De Sisti: “1982? Il ricordo è vivo. L’Europa…”

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La stagione è quasi giunta al termine, e la Fiorentina continua, seppur tra difficoltà e inattesi passi falsi, a cullare sogni europei. Per analizzare questo finale di campionato, e parlare di un bell’evento in programma il 16 maggio al teatro Puccini, Alé Fiorentina ha intervistato in esclusiva Giancarlo De Sisti: vincitore del secondo scudetto e, in seguito, allenatore di quella squadra che nella stagione 1981-82 arrivò a sfiorare il tricolore, Picchio De Sisti è stato un vero beniamino dei tifosi e un assoluto protagonista della storia viola.

De Sisti, il 16 maggio a Firenze ci sarà un evento “particolare”, per ricordare la gara di Cagliari e l’esito di quello storico campionato di quarant’anni prima. Quanto è ancora vivo quello scippo?
«Il 16 maggio 1982 giocavamo a Cagliari l’ultima di campionato, io ero allenatore di quella Fiorentina, e andammo tanto vicini a vincere lo scudetto che il ricordo e la rabbia sono ancora sulla pelle. Sappiamo tutti come andò a finire quella stagione, che resta per tutti i fiorentini una stagione storica. Quasi irripetibile, se vogliamo. L’evento che si svolgerà al Teatro Puccini è un appuntamento da non perdere: ci saranno praticamente tutti i protagonisti di quell’annata e ripercorreremo non soltanto i minuti finali di quella incredibile stagione ma tutta la cavalcata che ci portò, meritatamente, a un passo dal tricolore. Sarebbe stato il terzo scudetto della storia gigliata… nun ce pensamo, va’!».

Venendo alla stretta attualità, giunti quasi alla fine della stagione, che giudizio si è fatto sulla Fiorentina?
«La squadra mi piace molto, nel complesso. Ci sono stati dei passi falsi, penso ad esempio alle sconfitte contro Salernitana e Udinese, gare che la Fiorentina poteva e doveva vincere, ma questo non può influenzare più di tanto le nostre analisi sulla stagione: fin qui, i ragazzi di Italiano hanno disputato un’ottima annata. In pochi avrebbero creduto di vedere una così bella squadra e di poter correre fino alla fine per l’Europa, per cui i tifosi dovrebbero essere soddisfatti».

Tra i protagonisti di questo campionato c’è sicuramente Italiano: secondo lei, in cosa è stato più bravo?
«Italiano ha fatto un ottimo lavoro. E’ stato molto bravo nel valorizzare alcuni giocatori che erano scomparsi dai radar, vedi Saponara; nel creare un gruppo affiatato forgiato dalle sue idee di calcio; nel dare una identità precisa, indipendentemente dall’avversario che si pone di fronte; ultimo, ma non ultimo, nel sopperire alla partenza di Vlahovic…».

Quanto è pesata la cessione dell’ex bomber viola?
«Vlahovic è un ragazzo molto giovane, ma a Firenze ha fatto grandi cose sia lo scorso anno che il girone di andata di questa stagione. Era il punto di riferimento, il finalizzatore che però giocava anche per la squadra. Era molto importante, inutile nascondercelo. Italiano è stato bravo perché è riuscito, pur senza di lui, a trovare i risultati e restare lì, in zona Europa. Ha creato un gruppo coeso, che ha trovato i gol di tanti interpreti e questo gli ha permesso di non risentire più di tanto della partenza del serbo. Certo, la Fiorentina da febbraio è una squadra che fatica maggiormente a trovare la via del gol, è un dato di fatto».

Mancano ormai tre partite alla fine del campionato, cosa devono aspettarsi i tifosi della Fiorentina?
«Eh, mancano partite toste… Roma, Sampdoria a Genova e Juventus sono gare molto difficili sulla carta. Penso però che la Fiorentina sia in grado di affrontare questo mese di maggio nel migliore dei modi, del resto ha già dimostrato di poter fronteggiare chiunque».

Anche la “sua” Roma?
«Certo, anche la Roma: lo si è visto all’andata dove, in inferiorità numerica, non ha disputato una brutta partita e avrebbe meritato qualcosa di più. Per me è sempre una gara particolare, emotivamente molto sentita, e quest’anno è anche un match importante in chiave classifica. Entrambe le squadre faranno di tutto per vincere, con la Fiorentina che non parte battuta: può dire la sua e battere i giallorossi, se gioca come sa, ne sono sicuro».

Quindi a suo parere il sogno europeo è ancora vivo?
«Dev’esserlo per forza: i sogni si abbandonano quando non sono più possibili! La Fiorentina è ancora lì, nonostante le tre sconfitte consecutive in campionato, per cui è doveroso crederci. Servirà l’aiuto del pubblico, la mentalità giusta e un po’ di fortuna, ma possiamo farcela. Sarebbe bello, rivedere finalmente la Viola in Europa!».

Intervista di Giacomo Cialdi

 

(foto in copertina di Paolo Lamuraglia)

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