Doveva essere un avvio molto diverso per la Fiorentina, o almeno ce lo aspettavamo diverso considerando il calendario tutt’altro che proibitivo che attendeva la squadra di Palladino nel primo mese e mezzo. Invece i viola si sono impantanati in una serie di prestazioni, e quindi di risultati, deludenti. Per analizzare il momento della Fiorentina e capire quali potrebbero essere i risolvi futuri della stagione, Alé Fiorentina ha intervistato in esclusiva Fabrizio Berni, ex difensore gigliato dal 1969 al 1971.
Berni, che partenza è stata quella della Fiorentina di Palladino? E come se la spiega?
«Ci aspettavamo una partenza più brillante, soprattutto considerando il livello degli avversari che il calendario ci ha messo davanti nei primi incontri, ma per più fattori così non è stato. Sicuramente il mercato in ritardo, che ha dato a Palladino pedine importante nelle ultime ore, ha influito sulla resa della squadra. Nelle ultime gare, penso alla Lazio, si sono visti dei progressi… L’allenatore adesso è chiamato a far vedere la sua mano su un gruppo che ha faticato non poco in questo avvio e che, risultati alla mano, non può aver soddisfatto i tifosi».
Cosa le sta piacendo della nuova Fiorentina?
«Mi sta piacendo moltissimo Kean che, dopo anni di pochi alti e molti bassi, cerca a Firenze la sua definitiva consacrazione. Da grande promessa adesso deve diventare una bella certezza e per adesso sta andando bene. È in una condizione fisica eccezionale e, trovando la via del gol, si è sbloccato anche mentalmente. È un calciatore che tiene da solo l’attacco viola, è potente, ha coraggio, è maturato nella gestione del pallone… È un calciatore che quest’anno potrà togliersi belle soddisfazioni. Un’altra cosa che mi è piaciuta è l’impatto di Gudmundsson: è entrato con la Lazio e ha fatto vedere quelle che sono le sue qualità… La grande personalità, la formidabile conduzione della palla, la capacità di svariare molto e rendersi quindi difficilmente marcabile. È un ottimo giocatore, ha colpi davvero importanti».
Cosa, invece, non l’ha convinta?
«Be’, è una domanda facile: la difesa!».
Si riferisce allo schema tattico o agli uomini?
«Non ho niente contro la difesa a 3, ritengo possa essere un valido schema, ma per farlo ti servono i giocatori giusti. O meglio, devi utilizzare i giocatori nelle loro posizioni. Schierare Biraghi centrale di sinistra è improponibile: il ragazzo non sa difendere, non ha gli automatismi del difensore, non ha certe caratteristiche e non può impararle a trentadue anni. Attenzione: non sto dicendo che abbiamo perso per colpa di Biraghi, ma sicuramente la difesa si indebolisce molto se uno dei tre deputati alla difesa non sa difendere, è fuori ruolo».
Quale sarebbe la difesa titolare di Berni, quindi?
«Se Palladino opta ancora per la difesa a tre, i miei titolari sarebbero Quarta a destra, Ranieri a sinistra e Comuzzo in mezzo. Aspettando Pongracic, che potrà dare sicuramente una mano».
A centrocampo invece abbiamo visto una buona alternanza di giocatori, quasi tutti nuovi arrivi. Chi le piace di più?
«Il centrocampo viola è molto interessante quest’anno perché offre al mister diverse alternative. Penso che Bove, Mandragora e Cataldi potrebbero essere i titolari, anche se di Adli mi dicono un gran bene e Richardson ha fatto vedere ottime doti tecniche. A centrocampo siamo messi abbastanza bene, dovrà essere bravo Palladino ad amalgamare gli ingredienti a disposizione».
A proposito di Palladino, un commento dopo un mese e mezzo di stagione?
«È ancora presto per giudicarlo, soprattutto perché si tratta di un allenatore giovane, con poca esperienza, che viene da una piazza con meno pressioni e che, come detto in precedenza, ha avuto molti giocatori nelle ultime ore di mercato. In questo avvio di stagione ha sicuramente dimostrato duttilità tattica, discostandosi anni luce dalla fossilizzazione di Italiano. Contro la Lazio ha avuto una pensata geniale. Insomma, credo si debba aspettare ancora un po’ a giudicarlo…».
Alla luce di quanto detto, i tifosi posso guardare con fiducia alla stagione appena iniziata?
«Sono misurato per natura, ma ritengo di sì: potremmo toglierci qualche soddisfazione quest’anno. Chiaramente ci sono tanti fattori che possono influenzare un’annata, ma ci sono i presupposti per divertirci se il mister trova la quadra e alcuni singoli crescono di condizione».
(foto in copertina di Violanews.com)