Arriverà tutto, com’è arrivato aprile

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L’ultimo mese della Fiorentina è un certificato di crescita. Due vittorie e due pareggi, nessuna sconfitta. Sono arrivate vittorie di misura, e pareggi incoraggianti come quello contro l’Inter. Soprattutto, però, si è vista la voglia della squadra di non fermarsi. Aggrappata ad una idea di calcio e ad un sogno, guidata da un Vincenzo Italiano che ha saputo fare di necessità virtù, la Viola ha continuato a macinare gioco, restando in scia delle concorrenti per l’Europa. Sì, l’Europa: perché è oramai chiaro che questo gruppo ha tutto per lottare fino in fondo, per centrare una qualificazione che solo pochi mesi fa sembrava pura fantascienza. È vero, non c’è più il bomber da doppia cifra. Il centrocampo è Torreira-dipendente, e la difesa talvolta ha défaillance vietate ai deboli di cuore. Tutto vero. Ma è altrettanto vero che possiede una cosa fondamentale: la fiducia. La fiducia nei propri mezzi, quella che spesso porta a spingersi oltre i limiti e la logica.
Nel prossimo mese la Fiorentina dovrà andare ancor più oltre la logica. Dovrà affrontare Napoli, Venezia, Salernitana, Udinese e Milan in campionato (al Franchi lagunari e bianconeri) e, soprattutto, la Juventus, a Torino, in Coppa Italia. È un mese decisivo, il prossimo, per capire quant’è concreto il sogno dei tifosi, e quanto è avanti il progetto (dovrebbe essere bandito questo termine, lo so) di crescita. Crescita tecnica, tattica e soprattutto psicologica.

Una crescita che passa attraverso i piedi di Torreira, vero motore della squadra e sempre più leader, e la solidità difensiva di Milenkovic e Igor, ma che necessita dell’apporto anche di altri interpreti. Primi su tutti gli attaccanti: Piatek, Cabral e gli interni offensivi sono chiamati ad un salto di qualità, ad una risposta netta. Nico Gonzalez, ad esempio, ha risposto a chi gli imputava di non trovare la via del gol con un colpo di testa decisivo, contro l’Empoli. Adesso tocca (anche) agli altri. Toccherà a Sottil, che dovrà perdere gli egoismi di gioventù, toccherà a Ikoné, che dovrà trovare continuità di giocate e concretezza, e toccherà ai due centravanti, che dovranno dimostrare di avere le qualità per giocare a Firenze. Perché è indubbio che senza Vlahovic la Fiorentina fatica dannatamente a trovare le reti. Fraseggia bene, crea qualche pericolo, ma pecca sempre sul finale, quando dovrebbe invece affondare il colpo e concretizzare quanto di buono sa fare.

Arriverà anche la concretezza, ne siamo sicuri. Così come arriverà la capacità di capire quando passare il pallone e quando invece calciare. Arriverà tutto, pian piano. Grazie soprattutto – lo ripetiamo volentieri – allo straordinario lavoro di un allenatore che sta superando le più rosee aspettative (anche chi ne apprezzava il lavoro a La Spezia, oggi si sta stupendo).

Arriverà tutto, com’è arrivato aprile. Un mese decisivo, per la Fiorentina.

Giacomo Cialdi

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