La giusta strada

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Un campionato strano, con in mezzo un Mondiale, e l’agognato ritorno nelle coppe europee dopo anni di nostalgia. Sapevamo sarebbe stata una stagione oltremodo complicata, colma di possibili imprevisti. Anche fisici, come abbiamo potuto vedere. La Fiorentina, in tutto questo, si è smarrita. Ha perduto il proprio gioco, vero marchio di fabbrica della squadra di Italiano; ha perduto il suo carattere; ha perduto punti e conseguentemente posizioni in classifica. Quella stessa classifica che, nelle idee dei tifosi e nelle intenzioni della società, avrebbe dovuto confermare quel tanto di buono visto lo scorso anno.

Risucchiata nelle sabbie mobili, abbiamo temuto (un po’ tutti) che questa Viola non si sarebbe ripresa, che questo gruppo di ragazzi non sarebbe riuscito a reagire. Invece non è stato così. La Fiorentina si è dovuta perdere, per poi ritrovarsi. Capita spesso, non soltanto nel calcio. In una partita, l’ennesima, che stava avviandosi verso il rimpianto, ci ha pensato Cabral – sì, quel brasiliano un po’ goffo che fatica a conquistare Firenze –, negli ultimi minuti, a battere lo Spezia, e da lì è stato come se qualcosa si fosse sbloccato. Basta poco, talvolta.

Dal quel momento la Fiorentina ha cambiato pelle: sono cresciuti i singoli, è migliorata la qualità del gioco, sono arrivati i punti. Punti pesanti, contro Sampdoria e Salernitana. E la sensazione che le frizioni di poco prima fossero ormai dietro le spalle, e che potessero finalmente aprirsi nuovi scenari. La sconfitta nella trasferta con il Milan, per le modalità con le quali è arrivata, niente toglie ai gigliati. Anzi, se possibile deve rinsaldare l’idea, in giocatori e ambiente, che i valori sono altri, ben altri, rispetto a quelli espressi nella prima parte di stagione, e che questa squadra non parte – non può, non deve partire – mai battuta. Rimane l’amaro in bocca per quella sconfitta, certo, così come è più che legittimo rammaricarsi che la sosta sia arrivata proprio nel momento in cui la squadra sembrava aver ripreso a correre, ma è un rammarico che lascia presto il posto alla frenesia che questi campionati del mondo – tutt’altro che esaltanti, fino ad ora – finiscano e torni a risuonare l’inno di Narciso Parigi. La voglia di capire se la Fiorentina ha veramente imboccato la strada giusta. Chi scrive lo pensa, e soprattutto vuole crederlo. Vogliamo credere che a gennaio riprenderemo il discorso da dove lo abbiamo interrotto, con il gioco e la personalità visti a Milano contro i rossoneri, e con la voglia di aggredire, con ferocia, l’avversario, anche e soprattutto se più forte, figlia di quella splendida filosofia di calcio per cui lo sguardo, anche per difendersi, è sempre rivolto in avanti.

Italiano e i suoi ragazzi dovranno necessariamente ripartire da qui, dalle certezze e dall’unità d’intenti. Dovranno recuperare i gol di Jovic e Cabral, le serpentine di Gonzalez, magari la classe di Castrovilli. Ci sarà bisogno di tutti loro. Sperando che la sessione di gennaio di calciomercato colmi quelle lacune che, nonostante l’ottimismo, permangono. Ma di chi parte e chi arriva, al momento, ci importa il giusto. L’importante è sapere che la Fiorentina, dopo essersi smarrita, si è ritrovata.

Giacomo Cialdi – Direttore Alé Fiorentina

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