima partita vittoriosa del campionato 1934-35 contro la Roma (4-1). Da sinistra: Prendato, Perazzolo, Morselli, Neri, Bigogno, Amoretti, Magli, Gazzari, Viani, Scagliotti, Gringa.

Il 30 settembre cominciava il campionato. Primo incontro al Berta con la Roma con la quale gli atleti viola avevano un conto in sospeso essendo stata la Roma nel campionato precedente a violare per prima il campo fiorentino. Priva di Pizziolo sostituito da Morselli, la Fiorentina rimandava a casa i giallorossi con un eloquente 4 a 1, frutto di un gioco brioso, calcolato, agonisticamente e tecnicamente sbalorditivo. “E’ così entrato nei giocatori uno spirito di squadra, che ne stimola le virtù agonistiche e ne raffina le virtù tecniche. E quali virtù! A cominciare da moretti per finire a Gringa (un giocatore quest’ultimo che si avvia prepotentemente a qualificarsi fra le vedette del calcio italiano), tutti i giocatori hanno dato in ugual misura dimostrazione di bel gioco e di sentimento di squadra” (G. Centauro).

Imbattuta a Milano coi diavoli rossoneri ove però Gringa rimaneva infortunato riportando la distorsione del braccio destro, la Fiorentina va tranquilla nella sua marcia battendo la domenica successiva la Pro Vercelli; nella successiva piegando sempre al Berta i rosanero del Palermo si appaiava in testa alla classifica con i campioni d’Italia che erano costretti al pareggio dal Torino mentre l’Ambrosiana pareggiava a Bologna.

14 ottobre 1934. Fiorentina-Pro Vercelli 1-0 – Il gol di Viani.

La Fiorentina aveva preso il volo, un volo limpido, lineare, di squadra di rango: un volo come quello di Agello che il 24 ottobre stabiliva il primato mondiale di velocità col suo Macchi-Castoldi M. 72 volando a 709,202 Km di media.

Ed a Brescia la Fiorentina rimaneva ancora imbattuta, e in testa alla classifica, affiancata però dalla Lazio che aveva battuta la Juventus mentre l’Ambrosiana era costretta ad una altro pareggio questa volta all’Arena ad opera dell’Alessandria.

Il 13 novembre i campioni del mondo si recavano a Londra per incontrarvi nel più epico e sfortunato duello calcistico sostenuto dagli azzurri coloro che si consideravano i maestri e i campioni in assoluto. Sul campo dell’Arsenal ad Highbuty l’Italia pur perdendo per 3 a 2 si confermava degna in tutto e per tutto del titolo conquistato cinque mesi prima. Sventato con una prodezza di Ceresoli un violentissimo calcio di rigore, presi tre gol in pochi minuti, perso Monti per frattura di un dito del piede destro e sostituitolo con Ferraris IV che in tale partita si conquistava l’appellativo di “leone di Highbury”, nella ripresa la squadra azzurra stringeva alle corde l’avversaria e, dopo aver trafitto per ben due volte con Meazza il portiere dei bianchi, si vedeva negare dalla sfortuna più nera il gol del pareggio. Sotto uno scrosciare di applausi, a testa alta, i campioni del mondo potevano rientrare negli spogliatoi con la coscienza a posto!

Il 18 novembre riprendeva il campionato e la Fiorentina incontrava al Berta il Napoli facendo esordire a centravanti quel Morselli che doveva costituire una lieta novità per tutta la stampa tecnica italiana. Partita da cardiopalma: in vantaggio il Napoli con un gol di Sallustro, pareggiava Scagliotti per i viola; passavano in vantaggio quest’ultimi con Nehadoma, pareggiava Vojack per il Napoli, finché al 32’ della ripresa Morselli portava definitivamente in vantaggio la sua squadra. Beppe Pegolotti, che in quell’occasione esordiva come giornalista sportivo sul Nuovo Giornale così sintetizzava i momenti esaltanti di quella partita: “sono questi i momenti che classificano una squadra. Nel turbinio dei vari colpi della sorte l’atleta ha campo di emergere o di scomparire. Per reggere in piedi e per avere la forza e il coraggio di ribellarsi, di correre come prima, di muoversi, insomma, di gridare, ci vuole un cuore robusto come una casa. E gli atleti viola oggi avevano in petto questo cuore”.

Pareggiando in casa della Roma nel derby, la Lazio lasciava sola al comando la squadra viola la quale rimaneva fra l’altro l’unica squadra imbattuta del campionato avendo l’Ambrosiana perso tale qualifica soccombendo a Torino contro la Juventus.

Attesa al varco perché imbattuta e perché capolista, la Fiorentina subiva un duro collaudo a Genova contro la Sampierdarena. Tutta la stampa era a Genova in occasione del capitombolo dei viola. Invece, sia pure a bocca amara, la stampa doveva ammettere la fulgida realtà e la legittimità della classifica. Enzo Arnaldi così commentava sulla Stampa di Torino: “Non si può parlare più di fortuna. In questa squadra c’è la stoffa dei campioni. Solo la Juventus tiene il passo ad un punto. Questa Fiorentina non è affatto un bluff: è una squadra che sa il fatto suo, equilibrata in ogni reparto, cosciente delle proprie forse, allenata alla perfezione”.

Questa legittimità veniva confermata dal risultato della domenica successiva: quattro gol al Torino. L’opera del vecchio vercellese Ara dava i suoi frutti. “Ci sono stati momenti – molti e visibili – in cui la prima linea, lasciata in disparte l’arte del ricamo e della trina, pareva voler travolgere più che passare le difese avversarie. Più impeto che stile, ma l’uno e l’altro sempre presenti tutte le volte che occorreva metterli in pratica. Questo è il buon gioco di prima linea! (G. Centauro).

Se il 4 a 0 contro il Torino aveva cominciato ad aprire gli occhi anche alla stampa più nordista, il 5 a 3 rifilato alla Lazio, che già in precedenza aveva battuto Bologna e Juventus, fece addirittura spalancare gli occhi a tutta l’Italia calcistica, anche se forse proprio questa partita sarebbe costata alla Fiorentina il suo primo scudetto. Chiuso il primo in vantaggio per 5 a 1 (!), la squadra viola perdeva in uno scontro con Blason il suo centravanti che prepotentemente si avviava in quel campionato a inserirsi tra i grandissimi centravanti italiani. “La Fiorentina, cementatasi ormai in un triennio di gare difficili e probatorie, ha dato alla sua squadra la forza vera, quella più bella: l’amore ai colori sociali, l’affiatamento morale fra i suoi atleti. A fine partita invece dei soliti salti mortali di gioia, delle immancabili capriole si son visti i giocatori fiorentini partire di corsa verso gli spogliatoi per non ritardare oltre l’abbraccio al compagno”. Ed i tifosi, che numerosissimi avevano seguito la squadra a Roma, anziché esultare amaramente commentavano “al diavolo la vittoria se deve costarci tanto!”.

Priva di Morselli sostituito da Negro si vedeva imporre il primo pareggio interno dall’Ambrosiana. La prova di Negro non era stata troppo convincente: non riusciva a capire il gioco semplice e lineare quanto tecnicamente ineccepibile di Perazzolo e Scagliotti due mezzali che si stavano affermando fra i migliori interni del campionato. Urgeva il ritorno di Viani che una lunga malattia aveva tenuto lontano dai campi di gioco. La sosta del Natale consentiva a Viani di riprendere contatto coi compagni nelle amichevoli contro i viennesi dell’Hakoak e contro la Spezia e a Livorno Garone tornava al comando della linea d’attacco viola.

Neppure la partita di campanile dell’Ardenza riusciva a fermare la marcia dei viola. Anzi, il vantaggio in classifica dopo quella partita aumentava ancora: tre punti sulla Roma, quattro sulla Juventus, sei sull’Ambrosiana. Il monopolio del nord cominciava ad impensierirsi! La volontà prepotente di Viani si manifestava principalmente la domenica successiva contro la Triestina a Firenze. Segnato il gol della vittoria, essendosi infortunato Magl, passava a difenderlo in difesa “con le sue entrate potenti, con i suoi rimandi al volo, con le sue falcate veloci. Un Viani maiuscolo, un cuore grande!”.

La prima sconfitta.

Il tredici doveva portare male alla squadra viola. A Bologna, complice l’arbitro Levrero, subiva ingiustamente la sua prima sconfitta. L’arbitro infatti convalidava il gol della vittoria bolognese nonostante che Fedullo per segnare avesse addirittura scaraventato in rete sia Amoretti che già aveva abbrancato il pallone sia Gazzari che cercava di impedire la carica dell’avanti felsineo. Pozzo però continuava a vedere la Fiorentina: “Quando il gioco poté disputarsi sul terreno della padronanza della palla, della coesione con azioni concepite con intelligenza e sviluppate con precisione, la Fiorentina impressionò. E’ una squadra equilibrata. Non grandi stelle che emergano, non forti dislivelli fra il valore di un uomo e quello di un altro. L’unità opera su linee semplici. Non vi è in essa marca di complicazioni o di coreografie inutili. Nessuno cerca di strafare. La squadra è un esempio pratico di come spesso nella vita basti comportarsi con correttezza, con precisione, con ordine, senza tentare cioè nulla di superlativo per riuscire”.

Pronta reazione dei viola e quattro gol all’Alessandria la domenica successiva ben tre delle quali, una più bella dell’altra, portavano la firma di Viani, e fine del girone di andata a Torino contro la Juventus inchiodata sullo 0 a 0 alla presenza di oltre mille fiorentini che avevano seguito la squadra nonostante l’inclemenza del tempo e la distanza. La Fiorentina era campione d’inverno!

Il girone di ritorno.

Priva di Pizziolo la Fiorentina affrontava la Roma al Testaccio e ritornava a casa imbattuta.

Il 17 febbraio il campionato veniva sospeso per le partite internazionali con la Francia A e la Francia sud-est: la prima a Roma e la seconda ad Antibes. Sia l’una che l’altra terminavano con il risultato di due a uno e sia i gol dell’una che dell’altra erano opera ambedue dei due centravanti: Meazza e Piola. Il vercellese bussava con impazienza alla porta della nazionale A. Il giorno prima, a soli 22 anni, moriva per un ascesso sub-frenico l’ala destra uruguayana dell’Ambrosiana, Frione, che per tre volte aveva rivestito la maglia azzurra.

Contro il Milan a Firenze si aveva la definitiva consacrazione di Magli. “Si è sempre detto bene di questo ragazzo – scriveva Centauro – perché in gara ha sempre sostenuto il suo ruolo con impegno e con lode. Ma oggi ha superato tutti in via assoluta. Oggi ha fatto vedere che in lui oltre alla volontà e al buon senso c’è della classe. Le sue entrate, precise, calme; il suo tener d’occhio gli uomini, la precisione nei rimandi, la percezione esatta del pericolo, la conoscenza dell’avversario, l’intuito pronto, la facilità dei ritorni, hanno costellato di gemme la sua partita. Ecco un giocatore, che per la sua perseveranza sta assumendo una spiccata personalità”.

Dopo la vittoria sul Milan, la Fiorentina subiva a Vercelli la sua seconda sconfitta e nonostante il pareggio successivo a Palermo si vedeva raggiunta in testa alla classifica dalla Juventus e con questa procedeva di pari passo anche la domenica successiva vincendo faticosamente sul Brescia (mentre la Juventus subissava di reti la Lazio).

La domenica successiva mentre al Prater di Vienna Piola, subentrato a Meazza come centravanti della nazionale A, con due frecciate micidiali batteva Platzer e sfatava in tal modo la tradizione che ci voleva sempre sconfitti a Vienna contro gli austriaci, a Livorno la mediana viola al completo rivestiva la maglia azzurra dei cadetti opponendosi a quelli austriaci.

24 marzo 1935. A Livorno: Italia B-Austria B 0-0. La mediana viola trasferita in blocca nella Nazionale B: Pizziolo, Bigogno, Neri.

Ripreso il campionato la coppia Fiorentina Juventus continua a marciare appaiata in testa alla classifica: l’una infatti pareggia a Napoli, l’altra a Milano con l’Ambrosiana. Ma la domenica successiva la Juventus piegando il Livorno passa in testa in quanto la Fiorentina è costretta al pareggio interno dal Sampierdarena per merito soprattutto di … Dattilo. Lasciamo parlare Centauro: “Il signor Dattilo – in perfetta buonafede – (caustico l’inciso!), non ha, per lo meno oggi, dimostrato di avere una precisa nozione tecnica del gioco. Dopo aver ripetutamente contraddetto i suoi segnalinee, avere espulso un giocatore senza che avesse commesso infrazione alcuna, tenuto in campo invece giocatori che meritavano senz’altro l’invio agli spogliatoi valutando in tal maniera a modo suo falli e presunti falli (ha fischiato ben 52 punizioni!), ha punito un fallo in area ai danni di Viani lanciato sul gol con un calcio piazzato fuori dell’area. Ha permesso che gli attaccanti viola venissero sistematicamente atterrati con sgambetti e con amplessi non desiderati. Anzi, l’arte dello sgambetto, una volta messa in valore dall’arbitro, è stata accettata di buon grado e praticata con profitto su tutta la linea. E’ gioco del calcio questo?”.

Sconfitta a Torino dal Torino la Fiorentina, e la Juventus a Valmaura dalla Triestina passava in testa alla classifica l’Ambrosiana.

La domenica successiva, dopo la vittoria sulla Lazio dei viola, la classifica vedeva in testa l’Ambrosiana e la Juventus con 35 punti, la Fiorentina con 34; la partita Ambrosiana-Fiorentina sarebbe ststa dunque una partita decisiva e a tutto vantaggio della Juventus. A Milano la Fiorentina riusciva a strappare un pareggio facendo rifulgere la sua saldezza morale. Priva di Gringa sostituito dal pulcino Mannelli (autore del gol), perso Viani dopo mezz’ora di gioco, punita ancora una volta col solito rigore riusciva a risalire la corrente e pareggiare con l’unica arma rimastale, il cuore, sì che Pozzo poteva commentare: “La Fiorentina è passata attraverso il fuoco di un’altra trasferta senza bruciarsi, senza vincere cioè, ma nemmeno senza perdere … Quello che piace in questa squadra è lo spirito di cooperazione, il senso di abnegazione dei singoli uomini, il cuore!”. Da questo pareggio nessun vantaggio ne veniva alla Juventus costretta al pareggio dall’Alessandria e tutto era rimandato alla domenica successiva. Questa però segnava il tracollo definitivo della squadra viola che nella partita di campanile col Livorno a Firenze subiva una sconfitta che purtroppo non doveva riuscir di vantaggio neppure al Livorno in quanto alla fine del campionato sarà costretto a retrocedere lo stesso.

28 aprile 1935. Ambrosiana-Fiorentina 1-1. Il gol del pareggio segnato dal pulcino Mannelli. Ceresoli ed Agosteo osservano il pallone entrare in rete.

Lo spirito di reazione dei viola però non era ancora domo e a Trieste la Fiorentina riusciva ancora a vincere mentre altrettanto facevano Juventus e Ambrosiana. La vittoria sul Bologna e i due pareggi di Juventus e Ambrosiana rispettivamente Milan e Sampierdarena rimettevano in discussione lo scudetto in quanto la Fiorentina si riportava ad un solo punto dalle due capoliste. Ad Alessandria la Fiorentina giocava quindi tutto il suo campionato. E come spesso succede, mancava proprio al momento cruciale. Una vittoria sul campo dei grigi avrebbe condotto le tre squadre a giocare tutto il campionato negli ultimi 90 minuti. L’ultima domenica infatti la Juventus sarebbe scesa a Firenze mentre l’Ambrosiana sarebbe andata a Roma contro la Lazio. La Juventus però giocava la sua ultima partita contro i viola avendoli distaccati già di tre punti: l’unica incognita era la condotta dell’Ambrosiana a Roma. La Fiorentina perciò non potendo più lottare per se stessa lottava nell’ultima partita per la lealtà sportiva e come l’anno prima doveva essere l’arbitra dello scudetto per i neroazzurri dell’Ambrosiana, questa volta cercando di battere la Juventus. Purtroppo la partita finì con la vittoria Juventina. E’ facile a questo punto tirare in ballo, come spesso succede, la disonestà sportiva, l’intrallazzo. La Fiorentina non aveva nulla da rimproverarsi. Pozzo che oltre essere un grandissimo commissario tecnico era anche un valente giornalista coglieva in due periodi del suo commento sul Nuovo Giornale, gli aspetti più significativi di quella partita: “Se gli incontri calcistici si decidessero sulla falsariga di quanto avviene nel pugilato, se il risultato potesse venir deciso dal numero degli attacchi che una squadra riesce a portare nei novanta minuti o dal predominio che essa esercita sull’avversario, la vittoria sarebbe stata della Fiorentina”. E nei riguardi dei vincitori: “No, si dica quel che si vuole. Il modo con cui fu ottenuta la vittoria avrà avuto l’aiuto della Provvidenza, sta bene, ma la linea di condotta dei campioni di Italia, fu quella degli uomini saggi, la vecchia linea di condotta che raramente fallisce nei momenti di responsabilità”.

Essendo stata battuta dalla Lazio l’Ambrosiana, la Juventus conquistava quindi il suo quarto scudetto consecutivo: la Fiorentina che per tanto tempo aveva accarezzato il sogno di cucirlo sulle sue maglie doveva consolarsi di partecipare alla Coppa Europa. Purtroppo, come vedremo, senza troppa fortuna.

(Foto dall’album di Aldo Polidori)

Date – Formazioni – Arbitri – Marcatori – Classifica finale

FIRENZE, 30 settembre 1934 – FIORENTINA – ROMA 4 – 1 (2–0)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Morselli, Bigogno, Neri, Prendato, Perazzolo, Viani, Scagliotti, Gringa.

ROMA: Masetti, Gadaldi, Stagnaro, Frisoni, Celestini, Tommasi, Costantino, Scopelli, Guaita, Scaramelli, Eusebio.

ARBITRO: Scorzoni.

GOALS: Perazzolo (F.), Gringa 2 (F.), Scagliotti (F.), Guaita (R.).

MILANO, 7 ottobre 1934 – MILAN – FIORENTINA 1 – 1 (1-1)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Prendato, Perazzolo, Viani, Scagliotti, Gringa.

MILAN: Bonetti, Perversi, Bonizzoni, Rigotti, Bortoletti, Cresta, Arcari, Stella, Moretti, Rossi, Silvestri.

ARBITRO: Mattea.

GOALS: Viani (F.), Rossi (M.).

FIRENZE, 14 ottobre 1934– FIORENTINA – PRO VERCELLI 1 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Prendato, Perazzolo, Viani, Scagliotti, Biagini.

PRO VERCELLI: Scansetti, Beltaro, Dellarole, Lanino, Traversa, Bigando, Santagostino, Piezzano, Borsetti, Barberis, Casalino.

ARBITRO: Scotto di Savona.

GOAL: Viani (F.).

FIRENZE, 21 ottobre 1934 – FIORENTINA – PALERMO 2 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Prendato, Perazzolo, Viani, Scagliotti, Nekadoma..

PALERMO: Provera, Faotto, Trolli, De Rosalia, Gruden, Blasevich, Castellani, Bonesini, Demanzano, Piccaluga, Antelli.

ARBITRO: Salvatori di Roma.

GOALS: Perazzolo (F.), Scagliotti (F.).

BRESCIA, 4 novembre 1934 – BRESCIA – FIORENTINA 1 – 1 (1-0)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Prendato, Perazzolo, Viani, Scagliotti, Nekadoma..

Brescia: Zampedri, Marini, Duo, Provaglio, Valenti, Braga, Reggiani, Rier, Gibrtoni, Bianchi, Correnti.

ARBITRO: Mazzarino di Roma.

GOALS: Valenti (B.), Viani (F.).

FIRENZE, 18 novembre 1934 – FIORENTINA – NAPOL 3 – 2 (0-1)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Nekadoma, Perazzolo, Morselli, Scagliotti, Gringa.

NAPOLI: Cavanna, Vincenzi, Castello, Colombari, Bedendo , Rivolta, Visentin, Vojack, Sallustro, Rossetti, Ferraris II.

ARBITRO: Mattea di Casale.

GOALS: Sallustro (N.), Scagliotti (F.), Nekadoma (F.), Vojack (N.), Morselli (F.).

GENOVA, 25 novembre 1934 – FIORENTINA – SAMPIERDARENESE 1 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Nekadoma, Perazzolo, Negr, Scagliotti, Gringa.

SAMPIERDARENESE: Venturini, Ferrero, Rigotti, Avalle, Bossi, Malatesta, Cappellini, Busini III, Comini, Poggi, Patri.

ARBITRO: Mastellari.

GOAL: Scagliotti (F.).

FIEENZE, 2 dicembre 1934 – FIORENTINA – TORINO 4 – 0 (3-0)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Nekadoma, Perazzolo, Morselli, Scagliotti, Gringa.

TORINO: Maina, Zanello, Martin II, Allasio, Janni, Prato, Spinola, Baldi II, Zaccone, Bo, Siliano.

ARBITRO: Barlassina.

GOALS: Perazzolo (F.), Gringa (F.), Nekadoma (F.), Scagliotti (F.).

ROMA, 16 dicembre 1934 – FIORENTINA – LAZIO 5 – 3 (5-1)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Nekadoma, Perazzolo, Morselli, Scagliotti, Gringa.

LAZIO: Blason, Bertagni, Del Debbio, Ferraris IV, Viani, Fantoni II, Ravisi, Fantoni I, Piola, Bisigato, De Maria.

ARBITRO: Corradini.

GOALS: Morselli 2 (F.), Piola (L.), Gringa (F.), Pizziolo (F.), Nekadoma (F.), Fantoni I 2 (L.).

FIRENZE, 23 dicembre 1934 – FIORENTINA – AMBROSIANA 1 – 1 (1-1)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Nekadoma, Perazzolo, Negro, Scagliotti, Gringa.

AMBROSIANA: Ceresoli, Agosteo, Mascheroni, Ghidini, Faccio, Castellazzi, Frione, De Maria, Meazza, Porta, Vecchi.

ARBITRO: Scarpi.

GOALS: Meazza (A.), Nekadoma (F.).

LIVORNO, 6 gennaio 1935 – FIORENTINA – LIVORNO 2 – 1 (0-1)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Nekadoma, Perazzolo, Viani, Scagliotti, Gringa.

LIVORNO: Borgioli, Persia, Monza, Arcari II, Uslenghi, Garaffa, Ferrara II, Arcari IV, Busoni, Ferrara I, Cappelli.

ARBITRO: Scotto.

GOALS: Arcari IV (L.), Scagliotti (F.), Arcari II autorete (F.).

FIRENZE, 13 gennaio 1935 – FIORENTINA – TRIESTINA 1 – 0 (1-0)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Nekadoma, Perazzolo, Viani, Scagliotti, Gringa.

TRIESTINA: Zucca, Villini, Niccolai, Pasinati, Castello, Spanghero, Mian, Simonett, Wolk, Rocco, Colaussi.

ARBITRO: Carminati di Milano.

GOAL: Viani (F.).

BOLOGNA, 20gennaio 1935 – BOLOGNA – FIORENTINA 2 – 1 (0-1)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Nekadoma, Perazzolo, Viani, Scagliotti, Gringa.

BOLOGNA: Gianni, Monzeglio, Gasperi, Montesanto, Donati, Corsi, Maini, Sansone, Schiavio, Fedullo, Ottavi.

ARBITRO: Levrero.

GOALS: Gringa (F.), Maini (B.), Fedullo (B.).

FIRENZE, 27 gennaio 1935 – FIORENTINA – ALESSANDRIA 4 – 1 (2-0)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Nekadoma, Perazzolo, Viani, Scagliotti, Gringa.

ALESSANDRIA: Mosele, Lombardo, Fenoglio, Barale, Costenale, Borelli, Cattaneo, Riccardi, Garbarino, Celoria, Castaldi.

ARBITRO: Ciamberlini.

GOALS: Viani 3 (F.), Nekadoma (F.), Garbarino (A.).

TORINO, 3 febbraio 1935 – JUVENTUS – FIORENTINA 0 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Nekadoma, Perazzolo, Viani, Scagliotti, Gringa.

JUVENTUS: Valinasso, Rosetta, Foni, Varglien II, Varglien I, Bertolini, Diena, Serantoni, Borel, Cesarini, Orsi.

ARBITRO: Scorzoni.

ROMA, 10 febbraio 1935 – ROMA – FIORENTINA 0 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Querci, Bigogno, Neri, Nekadoma, Perazzolo, Viani, Scagliotti, Gringa.

ROMA: Msetti, Gadaldi, Bodini, Frisoni, Bernardini, Fusco, Costantino, Tomasi, Scopelli, Scaramelli, Patrucchi.

ARBITRO: Mattea.

FIRENZE, 24 febbraio 1935 – FIORENTINA – MILAN 1 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Prendato, Perazzolo, Viani, Scagliotti, Gringa.

MILAN: Compiani, Perversi, Bonifaci, Rigotti, Bortoletti, Cresta, Arcari, Stella, Morelli, Rossi, Silvestri.

ARBITRO: Turbiani.

GOAL: Prendato (F.).

VERCELLI, 3 marzo 1935 – PRO VERCELLI – FIORENTINA 2 – 0 (2-0)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Prendato, Nekadoma, Viani, Bortolini, Gringa.

PRO VERCELLI: Scansetti, Bettaro, Dellarole, Lanino, Bigando, Roncardo, Santagostino, Barberis, Tomagnolo, Pizzano, Casalino.

ARBITRO: Ciamberlini.

PALERMO, 10 marzo 1935 – PALERMO – FIORENTINA 0 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Prendato, Nekadoma, Viani, Bortolini, Gringa.

PALERMO: Provera, Faotto, Ziroli, Blasevich, Santillo, Capitanio, Pepoli, Bonesini, Palumbo, Castellani, Piccaluga.

ARBITRO: Mazzarino

FIRENZE, 17 marzo 1935 – FIORENTINA – BRESCIA 1 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Prendato, Nekadoma, Viani, Scagliotti, Gringa.

BRESCIA: Perrucchetti, Marini, Duo, Gasparini, Valenti, Braga, Ravelli, Checchi, Rier, Bianchi, Correnti.

ARBITRO: Scarpi di Dolo.

GOAL: Viani (F.).

NAPOLI, 31 marzo 1935 – NAPOLI – FIORENTINA 1 – 1 (0-0)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Prendato, Perazzolo, Viani, Scagliotti, Gringa.

NAPOLI: Cavanna, Innocenti, Castello, Vojak, Colombari, Rivolta, Stabile, Sallustro II, Sallustro I, Rossetti, Venditto.

ARBITRO: Caironi.

GOALS: Rossetti (N.), Viani (F.).

FIRENZE, 7 aprile 1935 – FIORENTINA – SAMPIERDARENESE 0 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Prendato, Perazzolo, Viani, Scagliotti, Gringa.

SAMPIERDARENESE: Profumo, Ciancamerla, Rigotti, Gallegari, Poggi, Lancioni, Jones, Busini, Comini, Malatesta, Rebolino.

ARBITRO: Dattilo

TORINO, 12 aprile 1935 – TORINO – FIORENTINA 1 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Bigogno, Piccini, Neri, Prendato, Perazzolo, Viani, Negro, Nekadoma..

TORINO: Maina, Zuccone, Zanella, Bertini, Janni, Giuntoli, Bo, Baldi, Prato, Allasio, Vecchina.

ARBITRO: Mastellari.

GOAL: Vecchina (T.).

FIRENZE, 22 aprile 1935– FIORENTINA – LAZIO 2 – 1 (2-1)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Prendato, Perazzolo, Viani, Scagliotti, Mannelli.

LAZIO: Blason, Del Debbio, Serafini, Viani, Ferraris, Pardini, Guarisi, Bisigato, Piola, Uneddu, Levratto.

ARBITRO: Mattea di Casale.

GOALS: Viani (F.), Pola (L.), Mannelli (F.).

MILANO, 28 aprile 1935 – AMBROSIANA – FIORENTINA 1 – 1 (1-0)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Prendato, Perazzolo, Viani, Scagliotti, Mannelli.

AMBROSIANA: Ceresoli, Agosteo, Mascheroni, Ghidini, Faccio, Pitto, Porta, De Vincenzi, Meazza, Demaria, Vecchi.

ARBITRO: Scorzoni.

GOALS: Agosteo rig. (A.), Mannelli (F.).

FIRENZE, 5 maggio 1935 – LIVORNO – FIORENTINA 1 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Prendato, Perazzolo, Viani, Scagliotti, Mannelli.

LIVORNO: Lami, Persia, Monza, Arcari II, Uslenghi, Garaffa, Neri, Ferrara I, Busoni, Arcari IV, Magnozzi.

ARBITRO: Mazzarino.

GOAL: Busoni (L.).

FIRENZE, 25 marzo 1934 – FIORENTINA – TRIESTINA 1 – 1 (1-0)

FIORENTINA: Ballanti, Gazzari, Magli, Bigogno, Pizziolo, Neri, Nekadoma, Perazzolo, Marchini, Scagliotti, Gringa.

TRIESTINA: Blason, Gengerle, Loschi, Pasinati, Villini, Cuffersin, Baldi, Busidoni, Palumbo, Simonetti, Rosa.

ARBITRO: Gonani di Ravenna.

GOALS: Marchini (F.), Busidoni (T.).

TRIESTE, 12 maggio 1935 – FIORENTINA – TRIESTINA 1 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Prendato, Perazzolo, Viani, Scagliotti, Mannelli.

TRIESTINA: Vinci, Villini, Niccoli, Cuffersin, Castello, Spanghero, Milan, Simonetti, Wolk, Rocco, Colaussi.

ARBITRO: Ciamberlini.

GOAL: Viani (F.).

FIRENZE, 19 maggio 1935 – FIORENTINA – BOLOGNA 1 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Nekadoma, Perazzolo, Viani, Scagliotti, Gringa.

BOLOGNA: Gianni, Monzeglio, Gasperi, Montesanto, Donati, Martelli, Maini, Fiorini, Spivach, Corsi, Reguzzoni.

ARBITRO: Barlassina.

GOAL: Viani (F.).

ALESSANDRIA, 26 maggio 1935 – ALESSANDRIA – FIORENTINA 2 – 0 (2-0)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Nekadoma, Perazzolo, Viani, Scagliotti, Gringa.

ALESSANDRIA: Mosele, Fenoglio, Borelli, Barale, Costenaro, Milano, Cattaneo, Pardini, Notti, Riccardi, Castaldi.

ARBITRO: Mastellari di Bologna.

GOALS: Riccardi (A.), Castaldi (A.).

FIRENZE, 2 giugno 1935 – JUVENTUS – FIORENTINA 1– 0 (0-0)

FIORENTINA: Amoretti, Gazzari, Magli, Pizziolo, Bigogno, Neri, Nekadoma, Perazzolo, Viani, Scagliotti, Gringa.

JUVENTUS: Valinasso, Rossetti, Foni, Varglien I, Monti, Bertolini, Diena, Borel II, Gabetto, Ferrari, Cesarini.

ARBITRO: Scarpi.

GOAL: Ferrari (J.).

continua nel prossimo numero

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