“La Conference? Il minimo sindacale. L’allenatore…”

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La stagione della Fiorentina si è appena conclusa con una qualificazione in Conference League – la quarta consecutiva – che spacca a metà la tifoseria tra chi è soddisfatto e valuta positivamente l’annata e chi, invece, è deluso da ciò che poteva essere e non è stato. Ad aumentare le tensioni in riva all’Arno, poi, le dimissioni di Raffaele Palladino. Per analizzare gli ultimi mesi della Fiorentina e cercare di capire cosa aspettarci da questa estate, Alé Fiorentina ha intervistato in esclusiva l’ex bomber viola Ciccio Baiano.

Baiano, come valuta la stagione della Fiorentina? Ritiene, a differenza di molti tifosi, che la qualificazione alla prossima Conference League sia sufficiente per considerare molto positiva l’annata?

«Penso sia stata una stagione molto complicata, basti pensare alle difficoltà inziali, alla quadra trovata dopo diverse partite e poi l’episodio di Bove che, di fatto, ha rotto un equilibrio. Poi ci sono stati i problemi personali di Kean e l’operazione di Dodo nel momento più importante della stagione. Insomma, non è andato tutto liscio in casa viola. Detto questo, però, è evidente che la piazza si aspettava altro, anche vedendo che alcune big si sono suicidate: basti pensare al Milan, o alla Lazio che contro il Lecce è scesa in campo demotivata consegnando così l’Europa alla Fiorentina. Io stesso pensavo che questa rosa avrebbe fatto di più, onestamente. La qualificazione in Conference League è veramente il minimo sindacale considerando quando è stata rinforzata la squadra. Commisso e la dirigenza hanno fatto un gran lavoro per dare a Palladino un gruppo molto competitivo».

Quindi le responsabilità maggiori sono da ricercare nell’allenatore? Si aspettava le sue dimissioni? Chi arriverà adesso al suo posto?

«Penso che Palladino abbia fatto quel che poteva fare. E’ un allenatore giovane, con poca esperienza sulle spalle, ci sta che commetta degli errori. Penso che questa squadra avrebbe potuto e dovuto centrare almeno l’Europa League, per potersi dire soddisfatta, ma così non è stato per una serie di motivi. Il gioco? Le critiche al gioco arrivano quando mancano i risultati, quando non si centrano gli obiettivi. Il Napoli, ad esempio, non gioca un calcio spettacolare ma credo nessun tifoso partenopeo si lamenti di questo oggi. No, non mi aspettavo minimante le dimissioni del tecnico e non so cosa sia potuto accadere per portarlo a questa decisione così forte e improvvisa. C’è chi parla di rapporti tesi all’interno della dirigenza viola, ma non possiamo saperlo. Il Club adesso ha l’occasione per fare un passo in avanti: far proprio un allenatore con più esperienza, già formato, anziché puntare su un giovane di belle speranze, potrebbe essere il segnale giusto per la piazza di Firenze. Non ho idea di chi potrebbe arrivare, onestamente, di nomi se ne fanno molti… Aspettiamo qualche altro giorno e vedremo…».

Davanti alla Fiorentina adesso ci sono tante scelte da prendere, anzitutto sui molti giocatori da riscattare. Da chi ripartirebbe Ciccio Baiano?

«Per Fagioli è già scattato il riscatto obbligatorio, il che mi sembra una buonissima notizia perché il ragazzo sa giocare al calcio ed è un ottimo innesto per la Fiorentina. Stesso discorso per Gosens. Per gli altri dev’essere il nuovo allenatore, di concerto con la società, a prendere le decisioni: su chi vuole puntare? Chi crede possa essere adatto e utile alla sua causa? Un discorso a parte credo debba essere fatto per Gudmundsson. La stagione dell’islandese non è stata positiva, questo è indubbio, però il calciatore c’è, ha talento, ha colpi e credo stia molto bene a Firenze. La Fiorentina ha già speso intorno ai 7/8 milioni per il prestito, sarebbe assurdo non riscattarlo: chi puoi prendere con una quindicina di milioni? Fossi nella Fiorentina e nel nuovo mister, punterei forte su Gud!».

Un giocatore dal quale Firenze spera di poter ripartire, poi, è Moise Kean. Come si convince un giocatore così?

«Non si può convincere, è impossibile! O il ragazzo è convinto dal progetto e vuole restare, o non puoi trattenerlo in alcun modo. Anche perché c’è una clausola, abbastanza abbordabile, per cui può liberarsi senza grossi problemi. La decisione è di Kean, solo di Kean. Personalmente ritengo che un altro anno a Firenze gli farebbe un gran bene: quest’anno ha fatto bellissime cose, grazie anche al fatto che ha sentito la fiducia e l’amore dell’ambiente, senza dover vivere una concorrenza interna… Adesso è chiamato al compito più difficile di tutti: la riconferma. Kean dovrà dimostrare che quest’annata è la regola per lui, e non l’eccezione. Considerando anche che l’anno prossimo ci sarà il Mondiale, penso che alla fine resterà».

In conclusione, cosa pensa manchi alla Fiorentina di oggi per ridurre il gap con chi la precede?

«Rinforzare gli undici titolari non è semplicissimo perché stiamo parlando di un’ottima squadra. Credo quindi si debba e si possa far qualcosa per le seconde linee, per cercare di sentire il meno possibile la differenza tra chi gioca e chi subentra».

Intervista di Giacomo Cialdi

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