Ce la fai o no, ce la fai o sì o no?

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Lo stadio Artemio Franchi di Firenze è al centro di una vicenda che definire surreale è limitante. Tralascio di sottolineare per l’ennesima volta le tappe, a volte offensive, a volte divertenti, a volte sconsolanti con cui siamo arrivati alla situazione attuale, oggi 28 Novembre 2023: ormai sono passaggi che tutti conoscono e che i tifosi viola hanno pesantemente sofferto sulla loro pelle. Cerchiamo invece di capire che cosa succederà da ora in poi.

Il Sindaco, Dario Nardella, cui se non altro va riconosciuta la pervicacia dei suicidi e la perseveranza dei disperati, continua nel suo atteggiamento risoluto: lo stadio si farà comunque, in ogni caso, in ogni forma, indipendentemente da tutto e da tutti, qualunque cosa ne esca fuori.

Riepiloghiamo i dati certi: ad oggi le risorse disponibili messe a disposizione del Ministero (vincolate all’esecuzione dell’opera e che, pertanto, se il restyling dello stadio non venisse eseguito, non potranno essere utilizzate per altri progetti) sono 171 milioni di euro. Il progetto ARUP prevede nel bando di gara in scadenza l’11 Dicembre 2023, l’esecuzione del lotto principale (costruzione delle nuove curve ravvicinate, restyling e messa in sicurezza dell’intero stadio, copertura della Curva Fiesole, rifacimento dei servizi, ecc.), mentre , se verranno individuate le risorse mancanti (i 55 milioni del PNRR che il TAR del Lazio ha confermato stralciati, bocciando il ricorso del Comune di Firenze, oltre a circa altri 25 milioni derivanti da costi aggiuntivi legati all’aumento delle materie prime e dall’inflazione) sarà possibile realizzare un nuovo impianto di illuminazione, opere negli interrati, nuovi skybox sopra la Maratona, riprofilatura della stessa per ottenere sedute più confortevoli, realizzazione di Museo e Auditorium e soprattutto copertura della restante parte dello stadio, Maratona e Curva Ferrovia.

Nella realizzazione di un’opera pubblica, la motivazione principale che determina la validità e la necessità di eseguirla è nell’individuazione degli obiettivi principali per cui la si fa: nel caso dello stadio per realizzare un impianto moderno, confortevole e sicuro, a beneficio degli utilizzatori e tenendo conto delle esigenze della società calcistica che gestirà l’impianto, nel nostro caso la Fiorentina.

Appare evidente che, date le condizioni sopra descritte, il benessere degli utilizzatori non è neanche preso in considerazione: la riprofilatura della Maratona (una seduta dove se hai un’altezza superiore a 175 centimetri, infili i ginocchi nelle spalle del tifoso seduto davanti a te, se devi uscire dal tuo posto devi pestare i piedi a tutti i tuoi vicini, sorreggerti e caracollare fino alla scale) è un optional, così come non rilevante – anzi per una patetica funzionaria della Soprintendenza è quasi meglio senza – è la copertura di Maratona e Curva Ferrovia, senza contare che il non intervenire sui percorsi di accesso al tuo posto a sedere mantiene inalterati i disagi che ormai tutti i frequentatori del Franchi conoscono bene.

Ma anche le necessità della Fiorentina non sono prese in considerazione: mentre si faranno i lavori – le famose “toppe” indicate da Alberto Polverosi nel suo editoriale su Stadio – dove va a giocare la squadra?

Il Comune propone il Padovani (altri soldi dei contribuenti da investire per rendere disponibile l’impianto per 7.000 posti, gli altri 8.000 saranno a carico della Fiorentina che, più volte, ha dichiarato di non essere interessata). Giocheremo quindi ad Empoli – ma la sindaca ha già dichiarato che non è possibile per motivi di compatibilità dell’impianto con le esigenze dei residenti – e comunque a Reggio Emilia per le coppe (Empoli non è abilitate per le manifestazioni europee)? La decisione va presa entro Marzo 2024, secondo le disposizioni UEFA.

Tutto tace e la macchina lanciata dal Sindaco Nardella a tutta velocità continua a procedere imperterrita verso il burrone.

Se l’11 Dicembre la gara andrà deserta, il Comune potrà ricorrere all’affidamento diretto: scegliere una ditta di fiducia che eseguirà i lavori (e probabilmente la scelta verrà effettuata da ARUP).

La Fiorentina, tramite il suo Direttore Generale, Joe Barone, ha chiesto sabato 25/11 la convocazione di un tavolo con il Ministro dello Sport ed il Comune, aprendo uno spiraglio ad un coinvolgimento diretto della Società viola e del suo Presidente Commisso. Si chiama “naming” e potrebbe interessare il patron viola non solo perché abbatterebbe i costi della convenzione di affidamento (si ragionerebbe di una concessione a titolo gratuito alla Società dell’impianto, in funzione delle risorse immesse), ma darebbe il suo nome all’impianto realizzato, in stile con quanto fatto al Rocco Benito Commisso Viola Park (tra l’altro la società ha appena acquistato un terreno limitrofo al Viola Park sul quale nascerà a breve un parcheggio da 490 posti auto).

Si tratta quindi di un ripensamento da quel “non metto una lira sul Franchi” con cui Rocco gelò il Sindaco pochi mesi fa? Davvero Rocco è disposto ad investire 80 milioni, quelli che mancano, per salvare Nardella e garantire uno stadio efficiente per almeno 20/30 anni?

Il teatro dell’assurdo non conosce limiti all’assurdo: se l’investimento del patron italo americano risolverebbe il problema della realizzazione intera ed omogenea del progetto di restyling di ARUP, niente apporterebbe in termini di risoluzione al secondo problema citato: dove va nel frattempo a giocare la Fiorentina?

Credo che l’uscita di Joe Barone sia rivolta invece prevalentemente a questo secondo aspetto (del primo continuerà a disinteressarsi), per costringere Comune e Lega a trovare una soluzione alternativa il meno penalizzante possibile per la Società viola e per i tifosi, magari forzando la mano alla sindaca di Empoli, o costringendo ARUP a programmare l’esecuzione dei lavori parziali sul Franchi con tempistiche e modalità che consentano alla squadra di giocare il maggior numero di partite dei due campionati interessati ai lavori, 2024/2026, all’interno dello Stadio Franchi, seppur ridimensionato.

Quando le cose nascono male, finiscono peggio: il buon senso consiglierebbe di resettare tutto e, rimodulare l’intervento sullo stadio alla sola messa in sicurezza, rinunciando alle curve ravvicinate e destinando quelle risorse alla copertura. I tempi purtroppo non lo consentono e ci tocca assistere impotenti a questa sceneggiata ridicola le cui vittime paganti sono i tifosi.

I guru della finanza calcistica, i match analysts delle vicende sportive, sappiano che allontanare i tifosi dallo stadio per 2 anni senza alcuna contropartita, significa perderli definitivamente quasi tutti: e che un eventuale coro rivolto a Nardella sul nuovo stadio – ce lo fai o no, ce lo fai o sì o no? – non prevedeva rabberci e sospensioni per anni, ma la costruzione di un progetto completo compatibile con l’uso continuato dell’impianto. Perché altrimenti era meglio non fare nulla.

Fabio Fallai – Presidente Viola Club Franco Nannotti

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