“Mercato? Aspettavo un centravanti. Italiano…”

Condividi sui social

Sarà un febbraio stranamente caldo, per la Fiorentina. Nel giro di una ventina di giorni, infatti, si giocherà un bel pezzo della propria stagione: il Torino in Coppa Italia e lo Sporting Braga, andata e ritorno, in Conference League. Per analizzare il momento della squadra di Italiano e le prossime, importantissime gare, Alé Fiorentina ha intervistato in esclusiva Ciccio Baiano, ex attaccante viola dal 1992 al 1997 e oggi allenatore dell’Aglianese.

Baiano, che Fiorentina è quella vista dopo il Mondiale?

«È una Fiorentina che ha fatto spesso fatica, che non è riuscita a capitalizzare quanto di buono è riuscita a fare e che, in generale, pecca quando è il momento di dare continuità alle prestazioni. E quindi ai risultati».

È giusto che i tifosi credano ancora all’Europa, vista la classifica?

«Se guardiamo solamente la matematica, è più che giusto. Anch’io, da tifoso, mi auguro che la Fiorentina arrivi molto in alto. Dopodiché dobbiamo guardare il rendimento: siamo di fronte ad una squadra fin qui molto altalenante, per cui è molto difficile che riesca a vincere la concorrenza per l’Europa».

Cosa non ha funzionato nella squadra di Italiano?

«L’attacco. In fase offensiva siamo stati molto deficitari, e quando non segni è ovvio che fatichi a portare a casa le partite. Non si deve essere degli intenditori per capire che l’attacco è il punto debole di questa squadra».

Da grande ex attaccante, quindi, che giudizio si è fatto su Cabral e Jovic?

«Ritengo che gli attaccanti debbano essere giudicati dopo almeno venti/venticinque partite da titolari, non prima, perché se giochi ogni due domeniche diventa complicato trovare la condizione migliore. Sia fisica che psicologica. Se ci pensi anche Vlahovic, prima che arrivasse Prandelli, faceva fatica: è stata anche la fiducia del mister ad aiutarlo a diventare ciò che è. Detto ciò, i tifosi non possono certo essere soddisfatti del rendimento di Cabral e Jovic. Il secondo soprattutto, date le alte aspettative estive, ha deluso molto. Non vediamo gli allenamenti, ma vedendolo in partita sembra veramente un calciatore fuori dagli schemi di Italiano, un pesce fuor d’acqua».

Crede la cosa possa dipendere anche dalla posizione in cui viene schierato?

«Non c’è dubbio che come caratteristiche non sia un attaccante da area di rigore, però non sta giocando difensore! Certo è che avere un altro attaccante vicino, come accadeva nell’Eintracht, lo aiuterebbe».

A centrocampo, invece, come ha visto Amrabat? Elogiato da molti, qualcuno ancora rimpiange Torreira…

«Torreira era un altro tipo di giocatore, e lo scorso anno è stato fondamentale. Se mi chiedi se avrei sacrificato Amrabat per tenere Torreira, la risposta è sì. Detto ciò, però, non ‘è più, per cui dobbiamo farcene una ragione. Prima e dopo il Mondiale ho visto il solito Amrabat: un giocatore importante nell’economia del gioco viola, un equilibratore, un recuperatore di palloni. Però, confermo quanto detto qualche settimana fa: arrivasse qualcuno con quaranta milioni cash per il marocchino, lo darei subito via. Per quanto forte, non mi fa vincere le partite».

Da allenatore, quante responsabilità dà a mister Italiano per l’andamento altalenante della sua squadra?

«Se una squadra ha alti e bassi, la colpa è per forza anche dell’allenatore, ma la responsabilità di Italiano non è così grande come crede qualcuno: i giocatori sono quelli, c’è poco da fare».

Magari, secondo qualcuno, avrebbe potuto non avallare alcune scelte della società…

«Gli allenatori che oggi decidono il mercato di una società, che possono permettersi di fare la lista della spesa e pretendere, si contano abbondantemente sulle dita di una mano. In Europa intendo, non in Serie A. Oggi quasi nessuno è in grado di dettare il mercato a una società, per cui da questo punto di vista Italiano non avrebbe potuto fare molto più di quel che ha fatto».

Negli ultimi giorni di mercato è arrivato Brekalo, che giocatore è? Si aspettava qualcosa di più?

«È un ragazzo con ottime qualità, anche se negli ultimi mesi ha giocato pochissimo. È un buon acquisto, che probabilmente non sarebbe toccato alla Fiorentina a giugno. O comunque non a queste cifre. Credo potrà dare una mano alla Fiorentina. Dal mercato mi aspettavo qualcosa in più, senza dubbio. La Viola ha una necessità su tutte: l’attaccante centrale, il bomber. Speravo, come tutti i tifosi, che la società si sarebbe mossa in tal senso… Peccato!».

Febbraio si preannuncia un mese caldissimo per la Fiorentina: in tre partite, contro il Torino in Coppa Italia e e nella doppia sfida di Conference con lo Sporting Braga, si gioca la stagione. Dobbiamo essere fiduciosi?

«Dopo la gara con la Lazio, sono molto più ottimista. Dobbiamo credere che questa squadra, in partite così importanti, riuscirà a ritrovare quelle consapevolezze e quelle qualità che hanno contraddistinto lo scorso campionato e che speravamo di rivedere con continuità anche in questa stagione. Sono tre partite fondamentali, spero la Fiorentina le giocherà come sa».

Intervista di Giacomo Cialdi

Leggi altri articoli
Torna in alto