In ricordo di Artemio Franchi

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E’ stata un’estate nella quale Artemio Franchi ha occhieggiato più volte sulla scena di Firenze. Nella festa per il 50° anniversario della vittoria della quarta Coppa Italia della Fiorentina a Palazzo Vecchio, la sua presenza era testimoniata dal figlio Francesco e sorvegliava sorniona che non venisse trascurato il suo ruolo nelle vicende del calcio fiorentino come in quello della nazionale italiana.

Artemio Franchi è stato un pilastro del calcio italiano: nato da genitori senesi arrivati da appena due mesi a Firenze, frequentò le scuole dell’obbligo e il liceo classico a Firenze, per poi iscriversi alla facoltà di Economia e Commercio. Rientrato a Firenze dopo la guerra, cominciò a lavorare presso un’azienda di autotrasporti. In quel tempo seguì il primo corso arbitri indetto dal Gruppo Arbitri Poderini di Firenze (oggi Sezione “Giacinto Zoli”), primo contatto ufficiale col mondo dello sport.

Nel 1949 la Fiorentina affidò la segreteria della società ad Artemio Franchi, che rimase in carica fino al 1951, per divenire successivamente uno dei principali dirigenti sportivi della società gigliata.

Bellissima la ricostruzione del suo avvento alla Presidenza della FIGC che con stile ed ironia il grande Gianni Brera descrive nel suo “Storia critica del calcio italiano” – Rusconi Libri – edizione del 2024. Ne riproduciamo un breve passo:

“E proprio quando si pensava che Pasquale rimanesse al potere senza danni, eccolo dimissionario per materiale impossibilità a onorare il proprio incarico! Artemio Franchi monta in serpa in attesa dell’Assemblea che lo eleggerà presidente. E’ un omarino furbo e accorto. A suo tempo ha giocato e poi arbitrato. Ha fatto il segretario della Fiorentina, il dirigente di Comitato regionale, il presidente del settore semiprofessionistico. Anche prodigandosi a quel modo, è riuscito ad arricchire: prova inconfutabile, la sua elezione a Capitano della Torre, contrada senese furiosamente impegnata per la conquista del Palio (a ogni edizione, milioni e milioni spesi per “giostrarsi” fantini e alleanze: quando insinuo che abbia perso un Palio pur avendo acquistato tutti i fantini in corsa, lui spiritosamente ammette di aver dimenticato il solo acquisto del suo). Franchi si interessa di oli minerali, – è amministratore delegato della Angelo Bruzzi, impresa petrolifera molto nota a Firenze (ndr) – che una volta incanalati fluiscono vantaggiosamente come i quattrini. Questa condizione gli permette di seguire anche le vicende politico-sportive al di fuori dei nostri confini. Pasquale non conosceva le lingue e si rifiutava comicamente di volare. Franchi è tutto l’opposto. Anche quando lo conosciamo poco, ammettiamo tutti che la sua applicazione porterà a risultati apprezzabili. Le pubbliche relazioni sono di importanza fondamentale nel calcio, i cui esiti sono sempre condizionati se non proprio determinati dagli arbitri.”

E le pubbliche relazioni sono una qualità indiscutibile di Artemio Franchi che macina incarichi prestigiosi ma anche risultati sportivi entusiasmanti: il campionato Europeo del 1968 e il secondo posto ai mondiali del 1970, solo per citare i più prestigiosi a livello nazionale.

Il libro di Gianni Brera è un trattato illuminante sulla storia del calcio in Italia, dall’epopea della Pro Vercelli alla tragedia di Superga, e tratteggia personaggi unici del nostro calcio con maestria e con una invidiabile conoscenza critica dei fatti, una lettura che consigliamo a tutti quelli che vivono il calcio con passione e con amore.

Da destra: Franchi, dirigente della Fiorentina, i fratelli Gianni e Umberto Agnelli e il presidente viola Enrico Befani in tribuna d’onore al Comunale di Firenze, 23 ottobre 1960

Gianni Brera scrive questo stupendo manuale nel 1975 (l’edizione citata riporta un aggiornamento del 1978) ed Artemio Franchi era ancora Presidente dell’UEFA e Vicepresidente della FIFA, per poi tornare in FIGC nel 1978 a seguito della nomina di Franco Carraro alla Presidenza del CONI.

Una figura di primo piano non solo per Firenze (il Centro tecnico di Coverciano deve molto alla sua lungimiranza), ma per tutto il calcio italiano e per lo sport in generale

Il 12 agosto 1983, mentre si stava recando a Siena per andare a stringere accordi per la partecipazione di un fantino al Palio dell’Assunta, Franchi fu vittima di un incidente stradale che gli costò la vita. Fra Taverne d’Arbia ed Asciano, sulla strada Lauretana antica, la sua auto sbandò in curva sull’asfalto bagnato, schiantandosi contro un camion.

È sepolto a Firenze, nel cimitero di Soffiano.

Redazione Alé Fiorentina

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