Abbiamo assistito – e continua ancora adesso la telenovela – ad una vicenda paradossale che credo sia opportuno mettere in evidenza.
Cominciamo con l’inquadrare il soggetto della vicenda. Pietro Comuzzo, difensore centrale della Fiorentina, nato a San Daniele del Friuli il 20 Febbraio 2005, è arrivato a Firenze nel 2018 appena tredicenne nel settore giovanile della Fiorentina, e dopo un lungo percorso di formazione approda alla prima squadra. È stato soprannominato Il Soldato sia per i capelli corti, sia per l’attenzione e la maturità mostrati in campo.
Prodotto quindi a pieno titolo del vivaio viola, nel quale ha percorso tutta la trafila per arrivare alla squadra Primavera e poi, con Italiano, esordire in prima squadra nel 2023 a soli 18 anni.
Cesare Prandelli, in una bella intervista rilasciata sul Corriere della Sera a Marco Cherubini, nell’annunciare il suo nuovo ruolo Federale nell’ambito delle Scuole Calcio, afferma una grande verità: “nelle nostre scuole calcio da anni si va nella direzione sbagliata. D’accordo: non ci sono più gli oratori e non si gioca più per strada. Inutile fare battaglie di retroguardia. Ma adesso basta. Bisogna cambiare. Inculcare ai ragazzini di 8, 9, 10 anni i fondamentali che devono appartenere a un giocatore professionista è una follia … ubriacandoli di schemi, diagonali, occupazione dello spazio, seconde palle e attacco alla difesa spiegata”.
Ho la sensazione che ciò non valga solo per i ragazzini delle scuole calcio: Michael Kayode esordisce con Italiano il 19 Agosto 2023 nella partita con il Genoa vinta dalla Fiorentina in trasferta con un perentorio 4 – 1. E’ un’esplosione di forza, di personalità, di dimostrazione di un talento naturale che chiede soltanto di esprimersi. Ma già dalla partita successiva il giovane Kayode sembra giocare col freno a mano tirato: l’occupazione dello spazio, la ripartenza controllata, la costruzione del gioco dal basso, lo limitano a tal punto da parlare – per i soliti esperti che niente perdonano ai grandi campioni, figurarsi ai giovani talenti – di involuzione e di scarsa maturazione.
E’ dura fare il giovane in serie A. Da qui parte la campagna per la cessione di questo astro nascente “appannato”, che poi approda al Brentford in premier Leauge per 18 milioni, per la gioia di quasi tutti.
Il percorso di Comuzzo è molto simile: esordio entusiasmante, forza e precisione lo accostano al grande Pietro Vierchowod, poi qualche errore, qualche incertezza e parte la campagna per venderlo al Napoli. Tutti concordi: il DS Pradè, – che pure in conferenza stampa di inizio stagione ha detto che per lui qualunque difensore per il quale venga offerto 35 milioni deve essere venduto – i giornalisti della carta stampata e delle tv, preoccupati che la valutazione del giocatore scenda progressivamente se il soldato Comuzzo continua a mostrare incertezze, gran parte dei tifosi perché 35 milioni sono un’offerta che non si può rifiutare.
Sembra che tutti abbiano una percentuale sulla vendita o che, novelli ragionieri del bilancio in attivo, guardino più alle casse in ordine che al risultato sportivo. Ricordo che proprio questa era stata l’accusa rivolta ai Della Valle che portò al loro abbandono: ora sono tutti sulla stessa linea. A parte io e pochi altri, che sin da subito minacciai blocchi stradali e contestazioni totali in caso di vendita del giovane talento viola, è un coro unanime di plauso alla vendita del soldato Comuzzo.
Ma siccome il tifo è passione, è attaccamento alla maglia, è identità con la squadra, è condivisione di valori, tutte cose di cui Pietro Comuzzo è stato un campione, rivendico con forza il sostegno a Pietro ed al suo percorso di crescita in maglia viola.
Per fortuna Rocco Commisso non si lascia abbagliare dal vil denaro e decreta l’incedibilità di Comuzzo, con il disappunto di quasi tutti.
Problema risolto? Neanche per sogno. Se il Napoli a Gennaio aveva offerto al ragazzo un contratto da 2,5 milioni netti all’anno, mettendolo al centro del progetto di De Laurentiis, ad Agosto l’Al Hilal di Simone Inzaghi rilancia offrendo i soliti 35 milioni alla Fiorentina e 7 milioni netti l’anno al giocatore.
Ma Pietro è un ragazzo saldo, non si lascia affascinare dalla faraonica montagna di soldi che gli arabi gli hanno promesso, e rifiuta. Pradè piange di nuovo: queste le sue parole il 10 Settembre. “Per Comuzzo abbiamo avuto un’offerta enorme dall’Arabia, dove lo voleva fortemente Inzaghi, ma la sua è una scelta da rispettare, non era pronto per questa scelta di vita. Deve fare un ulteriore step e siamo felici che possa farlo con noi.”
Se è lecito che pianga Pradè (ma i soldi della vendita vanno semmai nelle casse di Rocco, non nelle sue: forse rimpiange soltanto la possibilità di fare operazioni di mercato per sostituire il giocatore, anche se vista la scelta di acquistare Tariq Lamptey a 6 milioni per sostituire Kayode non mi pare una mossa azzeccata), non si capisce le lagne di tutti gli addetti ai lavori che rimpiangono il mancato incasso per la vendita di Comuzzo. Ribadisco: ma hanno una percentuale sulla vendita?
Comuzzo è un giovane italiano di indubbie qualità tecniche, cui va dato il tempo di crescere e di rinforzare quella personalità che a tratti ha fatto emergere con prepotenza: è una risorsa della Fiorentina e, se e quando sarà venduto, porterà sempre una cospicua plusvalenza nelle casse viola. Non c’è nessuna necessità di disfarcene subito: è un errore tecnico e un segnale pessimo per tutti i ragazzi del settore giovanile, considerati solo carne da barattare, alla faccia dell’attaccamento alla maglia che tutti pretendono da loro.
Ma la campagna non si ferma: riporto, a solo titolo di esempio, questo corsivo ripreso da Firenzeviola.it del 20 settembre.
“Pietro Comuzzo sta passando un periodo complicato dal punto di vista fisico e la probabile panchina contro il Como non è da considerarsi una punizione per le opache prestazioni di inizio stagione.
Subito dopo la scorsa stagione Comuzzo si è sottoposto ad un intervento chirurgico che ne ha ritardato l’inizio della preparazione a pieno ritmo e nel corso dell’estate è stato colpito da un virus debilitante che gli ha fatto perdere addirittura 4 kg.”
Sicuramente tutto vero: ma il ragazzo va sostenuto con forza e sottolineare ripetutamente le opache prestazioni di inizio stagione non lo aiuta a recuperare la sua forma fisica e psicologica.
Il giochino è semplice: mettere in evidenza gli errori e le indecisioni (che pure hanno contrassegnato l’inizio di stagione di Pietro) per minarne la fiducia, l’autostima; indurre l’allenatore e i compagni di squadra a considerarlo una zavorra, un pericolo quando gioca e quindi escluderlo fisicamente e psicologicamente dalla rosa dei titolari, gettandolo così in una spirale di depressione che convinca anche il giocatore a cambiare aria.
Al netto delle opache prestazioni che pur ha messo in mostra, è indubbio che chiunque ami il calcio e la Fiorentina dovrebbe perdonargli i suoi errori, anche da matita rossa, in nome della sua giovane età e del suo attaccamento alla maglia. Anche perché alcuni di questi errori sono conseguenza di un utilizzo improprio del giocatore, che predilige giocare centrale.
Forza Pietro: fagliela vedere! Io, e spero molti altri, sono con te!
Fabio Fallai – Viola Club Franco Nannotti