La nascita del tifo organizzato

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Firenze 1931: la nascita del tifo organizzato

e l’epopea dell’Ordine del Marzocco

Diversamente da quel che si crede, il tifo organizzato, almeno per quanto concerne il nostro paese, non si sviluppò nelle grandi città del nord intorno agli anni ’60, bensì nacque tre decenni prima nella nostra Firenze.

A dimostrarlo è la parabola dell’Ordine del Marzocco, primo storico “Viola Club” che venne fondato il 12 marzo del 1931, presso il “Bar degli Sportivi” (noto come bar Grappolini e situato presso l’odierna piazza della Repubblica), da alcuni amici che già da tempo seguivano in gruppo la Fiorentina.

La struttura e l’attività del club dimostrano che esso ebbe fin da subito i crismi del moderno tifo organizzato. Nel corso della riunione istitutiva fu nominato un presidente, a cui venne affiancato un consiglio direttivo, e fu deciso che i soci, regolarmente dotati di tessera, si sarebbero ritrovati con cadenza settimanale per organizzare il tifo in vista della partita o per decidere circa la più svariate iniziative.

L’esperienza dell’Ordine del Marzocco (OdM) fu felice. Complice il buon andamento della Fiorentina, che nel giugno del 1931 approdò in Serie A debuttandovi con buoni risultati, il numero degli iscritti lievitò velocemente fino a superare le cinquecento unità e a diventare il punto di riferimento per tutti gli appassionati viola.

Il crescente sviluppo dell’OdM portò nel volgere di pochi mesi al fiorire di varie sezioni cittadine formalmente riconosciute (OdM sezione Le Cure, OdM sezione Rifredi, Sant’Ambrogio, Badia a Ripoli, etc.), ciascuna delle quali retta da un capogruppo e dotata di una propria bandiera, come nel caso del vessillo qui pubblicato e relativo al rione di Porta La Croce.

Ogni sezione aveva un proprio luogo di ritrovo, mentre a livello centrale, per le sue “adunanze” settimanali, l’OdM utilizzava i locali della Federazione fascista del commercio, posti in Borgo degli Albizi, al civico 24, dove peraltro aveva sede la Fiorentina. A livello operativo, per preparare bandierine, cartelloni, striscioni, etc. i soci dell’Odm sfruttavano invece il piano inferiore del bar Grappolini oppure un ampio salone del Gambrinus.

Sebbene tanti odierni appassionati di calcio non lo sospettino, già cent’anni fa i tifosi andavano in trasferta e i ragazzi dell’OdM, a dispetto dei lunghi tempi di percorrenza dei mezzi dell’epoca, dovuti all’assenza di veloci vie di comunicazione oggi esistenti, lo facevano quasi ovunque, sobbarcandosi molte ore di viaggio (ne occorrevano addirittura tre per raggiungere Bologna in treno).

Fondamentale per i supporter fiorentini era l’opera di Giulio Cirri, a cui il consiglio direttivo dell’OdM aveva affidato il ruolo di addetto ai treni, che consisteva nel contattare le ferrovie di stato (o ditte private nel caso di pullman) per allestire convogli speciali per la tifoseria viola.

Pare incredibile, ma non di rado il numero delle adesioni per una singola trasferta fuori regione superò le mille unità. Il record si ebbe nel gennaio del 1935 quando, per seguire la Fiorentina capolista a Bologna, l’OdM organizzò un imprecisato numero di treni speciali che riversarono migliaia di eccitati tifosi toscani in Emilia (un giornale parlò di quasi diecimila, altri di almeno cinquemila).

Caldo era ovviamente anche il tifo casalingo. Nel gennaio del 1933, in occasione di un Fiorentina-Juventus, lo stadio Giovanni Berta di Campo di Marte registrò la presenza di quasi trentacinquemila spettatori. Prima del calcio di inizio, come testimoniano varie fotografie, i rappresentanti di tutte le sezioni dell’OdM, che peraltro aveva fatto distribuire sugli spalti ben 10.000 megafoni e 15.000 bandierine, sfilarono per il campo con i propri stendardi viola.

La partita fu esaltante e immaginiamo che la vittoria della Fiorentina sia stata salutata da canti e grida. Per quanto riguarda i primi, sappiamo che l’OdM, nel suo primo anno di vita, creò o commissionò la realizzazione di alcuni inni. Tra questi c’era la “Canzone Viola” (il giornale che ne preannunciò la nascita precisò infatti che le parole del testo erano state “chiarite con l’Ordine del Marzocco”), che grazie al suo prorompente incipit Garrisca al vento… ebbe un successo immediato e strepitoso. Essa, sempre grazie a un’iniziativa dell’OdM, fu cantata per la prima volta nel novembre del 1931 presso il Politeama cittadino, da una soprano salita sul palco con la maglia della Fiorentina.

La creazione di inni, le riunioni costanti, l’allestimento di treni o pullman per le trasferte, l’obbligo di tesseramento, la struttura organizzata in sezioni rionali, le bandiere nominali per ogni sezione, l’organizzazione del tifo sugli spalti o di iniziative che coinvolgevano la società viola (feste, sfilate, premiazioni dei giocatori), nonché l’attività costante e pluriennale del gruppo (attivo fino ad almeno il 1935) sono elementi che conferiscono sicuramente all’Ordine del Marzocco lo status di gruppo organizzato. E soprattutto, come abbiamo già sottolineato, esso fu, fino a prova contraria, il primo storico gruppo di tifosi formalmente organizzato del nostro paese: un primato tutto fiorentino che ci inorgoglisce.

Concludendo sottolineiamo che l’OdM ebbe una marcata connotazione politica, che ovviamente, dati i tempi, fu di stampo fascista. Il primo presidente, l’ex pugile Guido Grappolini, era stato in gioventù uno squadrista de “La Disperata” e aveva marciato su Roma insieme a Luigi Ridolfi, futuro gerarca e futuro presidente della Fiorentina. Ruoli all’interno del Partito nazionale fascista li ebbero anche i successivi presidenti dell’OdM, a partire da Alfredo Manoelli (successore del Grappolini, scomparso prematuramente nel ’32 e onorato dai calciatori della Fiorentina con il lutto al braccio) che nel 1965 fondò l’Associazione Centro Coordinamento Viola Club.

La fede fascista dei tifosi dell’OdM (alcuni dei quali avevano marciato su Roma nel ‘22), eredità dei supporter del Club Sportivo Firenze (il bar del Grappolini era stato il covo dei tifosi clubbisti prima che nascesse la Fiorentina), non era ovviamente celata; anzi, sui puntali delle proprie bandiere, come testimonia una fotografia del giugno del 1931, spiccava un leone in maglia viola che salutava romanamente.

Non sappiamo se questa decisa connotazione fascista contribuì, nei decenni successivi, a far cadere nel dimenticatoio le vicende dell’OdM, fatto sta che fino a pochi anni fa di esso si conosceva soltanto il nome, ed è stata quindi una fortuna poter rintracciare documenti utili a ricostruirne l’anno di nascita e la storia.

Alla memoria di questi ragazzi, che con le loro bandiere viola girarono gli stadi di mezza Italia tenendo alto il nome di Firenze e della Fiorentina, è dedicato questo articolo.

Filippo Luti

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