Tifosi di una volta

Condividi sui social

NON CI SONO PIU’ I TIFOSI DI UNA VOLTA….

In un mondo in transizione per ogni cosa, da quella energetica a quella geopolitica, da quella industriale a quella generazionale, anche i tifosi vivono un travagliato percorso di cambiamento che, come dicono quelli bravi, va gestito e accompagnato per non pregiudicarne l’identità.
Parliamo quindi anche dei tifosi viola, non esenti e non estranei a questo percorso di cambiamento che, al termine, porterà… al tifoso 3.0.
Il tifoso viola è storicamente ipercritico, vorrebbe che al fischio d’inizio di ogni partita, la Fiorentina arrivasse al risultato di 3 a 0 in 3 minuti; vorrebbe che quelli in cabina di regia costruissero ambiziosi e soprattutto realizzati progetti di successo, che quelli sul campo sputassero 4 polmoni per onorare la maglia in ogni occasione, che quelli allo stadio sostenessero la squadra sempre e ovunque con intensità e con calore.
Il tifo viola ha cacciato i Pontello dopo la cessione di Roberto Baggio, ha costretto i Della Valle alla cessione dell’azienda dopo 3 anni di anonimato, non ha mai perdonato dichiarazioni sopra le righe (Vargas che era di passaggio al Real Madrid venne puntualmente catechizzato, senza contare i durissimi faccia a faccia con Ranieri, Mihajlovich e Iachini sull’andamento della squadra, solo per citarne alcuni).
Ha infamato a lungo Corvino, Cognigni, Luna, Baretti: ha contestato dirigenza, allenatori, direttori sportivi, squadre e singoli calciatori (Tino Costa costa poco, Tello tiello te).

Il primo accenno di garbata contestazione in questo anno anonimo della squadra, risulta lo striscione appeso a firma 1926 qualche settimana orsono, a commento del mercato di Gennaio. Indubbiamente questa condiscendenza si giustifica con la propensione alla riflessione più ponderata, un atteggiamento di comprensione verso una proprietà che si era assicurata l’affetto e la benevolenza di tutti dopo la conclusione dell’esperienza negativa (negli ultimi tre anni) della gestione Della Valle.
Credo di possa parlare di maggiore responsabilità: il tifo non sempre adotta il principio degli odiatori da tastiera dei social che scaraventano accuse e veleni a piene mani senza avere a portata di mano una valutazione obiettiva della situazione. I conti si fanno alla fine, ed è giusto che sia così.
Tuttavia appare paradossale l’atteggiamento acritico, appiattito e idolatrante assunto da alcuni tifosi, recentemente costituitisi in associazione, che, nell’intento di sostenere il patron Commisso e difenderlo da accuse e ingiurie (in realtà qualche sberleffo in chiave ironica che, comunque – e lo abbiamo capito – non piacciono a Rocco e alla dirigenza viola) che sono apparse su alcuni giornali e su alcuni siti, ha lanciato un appello alla clemenza del Presidente nei confronti dei suoi denigratori.
Malauguratamente, come dicevano i vecchi, la toppa a volte è peggio del buco. Il soccorso al Presidente, pur lodevole e condiviso, rende debole il grande Rocco e svela la pochezza di chi lo ha scritto.

Non è così che si aiuta la Fiorentina, non è così che si protegge il Presidente. Arriva il momento in cui bisogna essere critici verso chi si vuole bene, inserendo qualche dubbio senza negare la verità: ci sono persone che non la pensano come te. Capisco che lo scopo era difenderlo dalle ingiurie, scopo legittimo e condiviso: ma coltivare il culto della personalità non ha mai aiutato né i cultori né la personalità.
Rocco e la Fiorentina sono nel cuore di tutti noi: aiutiamoli a far bene e meglio, ma anche ad ascoltare, differenziando chi vuole onestamente dare una mano e chi invece, per motivi diversi, vuole solo farsi notare.
Anche questo fa parte del percorso di transizione. Proviamo a gestirlo oculatamente in attesa di ulteriori sviluppi.

 

Fabio Fallai – Vice Presidente ACCVC

Leggi altri articoli
Torna in alto