Riparte finalmente la stagione, e si apre a sessione invernale di calciomercato, e la Fiorentina è chiamata a recuperare le posizioni perse con un avvio di campionato lontano dalle aspettative. Per parlare della squadra di Italiano e analizzarne pregi e difetti, Alé Fiorentina ha intervistato in esclusiva Andrea Orlandini, ex centrocampista viola negli anni ’60 e ’70.
Orlandini, qualcosa non ha funzionato nei primi mesi della nuova stagione… Cosa secondo lei?
«Un insieme di fattori, a mio avviso. La squadra ha certamente pagato i tantissimi impegni ravvicinati, complice anche il Mondiale; inoltre ci sono state delle assenze pesanti, due su tutti Gonzalez e Sottil; infine sono mancati i gol».
Sono mancati i gol o i centravanti?
«Entrambe le cose, purtroppo! Il gioco è stato altalenante, in alcune gare benino e in altre malino, e questo non ha facilitato il compito dei centravanti. Centravanti che però non hanno convinto…».
Qual è stato il problema di Jovic e Cabral? E chi tra i due le sembra più adatto al gioco di Italiano?
«Non mi sono piaciuti nessuno dei due. Il serbo forse ha qualcosa in più, certamente è più dotato tecnicamente, ma entrambi sono mancati dal lato caratteriale. Per giocare a pallone ad alti livelli servono testa e carattere. Servono ai grandissimi, figuriamoci ai nostri attaccanti. Per il gioco del mister possono andar bene entrambi, dal momento che hanno caratteristiche diverse, ma occorre essenzialmente una cosa: qualcuno che la butti dentro!».
Tornando alla squadra, nelle ultime gare sembrava aver ritrovato delle certezze. E’ d’accordo?
«È vero, le ultime tre/quattro gare la Fiorentina è andata molto meglio. Dal punto di vista del gioco ma anche della grinta. Infatti sono arrivati dei risultati e la classifica è leggermente migliorata. Adesso servirebbe continuità, per dimenticare il k.o. di Milano e tenere viva la speranza di poter risalire la china».
Tanti tifosi, per risalire la china, si aspettano qualcosa dal mercato… Lei?
«Direi proprio di sì. Mettiamocelo bene in testa: chi fa calcio non può farlo per guadagnare. Se c’è un tesoretto, venga speso. E bene! A questa rosa servono almeno due acquisti di grande livello: un bel terzino destro e un centravanti col vizio del gol… un centravanti vero, uno alla Vlahovic per intenderci. Poi, volendo, anche un po’ di qualità in mezzo al campo non farebbe male. Nell’ultimo mese, però, ho sentito parlare di altro…».
Si riferisce alle possibili offerte per Amrabat?
«Esattamente! Non fraintendiamoci: il marocchino è il miglior giocatore che abbiamo, ma se arrivassero 40 milioni cash si può vendere… ma per fare cosa? Si incassa ancora? Boh! È arrivato il tempo di decidere cosa fare da grandi: crescere, tenendo i migliori, oppure rimpolpare il portafoglio della società e barcamenarsi a metà classifica. Spero Commisso opti per la prima strada, lo spero proprio».
Che giudizio si sta facendo su Italiano? A inizio stagione non è stato risparmiato da alcune critiche…
«È normale, chi fa calcio è soggetto a ricevere critiche. Fa parte del gioco. Ritengo il mister viola stia facendo discretamente. All’inizio mi è parso un po’ in confusione, ma poi sembra aver trovato una quadra. È un ottimo allenatore, ho fiducia nel suo lavoro».
Ha fiducia, invece, nel percorso europeo della Fiorentina?
«Giocare in Europa non è mai banale, ma è evidente che questa squadra, se gioca come sa, possa battersela con quasi tutte le avversarie. Credo possa fare molto bene, soprattutto se recupera alcuni uomini chiave come Gonzalez, Sottil, Castrovilli… Chissà, forse riuscirà ad alzare quel benedetto trofeo che manca da tanto, troppo tempo. Lo spero con tutto il cuore!».