La prova del nove

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In pochi a metà febbraio, dopo il pareggio acciuffato nel finale contro l’Empoli, si sarebbero immaginati che la Fiorentina, alla vigilia della primavera, sarebbe rifiorita. Invece, per fortuna, è stato proprio così. Dopo il gol di Cabral all’85’ di quella gara, infatti, la squadra di Italiano non ha sbagliato praticamente niente: 4 partite e 4 vittorie. Alcune delle quali insperate e molto convincenti, vedi quella contro il Milan. Un cambio di marcia spiegabile soltanto attraverso la crescita del collettivo, una crescita tanto fisica quanto psicologica. Amrabat e compagni da fine febbraio in poi sono sembrati ritrovare certezze smarrite, automatismi che lo scorso anno erano consuetudini, e con esse una buona condizione fisica che, nel calcio di oggi soprattutto, è elemento fondamentale. I centravanti hanno cominciato a segnare, con Cabral che si è preso la maglia da titolare a suon di gol; il centrocampo è cresciuto vistosamente, grazie allo spadroneggiare di Amrabat, le geometrie di Mandragora, la consistenza di Barák e la saggezza tecnico-tattica di Bonaventura (e il ritorno, seppur graduale, di Castrovilli). Sono cresciuti un po’ tutti, dagli esterni offensivi fino a Igor e Dodo, e di questo va dato merito anche a mister Italiano, capace di tenere unito un gruppo che, a un certo punto, sembrava perso nella tempesta. Così la Viola ha rivitalizzato il proprio campionato, riaccendendo le speranze di una rimonta con vista settimo posto. E’ difficile, lo diciamo subito, perché ci sono diverse concorrenti in lotta per un posto in Europa, e una di queste è la Juventus, ma la matematica non lo vieta affatto e se la squadra continuasse a essere quella vista nelle ultime settimane, be’, sarebbe ingiusto non provarci fino alla fine.

L’attenzione di tanti, però, è concentrata soprattutto – e giustamente – sulle Coppe: Conference League e Coppa Italia rappresentano il possibile viatico ai dolorosi e lunghi anni senza vittorie. Le due competizioni, con modalità e difficoltà differenti, sono ad oggi il vero obiettivo della Fiorentina, e non potrebbe essere altrimenti per un club e una tifoseria che, ahinoi, non alzano un trofeo dal lontano 2001. I due percorsi non sono banali – chi ha vinto qualcosa nello sport lo ripete spesso: vincere non è mai semplice! – ma arrivati a questo punto delle competizioni, e vedendo i prossimi avversari, è lecito pensare in grande. E’ lecito, e indispensabile, sognare di poter finalmente tornare a vincere. Per cui la squadra è chiamata alla prova del nove: dimostrare, nel prossimo decisivo mese, che tutto ciò che di buono si è visto non era una semplice illusione primaverile bensì una reale e costante crescita. E’ adesso che dovrà esserci il massimo sforzo per continuare a cullare le fantasie del popolo viola, restando in corsa su tutti e tre i fronti e costruendosi le prerogative per un grande finale di stagione. Il finale di stagione che una città e una tifoseria intera aspettano da tanto, troppo tempo.

Giacomo Cialdi – Direttore Alé Fiorentina

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