Una nuova stagione, un nuovo allenatore, una tifoseria che continua ad avere il vecchio sogno: tornare grandi. Dopo l’addio di Palladino, con il Calciomercato che sta regalando i primi – ma già importanti – colpi, restiamo in attesa dell’arrivo di Stefano Pioli e di vedere la Fiorentina che verrà. Per farci un’idea di cosa potrebbe portare in riva all’Arno questa caldissima estate, e provare a immaginare che Viola sarà, Alé Fiorentina ha intervistato in esclusiva Luciano Chiarugi, grande ex attaccante della Fiorentina campione d’Italia nel 1969.
Chiarugi, che voto si sente di dare alla Fiorentina per la stagione appena conclusa?
«Sicuramente un buon voto! La partenza non è stata ottima, ci sono state molte difficoltà ma poi la squadra si è ripresa alla grande. Ho ancora negli occhi la cavalcata di otto vittorie consecutive… Un filotto fatto di carattere, spirito di gruppo. Il sesto posto finale ritengo sia un buon piazzamento, anche se capisco se parte della tifoseria avrebbe voluto altro: a un certo punto, classifica alla mano, era lecito sognare in grande. Alla fine, credo il percorso della Fiorentina di Palladino sia stato un buon percorso».
A proposito di Palladino, una battuta sull’ex Monza?
«Be’, è onestamente difficile commentare quanto accaduto. Come tutti in tifosi, sono rimasto perplesso e sconcertato dalle dimissioni, tra l’altro arrivate a seguito di una conferenza stampa in cui il patron Commisso lo elogiava. Non essendo dentro la società, e non potendo dunque sapere come sono andate esattamente le cose, penso non ci fosse più unità d’intenti tra dirigenza e allenatore…».
Al suo posto arriverà Stefano Pioli, vecchia conoscenza di Firenze prima da giocatore e poi da allenatore. Cosa ne pensa?
«Ritengo che Pioli sia un ottimo allenatore e che possa portare esperienza e passione per questi colori. Conosce la città, la tifoseria, il campionato italiano, ha fatto esperienza in grandi squadre e ha vinto lo scudetto… Penso sia un grande valore aggiunto! È un ritorno che entusiasma la tifoseria e sicuramente anche lo stesso Pioli. In una battuta direi che è l’allenatore giusto nel momento giusto. Per il presente e per il futuro».
Aspettando che il Calciomercato entri nel momento più caldo, la Fiorentina ha già piazzato qualche colpo. Come valuta anzitutto il riscatto di Gudmundsson e l’arrivo di Dzeko?
«Dietro le mosse messe in atto dalla Fiorentina ci sono sicuramente le indicazioni di Stefano Pioli, e se quest’ultimo ritiene di poter puntare su Gudmundsson non ho motivo di non avere fiducia. L’islandese è un talentuoso, su questo non ci piove, ma a Firenze deve ancora dimostrare tantissimo: se è tranquillo e sente la fiducia del nuovo allenatore, penso possa fare una grande stagione. Del resto le qualità non si discutono. Non dimentichiamoci anche il rinnovo di De Gea: un portiere sensazionale che, nell’arco di una stagione, porta tanti punti. Una garanzia. Dzeko, invece, è un buon innesto per il reparto offensivo: è vero che è in là con gli anni, ma porta con sé un bagaglio di gol e di esperienza notevole. Potrà dare una grande mano là davanti».
Là davanti insieme a Kean, e non al posto di Kean… E’ d’accordo?
«Assolutamente sì! Capisco che certe offerte possano far traballare qualsiasi calciatore, ma Kean a Firenze ha trovato una casa, ha trovato fiducia, serenità e credibilità dopo anni un po’ complicati… Penso che adesso dovrebbe consacrarsi in viola. Con un allenatore come Pioli e una squadra di qualità, ha la grande occasione per confermarsi uno splendido centravanti».
Cosa pensa potrebbe fare la società per convincere l’attaccante a restare a Firenze?
«Il suo futuro, per adesso, è nelle sue mani. La Fiorentina può alzargli l’ingaggio, adeguandolo al suo valore e al suo rendimento, e poi prospettargli un progetto ambizioso: due/tre anni di programmazione, obiettivi concreti, prospettive affascinanti. Solo così si può distogliere il richiamo del denaro dalla testa di un calciatore».