Beppe Chiappella, una vita in viola

Condividi sui social

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su linkedin

BEPPE CHIAPPELLA, UNA VITA IN VIOLA.

IN CAMPO E IN PANCHINA.

Viviamo in un tempo che non ama guardarsi indietro. La comunicazione deve essere immediata e strillata; non c’è posto per la storia che aiuterebbe, non poco, a migliorare il presente. Tutto questo vale anche nel calcio, anche gli appassionati s’interessano raramente del passato della propria squadra e degli uomini che l’hanno resa grande.

Uno di questi scompariva il 26 dicembre del 2009: Beppe.

Giuseppe Chiappella era nato a San Donato Milanese il 28 settembre del 1924. Arrivò a Firenze nell’estate del 1949, acquistato dal Pisa dove aveva disputato tre campionati di serie B. Era un centrocampista molto mobile che i nerazzurri avevano impiegato come mezzala.

Beppe non si toglierà più la maglia viola. Una vita da mediano, con la maglia numero 4.

L’esordio in serie A fu immediato: 11 settembre del 1949, Juventus-Fiorentina-5-2, alla prima giornata di campionato. Nella squadra che arriverà quinta, Chiappella conquistò subito la maglia da titolare. Luigi Ferrero, l’allenatore, ci lavorò, gli modificò il raggio d’azione, arretrandolo. Mediano nel WM (il sistema), uno dei due lati bassi del quadrilatero di centrocampo, prima assieme a Augusto Magli e poi con Armando Segato. Ferrero stava assemblando un blocco difensivo straordinario, l’anno precedente erano arrivati a Firenze Rosetta e Cervato, successivamente verrà acquistato Ardico Magnini.

Chiappella, di poche parole e schietto come un buon bicchiere di Chianti, conquistò subito l’ambiente. La modestia in campo, dove emergeva da grande faticatore, un lottatore che non aveva paura di buttare il pallone in tribuna, era accompagnata dalla modestia nella vita civile, una persona normalissima, generosa e alla mano. Abnegazione, grinta, velocità nel proverbiale appoggio di interno piede, utile a far ripartire l’azione. E, soprattutto, la concentrazione che non calava mai. Queste le sue doti migliori a cui andava aggiunto il temperamento, l’attitudine al comando, l’intelligenza tattica che lo trasformarono in un allenatore in campo, continuamente impegnato a impartire ordini ai compagni di reparto. Beppe Virgili, centravanti del primo scudetto, raccontava che, da quanto urlava in campo pareva Louis Armstrong – uno dei più grandi musicisti del suo tempo.

Fulvio Bernardini ne completò l’evoluzione tattica, resa possibile dall’esperienza maturata da Beppe. Nel blocco difensivo viola, e azzurro in Nazionale, degli anni Cinquanta, Chiappella era chiamato a scalare in difesa per prendere in consegna il centravanti avversario, giocando sostanzialmente da stopper e lasciando Rosetta libero. Un accorgimento che costituiva una variante importante della difesa classica del WM, basata sull’accoppiamento dei giocatori e sulla marcatura ad uomo. Non a caso quello di Bernardini venne chiamato mezzo sistema, poiché ai tre uomini bassi se ne aggiungeva un quarto, Chiappella, mentre Maurilio Prini arretrava sulla mediana creando un grande vantaggio tattico che la Fiorentina sfruttò al massimo diventando Campione d’Italia nel 1955-1956, con dodici punti di vantaggio sulla seconda. Furono i magnifici anni Cinquanta della Fiorentina presieduta da Befani: finalista l’anno successivo in Coppa dei Campioni a Madrid, partita che Chiappella non poté giocare a causa di un infortunio subito in Nazionale, e arrivando consecutivamente seconda in quattro campionati.

Beppe Chiappella calciatore: presenze e gol

Beppe fu un protagonista assoluto della squadra, uno dei sempre presenti, colonna portante del blocco viola anche in maglia azzurra, indossata diciassette volte dall’esordio contro l’Egitto il 13 novembre 1953 all’ultima partita contro il Portogallo a Milano il 22 dicembre 1957.

Terminò la sua attività di calciatore nella Fiorentina indossando la fascia di capitano nel campionato 1959-1960, dopo la cessione di Cervato alla Juventus.

La stagione successiva vide alla guida della Fiorentina Lajos Czeizler, direttore tecnico ungherese, per favorire l’ambientamento del nuovo allenatore, il connazionale Nàndor Hidegkuti, arrivato in Italia solo a novembre e senza conoscere la lingua. Hidegkuti, uomo di grande personalità, era stato uno dei protagonisti dell’Ungheria d’oro degli anni Cinquanta, la squadra meraviglia che aveva sbancato Wembley, vincendo 6-3, e aveva perso, solamente e maledettamente la finale della Coppa del Mondo 1954 contro la Germania Ovest. Hidegkuti aveva creato un ruolo, quello di “centravanti alla Hidegkuti”, arretrando a legare la manovra della squadra e creando spazio per l’inserimento delle due mezzali offensive.

Il deludente andamento del campionato 1960-61 portò all’esonero di Czeizler, e il 25 gennaio 1961 Hidegkuti viene affiancato alla guida tecnica proprio da Chiappella, come uomo di campo. La stagione, che segnò il passaggio dalla presidenza Befani a quella di Longinotti, si concluse con un deludente settimo posto in campionato, ma con la doppia vittoria in Coppa delle Coppe e in Coppa Italia.

Chiappella fu protagonista dell’intero decennio successivo. Passato ad allenare la rappresentativa “De Martino”, subentrò a Ferruccio Valcareggi nel corso della stagione 1963-64. Sembrava una soluzione transitoria e invece si rivelò un momento fondamentale della storia viola. Con lui nacque la Fiorentina ye-ye dei tanti giovani del vivaio promossi in prima squadra che vinse la Coppa Italia e la Mitropa Cup nel 1966. Per quei successi, che dettero il via all’epopea che portò alla vittoria del secondo scudetto nel 1968-69, fu premiato con il “Seminatore d’Oro” come migliore allenatore italiano. Beppe non ebbe il tempo di completare l’opera. Nell’anno dello scudetto non era più alla guida dei suoi ragazzi. Proprio un atteggiamento ritenuto troppo indulgente verso quei “giovanotti” provocò il suo esonero nel dicembre 1967, sostituito dalla coppia Ferrero-Bassi che conclusero il campionato.

Beppe Chiappella allenatore: presenze in panchina

* Coppa delle Fiere 7 ottobre 1964 Fiorentina-Barcellona 0-2. In panchina Egisto Pandolfini

** Serie A 11 ottobre 1964 Roma – Fiorentina 3-3. In panchina Egisto Pandolfini.

*** Serie A 20 febbraio 1966 Torino – Fiorentina 1-0. In panchina Egisto Pandolfini.

Se ne andò dopo oltre diciotto anni dal suo arrivo a Firenze, nel lontano 1949.

Farà ritorno sulla panchina viola nella seconda parte della stagione 1977-1978 per salvare la Fiorentina dalla serie B: missione compiuta!

Il suo Palmares da calciatore: Scudetto 1955-56 1 Coppa Grasshoppers 1952-57 2 Coppa Amicizia 1959 e 1960; da allenatore in seconda Coppa delle Coppe e Coppa Italia 1960-61; da allenatore Coppa Italia e Mitropa Cup 1965-66.

Massimo Cervelli – commissione storia Museo Fiorentina

Leggi altri articoli
Torna su