Il valore di Alé Fiorentina

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Chi più e chi meno, a seconda dell’età, della sensibilità o dell’attaccamento alla propria squadra, può immaginare quanto potesse essere profonda e genuina la passione e la voglia di calcio per certi ragazzi degli anni ’50 e ’60, quando la realtà sociale, specie nel meridione o in provincia, offriva meno opportunità di svago rispetto a oggi.

Chi più e chi meno può capire quanto grande potesse essere la sete di pallone per quei ragazzi disabituati a vedere le partite in tivù o allo stadio; per quei ragazzi per i quali una semplice figurina dei propri beniamini valeva una reliquia.

Pensate quindi all’emozione che poteva pervadere un giovane tifoso viola del Sud quando, dopo una interminabile e snervante attesa, trovava nella casetta della posta Il Calcio Illustrato, oppure, a partire dalla metà degli anni ‘60, la meravigliosa Alé Fiorentina!

Meravigliosa sì; è proprio di “meraviglia” che parliamo. La meraviglia di un ragazzino che gira le pagine con il cuore in gola e si ritrova catapultato sulla Luna. Su quella Luna di carta dove c’è Firenze lontana, l’erba del Comunale, le maglie viola. Un universo di notizie e fotografie inimmaginabili: un gol di Hamrin a colori, gli spalti imbandierati, le foto della festa di un Viola Club…

Il giovanotto ha saltato tante colazioni per risparmiare i soldi necessari per sottoscrivere l’abbonamento. Non è stato facile stare sui banchi di scuola coi morsi della fame; eppure ne è valsa la pena. Seduto sul lungomare con gli amici a cui ha infettato il virus viola, sfoglia, osserva e commenta, mai sazio di Fiorentina. Sono solo pochi ragazzi col cuore palpitante; tutti gli atri tifano a strisce per comodità, ma a Milano e Torino c’è la nebbia…

E’ questo più o meno lo scenario in cui vogliamo calare i lettori, ma per farlo pienamente è opportuno e doveroso lasciare la parola ai protagonisti, ed è per questo che invitiamo tutti a godersi questa bellissima lettera inviata dal signor Angelo Guzzo di Sapri alla redazione di La Fiorentina, la rivista di pontelliana memoria, che la pubblicò nel marzo del 1982.

I contenuti, espressi con garbo ed eleganza dal signor Guzzo, non sono solo un omaggio al calcio e alla nostra squadra, ma appaiono — oggi ancor più che nell’82 — un elogio alla potenza evocativa di cui erano capaci le riviste di un tempo. Un ossequio alla nostra Alé Fiorentina, che cullò la passione di tanti tifosi vicini e lontani, e fece sentire questi ultimi parte attiva e integrante della grande famiglia viola.

Alla magia delle riviste di un tempo, alle pagine formato gigante della vecchia Alé Fiorentina, e alla tenacia e alla passione di Fabio Fallai, che avvertendo l’importanza di far rifiorire la rivista, ne rinverdisce mensilmente i fasti e la memoria, va la riconoscenza di tutti quelli che la Fiorentina ce l’hanno veramente nell’anima.

Filippo Luti

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