Storia dell’A.C. Fiorentina

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di LORENZO MAGINI – 28° puntata

tratto dall’originale stampato nel n° 11-12 Anno III di Alé Fiorentina del Luglio-Agosto 1968

Sogni di gloria

Grandi cose si aspettavano i tifosi fiorentini dal nuovo presidente Befani.

Il quarto posto conseguito dopo un campionato, che ad un certo punto sembrava volgersi decisamente al brutto, aveva ancor più riacceso le speranze di vedere al fine lo scudetto cucito sulle maglie viola. Befani, rendendosi conto di questo stato d’animo ormai diffuso, in occasione della assemblea convocata per l’approvazione del nuovo statuto societario così puntualizzava la situazione: «Tutti voi acquistate e leggete i giornali. Avrete quindi appreso che la Fiorentina ha venduto e comprato… Credo che se vi mettete a fare dei conti, il bilancio comporterebbe un miliardo… Vi dico subito che fra tutte quelle pubblicate vi sono pochissime notizie vere; molte sono inventate per stuzzicare la vostra curiosità. Qualcosa si è fatto, ma voi capite che per molte ragioni importanti non possiamo dirvi esattamente quello che abbiamo fatto. Si è parlato della cessione di un cardine del baluardo difensivo: storie. Se è stato fatto qualcosa è stato fatto alle due estremità della squadra e vi sarà facile capire anche senza fare i nomi. Poi è stato fatto qualcosa col Prato: l’acquisto di Segato. Speriamo di aver fatto bene. Ma una cosa mi preme dirvi: mettetevi bene in testa che non faremo cose avventate. Si sono viste nel passato società spendere cifre enormi con risultati meschini, addirittura con dei fallimenti. Noi un’ossatura forte l’abbiamo e ce la terremo. Si fa presto a comprare a destra e a sinistra. Noi agiremo con calma guardando non soltanto ai nomi. Ci siamo classificati al quarto posto e non è poco. Speriamo per l’anno prossimo di fare meglio, ma non ci lanceremo in avventure. Faremo il meglio che si potrà fare. Per ciò lasciateci fare e abbiate fiducia in noi». Mai, come in quell’estate, fu seguita con tanto interesse la campagna acquisti e vendite; mai, tante notizie di clamorosi acquisti, poi regolarmente smentite, rimbalzarono sulla stampa fiorentina. Jeepson, Nyers, Bizzotto, Vivolo: ogni giorno un nuovo nome. Si parlò anche di un cambio fra Chiappella e Gimona del Palermo, poi ancora di Bronée. Alla fine della campagna però, gli acquisti si concretizzarono nelle ali Lucentini e Mariani, provenienti rispettivamente dalla Sampdoria e dalla Udinese, nel centrattacco Ghersetich, proveniente dall’Empoli insieme all’ala Prini, nell’altra ala Colla dal Maglie e in un’altra ala ancora, Novelli, prelevata dalla Buggianese; rientrato Tessari alla Roma, si acquistava il portiere Bonetti dal Genoa e si prendeva il giovane Francalancia dal Chinotto Neri, mentre rientrava dal Piombino Biagioli.

Lucentini e Mariani, le due ali del campionato 52-53 nel ritiro di Roveta.

Tali acquisti non suscitarono davvero scalpore. Scalpore invece, e di che razza!, suscitava la cessione di Pandolfini alla Roma. Vecchi soci, per questa cessione, restituivano la tessera; Mario Pizziolo, consigliere della società, rassegnava le dimissioni. Polemiche a non finire fra i tifosi, prese di posizioni sulla stampa. La cessione di «caviglione» diventò l’argomento del giorno. Fu un duro colpo per la popolarità di Befani ed ancor più doveva dimostrarsi deleteria questa cessione per l’inquadratura della squadra. Si tentava è vero il grosso colpo di Jeppson e di Nyers: l’uno però se l’accaparrava Lauro per 105 milioni (!), cifra pazzesca per quei tempi, l’altro rimaneva all’Inter che decisamente puntava quest’anno alla conquista dello scudetto. Si era venduto senza poter comprare. Cose che capitano quando manca l’esperienza di dirigenti: e Befani doveva farsela a proprie spese. Riuscirà a farsela però talmente completa che non solo riuscirà a portare a Firenze lo scudetto, ma riuscirà altresì ad inserirsi nelle alte sfere dirigenziali nazionali, diventandone un personaggio di primo piano. Oltre a Pandolfini venivano ceduti: Sperotto al Padova, Torrini al Brescia, Galassi alla Sampdoria, Vitali al Napoli, Basile al Piombino. Quanto agli stranieri, in un primo tempo sembrava dovesse venir ceduto Roosemburg, poi si parlò di Lefter per il quale c’era stato un interessamento notevole da parte del Novara. Il nostro turco però tardava a rientrare in Italia, e il Novara, non volendo acquistare il giocatore senza prima fargli passare la visita medica, alla chiusura delle liste rinunciava al giocatore. Per questo motivo la Fiorentina lasciava libero il turco, non senza prima avergli fatto pagare una solenne penale. 

Inizio a bocca storta.

Con un pareggio sulla Spal al Comunale s’iniziava il campionato 52-53. La mancanza di concretezza e di schemi validi, già apparsa nelle precampionato con l’Empoli e col Brescia, chiaramente appariva anche nelle gare di campionato. Ed anche a Roma, sebbene la squadra venisse sconfitta di misura da un gol di Galli, tali manchevolezze non accennavano a scomparire. Un po’ più registrata appariva invece la squadra contro il Novara e contro l’Udinese: ambedue le volte a portare al successo i viola era Mariani. Nella partita di Udine dobbiamo però dire che il successo fu in parte dovuto ad una buona dose di fortuna in quanto per ben due volte il terzino Zorzi graziava Costagliola: la prima volta calciando alle stelle da tre passi da Nardino, la seconda sbagliando addirittura un calcio di rigore.

La fortuna voltava invece decisamente le spalle ai viola nella partita con i campioni d’Italia della Juventus: una partita talmente sentita, che già il mercoledì precedente i posti di tribuna risultavano esauriti. Era Bernardi, l’ingegnere bolognese, a falsare fin dalle prime battute la partita, decretando un calcio di rigore, per un cascatone di Boniperti in area. Talmente ingiustificata appariva la punizione concessa, che Pegolotti, nell’edizione della Nazione del lunedì, così commentava: «Non facciamo la professione di divoratori di arbitri, anche perché ci sono al mondo tanti cibi migliori da mangiare, però bisogna pur dire che la partita ha cominciato a falsarla l’uomo del fischietto »; e Vittorio Pozzo, in sede di commento, sempre sulla Nazione, così concludeva: « L’incontro avrebbe anche potuto chiudersi con un risultato che non avrebbe dato né vincitori né vinti. Sarebbe stato più giusto».

12 ottobre 1952 – Fiorentina-Juventus 1-2. Costagliola battuto dal rigore di Vivolo.

Imbattuti a Palermo, dopo la parentesi azzurra per le partite di Stoccolma contro la Svezia (1-1) e di Bari contro l’Egitto (6-1), cui la Fiorentina aveva dato l’apporto di Cervato tra i moschettieri e di Magnini fra i cadetti, i viola incontravano la domenica successiva al Comunale, il Napoli, forte del suo 105 Jeepson. Sebbene ancora una volta tartassati dall’arbitraggio, la Fiorentina faceva suo il risultato; in ciò facilitata anche da un autogol del proprio «ex» Vitali che nell’affanno di difendere il pareggio raggiunto da Jeepson deviava nella rete di Casari un tiro di Beltrandi. In questa partita però la squadra viola perdeva il suo centromediano Rosetta. Per 15 giornate resterà fuori squadra, dando adito anche a voci non troppo lusinghiere sul suo comportamento nei confronti dell’allenatore Magli, della cui sostituzione, proprio in quei giorni, altre voci insistenti cominciavano a circolare. Sia le prime che le seconde venivano però decisamente smentite dai consiglieri Murray e Gazzulli, quest’ultimo entrato a far parte del consiglio dopo le dimissioni di Pizziolo.

A Trieste, l’allenatore Magli, dovendo fare a meno di Rosetta e del suo omonimo laterale, nonché di Roosemburg, cui continuamente un enigmatico dolore al ginocchio sinistro impediva di scendere in campo, schierava in mediana Venturi e Viciani, e faceva debuttare con la maglia n. 11 Segato. Era chiara la tattica guardinga della squadra viola: tattica che si concretizzava con un pareggio che giungeva quanto mai opportuno per rialzare il morale. Ci si aspettava che contro la Pro Patria, di scena a Firenze la domenica successiva, la squadra viola tornasse alfine ad assaporare il gusto della vittoria, Si tornava invece «alla bocca storta». Andata in vantaggio con un rigore, messo a segno da Ekner, col quale “il signor Canavesio, fischiettante di turno, ha inteso, aiutando un po’ la barca viola, compensare la barca medesima dalle raffiche che contro di essa avevano fischiato Bernardi nella partita con la Juventus e Valsecchi nella gara col Napoli”; raddoppiato il vantaggio con Beltrandi, la squadra viola si vedeva raggiungere dai bustocchi con due gol messi a segno da Travia su punizione e da Ciccarelli su passaggio di Bertoloni. «La bocca storta è tornata di moda. Il guaio è che la tifoseria viola questa volta non può neppure prendersela con l’arbitro»: questo l’amaro commento di Pegolotti. La situazione tecnica della squadra era davvero paurosa. La mancanza di Rosetta aveva squinternato tutta la difesa: in tre partite questa aveva subito sei gol, nelle altre sette soltanto cinque. Ma la situazione ancor più tragica riguardava l’attacco che in dieci partite aveva realizzato soltanto nove reti. Neppure contro il Bologna si riusciva a raggiungere la vittoria, ed un altro pareggio era il risultato della altra partita interna con l’Atalanta allenata da Ferrero. Sempre alla ricerca di una inquadratura soddisfacente, Magli continuava a cambiare lo schieramento di attacco senza venire a capo di nulla: in dodici partite sinora disputate la prima linea viola aveva cambiato ben nove schieramenti. Va bene che gli incidenti si erano susseguiti a catena, ma che ci fosse stata fino a questo momento una chiarezza di idee non si poteva davvero dirlo.

«Sono accaduti diversi contrattempi in casa viola, nei tre mesi di questo campionato. Volta a volta, c’è stato qualche giocatore indisponibile. Però, a parte questo (che del resto accade a tutte le squadre) nel settore attaccante della Fiorentina si sono fatti troppi mutamenti. In dodici partite, per essere esatti, l’attacco si è schierato in nove formazioni diverse. Sintomi evidenti di sbandamento, di affannosa e cieca ricerca del miracolo… Altri settori, purtroppo, cominciano a scricchiolare. Ma noi riteniamo che ciò dipenda da una sorte di contagio. Ossia, in conseguenza delle deficienze troppo accentuate nel settore avanzato, la squadra è monca, non può avere una azione armonica. La linfa vitale si ferma a mezzo campo. E siccome su quella linfa debbono tutti campare, gli organi che la producono diventano insufficienti, si logorano per tentare di produrre sempre di più. E non basta. I poveri difensori fiorentini rischiano di scoppiare. E di disamorarsi. Ci domandiamo fino a quando per esempio, Chiappella e Magli (emblemi della generosità) potranno mantenere un ritmo elevato».

La conferma a questo commento di Pegolotti si aveva a Genova contro la Sampdoria. Ultima in classifica e con sole sette reti all’attivo, la squadra blucerchiata, che allineava nelle proprie file ben tre «ex» viola (Moro, Gritti e Galassi), riusciva a far saltare la difesa viola quattro volte. A Genova veniva schierato per la prima volta con la maglia n. 6 Segato, che poi se la vedeva sostituire con quella n. 10 nella partita disputata a S. Siro contro il Milan e conclusasi con un’altra sconfitta per i viola.

Anche la partita col Grasshoppers nel quadro dell’omonima coppa, disputata al Comunale nel giorno in cui le nazionali azzurre s’imponevano agli elvetici a Palermo (2-0, i moschettieri) e a Bellinzona (5-0, i cadetti), si concludeva con un’amara sconfitta. Si cercava in quei giorni disperatamente un centravanti straniero. Si parlò di un probabile ingaggio dello svedese Andersson, centrattacco dell’Olympique di Marsiglia (24 anni), che già aveva costituito con Ēkner un tandem di grande rendimento, e che i tifosi marsigliesi aveva addirittura soprannominato «uragano» per le sue qualità realizzatrici; non se ne fece di nulla.

Anno nuovo vita vecchia.

Paurosamente, senza sosta, la Fiorentina continuava la sua lenta discesa verso il basso della classifica. Contro la Lazio tentava per la prima volta l’esperimento Cervato al centro della mediana e rientrava in prima linea il giovane Biagioli: che per un incidente subito a Palermo era dovuto restare tanto tempo fuori squadra. La difesa riusciva a non prendere gol; purtroppo però l’attacco non riusciva a farne: logico quindi il pareggio. Il Torino però, sulle orme dei cugini juventini, che fino allora erano stati i soli a violare il Comunale, usciva dal Comunale vittorioso e con pieno merito. Completamente demoralizzata, la squadra perdeva anche a Como con l’ultima in classifica, nonostante fosse andata in vantaggio dopo soli 22 secondi di gioco con Ghersetich.

Pietrino Biagioli, il centrattacco rivelazione del Piombino 1951-52, rientrato nelle file viola; la fortuna non sarà dalla sua.

Al giro di boa del campionato la Fiorentina si trovava quartultima in classifica con 13 punti (le ultime due Como e Novara ne avevano 10); tredici soltanto erano state le reti messe a segno, 23 quelle subite. La serie B, ghignando, spalancava le sue braccia alle maglie viola. 

Bernardini e il suo miracolo. 

Durante tutto il mese di gennaio i dirigenti viola, Befani in testa, avevano cercato di risolvere la conduzione tecnica della squadra. Dopo avere interpellato diversi tecnici, tra cui Vittorio Pozzo, dopo una lunga serie di colloqui col Vicenza, che acconsentiva a lasciar libero il proprio allenatore, Befani riusciva combinare con Bernardini. Magli veniva licenziato; silenziosamente, signorilmente, usciva dalla comune. Ma quante cose avrebbe avuto voglia di dire! Bernardini prendeva in consegna la squadra all’inizio del girone di ritorno e sedeva per la prima volta in panchina a Ferrara, dove la tradizione che vuole vittoriosa la squadra che cambia allenatore sfumava a soli quattro secondi dalla fine, quando il terzino Pellicari riusciva, nell’ultimo arrembaggio alla rete viola, a battere Costagliola con un grande tiro da dentro l’area. La squadra però sembrò fin da quella partita come trasformata: piena di volontà, di grinta, come se soltanto allora si rendesse conto delle sue possibilità. Questo cambiamento improvviso rinfocolò il sospetto sul comportamento tenuto da alcuni giocatori nei confronti dell’allenatore Magli: si dubitò che pur di liberarsene, diversi giocatori non avessero per l’innanzi reso quanto invece avrebbero potuto. Nello strano mondo del calcio, non ci meraviglierebbe che quanto era oggetto di voci, fosse sostanzialmente vero.

Questa trasformazione della squadra ancor più evidente apparve nella partita giocata al Comunale contro la Roma, tanto che Bruno Roghi vergava per la Nazione del giorno successivo questo neretto: “Vedevo per la prima volta la Fiorentina nella stagione. Me l’avevano descritta in termini tutt’altro che edificanti. Una zitella, nient’altro che una zitella acida e noiosa, mi avevano detto. Io non so quale sia il concetto che gli sportivi fiorentini si sono fatti delle zitelle. Devono intendersene, loro che in fatto di belle ragazze hanno gli occhi con i calamari a furia di rimirarle. Ma può anche darsi che zitella la Fiorentina fosse fino al giorno del mio arrivo. Il quale arrivo era stato preceduto da qualche giorno da un altro arrivo, quello di Bernardini. Il quale deve possedere le risorse magiche dei principi azzurri delle favole. Lascio al presidente della Fiorentina il compito di indagare sul conto del nuovo direttore tecnico della squadra. Per quanto mi riguarda, non la zitella preannunciatami ho visto in campo, ma una ragazza svelta. Ho visto la ragazza sportiva che mi aveva innamorato ai tempi del gioco metodista quando certi suoi gol la ravvivano tutta come fiori infilati nei capelli. Invidio Bernardini che l’ha trasformata così». 

29 marzo 1953 – Fiorentina-Inter 1-0. Cannonata di Cervato su punizione: Ghezzi non può fare altro che guardare.

Con l’avvento di Bernardini la squadra comincia a farsi rispettare anche in trasferta. A Novara, contro gli azzurri guidati ancora dall’intramontabile Piola, e che due domeniche prima avevano battuto il Milan e la domenica precedente erano andati a vincere sul campo della Lazio, la Fiorentina detta legge in campo vincendo più nettamente di quanto non dica il punteggio (la rete dei novaresi infatti fu un autogol del terzino viola Venturi). Con questo però, non è da credere che la squadra fosse divenuta irresistibile. Anche Bernardini conosce le sconfitte. Clamorosa addirittura quella contro la Juventus a Torino dove per poco non si ripeteva il clamoroso 11 a 0 dell’ottobre del 1928! Dobbiamo tener conto però che la Fiorentina si ritrovò in questa partita fin dal primo minuto di gioco con un gol al passivo e con un giocatore di meno (Cervato!), e che dopo appena un quarto d’ora perdeva anche Venturi. Giocando in undici contro nove, fu facile per gli avanti juventini sbizzarrirsi a segnare. Dopo la partita di Torino la squadra infila una serie di partite positive: vince contro il Palermo, la Triestina e l’Inter, solitaria in testa alla classifica; pareggia a Napoli e a Busto Arstizio. La seconda sconfitta dopo l’avvento di Bernardini la si registrava a Bologna, dove però gli atleti fiorentini uscivano dal campo sotto un subisso di applausi per la grande partita disputata all’insegna del bel gioco. Altra grande partita dei viola a Bergamo, coronata questa volta dalla vittoria; scialba invece quella interna con la Sampdoria terminata in parità. Uno degli aspetti più concreti del lavoro svolto da Bernardini lo si riscontrava nella fisonomia che stava assumendo la squadra in difesa. Proprio per questo il commissario tecnico della Nazionale Beretta si decideva a schierare per la prima volta il trio viola Magnini-Rosetta-Cervato in occasione della partita internazionale con la Cecoslovacchia a Praga.

Sebbene sconfitti, i migliori in campo furono proprio i tre viola: chi deluse in pieno invece fu la prima linea, incapace di un qualsiasi schema valido di gioco. Anche la prima linea della Fiorentina di mostrava la sua inconcludenza nella partita col Milan disputata al Comunale; incantava invece il pubblico fiorentino il «professor» Gren, che nel campionato futuro Bernardini vorrà a dirigere ed orchestrare il gioco della nuova Fiorentina. Le sconfitte però non intaccavano il morale della squadra. Infatti, come dopo la sconfitta di Bologna la Fiorentina era andata a vincere a Bergamo, dopo questa col Milan la squadra va a vincere a Roma contro la Lazio: non solo c’era stata una trasformazione nel gioco, ma anche negli animi. La partita con la Lazio aveva luogo una settimana prima dell’inaugurazione dello «Stadio dei centomila» costato la bella somma di 2700 milioni! Ad inaugurarlo venivano invitati i nazionali ungheresi forti di quei «mostri» di talento calcistico che rispondevano ai nomi di Bozsik, Csibor, Puskas, Kocsis, Hidegkuti! Contro di loro si faceva scendere in campo la più cervellotica nazionale che mai sia stata schierata; basti pensare ai varî Bortoletto, Grosso, Arcadio, Venturi fatti scendere in campo solo per ragioni geografiche (tutti e tre infatti giocavano nella Roma). I tre gol degli ungheresi, non dimostravano abbastanza il divario fra le due nazionali: maestri i magiari, balbettanti scolari gli azzurri.

Per finire il campionato rimanevano da giocare solo due partite. Ormai tranquilla, la squadra viola cedeva nettamente a Torino contro i granata, che con questa vittoria si tiravano fuori dalle pastoie della retrocessione, lasciando in lotta per accompagnare in serie B la Pro Patria ormai condannata, Sampdoria, Novara, Triestina e Como. Era proprio quest’ultima a far compagnia ai bustocchi, condannata proprio dai viola nella partita conclusiva del campionato.

Netto era stato il divario di rendimento e di gioco tra il girone di ritorno e quello d’andata. Si era vista una mano diversa, una concezione diversa nell’impostazione della squadra. Bernardini che già aveva pagato lo scotto del noviziato come allenatore, quando, alla guida della Roma, questa era precipitata in serie B, si stava rivelando un tecnico preparatissimo e geniale. Lo si accuserà in seguito di essere troppo signore coi suoi allievi e questo glielo addebiteranno a colpa. Nel mondo del calcio, purtroppo, la signorilità è una colpa, l’incompetenza spavalda una virtù. Il sapere, però, anche in questo mondo particolare del calcio, prima o poi prende il sopravvento sull’altezzosa ignoranza, la signorilità sulla cafonesca albagia. E sarà proprio la competenza profonda è la signorilità di Bernardini a forgiare quella squadra che rimarrà imbattuta per 33 giornate su 34. Dovrà lavorarci sopra altri due anni: la costanza, che s’accompagna sempre all’intelligenza, gli permetterà però di realizzare il suo capolavoro.

Date – Formazioni – Arbitri – Marcatori – Classifica finale

FIRENZE, 14 settembre 1952 – FIORENTINA – SPAL 1 – 1 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Lucentini, Biagioli, Roosemburg, Ekner, Prini.

SPAL: Bugatti, Lucchi, Degl’Innocenti, Bizzotto, Macchi, Castoldi, Sega, Colombi, Bulent, Bennike, Fontanesi.

ARBITRO: Righi di Milano.

GOALS: Roosemburg (F.), Bulent (S.).

ROMA, 21 settembre 1952 – ROMA – FIORENTINA 1 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Lucentini, Beltrandi, Roosemburg, Ekner, Mariani.

ROMA: Albani, Azzimonti, Eliani, Bortoletto, Tre Re, Venturi, Lucchesi, Pandolfini, Galli, Broneè, Renosto.

ARBITRO: Canavesio di Torino.

GOAL: Galli (R.).

FIRENZE, 28 settembre 1952 – FIORENTINA – NOVARA 1 – 0 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Lucentini, Beltrandi, Roosemburg, Ekner, Mariani.

NOVARA: Russova, Pombia, De Togni, Rosen, Molina, Baira, Piccioni, Alberico, Piola, Miglioli, Renica.

ARBITRO: Rigato di Mestre.

GOOAL: Mariani (F.).

UDINE, 5 ottobre 1952 – FIORENTINA – UDINESE 1 – 0 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Lucentini, Ghersetic, Roosemburg, Ekner, Mariani.

UDINESE: Pin, Morelli, Menegotti, Moro, Tubaro, Revere, Proeger, Szoke, Mozzambani, Bacchetti, Zorzi.

ARBITRO: Valsecchi di Milano.

GOAL: Mariani (F.).

FIRENZE, 12 ottobre 1952 – JUVENTUS – FIORENTINA 2 – 1 (1-1)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Lucentini, Beltrandi, Roosemburg, Ekner, Mariani.

JUVENTUS: Viola, Bertuccelli, Corradi, Mari, Parola, Piccinini, Carapellese, Boniperti, Vivolo, J. Hansen, Praest.

ARBITRO: Bernardi di Bologna.

GOALS: Vivolo 2 (1 su rigore) (J.), Mariani (F.).

PALERMO, 19 ottobre 1952 – PALERMO – FIORENTINA 0 – 0

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Mariani, Biagioli, Roosemburg, Beltrandi, Ekner.

PALERMO: Pendibene, Foglia, Boldi, Martini, Marchetti, De Grandi, Zamperlini, Gibona, Martegani, Bettini, Di Maso.

ARBITRO: Silvano di Torino.

FIRENZE, 2 novembre 1952 – FIORENTINA – NAPOLI 2 – 1 (1-1)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Lucentini, Mariani, Roosemburg, Beltrandi, Ekner.

NAPOLI: Casari, Comaschi, Vinyel, Castelli, Granata, Gramaglia, Vitali, Amicarelli, Jeppson, Formentin, Pesaola.

ARBITRO: Valsecchi di Milano.

GOALS: Mariani (F.), Jeppson (N.), Vitali (autorete) (F.).

TRIESTE, 9 novembre 1952 – TRIESTINA – FIORENTINA 1 – 1 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Venturi, Viciani, Lucentini, Mariani, Beltrandi, Ekner, Segato.

TRIESTINA: Nuciari, Belloni, Valenti, Giannini, Feruglio, Invernizzi, Boscolo, Curti, La Rosa, Petagna, De Vito.

ARBITRO: Carpani di Milano.

GOALS: Curti (T.), Beltrandi (F.).

FIRENZE, 16 novembre 1952 – FIORENTINA – PRO PATRIA 2 – 2 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Venturi, Magli, Lucentini, Mariani, Roosemburg, Beltrandi, Ekner.

PRO PATRIA: Uboldi, Travia, Toros, Settembrini, Fossati, Rebuzzi, Hofling, Belcastro, Mannucci, Ciccarelli, Bertoloni.

ARBITRO: Canavesio di Torino.

GOALS: Ekner (rigore) (F.), Beltrandi (F.), Travia (Pr. P.), Ciccarelli (Pr: P.).

MILANO, 23 novembre 1952 – INTER – FIORENTINA 3 – 0 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Venturi, Magli, Colla, Beltrandi, Mariani, Ekner, Roosemburg.

INTER: Ghezzi, Blason, Giacomazzi, Neri, Giovannini, Nesti, Armano, Mazza, Lorenzi, Skoglund, Nyers.

ARBITRO: Bellè di Venezia.

GOALS: Armano 2 (I.), Skoglund (I.).

FIRENZE, 30 novembre 1952 – FIORENTINA – BOLOGNA 1 – 1 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Venturi, Magli, Lucentini, Mariani, Ekner, Beltrandi, Prini.

BOLOGNA: Giorcelli, Giovannini, Ballacci, Pilmark, Grieco, Jensen, Mike, Randon, Bacci, Campatelli, Cervellati.

ARBITRO: Marchetti di Milano.

GOALS: Mariani (F.), Campatelli (B.).

FIRENZE, 8 dicembre 1952 – FIORENTINA – ATALANTA 1 – 1 (0-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Venturi, Magli, Lucentini, Mariani, Ghersetic, Ekner, Prini.

ATALANTA: Stefani, Rota, Gariboldi, Angeleri, Bernasconi, Villa, Cerboli, Rasmussen, Testa, L. Soerensen, Cad II.

ARBITRO: Marchese di Napoli

GOALS: Ghersetic (F.), Testa (A.).

GENOVA, 14 dicembre 1952 – SAMPDORIA – FIORENTINA 4 – 0 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Capucci, Chiappella, Venturi, Segato, Lucentini, Mariani, Ghersetic, Ekner, Prini.

SAMPDORIA: Moro, Bernicchi, Podestà, Oppezzo, Fommei, Coscia, Righetto, Bassetto, Galassi, Gritti, Gotti.

ARBITRO: Corallo di Lecce.

GOALS: Righetto (S.), Gritti (S.), Gotti (S.), Galassi (S.).

MILANO, 21 dicembre 1952 – MILAN – FIORENTINA 2 – 1 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Capucci, Chiappella, Viciani, Mariani, Ghersetic, Ekner, Segato, Prini.

MILAN: Buffon, Silvestri, Zagatti, Annovazzi, Pedroni, Celio, Burini, Gren, Nordhal, Liedholm, Frignani.

ARBITRO: Rigato di Mestre.

GOALS: Nordhal (M.), Liedholm (M.), Ghersetic (F.).

FIRENZE, 4 gennaio 1953 – FIORENTINA – LAZIO 0 – 0

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Venturi, Chiappella, Cervato, Magli, Mariani, Biagioli, Ghersetic, Ekner, Prini.

LAZIO: Sentimenti IV, Antoniazzi, Furiassi, Alzani, Malacarne, Sentimenti V, Puccinelli, Bredesen, Antoniotti, Larsen, Caprile.

ARBITRO: Guarnaschelli di Pavia.

FIRENZE, 11 gennaio 1953 – TORINO – FIORENTINA 2 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Capucci, Chiappella, Cervato, Magli, Mariani, Biagioli, Ghersetic, Ekner, Lucentini.

TORINO: Romano, Cuscela, Farina, Rimbaldo, Giuliano, Moltrasio, Tontodonati, Sentimenti III, Pratesi, Buhtz, Serone.

ARBITRO: Piemonte di Monfalcone.

GOALS: Buhtz (T.), Moltrasio (T.).

COMO, 18 gennaio 1953 – COMO – FIORENTINA 2 – 1 (2-1)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Venturi, Chiappella, Cervato, Magli, Mariani, Biagioli, Ghersetic, Beltrandi, Ekner.

COMO: Bardelli, Origgi, Boniardi, Bergamaschi, Quadri, Mezzadri, Cattaneo, Gratton, Baldini, Ghiandi, Luosi.

ARBITRO: Silvano di Torino.

GOALS: Ghersetic (F.), Ghiandi (C.), Luosi (C.).

FERRARA, 25 gennaio 1953 – SPAL – FIORENTINA 1 – 1 (0-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Magli, Chiappella, Cervato, Viciani, Lucentini, Mariani, Ghersetic, Beltrandi, Ekner.

SPAL: Bugatti, Pellicari, Degl’Innocenti, Castoldi, Bernardin, Bizzotto, Busnelli, Colombi, Sega, Bennike, Fontanesi.

ARBITRO: Carpani di Milano.

GOALS: Ghersetic (F.), Pellicari (S.).

FIRENZE, 1 febbraio 1953 – FIORENTINA – ROMA 2 – 0 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Venturi, Chiappella, Cervato, Magli, Prini, Mariani, Ghersetic, Beltrandi, Ekner.

ROMA: Tessari, Azimonti, Eliani, Bortoletto, Grosso, Venturi, Perissinotto, Zecca, Galli, Bronee, Merlin.

ARBITRO: Liverani di Torino.

GOALS: Beltrandi (F.), Mariani (F.).

NOVARA, 8 febbraio 1953 – FIORENTINA – NOVARA 2 – 1 (0-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Venturi, Chiappella, Cervato, Magli, Viciani, Mariani, Ghersetic, Ekner, Prini.

NOVARA: Cernuschi, Pombia, De Togni, Feccia, Molina, Baira, Rosen, Janda, Piola, Alberico, Savioni.

ARBITRO: Agnolin di Bassano del Grappa.

GOALS: Viciani (F.), Venturi (autorete) (N.), Ghersetic (F.).

FIRENZE, 15 febbraio 1953 – FIORENTINA – UDINESE 1 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Venturi, Viciani, Cervato, Magli, Lucentini, Ekner, Biagioli, Segato, Prini.

UDINESE: Pin, Zorz, Toso, Moro, Morelli, Snidero, Castaldo, Szoke, Darin, Mozzambani, Vascellari.

ARBITRO: Righi di Milano.

GOAL: Magnini (F.).

TORINO, 22 febbraio 1953 – JUVENTUS – FIORENTINA 8 –0 (2-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Venturi, Chiappella, Cervato, Magli, Lucentini, Mariani, Ghersetic, Ekner, Viciani.

JUVENTUS: Viola, Corradi, Manente, Mari, Parola, Piccinini, Carapellese, Vivolo, Boniperti, J. Hansen, Praest.

ARBITRO: Carpani di Milano.

GOALS: Boniperti 2, Vivolo, Carapellese 2, J. Hansen 2, Praest (J.).

FIRENZE, 1 marzo 1953 – PALERMO – FIORENTINA 2– 0 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Magli, Chiappella, Rosetta, Segato, Lucentini, Mariani, Ghersetic, Viciani, Ekner.

PALERMO: Bertocchi, Giaroli, Boldi, De Grandi, Marchetti, Todeschini, Di Maso, Gimona, Bettini, R. Martini, Sukru.

ARBITRO: Canavesio di Torino.

GOALS: Di Maso (P.), Bettini (P.).

NAPOLI, 8 marzo 1953 – NAPOLI – FIORENTINA 0 – 0

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Viciani, Biagioli, Segato, Ekner, Prini.

NAPOLI: Casari, Comaschi, Vinyei, Cassin, Gramaglia, Granata, Vitali, Formentin, Jeppson, Amadei, Pesaola.

ARBITRO: De Leo di Mestre.

FIRENZE, 15 marzo 1953 – FIORENTINA – TRIESTINA 2 – 0 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Lucentini, Beltrandi, Biagioli, Ekner, Segato.

TRIESTINA: Nuciari, Belloni, Zorzin, Giannini, Mariuzza, Invernizzi, Ispiro, Dorigo, La Rosa, E. Soerensen, Boscolo.

ARBITRO: Guarnaschelli di Pavia.

GOALS: Lucentini, Biagioli (F.).

BUSTO ARSIZIO, 22 marzo 1953 – PRO PATRIA – FIORENTINA 0 – 0

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Lucentini, Beltrandi, Biagioli, Ekner, Segato.

PRO PATRIA: Uboldi, Travia, Marcora, S. Hansen, Fossati, G. Martini, Rebuzzi, Guarnieri, Hofling, Ciccarelli, Settembrini.

ARBITRO: De Leo di Mestre.

FIRENZE, 29 marzo 1953 – FIORENTINA – INTER 1 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Lucentini, Beltrandi, Biagioli, Ekner, Segato.

INTER: Ghezzi, Blason, Pedulazzi, Fattori, Giacomazzi, Nesti, Armano, Broccini, Lorenzi, Skoglund, Nyers.

ARBITRO: Agnolin di Bassano del Grappa.

GOAL: Cervato (F.).

BOLOGNA, 6 aprile 1953 – BOLOGNA – FIORENTINA 2 – 1 (2-1)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Lucentini, Beltrandi, Biagioli, Ekner, Segato.

BOLOGNA: Giorcelli, Cattozzo, Ballacci, Pilmark, Grieco, Jensen, Cervellati, Garcia, Mike, Bacci, Tacconi.

ARBITRO: Orlandini di Roma.

GOALS: Cervellati 2 (B.), Cervato (F.) rigore

BERGAMO, 12 aprile 1953 – FIORENTINA – ATALANTA 2 – 1 (2-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Magli, Lucentini, Beltrandi, Biagioli, Novelli, Segato.

ATALANTA: Albani, Bernasconi, Gariboldi, Angelieri, Cadè I, Villa, Santagostino, Rassmussen, Testa, L. Soerensen, Cergoli.

ARBITRO: Pieri di Trieste.

GOALS: Biagioli (F.), Novelli (F.), Santagostino (A.).

FIRENZE, 19 aprile 1953 – FIORENTINA – SAMPDORIA 2 – 2 (1-2)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Venturi, Chiappella, Cervato, Magli, Lucentini, Novelli, Biagioli, Segato, Prini.

SAMPDORIA: Moro, Ballico, Podestà, Oppezzo, Fommei, Agostinelli, Conti, Gotti, Galassi, Coscia, Gritti.

ARBITRO: Bernardi di Bologna.

GOALS: Novelli, Chiappella (F.), Coscia, Gritti (S.).

FIRENZE, 3 maggio 1953 – MILAN – FIORENTINA 3 – 0 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Venturi, Magli, Lucentini, Novelli, Ghersetic, Segato, Ekner.

MILAN: Buffon, Pedroni, Zagatti, Annovazzi, Tognon, Celio, Beraldo, Gren, Liedholm, Burini, Frignani.

ARBITRO: Scaramella di Roma.

GOALS: Burini 3 (M.).

ROMA, 10 maggio 1953 – FIORENTINA – LAZIO 1 – 0 (0-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Capucci, Chiappella, Cervato, Magli, Colla, Beltrandi, Biagioli, Novelli, Segato.

LAZIO: Sentimenti IV, Antonazzi, Montanari, Alzani, Di Veroli, Bergamo, Puccinelli, Larsen, Antoniotti, Bredesen, Caprile.

ARBITRO: Canavesio di Torino.

GOAL: Novelli (F.).

TORINO, 24 maggio 1953 – TORINO – FIORENTINA 4 – 1 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Venturi, Chiappella, Cervato, Magli, Colla, Beltrandi, Biagioli, Segato, Prini.

TORINO: Puccioni, Cuscela, Farina, Rimbaldo, Giuliano, Sentimenti III, Marzani, Buhtz, Giovetti, Giammarinaro, Serone.

ARBITRO: Corallo di Lecce.

GOALS: Serone (T.), Marzani 3 (T.), Colla (F.).

FIRENZE, 31 maggio 1953– FIORENTINA – COMO 2 – 0 (1-0)

FIORENTINA: Costagliola, Magnini, Capucci, Chiappella, Cervato, Magli, Colla, Beltrandi, Novelli, Ekner, Prini.

COMO: Bardelli, Origgi, Boniardi, Bergamaschi, Quadri, Lavezzari, Gratton, Turconi, Ghiandi, Luosi, Baldini.

ARBITRO: Liverani di Torino.

GOALS: Prini, Novelli (F.).

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