Il primo lunch-time della storia

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Il 19 gennaio la Fiorentina incontra il Torino in una gara valida per la ventunesima giornata del campionato di serie A. La partita offrirà molti motivi per risultare deludente agli occhi del povero tifoso viola. Il risultato in quanto tale ovviamente (1-1), ma soprattutto il modo col quale è stato ottenuto: un’ora con l’uomo in più, e dopo essere passata in vantaggio.

Altro motivo di melanconia il gemellaggio con la tifoseria granata, che per trovare un po’ di conforto nei risultati deve risalire allo scudetto del 1975-76, ma che finisce poi per rifugiarsi nel mitico (e triste) ricordo di Superga e del “grande Torino”, che finì tragicamente proprio su quella collina.

Ma per il sottoscritto c’è qualcosa che ha reso la partita letteralmente indigeribile, e cioè l’essere stata disputata alle 12 e 30. È vero, verissimo, non è la prima volta, l’osceno orario è riproposto ormai da qualche anno, ma questo non basta a renderlo accettabile. A dire il vero mi ero riproposto di rifiutare l’affronto: quando si gioca a mezzogiorno e mezzo non ci vado! Tutto sommato era ciò che da sempre mi hanno suggerito amici e parenti con i quali mi sono lamentato: “Ma che te l’ha ordinato “i’dottore?” la classica domanda, tesa a far comprendere quanto tutto sommato sia facile sottrarsi al sopruso. Però poi la passione ha sempre preso il sopravvento (almeno per ora), e al lunch-match (obbrobrio!) son sempre stato presente.

Ma perché questo orario risulta insopportabile? È vero, il cosiddetto calcio-spezzatino ci ha costretto a partite ad ogni ora e in ogni giorno della settimana, ma la domenica alle 12 e trenta è qualcosa che va contro-natura. E che è stato concepito senza tener minimamente conto dei tifosi “praticanti”, cioè di chi allo stadio ci va di persona, e che ha alcuni “riti” che della partita sono parte indissolubile. Questi signori non sanno che, quando la propria squadra gioca in casa di domenica, da anni la giornata si svolge più o meno nello stesso modo. E il pranzo (soprattutto con la partita alle 15) fa parte del rituale. Che dire poi delle gare in trasferta? Anche se non tutti lo confesseranno, una delle parti più gratificanti della giornata al seguito degli amati colori, è una bella mangiata con gli amici, apprezzando la cucina locale che di volta in volta le città offrono. Ma con il calcio d’inizio alle 12 e trenta, non restano che il brunch (aiutoooo!) o il … Camogli all’autogrill! Se siete anche voi allergici a questo orario del calcio d’inizio, e ne attribuite la nascita completamente al cosiddetto “calcio moderno”, avrete però delle sorprese….

Ma andiamo per gradi: cosa ha provocato tutto questo? Naturalmente la televisione, o almeno le cosiddette esigenze televisive: per poter trasmettere il maggior numero di partite, e permettere agli abbonati di vederle, le varie piattaforme televisive hanno nel tempo creato, con la complicità della Lega Calcio, questo spazio temporale.

Già, la televisione, una delle “cose” che più di ogni altra, piaccia o meno, ha cambiato il mondo del calcio. Ma c’entra qualcosa la nostra amata Fiorentina con la storia del calcio in Tv in Italia? Certo che c’entra perché (udite, udite!) la prima partita di serie A ad essere trasmessa in diretta dalla RAI su tutto il territorio nazionale, vide protagonista la Fiorentina, quella che avrebbe vinto il suo primo scudetto.  Anche se questo primato va condiviso (come diremo più avanti) con un’altra gara disputata a Roma. Ma perché Napoli-Fiorentina fu giocata nella Capitale? I pittoreschi tifosi napoletani erano stati ancora più esuberanti del solito, e il Vomero squalificato per tre giornate. Perciò il 31 dicembre 1955 (avete letto bene: l’ultimo dell’anno!) Napoli e Fiorentina si scontrarono sul neutro di Roma, vittoria viola per 4 a 2 con doppiette di Montuori e Virgili. 

È l’ultimo dell’anno del 1955 e Fiorentina e Napoli si incontrano sul neutro di Roma. I viola vincono 4 a 2 e continuano la trionfale cavalcata che li porterà allo scudetto. Nella foto una delle due reti di Virgili.

Ma quando c’è di mezzo la Fiorentina le cose non sono mai semplici, e quella trasmissione televisiva fu veramente particolare. Se non altro perché ci fu il primo…lunch- match della storia: quando si dice la nemesi!

Andiamo con ordine: già le esigenze televisive prevedevano un anticipo al sabato, e la gara prevista si sarebbe disputata all’Olimpico: Roma-Atalanta. Come già detto la squalifica del campo di Napoli costrinse a trovare un “neutro” che fu identificato proprio nello Stadio di Roma. Avete capito bene: due partite sullo stesso campo a distanza di 15 minuti una dall’altra! Ma per poter fare tutto ciò l’orario della prima partita fu anticipato alle 12 e 45: eccolo il primo lunch-match della storia!

Ecco un documento che dimostra la veridicità di questa storia: la copertina e i programmi del 31 dicembre riportati all’interno del Radiocorriere Tv, in pratica la “bibbia” del settore

Il Radiocorriere TV della settima 25-31 dicembre 1955 e i programmi TV previsti per sabato 31 dicembre. Alle 12,45 previste “riprese dirette di calcio” ben due partite.

Ci fu molto interesse per questa diretta, vista (naturalmente in bianco e nero) da quei fortunati che avevano già la televisione.  Quello che successe allo Stadio, ancora a quel tempo “dei Centomila” (Stadio Olimpico lo diverrà dopo le Olimpiadi del 1960), fu particolarmente curioso. I tifosi della Roma avevano affollato in 35.000 le gradinate per assistere alla gara con l’Atalanta. I soli 15 minuti di intervallo tra le due partite non permisero svuotamento dell’impianto, che anzi si riempì di altrettanti spettatori, arrivando ad un totale di 70.000 persone.

Negli anni successivi la televisione prese sempre più campo e influenzò in modo significativo il mondo del calcio, in qualche caso stravolgendolo. Ma di questo ci occuperemo nel prossimo numero.

Per chiudere con il condizionamento che ha pesantemente influenzato giorni e orari delle gare, siamo consapevoli come il tutto sia stato più o meno inevitabile e che, soprattutto, indietro non si torna. Ma lasciateci provare almeno un pizzico di nostalgia dei tempi nei quali bastava avere in tasca una “agendina” per avere il programma di un’intera stagione…

Alessandro Coppini – Viola Club Franco Nannotti

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