Abbiamo chiesto a Massimo Cervelli, Vice Presidente del Museo Fiorentina, di raccontarci la serata che lo scorso 21 Novembre lo ha visto come organizzatore e presentatore della 12° edizione della Hall of Fame Viola.
Per chi era presente, è stata una serata divertente, emozionante, coinvolgente, indovinata sotto tutti i punti di vista, per la scelta dei premiati, per i toni, per la tempistica, per il clima di affratellamento e di passione che ancora una volta ha fatto da protagonista nell’auditorium della Cassa di Risparmio. Mancava solo la Società Viola: ma non ce ne siamo accorti. Perché, come detto bene da tanti protagonisti della serata, LA FIORENTINA SIAMO NOI!
Fabio Fallai – Vice Presidente ACCVC
LA DECIMA EDIZIONE DELLA HALL OF FAME VIOLA
L’auditorium, 500 posti, strapieni, tantissime prenotazioni respinte per mancanza di posti, la diretta di Radio Firenze Viola e quella sui canali Facebook, entrambe seguitissime. È in questo contesto di folla che si è svolta la decima edizione della HOF ideata e organizzata, fin dal 2011, dal Museo Fiorentina.
È stata una serata che ha regalato una valanga di emozioni, nel segno del legame appassionato tra la storia della Fiorentina e i suoi sostenitori.
Un’occasione toccante con il ricordo di momenti iconici, trionfi storici, giocatori che hanno lasciato il segno nel popolo gigliato.
La Hall of Fame è stata istituita per ricordare coloro che ci hanno preceduto, nella convinzione che celebrare i protagonisti della storia viola sia, nello stesso tempo, raccontare la storia di ognuno di noi. Ogni vittoria è il frutto dell’impegno dei campioni che l’hanno conquistata, ma anche del lavoro quotidiano e del sostegno di tanti silenziosi compagni di strada.
L’ingresso di un calciatore, un allenatore, un dirigente, un tifoso, un ambasciatore della passione gigliata nella Hall of Fame Viola è un riconoscimento prestigioso e rende indelebili le gesta dei grandi protagonisti, il loro impegno e la loro passione. Il primo nome iscritto nella Hall of Fame della Fiorentina è stato quello di Giancarlo Antognoni.
La manifestazione si è svolta con il patrocinio di CONI, FIGC, Lega Calcio Serie A, Regione Toscana, Comune di Firenze, Città Metropolitana di Firenze.
Il momento più intenso e commovente, è stato il saluto a Ivan Dall’Olio. Tutti i presenti sono corsi con la mente all’odissea passata da Ivan, da quel maledetto 18 giugno del 1989. Una bottiglia molotov venne lanciata, in nome di una assurda idea del tifo, alla stazione di Rifredi sul treno con i tifosi del Bologna. Le fiamme avvolsero il 14enne Ivan che, gravemente ustionato, lottò tra la vita e la morte. La vita di Ivan è stata segnata da quell’episodio, ma non gli ha impedito di maturare un superiore livello di passione calcistica e di lealtà sportiva. Con lui una presenza del Centro Bologna Club e Medicina Rossoblu, protagonisti di interventi di soccorso e solidarietà con gli alluvionati di Campi Bisenzio. L’occasione è stata il conferimento del premio Bandiera del Calcio DA13, consegnato da Marco Astori e Matteo Marani alla figlia di Giacomo Bulgarelli, capitano storico dei nostri avversari nel derby dell’Appennino, grande mezzala del Bologna e della Nazionale.
La serata era iniziata con il corteo della Repubblica Fiorentina e proseguita con gli ingressi nella HOF di uomini che hanno segnato punti nevralgici della storia gigliata.
L’ingresso nella HOF di Guido Gratton, campione d’Italia nel 1955-56, con la figlia Paola venuta espressamente dalla Germania e il premio consegnato dall’assessore allo sport del Comune di Firenze, Cosimo Guccione. Guido era una mezzala offensiva. Fulvio Bernardini lo volle a Firenze trasformandolo in un centrocampista completo che fece la fortuna della grande Fiorentina degli anni Cinquanta. Era uno dei sempre presenti nei successi, nei quattro secondi posti, nella finale di Madrid, nella vittoria della Coppa Grasshoppers. Con i suoi compagni fu protagonista in viola e in Nazionale. Pittore, allenatore, maestro di tennis, venuto dal Friuli scelse di rimanere a vivere qui come i suoi compagni friulani Orzan e Virgili dove, purtroppo, venne barbaramente ucciso il 26 novembre 1996.
Il secondo ingresso nella HOF è stato quello di Salvatore Esposito mediano della Fiorentina scudettata del 1968-69, premiato da Cesare Prandelli, sempre disponibile e impegnato in prima fila a sostegno degli alluvionati. La sapienza di Pandolfini e dei suoi collaboratori lo portò a Firenze appena quattordicenne. Crebbe nel vivaio viola vincendo il Torneo di Viareggio 1966. Esordì in prima squadra a 18 anni diventando uno dei maggiori protagonisti della Fiorentina ye ye. Dotato di grande intelligenza tattica, inesauribile nella corsa, buona tecnica, fu il completamento ideale del centrocampo viola accanto a Claudio Merlo e Picchio De Sisti. Le immancabili esigenze di bilancio ne imposero, troppo presto, la cessione. A fine carriera tornò a Firenze e vinse da allenatore il Torneo di Viareggio.
Dalle esaltanti vittorie, con il saluto anche alla Primavera campione d’Italia nel 1982-83, nel quarantesimo anniversario dello scudetto tricolore, con il capitano Antonio Strano, Stefano Carobbi, Mario Bortolazzi, Paolo Cerofolini, Franco Merendi, Pierluigi Pierozzi, Gianluca Rosati, alla botta durissima del fallimento di Cecchi Gori con la premiazione, fatta da Celeste Pin, ad Angelo Di Livio che fu il capitano della rinascita e della reconquista della serie A.
Angelo arrivò a Firenze tra qualche mugugno, ma ci pensò Mario Ciuffi a mettere tutti d’accordo con il rito laico della degobbizzazione. Aspettavamo un soldatino e trovammo un capitano. Un uomo che ha dato tutto in campo col maglia viola, ma anche fuori, provando a fare da scudo al fallimento della Fiorentina. Un capitano vero non abbandona la nave che affonda, Angelo passò dalla Coppa del Mondo 2002 agli stadi della C2 e della serie B diventando il simbolo del ritorno in serie A della Fiorentina.
Il quarto e ultimo ingresso nella HOF, con il premio consegnato da Stefano Fiorini, professore e preparatore atletico, e Giancarlo Antognoni al figlio Paolo, è quello al professore Alberto Baccani,
Professore di Educazione Fisica, insegnò a lungo all’Istituto Tecnico Galilei, nel 1956 fu il protagonista, in qualità di “istruttore ginnico” assieme agli istruttori calcistici, Galluzzi prima e Scagliotti dopo, del primo Nucleo d’Addestramento Giovani Calciatori organizzato dalla FIGC. Tutto questo avveniva prima dell’inaugurazione del Centro Tecnico Federale di Coverciano (6 novembre 1958). Dopo quattro anni la Federazione lasciò i Nuclei alle società, ma la Fiorentina non era convinta dell’operazione. Baccani, assieme a Scagliotti, fu il fondatore e ricoprì il ruolo di presidente del Centro Giovani Calciatori Viola che tenne insieme i ragazzi, fra loro il futuro campione d’Italia Luciano Chiarugi. Solo due anni dopo, la Fiorentina decise di assorbire, a costo zero, giovani e tecnici. Da allora “il professore”, grande vignettista – i vecchi numeri di Alè Fiorentina ospitano le sue vignette – si specializzò nel riabilitare i calciatori infortunati da Gonfiantini a Brizi, da Amarildo a Desolati, da Antognoni a Roberto Baggio.
Prima dell’ultimo premio, l’Ordine del Marzocco, nel cinquantesimo anniversario della fondazione degli Ultras Viola Marzio Brazzini, Michelangelo Comanducci e Piero Papini hanno presentato il libro: 1973-1983 la Fiesole ai tempi degli ultras, il racconto di dieci anni di tifo viola con oltre 2.600 fotografie.
L’Ordine del Marzocco è stato consegnato, da Alessio Tendi e Giancarlo Antognoni, a una coppia di attaccanti della fine degli anni Settanta, Ezio Sella e Dino Pagliari, amatissimi dalla curva Fiesole di allora.
È stata la festa della passione viola con tanti brividi prodotti da Antognoni, Desolati, Malusci, Tendi, Carobbi, Di Chiara, Ennio Pellegrini, Buso e tanti altri ex calciatori, tecnici, appassionati a cui il colore viola è passato dalla maglia alla pelle.
Per vedere tutti i Campioni e i personaggi ospitati nella galleria della HOF, la pagina web da visitare è: https://www.museofiorentina.it/hall-of-fame/
Massimo Cervelli – Commissione Storia Museo Fiorentina